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[tab title=”Italiano”]Sembra ieri, quando su YouTube apparivano dei video di una ragazza bionda con un Tenori-On che cantava un pop elettronico fresco e interessantissimo, invece sono passati più di sei anni e due album, e ora, con il terzo, sembra proprio che Little Boots abbia completato la sua trasformazione da “breakthrough artist” ad artista completa, matura e sicura di sé. Proprio in occasione dell’uscita di “Working Girl”, il suo terzo album che l’ha vista affiancata da produttori di tutto rispetto come Com Truise e Jas Shaw dei Simian Mobile Disco, abbiamo scambiato una chiacchierata telefonica con lei, scoprendo aspetti del suo carattere che non ci saremmo immaginati.
Allora, com’è andato il tour negli Stati Uniti? E in generale, sei soddisfatta delle reazioni che sta ottenendo il tuo nuovo album?
Benone! E’ stato divertente, e il pubblico americano lo ha apprezzato molto. In generale sono molto contenta dell’accoglienza che sta ottenendo il disco, ha avuto delle ottime recensioni e mi sembra che la gente l’abbia davvero capito e che riescano finalmente a comprendermi di più dal punto di vista artistico.
Ottimo, mi fa piacere sentirlo, anche perché mi porta a un altro argomento di cui volevo parlare: ho percepito un cambiamento, un’evoluzione nella tua musica, come se tu ti fossi trasformata da una ragazzina che fa dei video per gioco su YouTube a una vera “Working Girl”. E’ così? Pensi che la tua musica sia più matura ora?
Non so se si possa davvero definirla “più matura”: credo sicuramente di essere cresciuta molto sia come persona che come artista, e per via di questo ora sento di avere molto di più il controllo di quello che faccio, mentre quando ho iniziato si trattava semplicemente di provare a fare delle cose e cercare di capire come funzionava la musica e il music business in generale. Non credo quindi che sia esattamente più matura, credo semplicemente di essere cresciuta molto io.
Questa cosa che dici rispetto all’avere il controllo è molto interessante, visto che volevo chiederti di più sulla tua collaborazione con altri produttori: ho sempre avuto la sensazione che ci fosse molto di tuo nella tua musica e che quindi fossi già in controllo, però in “Working Girl” hai anche lavorato con altri artisti e la loro mano si sente molto, come ad esempio in “Business Pleasure” che a tratti suona molto come una traccia di Com Truise ma alla fine non è “solo” una traccia di Com Truise. Come sono nate quindi queste collaborazioni, com’è stato lavorare con loro e quanto sei stata in controllo?
Anche in questo caso ho avuto il controllo dall’inizio alla fine, ho scelto personalmente le persone con cui volevo lavorare e sono entrata in contatto con loro; con alcuni poi ho passato del tempo di persona in studio, mentre con altri la collaborazione è stata più un ping pong in cui ci mandavamo del materiale avanti e indietro, però in generale per me è stato importante lavorare su quest’album con dei produttori autentici, non necessariamente quelli che ti aspetteresti a produrre delle tracce pop. Mi interessava cercare di spingere la produzione verso suoni un po’ diversi, cercando di mantenere sempre delle melodie pop ma che avessero anche dei suoni elettronici piuttosto sperimentali, in modo da cercare di combinare due mondi diversi e che il risultato fossero canzoni pop accessibili, che possano piacere a tutti ma che fossero anche più interessanti di quello che normalmente ci si aspetterebbe.
Beh, obiettivo centrato direi.
Grazie!
Parlando del titolo del tuo album, “Working Girl”, e del processo di crescita che mi dicevi di aver completato. Ti capita mai che ti sembri un “lavoro”, dover gestire tutto quello che ha a che fare con la musica – sai, gestire la tua etichetta, avere a che fare con quelli che ti telefonano per le interviste e cose del genere? Riesci ancora a divertirti?
Sì, dai: a volte sembra un po’ un lavoro, è vero, ad esempio visto che sono io a gestire l’etichetta su cui escono i miei dischi ogni tanto devo fare cose noiose come avere a che fare con i distributori, con quelli che producono fisicamente i dischi, con le stamperie di vinili, però alla fine è una cosa che fa parte di tutto quel discorso di avere il controllo dall’inizio alla fine. E’ tutto in mano a me, dalla scrittura delle canzoni, di tutti gli strumenti che le compongono, alle idee per i video, fino alla produzione fisica dei cd e all’assicurarsi che arrivino effettivamente nei negozi, e trovo che questo essere coinvolta in tutto quanto il processo dall’inizio alla fine sia un’esperienza molto gratificante, credo che abbia molto più senso per me. Quando ho iniziato e avevo a che fare con delle label più grandi, era una cosa più simile a produrre un disco e poi darlo in mano a qualcuno perché ne facesse ciò che voleva allo scopo di venderlo, ed era una sensazione piuttosto strana sai, creare qualcosa che sentivi come se fosse un po’ un tuo bambino e poi lasciarlo interamente in mano a qualcun altro. In definitiva quindi, anche se c’è molta più carta da compilare, credo che se guardo al processo nella sua interezza sia molto più soddisfacente così, e a volte permette anche di essere molto creativi, quindi sono molto contenta di avere tutto in mano io.
