Chi si aspettava il sequel di “Seeing Through Shadows” dovrà fare i conti con tutta un’altra realtà perché, a cinque anni di distanza da quel capolavoro, Loco Dice torna su Minus con una raccolta totalmente diversa. “Knibbie Never Comes Alone / Loose Hooks” conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno dopo l’ultimo EP a firma Mathew Jonson, che la label berlinese ha deciso di tornare a dettar legge costi quel che costi e per riuscirci ha deciso di rispolverare “quei vecchi amici” che tanto bene hanno fatto quando sono stati chiamati in causa.
Minus, ovviamente, fa rima con minimale e l’energia con cui l’etichetta di Richie Hawtin ha deciso di rilanciarsi all’interno del panorama elettronico internazionale (vi siete già scordati del banco della frutta a Barcellona durante il Sonar? Che ne dite delle nuove grafiche?) non può che avere effetti decisivi sull’interno mercato discografico.
Quello rappresentato dall’ultima fatica di Loco Dice, infatti, non è un fenomeno isolato, tanto che qualche dubbio m’era venuto giusto un paio di mesi fa quando ho spacchettato il promo dell’ultimo Desolat di Allì Borèm (caso strano c’è ancora di mezzo il tunisino, caso strano la label di Dusseldorf attinge ancora una volta dall’Italia). L’EP del giovane artista romano, trovando spazio in una delle etichette più importanti del pianeta, ha infatti lanciato un chiaro messaggio sul trend musicale dei prossimi mesi. Ma possibile che la minimale stia tornando così repentinamente? Sì, e se pensiamo a come la musica (non solo da ballo) si ripropone, reinventa, e viene reinterpretata ciclicamente, tutto questo non dovrebbe prenderci troppo di sorpresa. Certo, fa strano il fatto che, mentre fuori l’afa uccide anche la voglia di salire in macchina e correre in gelateria, nei club sta tornando uno dei generi più “gelidi” tra quelli mai concepiti e pensati per un dancefloor. Dubbi climatici a parte, forse tutto questo non è del tutto un male: magari verranno accantonati i loop preconfezionati a vantaggio di quei suoni, freddi sì, ma che se ben “lavorati” (perdonate la rudezza della definzione) riescono a conferire al disco un calore che non ha nulla da invidiare a quanto, ad esempio, il nuovo filone house-disco ci ha abituati. Forse chi ha comprato le varie 909, 808, 707, 606 e via discorrendo, solo per produrre musica “attuale” farà ancora in tempo a piazzarle a vantaggio di una più economica Maschine, togliendosi dall’impaccio di dover scegliere tra un comodo digitalismo e un’analogicità tanto ambita quanto dispendiosa.
Provocazioni a parte, speriamo che trionfi la sintesi dei suoni, speriamo che vadano avanti solo i più preparati e che, una volta per tutte, non ci sia più spazio per quella musica artefatta che ha segnato già una volta la fine della minimal. Utopia? Catastrofici scenari? Forse, ma non ci vorrà molto per capire se l’invasione delle “ritmiche perfette” avrà luogo o meno. Intanto fatevi maltrattare dalla minimal-techno a firma Loco Dice, sia “Knibbie Never Comes Alone” che “Loose Hooks” sono due marce spigolose che lasceranno il segno in qualsiasi momento del vostro set, in qualsiasi situazione voi stiate suonando. L’EP sembra dire: “Voi continuate a parlare che io porto a casa i fatti”.
Effettivamente questo nuovo Minus ha presa sulla pista e suona terribilmente bene. Pure troppo! Certo che “Seeing Through Shadows” era davvero tutta un’altra cosa…