Non capita di certo tutti i giorni di poter scambiare due parole con una delle figure più influenti della scena elettronica mondiale. Loco Dice ci ha concesso questo privilegio, a seguito dell’apertura stagione del Kiesgrube Open Air e poco prima dell’attesissimo finale all’International Music Summit ad Ibiza. Noi abbiamo voluto intraprendere con lui un cammino insolito, ben lontano dalle solite banalità. Ecco allora che scopriamo il suo essere artista a 360° dove amicizia e professionalità giocano un ruolo fondamentale. Riscopriamo anche il suo animo hip hop al quale inevitabilmente si sente ancora legato, i suoi buoni propositi con la famiglia Artist Alife e Desolat, il suo amore incondizionato per la follia italiana e la sua maturità acquisita con il passare degli anni…il dado pazzo su Soundwall!
Loco Dice, Benvenuto su Soundwall. Non volerci male, ma vista l’opportunità, vorrei torturarti con una serie di domande…conoscendo la tua realtà a 360 gradi. New York, una città che ha rappresentato molto per te. Lì hai avuto il tuo studio per un po’ e hai avuto modo di approfondire la conoscenza con Martin Buttrich. Che aria e sensazioni si respirano lì e che non ritrovi in Europa?
New York è unica per tanti motivi: storia, musica, architettura, stile di vita… Sono un ragazzo hip hop e New York era il luogo in cui tutto questo era nato. Io e Martin abbiamo vissuto a Brooklyn e costruito il nostro studio nel 2006/07 nel loft al 7 Dunham Place, che divenne il titolo del mio album di debutto. E’ pieno di storie su Brooklyn e NY. Ma ho avuto modo di conoscere Martin Buttrich prima del nostro trasferimento, altrimenti non avrei mai condiviso un appartamento con lui per tanto tempo.
Veniamo proprio a Martin Buttrich: un amico, anzi un fratello per te. Quanto è stato importante per la tua crescita da produttore e dj? Basti pensare alla storia legata al tuo debutto con “Phat Dope Shit”.
Ricordo ancora il giorno in cui ci siamo incontrati a Miami durante il WMC. Martin mi ha chiesto di venire in studio a suonare. Era il mese di marzo. Dopo l’estate a Ibiza, ho avuto l’idea di “Phat Dope Shit”. Sono andato in studio e dopo 2 ore, la traccia era pronta. Poi ci sono state molte altre releases, siamo ancora come dei ragazzi in studio, in costante crescita.
Le tue radici hip pop mi spingono ad una riflessione curiosa ma quanto mai realistica. Due universi paralleli, che non si incontrano mai…o meglio, ci sono stati dei punti di incontro ma con finalità esclusivamente commerciali (Guetta “docet”). Non pensi che la qualità passi in secondo piano?
Accendo un altro dibattito. Ti ricordi l’hip house? Fast Eddie? Kool Rock Steady “I’ll Make You Dance”? Recentemente abbiamo rilasciato Pirupa “Party Non Stop” su Desolat che ha radici in quel suono. L’Hip House nacque probabilmente fuori l’idea commerciale della comunità house al passo con lo sviluppo dell’hip hop. Probabilmente si può fare qualche ricerca seria su questo argomento, io non sono uno storico. Posso solo parlare da un punto di vista di un fan, di un compratore di dischi, un dj. Poi si può tornare ancora più indietro al disco rap, al periodo in cui i ragazzi rappavano su brani disco, il periodo in cui tutto è cominciato. Io non lo vedo come un danno alla musica, per niente. Sono stati creati grandi dischi, che risuonano anche oggi. David fa le sue cose, è la sua musica e non lo vedo come un danno. Non è la mia musica e per me non è neanche musica house. Come un sacco di brani hip hop ormai non sono più hip pop, come dicevi. Ma io rispetto ancora tutti coloro che fanno la loro musica.
Tra questi possiamo includere lo stesso Snoop Dogg, il quale però ultimamente ha dato prova di conoscere anche roba di qualità con un insolito mixtape davvero niente male, includendo tral’altro anche la traccia di Martin Buttrich – “Meeting Dave Dish” …che idea ti sei fatto a riguardo?
Snoop è una leggenda, che ha detto la sua per molti anni. Lo vedo in questo modo: dopo tanto tempo in cui faceva gangster rap era ovviamente il momento di esplorare altri stili di musica dance. Si tratta di Snoop. Snoop è un intrattenitore. Non si può odiarlo quando fa cose smielate, perché con questo set dimostra che sa fare anche qualcosa di molto più profondo. Ed è un mixtape dannatamente cool!
A proposito di qualità, il tuo tour “Under 300” è stata la giusta mossa per far respirare ai veri cultori il giusto spirito di far festa e ti ho molto apprezzato anche in qualità di intervistatore. Come è andato il tour? Se tu dovessi fare un bilancio, ti ritieni soddisfatto?
E’ stato bellissimo e sono molto felice. Il contatto diretto con la folla mi ricorda da dove vengo. Residenze, piccoli luoghi sudati. E questo secondo “Under 300 Tour” mi ha ridato tanta nuova ispirazione ed energia per continuare a fare quello che sto facendo.