Comincio a notare una costante, tra quello che mi hai appena detto rispetto all’avere il controllo di tutto il ciclo di vita dei tuoi dischi e quello che mi dicevi prima sul controllo del processo produttivo della tua musica. Sempre parlando di cose su cui hai il controllo, come nascono le tue canzoni? Sei una di quelli che scrivono tutto di getto e “buona la prima”, oppure torni indietro e rimetti mano alle idee più volte finché non è tutto perfetto?
Dipende moltissimo, a volte parte da un’idea che sviluppo sul notebook, a volte invece sono a casa e scrivo al piano, è sempre diverso: non c’è un’unica formula magica nella musica pop, se ci fosse la userei sempre, invece cerco di cambiare sempre il modo in cui produco. Quello che faccio per gli album però è mettere insieme molte tracce e poi affrontare un processo di selezione in modo da sceglierne solo alcune e far sì che il disco abbia un suono coerente.
Parlando di come nascono le idee per le tue tracce, è evidente che hai un range di influenze estremamente vario, per cui sono curioso: cosa ascoltavi da piccola? Ho notato che spesso gli ascolti dell’infanzia si riflettono nella musica che un artista crea.
Ascoltavo un sacco di pop, sai tipo Kylie Minogue, i Blondie, i Take That, c’è un sacco di musica pop che mi piace e che ascoltavo e ascolto tuttora, poi ho iniziato a scoprire l’elettronica e mi sono appassionata anche a tutto il synthpop elettronico degli anni ’80, le cose tipo Kate Bush, gli Human League, il mio primo contatto con l’elettronica è stato questo. Poi ho iniziato a fare la DJ e suonavo tutta la musica dance degli anni ’90, gli Everything But The Girl, i Moloko…mi sono sempre piaciute molto sia la musica pop che quella dance, e credo si veda nella mia musica che cerco di combinarle.
Assolutamente sì, è sicuramente una cosa evidente nei tuoi dischi, ed è infatti una cosa che volevo chiederti: lungo tutto l’album tocchi diversi punti di quella zona grigia che c’è tra pop e dance, con alcune tracce molto più su un versante e alcune sull’altro. E’ una cosa intenzionale? Avevi in mente di esplorare le possibilità di questa miscela oppure è semplicemente il risultato delle tue influenze?
E’ assolutamente una scelta consapevole, come DJ ho spesso partecipato a produzioni più “club”, è una parte importante di quello che faccio quotidianamente, ma mi piace anche molto la musica pop, per cui l’idea era di cercare di combinarle ma anche di cercare di allargare i confini di entrambe. Ho cercato di fare non solo delle canzoni pop che potessero piacere a più gente possibile, ma la mia intenzione era anche di cercare di usare le formule del pop come una specie di patina di zucchero, di travestimento, per proporre al pubblico anche qualcosa di più autentico, più sperimentale: fondamentalmente cerco di truffare la gente proponendo loro della musica pop ma quando poi la ascoltano con attenzione scoprono anche tutto il mondo elettronico che c’è dietro!
In effetti prima ti chiedevo come nascono le tue canzoni anche perché ok, ci sono un sacco di hook pop di quelli che sembrano davvero frutto di un’intuizione, ma poi ci sono un sacco di scelte davvero sottili, di quelle che apprezzi solo se hai sentito tanta elettronica e tanta dance, che pensando a quello che mi hai appena detto mi fanno pensare che in un certo senso tu cerchi di educare il pubblico pop ad alcuni aspetti più interessanti dell’elettronica.
Hahaha! In effetti un po’ sì, però sai, credo anche che la musica pop sia una forma davvero potente e che spesso si tenda a sottovalutarne la potenzialità espressiva, e una delle cose che cerco di fare con la mia musica è proprio attirare gli ascoltatori con gli hook e le melodie pop e poi spingerli a incuriosirsi verso cose più interessanti che magari normalmente non cercherebbero, al di là dei confini delle canzoni pop.
