Guardate sotto, giù, in basso, a fondo articolo. Facile sia apparsa anche a voi, nella vostra timeline, ‘sta cosa qua: anche se del Tomorrowland non ve ne importa molto (o addirittura ve ne tenete alteramente alla larga: forse però sbagliate), ci sono delle buone chances che vi sia apparso davanti quanto sotto. In sintesi: è l’esibizione del balcanico-svedese Salvatore Ganacci (…non fatevi ingannare dal nome, l’italianizzazione è solo una gag) al giga-festival belga.
Insomma, l’unica cosa da commentare è “Questo non è deejaying, è circo”. No? Boh, sì. Ma se uno ci pensa bene, potrebbe anche dire: “Ormai il deejaying è diventato un circo”, facendo una faccia schifata. Ok. Ci sta. Però invece di cavalcare la facile indignazione e tambureggiare anche noi sul “O tempora, o mores“, fateci dire un paio di cose.
Uno: è peggio Ganacci che si agita come un idiota per tutto il suo set con delle gag da festa delle medie, o il dj che si fa un’ora di immobilismo a fissare lo schermo del suo laptop, facendo giusto ogni tanto finta di fare qualcosa? Due: qual è la differenza tra un Salvatore Ganacci e un Yves Tumor nel portare all’estremo la componente “performativa” di un proprio set? Se la risposta è “Quella di Yves Tumor è arte, quella di Ganacci è merda”, ok. Ma allora: la buffoneria non è arte ma la sofferenza lo è? Sì? E perché? …nota a margine: mica vogliamo nasconderci e fare i furbetti, vi diamo en passant la nostra risposta, ovvero che la sofferenza e tutto ciò che è perturbante è molto più arte di chi invece usa mezzi facili per impressionare la gente e strapparle du’ risate, già, una differenza c’è. Ah, e per quanto riguarda la prima domanda, qui invece fateci dire che no, non c’è nessuna differenza tra Ganacci che fa lo scemo e il nerd tutto serio che non fa nulla e nell’ora di live set si guarda le mail o anche solo semplicemente i cursosi che scorrono: entrambi fanno finta di suonare e lucrano sull’”aura” dell’essere in console.
(Yves Tumor a Club To Club; continua sotto)
In realtà, Ganacci e ‘ste sue imprese – già viste a Nameless un paio di mesi fa, non è mica la prima volta, sappiatelo – potrebbero anche farti dire che è tutto un modo per portare all’estremo, e in ultima analisi proprio sfottere, i meccanismi spettacolari che stanno alla base dell’EDM. Che ve ne pare di questa interpretazione? O se vogliamo volare un po’ più bassi: intanto Ganacci in mezzo a mille altri dj-fotocopia (come ce ne sono in qualsiasi genere, sì, anche in quello che amate voi…) è riuscito a farsi notare, andando al di là del compitino, della messa cantata. Cosa che di suo è già un merito.
Insomma. Non siamo qua per darvi delle risposte da considerare come Sacre Tavole. Ma siamo qua per dirvi: occhio a dividere subito e troppo facilmente il mondo in buoni e cattivi. Ganacci fa il pagliaccio al Tomorrowland, il tempo dell’EDM? Ok. Ma dovreste allora indignarvi allo stesso modo quando Grimes, come fece durante il tour che toccò l’Italia tempo fa, fece una specie di imitazione 2.0 di “Grease” cantando praticamente in playback. No due pesi, due misure.
(ed eccolo, Salvatore Ganacci, col suo famigerato show al Tomorrowland di qualche giorno fa…)