“Complicazioni cardiache”. Il 3 settembre 2002 il cuore di James Stinson smette di battere. Muore a trentadue anni, nei pressi di Newman, Georgia, dove si era spostato già da qualche tempo per ricevere cure. Un tempo sufficiente però per lasciare indicazioni riguardo le sue future release a qualche etichetta discografica, nel caso in cui il sonno eterno lo avesse colto di sorpresa. Oggi ci ritroviamo virtualmente qui, per ricordare la sua scomparsa. Quindici anni fa.
Stinson era padre di sette figli, lavorava come camionista, un lavoro che – racconta in un’intervista – lo aiutava a pensare, intensificava la profondità dei suoi pensieri mentre s’immaginava circondato dall’oceano. Cresce nell’East Side di Detroit, nel lato più feroce, dove la scelta era una soltanto: essere un delinquente, o essere un artista. Anche a Stinson tocca la scelta. E sceglie.
Sceglie mentre correva in bicicletta tra le strade del quartiere, sceglie quando The Electrifying Mojo passa “Alleys Of Your Mind” di Cybotron nella sua stazione radiofonica. Così, Drexciya prende vita una notte del 1989 nei sogni di James Stinson, che si sveglia di soprassalto gridando: “Drexciya!”. Solo dopo alcuni anni di incubazione viene pubblicata la prima release, col progetto gestito da Stinson e Gerald Donald: è “Deep Sea Dweller” – anno 1992, su Shockwave Records sotto etichetta di Underground Resistance – che dà inizio al viaggio subacqueo di uno degli act più visionari e performanti nella storia della musica elettronica contemporanea.
E’ l’approccio dato al progetto Drexciya che, più di tutto, si distingue e lo identifica: nessun mezzo di promozione, nessuna intervista, foto, concerti. Niente. Solo musica. Solo la filosofia e i concetti strettamente necessari (e altamente visionari). James Stinson e Gerald Donald creano un mondo fantastico e parallelo: un mitologico Oceano, non meglio identificato, ove vi sono alcune città dove tutto scorre liquido e fluido. Una di queste è Lardossa: un luogo pacifico e benevolo, in cui non vi è trambusto e in cui il fenomeno Drexciya può prendere vita. Se a tutto questo si aggiunge la bolla di mistero che avvolge le loro figure personali, celebrandone l’intrinseca purezza, ciò che abbiamo fa di Drexciya uno dei “faceless act” più rilevanti della seconda ondata techno di Detroit ma anche, in assoluto, nella storia della musica.
Non solo Drexciya, però. La personalità eclettica di James Stinson con i suoi progetti in solo (Clarence, Jack Peoples, Lab Rat XL, The Other People Place, Transllusion e Shifted Phases) rappresenta uno snodo fondamentale nella storia della musica elettronica, una personalità metamorfica non solo nell’alternare i vari moniker ma anche nel giostrarsi tra techno ed electro, annullando come non mai i confini tra i due generi ma al tempo stesso glorificando contemporaneamente entrambi i mondi (e catturandone nitidamente l’essenza). Mantenere sommersa l’identità gli ha quindi permesso un livello di libertà artistica molto ampio, sia a livello immaginifico nel costruire l’assurdo, misterioso, meraviglioso universo-Drexciya, sia a livello personale nelle sue altre sortite discografiche: le sonorità e certe soluzioni rimangono quelle tipiche drexciyane, ma le atmosfere appaiono fortemente diverse.
Il progetto Transllusion (in questo pezzo ci concentriamo su “The Opening Of The Cerebral Gate”, 2001, Supremat, e “L.I.F.E”., 2002, Rephlex) è, a detta di chi scrive, una delle più lampanti testimonianze dell’estrema versatilità stinsoniana. Grazie a “The Opening Of The Cerebral Gate” scopriamo infatti uno Stinson introspettivo, più intimista e melodico che avrà poi il suo culmine con l’alias The Other People Place, in uscita su Warp sempre nello stesso anno. E’, tra l’altro, il nome stesso del progetto a condurci verso una determinata concezione e poi a confermarla in musica: difatti, un oggetto traslucido, in fisica, altro non è che qualcosa di parzialmente trasparente che permette di percepire attraverso di esso l’immagine di un altro oggetto, senza peraltro distinguerne nettamente i contorni.