Verissimo, spesso si sente dire che la musica pop è facile da produrre perché è “facile” da ascoltare, ma la sensazione che ho provato sentendo il tuo disco è stata proprio che ci fosse una cura ai dettagli tutt’altro che immediata.
Beh sai, più che altro è che con il pop quando qualcosa va male te ne accorgi subito perché manchi completamente il bersaglio, e suona troppo strana.
Esatto, e alla fine però non saprei neanche descriverti cos’è che rende una canzone pop una “buona” canzone, è qualcosa di difficile da dire a parole.
Certo, per lo stesso motivo per cui è difficile fare della buona musica pop; voglio dire, è facile essere “cool”, per me sarebbe facile fare una di quelle cose strane simil-R&B e avere successo tipo su The Hype Machine o sui blog, ma è molto più difficile scrivere delle canzoni pop per un pubblico più vasto che però siano comunque interessanti. Anzi, credo sia questa la più grande sfida che affronto con la mia musica.
Beh, però credo sia anche la parte divertente, in un certo senso. Parlando del resto del ciclo di vita del tuo album e del suo futuro, in passato hai avuto dei remixer davvero eccellenti: c’è qualcosa che bolle in pentola anche per “Working Girl” da questo punto di vista?
Certo! Abbiamo iniziato a pensare ai remix una volta che l’album era finito, anche perché volevo essere coinvolta nel processo di selezione dei remixer visto che come DJ penso di poter dire la mia in materia. A breve usciranno dei remix per “No Pressure”, penso già la settimana prossima, e ne abbiamo altri pronti, alcuni più house e altri più disco ma credo di non poterti ancora dire di chi si tratta. E’ stato interessante comunque cercare i remixer una volta finito l’album e dopo l’uscita dei singoli, credo che abbia dato modo alle canzoni di vivere il proprio ciclo di vita per poi essere prese e portate su altri versanti dai remix, mentre di solito questo avviene tutto assieme quando la traccia originale e i remix escono contemporaneamente.
Ottimo, mi hai incuriosito, non vedo l’ora che escano a questo punto. Una curiosità: suoni ancora il Tenori-On, come nei primissimi video che pubblicavi su YouTube?
In realtà no, un po’ perché dopo quei video sono usciti altri artisti che imitavano un po’ il mio stile e un po’ semplicemente perché mi ha stufata e avevo la sensazione di fare solo quello, lo percepivo un po’ come un limite, come l’unico motivo per cui mi conoscevano: ho anche pensato di bruciarlo in un falò, ma non credo che lo farò! Oltre a questo, ho cercato di portare in scena tutto l’immaginario legato al concetto di “Working Girl” per il mio nuovo live, e l’aspetto visivo è molto importante: ci sono dei visuals che accompagnano ogni canzoni, ci sono dei vocalist che fanno i cori, è proprio come se portassimo sul palco un mini-ufficio, per cui il Tenori-On è andato in pensione per il momento, ma per il futuro chissà!
A proposito del tuo nuovo live, ovviamente immagino, dopo tutto quello che ci siamo detti finora, che tu abbia avuto pieno controllo anche della sua preparazione, visto che ti piace sempre avere tutto sotto controllo, giusto?
Assolutamente sì, vorrei poter dire di avere tutta la mia vita sotto controllo, ma purtroppo posso dirlo solo del live! (ride)
Beh dai, è comunque un inizio! Che piani hai per il live adesso, per il resto dell’estate e oltre, lo porterai in giro per l’Europa?
Sì, ci sono un po’ di date organizzate da qui fino a settembre-ottobre in giro per l’Europa, c’è una data a Parigi, una a Berlino, non c’è ancora niente pianificato per l’Italia, ma vorrei venire, in fondo è la patria della miglior disco del mondo e la disco è la mia musica preferita, quindi verrei volentieri: magari dopo aver visto questa intervista a qualcuno viene in mente di organizzare, in passato ci sono stata solo come DJ ma vorrei portare anche il mio nuovo live show.
Speriamo! Penso di averti chiesto tutto quello che avevo intenzione di chiederti, c’è altro che vorresti dire?
Sì, vorrei consigliare di vedere il video di “No Pressure” che è uscito da poco, è piuttosto interessante, è ambientato in un ufficio un po’ retrò e sono molto soddisfatta del risultato.
Vero, è molto ben riuscito. Grazie mille!