Mi piace pensare a Desolat come un’allegra famiglia felice dove giovani e meno giovani si rispettano e si confrontano reciprocamente imponendo la propria firma. a tal proposito ricordo i vari Desolat Sampler natalizi…E’ una prospettiva veritiera?
Desolat è un’etichetta discografica fatta con amore. Facciamo ciò che amiamo. Rilasciamo dischi, lavoriamo con grandi artisti, ho il privilegio di ascoltare tanta musica e mi piace pensarla come… ci stiamo lasciando alle spalle qualcosa, qualcosa che un archeologo potrebbe trovare in poche centinaia di anni ed essere ancora in grado di ascoltare. Sono circondato da persone fantastiche e considerando tutto questo, sicuramente sì, siamo una famiglia felice. Ma, a proposito, mi vedi come un “veterano”?
A proposito di te e della tua crew, cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi? Qualche news interessante da darci?
Saprete tutto quando saranno pronti!
A confermare quanto suddetto è anche la grande apertura in termini stilistici che la tua etichetta ha saputo mostrare nel tempo, dalla prima release fino all’ultima…svariando dai classici beats house a roba più techno o addirittura reggae, dub (con Pulshar ad esempio).
Le nostre uscite sono oneste. Ricevo tanta musica e ascolto di tutto. Probabilmente è la stessa cosa di cercare la musica in un negozio di dischi. Alcuni brani mi fanno ballare, altri funzionano egregiamente nei dancefloors, e dal momento che è la mia etichetta, li condivido con il mondo. Con un buon artwork, ben masterizzato e fatto con amore. E’ il nostro patrimonio, qualcosa che ci lasciamo alle spalle e ben venga che la nostra musica aggiunga qualcosa di speciale alla musica elettronica di oggi.
Non vorrei nemmeno tralasciare la tua agenzia, Artist Alife… molti la sottovalutano, ma quanto è importante al giorno d’oggi organizzare il lavoro di gestione artisti e di booking?
Sono un artista e ho accumulato molta esperienza nella mia vita come dj e produttore. Non gestisco Artist Alife da solo, ma l’idea alla base di Artist Alife e Desolat è questo: tratto i miei artisti nel modo in cui vorrei essere trattato io. E’ qualcosa creato da artisti per altri artisti.
Un altro rapporto indissolubile è quello con Marco Carola… I vostri b2b sono sempre i più attesi e ormai vi alternate anche ai fornelli…come è nata questa amicizia e come si è conservata nel tempo?
Quando ho incontrato Marco per la prima volta ha semplicemente fatto “click”. Marco è una persona vera, onesta, divertente, altruista e sorprendente. Ha cuore immenso. Ecco perché lo amo.
Non hai mai nascosto il tuo amore per l’Italia, per il suo cibo, per il calcio…c’è qualcosa che ancora non sappiamo di Loco Dice? Come ti descriveresti nella vita quotidiana? Sei ancora “loco” o sei cambiato?
Trovo similitudini fra la mia cultura e quella cultura italiana e in un certo senso sono un mix del nord e sud Italia. Uno stile pazzo. Ecco perché l’Italia mi dà la sensazione di essere a casa. Condivido la confusione, il modo di vivere, ma sicuramente non sarò mai in grado di guidare in maniera folle.
Tu stesso hai ammesso di aver scoperto abbastanza tardi la techno e la house e di essere stato convinto piano piano dai tuoi amici…ora a distanza di anni, come convinceresti qualcuno ad avvicinarsi a questo mondo?
Non si tratta di persuasione. Basta uscire, ballare, forse innamorarsi, avere un’illuminazione nelle prime ore del mattino quando il basso spinge mentre il sole sorge, sentire la musica con il corpo, qualsiasi cosa. Lo si può sentire o no. Non si possono convincere le persone. Devono essere loro a sentirlo.
Grazie per la tua disponibilità. E’ stato un vero piacere.
English Version:
Certainly it does not happen every day to have chance to interview one of the most influential artist of global electronic music scene. Loco Dice has given us this privilege, after Kiesgrube Opening season and before the International Music Summit Grand Finale in Ibiza. We wanted to take with him an unusual way. We discover his being a 360° artist where friendship and professionalism play a key role. We rediscover his hip hop soul which inevitably feels still tied, his good purposes with Desolat and Artist Alife family, his unconditional love for Italian lifestyle and his maturity gained over the years…
New York, a city that has represented a lot for you. There you have you planted your studio for a while and you’ve got to know more Martin Buttrich. What are the feelings in this city that you don’t find in Europe?
New York is unique for so many reasons: history, music, architecture, way of life…. I’m a hip hop guy and New York was the birthplace of all that. Martin and I lived in Brooklyn and built our studio in 2006/07 in the loft at 7 Dunham Place, which became the title of my debut album. It is full of Brooklyn and NY stories. But I’ve got to know Martin Buttrich way before our move, otherwise I would never have shared a flat with him for such a long time.