“The Opening Of The Cerebral Gate” è l’album in cui le cose incominciano a diventare più chiare: è il primo effettivo passo del “viaggio verso la verità”, con lo scopo di trovare se stessi attraverso il “cancello della nostra concezione mentale”. Transullion si evolve poi ulteriormente con “L.I.F.E.”. Disco che viene pubblicato l’anno della sua scomparsa e, forse proprio per questo, suona un po’ come la resa dei conti, come la conclusione della curva evolutiva di un artista. “L.I.F.E.” è un lavoro che ci sprona a continuare l’infinito viaggio alla ricerca dell’io e, con le sue nervature IDM, ci invita ancora più espressamente a prenderci cura delle nostre emozioni umane fondamentali per non diventare vittima della freddezza della tecnologia e della società moderna.
James Stinson sembra sempre lasciare qualche enigma da risolvere, in ogni suo passo, provando così a spingere al massimo il processo di ragionamento e immaginazione dell’essere umano che ascolta. Un esempio? Il vero titolo dell’album, ovvero lo sviluppo completo dell’acronimo, risulta essere “Life Is Fast Ending”. Sta a chi ascolta coglierne il significato: “La vita è veloce, ricordati delle cose importanti”? Oppure “La vita è veloce, prima o poi tutti lasceremo questa terra”?
Con l’alias Clarence, Stinson mostra ancora un altro volto: speed up electro con spesse venature hip-hop, intensificate dall’incalzare del vocal. “Hyperspace Sound Lab” (Flourescent Forest Rec., 1991) è uno dei pochi lavori dove non vi è l’esplicita presenza di tematiche “acquatiche”. Clarence difatti, se analizziamo la discografia nella totalità, sembra quasi un progetto di passaggio, un grido d’assestamento prima di stabilizzarsi.
Ad ulteriore supporto della sua poliedrica personalità si aggiunge Lab Rat XL, l’ultimo dei “7 Storms”. Fu lo stesso Stinson a parlare delle “tempeste” come sette diverse angolazioni della stessa cosa: “Ogni [LP] è completamente diverso. Ci sono molti angoli, e nessuno di loro è uguale all’altro. Quello che vogliamo è che tu senta ognuno di questi angoli”.
I brani sono conosciuti solo attraverso i codici produttivi 1 – 6, poichè Stinson viene a mancare prima che i titoli siano stati decisi. Il disco viene prodotto da Clone seguendo il principio drexciyano “R.E.S.T.” (ricerca, sperimentazione, scienza, tecnologia) senza però poter fisiologicamente sviluppare a pieno i pensieri filosofici che, con buone probabilità, Stinson aveva pensato per il progetto. Ipotesi personale: credo che il tema di questa “Storm” riguardi la sperimentazione biologica, attraverso sei fasi di sperimentazione. Le parole “Lab”, “Rat” e lo stesso titolo dell’album (“Mice Or Cyborg”) sembrano infatti ricondurre a esperimenti scientifici. Ma di quale genere? E’ forse una serie di sei esperimenti per diventare, in qualche modo, un cyborg, o per lo meno un individuo ibrido? E se così fosse, il significato nascosto potrebbe riguardare il corretto uso e il salto evolutivo delle nuove tecnologie?