Grazie a te![/tab]
[tab title=”English”]It feels like yesterday, when a tiny girl with a Tenori-On appeared on YouTube singing some extremely fresh and interesting electronic pop, but it’s been more than six years and two albums already and now, with her third installment, it really looks like Little Boots has successfully completed her transformation from breakthrough artist to an accomplished, mature and self-conscious singer and producer. Right after the release of “Working Girl”, her third full-length that sees her working with well-respected producers like Com Truise and Jas Shaw from Simian Mobile Disco, we had a brief phone chat with her, discovering some aspects of her personality that we’d never imagine.
So, how was the US tour you just had? And in general, how satisfied are you with the reactions you’re getting for the new album?
The tour was great, really fun! I’m really pleased with the reviews, and I think people really seem to be getting it, it really seems like they’re understanding me more than ever as an artist, it feels really great.
Great! That’s good to hear also because it leads me to a topic I wanted to talk about: I noticed a change, some sort of evolution in your music, as if you moved from being just a girl making videos on YouTube to an actual “Working Girl”. Is that so? Do you feel like your music is more mature now?
I don’t know if you can call it “more mature”, I guess i’ve grown up a lot as a person and as an artist as well, I feel very in control of my own music in a way, while when i started out it was like trying things out and kind of trying to figure out the industry. I don’t think this is more mature then, it’s just maybe that I’ve grown up a lot.
What you said about being in control is quite interesting, also because I wanted to ask you something more about your collaborations with other producers: I always had the feeling that there was much of you in your music and that you always were in control, but in “Working Girl” you also worked with other artists and that’s somehow evident. For instance, “Business Pleasure” really sounds like a Com Truise track, but then it’s not “just” a Com Truise track. So how did these collaborations work out, how much have you actually been in control?
I’ve been totally involved, I picked all the producers I wanted to cooperate with and approached them, with some of them we got in the studio together, some other sent me a track and then I worked on that track and sent it back, it’s always different, the thing that’s important is that with this album I wanted to try and work with more authentic producers, you know, not necessarily people that you would expect to be working on pop songs. I wanted to push the production, to keep these big pop melodies and to use more experimental, electronic sounds, to combine these two worlds and bring them together in order to create pop songs that everybody can enjoy but make pretty interesting and unexpected.
Well, target achieved I’d say.
Thanks!
Speaking of the title of your album, “Working Girl”, and about the growth process you said you went through, does it ever feel like work to you, to have to deal with everything related to your music – you know, managing your label, dealing with guys calling you for interviews, and so on? Do you still have fun?
Yes, I do, sometimes: since I run the label as well there’s also a pretty boring side of things to do, you know, the distribution, and the manufacturing, trying to deal with all the vinyl factories, and it all takes up time when you could be making music, but I think that for me being able to be in control and being involved with the whole process right from writing the song all the way to you know, writing the songs up to the marketing and the making of videos, all the way to the physical production of CDs and getting them into shops, I just find it a really rewarding experience, it makes more sense to me that way. With the big labels I started out with, you make a record and then you hand it over to someone else, and they make whatever they want to try and sell it, and it feels quite strange creating this thing that somehow feels like a baby to you, and then you hand it over to somebody else. So for me, even if there’s maybe more paperwork I think the overall picture of being involved with all the production is really rewarding, and it can be really creative as well, so I’m really happy about it.
I’m starting to see a pattern here, about you being in control of everything from the beginning to the end. Speaking of stuff you can control, how are your songs born? Are you one of those writers who write it all at once and the first version is already ok, or do you get back often to revisit your songs many times until it’s all perfect?
It really depends, sometimes I just start with an idea on my notebook, or sometimes people send me a track, or sometimes I start with a song at home, with the piano, it’s always different, I think if there was a magic formula in pop music then you would use that big time, but there isn’t, so it really depends on who I’m working with. Generally, though, I tend to write all the songs and then go the process of selecting which ones are gonna make it and then try to bring them together to make the album have a coherent sound and feels like a coherent album.
By the way, it’s evident that your range of influences is quite wide, so I’m curious: what did you listen to as child? I noticed that often childhood listenings reflect in the music an artist makes.
Just a lot of pop music, you know, Kylie Minogue, Blondie, Take That, I mean there’s lot of good pop music, and I’ve always loved pop music, then I got more into electronic music and started loving a lot of ‘80s synthpop bands, like Human League, Kate Bush, all that kind of stuff, that was what really got me into electronic music. Then i started DJing, with all that classic ‘90s dance music, Everything But The Girl, Moloko, a lot of modern pop music…I guess it’s just combining all these different things, I’ve always loved pop music and I’ve always loved electronic and dance music, so I guess you can see that I’ve always tried to put them together.
