Hans-Peter Lindstrøm, in arte – semplicemente – Lindstrøm, è una rockstar della musica elettronica. No, non ci stiamo riferendo a certo hype che circonda spesso e volentieri i divi del rock’n’roll – a dirla tutta il ragazzo norvegese è piuttosto discreto – quanto sul frangente dell’attitudine sugli strumenti elettronici, di come viene elaborato il suono e di conseguenza su come la matassa ritmica viene percepita dal pubblico, soprattutto nella dimensione live (quest’anno si esibirà in occasione del festival capitolino “Meet In Town”, a buon intenditor poche parole). Produttore fuori dai generis tira fuori dal cilindro delle cavalcate elettroniche per la testa e per le gambe, dove la disco europea e italiana di fine anni ‘70 incontra la techno: la critica internazionale l’ha già ribattezzata “space disco”, per una volta ci troviamo d’accordo!
Partiamo dall’inizio, la tua attitudine sugli strumenti, elettronici e non – generalmente suoni tutti gli strumenti presenti sui tuoi dischi – la sentiamo molto “rock”: dinamica e dal forte impatto emozionale (molti pezzi hanno dei crescendo musicali portentosi). Raccontaci qual è stata la tua formazione musicale.
Durante la mia infanzia ho suonato il pianoforte classico e, anche se mi sono fermato dopo circa 6 anni credo che l’attitudine allo strumento abbia influenzato il mio approccio musicale. Il mio background poi non è quello tipico del “dj che diventa produttore”, da giovane ho suonato in ogni band possibile relazionandomi coi generi più diversi, dall’heavy metal al folk, country, fusion-jazz, gospel e gruppi acapella.
Sei stato uno dei primi produttori a riportare al centro della scena elettronica certe sonorità legate alla tradizione della disco-music europea e soprattutto italiana – italo disco – degli anni ‘70. Cosa ne pensi di questo genere, ahimè, mai veramente apprezzato nei nostri confini nazionali?
Sono stato ispirato dall’ascolto di molti tipi di disco-music succedutesi nel tempo, quella europea ed americana, nera e bianca, mainstream e sperimentale… Laddove riesco a trovare spunti di interesse mi immergo nell’ascolto. Non mi dispiacciono le reinterpretazioni in musica, l’importante è che si tratti di spunti interessanti e non di riproposizioni fini a se stesse. Negli ultimi anni ho ascoltato cose assolutamente interessanti ma anche roba poco stimolante.
Un disco d’esordio “Where You Go I Go Too” (composto da tre lunghi mantra disco-funk), un lavoro in collaborazione con Isabelle Sandoo alias Christabelle “Real Life Is No Cool” (dalle venature pop-house) ed uno edito quest’anno “Six Cups Of Rebel” (ulteriore evoluzione in odor di funky-prog). Raccontaci la genesi musicale di quest’ultimo disco.
Volevo realizzare un album che suonasse diverso da quanto fatto in precedenza… esplorare il progressive ed il lato “non facilmente accessibile” della musica piuttosto che concentrarmi come in passato su quella orecchiabile ed immediata… ho voluto inserire le melodie vocali così come sperimentato con Christabelle usando però la mia stessa voce ed indagare come detto in profondità il progressive senza limitarmi a sfiorarne certe atmosfere come accaduto con l’album “Where You Go I Go Too”.
Difatti è la prima volta in una tua produzione che sei presente anche come vocalist… Certamente non è la componente primaria della matassa sonora, ma si integra molto bene col resto. Come mai solo oggi ascoltiamo la tua voce?
Dopo il lavoro svolto con Christabelle ho deciso che era arrivato il tempo di utilizzare le mie (modeste) capacità vocali… hehe… Delle volte a lavorare solo con la musica strumentale ci si annoia, ho sentito il bisogno di fare qualcosa di diverso in quest’album.