Let’s just focus on Martin Buttrich: a brother for you. Just thinking about the story of your debut with “Phat Dope Shit”, how important was for your growth as a producer and dj?
I still remember the day when we were hanging out in Miami during the WMC. Martin asked me to come to the studio to play. That was in March. After the summer in Ibiza, I had the idea for “Phat Dope Shit”. I went to the studio and after 2 hours, the track was on the tape. Many releases later, we’re still like kids in the studio, constantly growing.
Your hip hop roots lead me to a curious but very realistic thought. House and hip pop: there were match points but purely for commercial purposes (for example with David Guetta). Don’t you think that these choices damage the music?
Here I’ll bring another realistic thought to the table. Do you remember hip house? Fast Eddie? Kool Rock Steady “I’ll Make You Dance”? Recently we’ve released Pirupa “Party Non Stop” on Desolat which has it roots in that sound. Hip House was probably born out of the commercial idea of the house community to catch up with the hip hop development. You can probably do some serious research on this topic, I am not a historian. I can just speak from a perspective of a fan, record buyer, dj. Then we can go back even further to disco rap, the time when guys were rapping over disco records, the time where it all started. I don’t see that as a damage to the music, not at all. Great records were created, they resonate until today. David is doing his thing, it’s his dance music and I don’t see it as a damage to the music, either. It’s not my music and to me it’s also not house music. Like a lot of hip hop tracks these days are more hip pop, as you said. But still I respect anyone who‘s doing his thing.
Among these artists, we can include also Snoop Dogg, who, however, has recently show his skills with a rare mixtape not bad at all, including even a Martin Buttrich track – “Meeting Dave Dish”… what idea have you done about it?
Snoop is a legend and he’s been doing his thing for ages. I see it this way: after such a long time doing gangster rap it was obviously the time to explore other styles of dance music. It’s Snoop. Snoop is an entertainer. You can’t hate him for doing cheesy things, because with this recording he shows that he’s also digging much deeper. And it’s a damn cool mixtape!
Your “Under 300” tour was the right move to come back to breathe the true party spirit with real underground lovers and I really appreciated you also as interviewer. How did it go? If you have to evaluate it, do you feel satisfied?
It was wonderful and I am very happy about it. The direct contact to the crowd reminds me where I’m coming from. Residencies, small sweaty places. And this second Under 300 Tour gave my so much inspiration again and energy to continue doing what I’m doing.
I like to think of Desolat as a happy family, where young and “old timers” meet and confront each other (In this regard I recall the various Christmas Desolat Sampler). Is it a true perspective?
Desolat is a record label made with love. We do what we love. We release records, work with great artists, I have a privilege to hear lots of music, and I like to think of it like… we are leaving something behind, something that an archeologist might find in few hundred years and still be able to hear it under the needle. I’m surrounded by great people and considering all that, we definitely are a happy family. But, by the way, do you see me as an “old timer”?
About you and your crew, what should we expect in the coming months? Some interesting releases or news?
You’ll see them when they are ready!
Your label has been able to show over time a great versatility, from first to the last release… from classic house beats to more techno stuff or even reggae, dub (with Pulshar for example)…how could you explain that choices?
Our releases are honest. I receive so much music and I listen too all that. It’s probably the same thing like digging for the music in a record store. Some tracks move me, some tracks are working insanely on my dance floors, and since it’s my label, I share them with the world. With a nice artwork, mastered well, made with love. It’s our heritage, something that we leave behind, but I also don’t mind if our music adds something special to todays electronic dance music.
I would mention your agency, Artist Alife. Many people overlook this side, but how is important to organize the management and booking of artist nowadays?
I am artist and I’ve experienced a lot in my life as a dj and producer. I don’t run Artist Alife alone, but the idea behind Artist Alife and Desolat is: the way I’d like to be treated, I treat my artists. It’s something like from artists for artists.
If I had to mention another good friend, i had to name Marco Carola… Your b2b are always the most expected and now we see your b2b in the kitchen!!! How this friendship was born and how is it preserved over time?
When I met Marco the first time it simply made “click”. Marco is a cool cat, real, honest, funny, giving and amazing person. He has good heart. That’s why I love him.
You never hide your love for Italy, for its food, football… is there something we still do not know about Loco Dice? How would you describe yourself in everyday life? Are you still “loco”?
I find so much similarities between my and Italian culture, and in a way I’m a mix of north and south Italian. Pazzo style. That’s why Italy gives me the feeling of home. I understand the confusion, way of life, but I’ll definitely never be able to drive in such a crazy way.
You said that you had discovered quite late techno and house world and you were slowly convinced by your friends… now, many years later, how could you persuade someone to get closer to this world?
It’s not about persuasion. Just go out, dance, maybe you’ll fall in love, have epiphany in the early morning hours when the bass kicks while the sun rises, feel the music with your body, whatever. Either you feel it or you don’t. You can’t convince people. They have to feel it.
Thank for your time. It was a great pleasure for us.
Pics by Jos Kottman