Un’altra interessante sfaccettatura della caleidoscopica personalità di Stinson è Shifted Phases (“The Cosmic Memoirs Of The Late Great Rupert J. Rosinthrope”, Tresor 2002). Questo è un progetto celebrale, che comunque sposa ancora una volta l’esplorazione dell’uomo-macchina nel sodalizio di techno e electro. Di nuovo, il titolo della release ci porta a riflettere: sembra volerci raccontare la storia della vita di uno specifico individuo, tale Rupert J. Rosinthrope, ma se provate a “googlare” il nome, beh, non riscontrerete risultati. Questo fa presupporre che il nome sia una creazione dello stesso Stinson, volta a rappresentare una personificazione del genere umano; solo che le memorie non sono quelle “umane”, bensì quelle cosmiche. E’ insomma la memoria dell’umanità che viene raccontata. Fu Rudolf Steiner ad affrontare per primo il concetto di “memoria cosmica” e dei “sette principi” (il corpo fisico, il corpo etereo, il corpo astrale, l’io, l’io spirituale, lo spirito vitale e l’uomo spirito), portando avanti profondi ragionamenti sulla possibile esistenza di una coscienza universale. Ovviamente questa non è di certo la sede più opportuna dove parlare di astrofisica, ma leggendo le teorie di Steiner potreste rimanere stupidi, riscontrando più di qualche similitudine con l’universo stinsoniano.
Ad ogni modo, la figura di James Stinson a quindici anni di distanza non ha perso nulla della sua forza, della sua profondità, della sua suggestione. Prova ne sia il fatto che ci saranno vari “luoghi” dove questo quindicennale viene ricordato e celebrato. Eccovi qua un elenco, a vostro uso e consumo (e vi invitiamo a cliccare sui link):
Detroit Radio Show
Roma
Londra
Manchester
Birmingham
Dublino
Grazie James Stinson, per aver indelebilmente allargato le dimensioni di pensiero, sperimentazione e immaginazione. Grazie di ricordarci sempre, a distanza di quindici anni, l’importanza della libertà creativa e di “essere se stessi” (cit.). Un grazie che abbiamo voluto rendere concreto creando questo “viaggio” nell’universo sonoro di Stinson in, ovviamente, quindici tappe.
“Negative evolution cycle completed. Now in sonic infinitum mode” UR
1. Drexciya, “Depressurization”. Tratto da “Deep Sea Dweller”, 1991, Shockwave Records
2. Clarence, “Cause I Said It Right”. Tratto da “Hyperspace Sound Lab”, 1991, Flourescent Forest Rec.
3. L.A.M., “Toxic TV”. Tratto da “Balance Of Terror”, 1992, Hardwax.
4. Drexciya, “Aqua Worm Hole”. Tratto da “Drexciya 2 – Bubble Metropolis”, 1993, Underground Resistance.
5. Drexciya, “Black Sea”, Tratto da “The Journey Home”, 1995, Warp.
6. Elecktroids, “Midnight Drive”, Tratto da “Elektroworld”, 1995, Warp.
7. Drexciya, “Organic Hydropoly Spores”. Tratto da “Neptune’s Lair”, 1999, Tresor.
8.Transllusion, “Dimensional Glide”. Tratto da “The Opening Of The Cerebral Gate”, 2001, Supremat.
9.The Other People Place, “Let Me Be Me”. Tratto da “Lifestyles Of The Laptop Café”, 2001, Warp.
10. Drexciya, “Cascading Celestial Giants”. Tratto da “Grava 4”, 2002, Clone.
11. Drexciya, “Digital Tsunami”. Tratto da “Harnessed The Storm”, 2002, Tresor.
12. Transllusion, “Dirty South Strut”. Tratto da “L.I.F.E.”, 2002, Rephlex.
13. Shifted Phases, “Lonely Journey Of The Comet Bopp”. Tratto da “The Cosmic Memoirs Of The Late Great Rupert J. Rosinthrope”, 2002, Tresor.
14. Abstract Thought, “Synchronised Dimensions”. Tratto da “Hypothetical Situations”, 2003, Kombination Research.
15. Lab Rat XL, “Lab Rat 6”. Tratto da “Mice Or Cyborg”, 2003, Clone.