“Six Cups Of Rebel” è stato dato alle stampe il 6 febbraio scorso ed in rete già proliferano accostamenti audaci: si parla di ri-attualizzazione di atmosfere musicali che vanno da Bach ai Deep Purple, dal Prog rock all’Acid House. Ti irritano queste definizioni oppure le trovi calzanti?
Hmmm, non do molta importanza a come la gente descrive la mia musica. Certe volte gli accostamenti sono semplicemente sbagliati o privi di senso logico ma capisco la necessità di dover descrivere la musica che si ascolta.
Una curiosità sul lavoro: “Six Cups Of Rebel” è il tuo primo disco sulla lunga distanza a presentare una copertina illustrata (le cover dei due precedenti dischi erano dei primi piani fotografici). Forse un cambio di attitudine ricercato… c’è un rapporto a tuo avviso tra immagine proposta e suono?
Credo tu abbia ragione… ad ogni modo non mi occupo delle mie cover in prima persona. Lascio all’artista visivo Kim Hiorthøi libertà creative al 100%. Dovremmo chiedere direttamente a lui il motivo di questo cambio di tendenza.
Cosa rappresenta per te l’essere un musicista? Oltre al puro intrattenimento si è artefici di fissare il proprio tempo dentro ad un formato (che sia cd o vinile), rendendolo opera fruibile per l’oggi ma anche per il futuro.
So solo di essere un musicista… hehe… sono estremamente felice e fortunato a potermi dedicare a questo a tempo pieno! C’è anche una componente edonistica ne sono concio. Essere in grado di manifestare le mie sensazioni in musica è eccitante… non sono sempre sicuro di star producendo qualcosa di duraturo ma fino a quando avrò un seguito e l’ispirazione non mi abbandonerà continuerò a fare quello che faccio.
Quali sono i tuoi album di riferimento nella musica di ogni tempo? Scommettiamo che Manuel Göttsching con il suo “E2-E4” ed anche il Moroder di “From Here To Eternity” non potranno mancare.
Sì, questi due album sono fantastici! Ci sono così tanti dischi degni di essere ascoltati… Eccone altri due che rimarranno per sempre nella mia personale “lista dei preferiti di ogni tempo”: Prince – Around The World In A Day e Paul McCartney – Ram.
Tutti i tuoi lavori (compresi i remix) sono stati prodotti dalla tua etichetta Feedelity Recordings. Hai intenzione di produrre anche nuovi artisti che ti sembrano promettenti?
Sono stato assorbito principalmente dal lavoro sulla mia musica e le mie uscite. Di tanto in tanto ho editato musica altrui reinterpretata da me attraverso dei remix… recentemente per esempio con “Glasser” e “Best Coast”. Per il prossimo futuro la Feedelity continuerà ad essere specchio delle mia musica.
Ti esibirai in Italia il prossimo giugno in occasione del Meet in Town. Cosa dobbiamo aspettarci dal tuo live?
Un mix di materiale nuovo, meno nuovo e inedito di prossima pubblicazione. Si guarderà molto lontano.
English Version:
Hans-Peter Lindstrøm, in art – just – Lindstrøm is a rock star of electronic music. No, we are not referring to the hype that often surrounds rock’n’roll interpreters – to be honest the guy is pretty demure – but instead of the juncture of his attitude on electronic instruments, in the way how the sound is processed and as a result how the skein rhythm is perceived by the public, especially during live performances (soon he will perform during the Capitoline festival Meet In Town, few words to the wise). Producer out generis pulls out of his hat rides the electronic for head and legs, where the European (and Italian) disco music of the late ’70s meets techno: the international critics has already named his music “space disco”, once we agree!
Starting from the beginning, we feel your attitude in music composing and performing (generally you play all the instruments on your records) very “rock”: dynamic and emotionally engaging (many pieces have portentous music crescendos). Tell us about your past musical experiences.
I´ve been playing classical piano since i was very young, and although i stopped after 6 years, i believe it´s been some kind of an influence on how i think about music. My background is not the typical “dj to become producer”, but i´ve been playing in all kinds of bands when i was a teenager. everything from heavy metal to folk, country, fusion-jazz, gospel and vocal-acappella-groups.