Yep, that’s really evident in your songs, and it’s actually related to something I wanted to ask you: it feels like you sit comfortably in that grey area between pop and dance, moving along that spectrum throughout the whole album. Is that something you had in mind, to explore the possibilities of this mixture, or is it just the result of your mixed influences?
It’s definitely intentional, as a DJ I’ve always been involved with a lot of dance music records, it’s a big part of what I do, but i also like a lot of pop music, so I think it’s like trying to combine these two things but also to push them. It’s like trying to make pop songs that everybody can enjoy, but if you can use that as a kind of sugar coating, or a disguise, you know, for something more authentic, and experimental, that’s what I’m trying to do, it’s like I trick people into listening a pop song and then once they hear it they figure out that there’s all this stuff that’s going on!
And that’s exactly why I was asking about the birth of your songs, because although there’s many pop hooks that feel like they came out of an intuition, there’s also a good amount of very subtle choices, the ones that you can appreciate only if you have listened to lots of electronic and lots of dance, so what you just said feels to me like you are trying to educate your pop audience to some more interesting aspects in electronic music.
Hahaha! I think pop music is a very powerful form, and I think people usually underestimate how much experimental it can be, and if I can get people to listen to it with a powerful hook, and then maybe push them to listening and discovering some other music that maybe they wouldn’t pick up themselves, that’s kind of what I aim to do in pushing the boundaries of a pop song.
That’s true, you often hear people saying that pop music is easier to produce because it’s easier to listen to, but the feeling I got from listening to your album is that there’s a care for details that was not that easy to achieve.
Well, when it goes wrong, like when somebody misses the point, it really sounds like they had some really weird production, but it happens!
But in the end it’s not that easy to describe what makes a pop song a “good” pop song, it’s something hard to say with words.
Yeah, it’s difficult, I really think it’s the biggest challenge with what I do, I mean it’s easy to be “cool”, to make some weird R&B track that would be popular on The Hype Machine, or some trendy blogs, but it’s actually more difficult to write a pop song that a much bigger audience can enjoy and still has some interesting elements. I think that’s kind of the biggest challenge I face when I write a pop song.
Well, but it seems like the most fun part, in a way. Speaking of the rest of the lifecycle of your album, in the past you’ve had some really amazing remixers: is there something in the pipeline for “Working Girl” on that side?
Yeah, we’ve got remixes, I think they’re coming out next week. We kind of did the album first and the remixes later, because all the DJs are moving to Ibiza now and it’s quite hard to get them: there’s something really cool coming out next week, I’m not really sure if I can say who that is yet. I’m always really involved in the process of finding remixers, because I DJ as well so I always want to be really involved in finding good remixers; there’s some really cool things going on, there’s some remixes ready for “No Pressure”, and then there will be some more, there will be some disco remixes and some others that will be more house, I’ll be in Ibiza next week and I’ll be hoping to play some of them. It’s been unusual, though, that we’ve had the chance to let the songs stand out by themselves, and now we’ve got the remixes to take them somewhere else, it’s been nice actually.
Well, you got me curious, can’t wait to hear them. I have a curiosity, by the way: do you still play the Tenori-On, as in the first videos you published on YouTube?
Not really, I mean, it’s ok, but then i got many imitations, I really became known for it and it felt like there was too much of it, I always joke that I’ll be burning it in a bonfire, but it’s not really true! With the new live tour, i’ve also trying to bring the “Working Girl” scene to life, so it’s really visual as well, I made all these videos that go with the songs, we have all the backing singers, it’s really like a visual show, like we’re making a “mini-Working Girl office” on stage, it’s really cool, it’s been really fun to make it more like an experience, so Tenori-On has been retired for now, but who knows, maybe it will come back in the future.
Speaking of your new live, after all we’ve said so far, I assume you have been in full control of that as well, right? Given that it looks like you like to be in control of everything, you know.
Yeah, I’m not really in control of my life, just the live show! (laughs)
Well, it’s something! What’s the plan for your live show now, are you going to take it around Europe for the rest of the summer and onwards?
Yeah, we’ve got some things in the pipeline, I think we’ll be touring Europe in autumn, around September and October, we’ve got Berlin, Paris, Austria, there’s nothing planned for Italy yet, but I’d love to come back, it’s the home of the best disco in the world and disco is my favorite kind of music. Nothing planned at the minute, but hopefully, after the interview comes out somebody will go crazy about it and organize something.
I sure hope so! I think I asked you everything I wanted to hear about now, is there something else you’d like to mention?
Uhm…maybe to check out the new video for “No Pressure”, it’s really cool, it’s set in a retro office, with an amazing dancer.
That’s right, it’s really nice. Thanks a lot!
Thank you![/tab]
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