You were one of the first producers to revival inside of electronic music some aspects of the European and Italian disco-music. In our National borders “Italo-Disco” has never been appreciated at all. What’s your idea about this music current?
I´ve been inspired a lot from listening to all kinds of disco over the years, european and american, black and white, mainstream and experimental… As long as i find anything interesting in all kinds of musical genres, i´m listening. I don´t mind that people are doing new musical takes on disco, as long as it keeps evolving for some kind or another. There´s some really interesting music being made recently, and there´s of course a lot of music that´s not so interesting.
A debut album “Where You Go I Go Too” (composed of three long disco-funk mantra), a joint work with Isabelle Sandoo aka Christabelle “Real Life Is No Cool” (with delicius house-pop songs) and an album edited this year “Six Cups Of Rebel” (further developments almost funky-prog). Tell us about the genesis of your last disc.
I wanted to make an album that sounded very different from what i´ve doing before… exploring progressive and “not-so-ascessible” sides of music rather that the obvious and catchy music that i´ve been doing before… I wanted to follow up the use of vocal from after working on th e christabelle-album by using my own vocals, as well as dive further into the progressive sides like i touched upon when working on “where you go i go too”.
Yes, it’s the first time in your production that we can hear your own voice inside the music flux. It’s certainly not the primary component of the soundscape but it integrates very well with the rest. Why only now can we hear your voice?
I guess after working on harmony-vocals on the christabelle album, i decided that it was about time to make use of my (limited) vocal skills… hehe… Also, from time to time i get very tired of working with instrumental music, so i just needed to do something different at the time when working on the album.
“Six Cups Of Rebel” was given to the press the last 6 February and has been soon described as a cosmic disco that mixes influences between Bach and Deep Purple, Prog rock and Acid House, all in a contemporary way”. These definition irritates you or do you find it fitting?
Hm, i don´t really mind people calling my music whatever they want. Somehow it all feels very wrong and corny, but i understand that there´s a need for trying to describing the music.
A curiosity: “Six Cups Of Rebel” is your first record in the long run to have a “pictured” cover (the covers of the previous two albums were close-ups photos). Perhaps a change of attitude is sought… is there a relationship between image and sound proposal?
I guess you´re right… However, i don´t have anything to do with the cover-art. I always leave the visual artist Kim Hiorthøi 100% creative freedom to do whatever he feels for doing. So you better ask him why he wanted to do something different this time…
What does it means to you being a musician? In addition to pure entertainment you fix your time inside a format (either cd or vinyl) that becomes accessible for today but even for the future.
Being a musician is the only thing i know… hehe… And i´m extremely happy and lucky to be able to do this full-time !!! There´s a certain ego-element in this as well. Being able to manifest my thoughts via music for the future is of course very exciting… I´m not always sure if what i´m doing is worthy for conservation, but as long as there´s somebody willing to listen to my music, and as long as i´m inspired to make music, i´ll keep on doing this.
Suggest to readers few albums (of every time) that you love. We bet Manuel Gottsching with its “E2-E4” and also the Moroder of “From Here To Eternity” cannot miss.
Yeah, both these two albums are great! There´s so many albums worth listening to… Here´s two more albums that will forever be on my “alll-time-favourites”-list: Prince – Around The World In A Day and Paul McCartney – Ram.
All your works (even the remixes) has been recorded under your own label “Feedelity Recordings”. Are you keeping an eye on new artists to enlist under it?
I’ve been mostly focusing on working with my own music and releases. Although from time to time I’ve been releasing others music backed with my own remix of the track(s) … I’ve been doing that recently with Glasser and Best Coast. In the future I will most probably keep on working with Feedelity as an output for my own music.
You will perform in Italy next june during the Meet In Town Festival. What can we expect about this set?
A mix of new, old and unreleased forthcoming music. Looking much forward!