Tra i tre finalisti di Burn Residency superata la fase Bootcamp, Lorenzo Gianieri in arte Lollino si sta giocando e godendo Ibiza dalle console di Sankeys, Privilege, Cafè Mambo e Ushuaïa con l’obiettivo di vincere il contest e portare a casa gli ambiti 100.000€ di premio. Partita ad aprile e terminata a maggio, la selezione italiana lo ha visto vincitore sul palco di Music Inside Rimini premiato da una giuria di tutto rispetto composta da Ralf, Alex Neri, Rame, Manuela Doriani e il nostro Damir Ivic, candidandolo insieme ad altri 26 fortunati provenienti da tutto il mondo all’università Ibizenca dei DJ e produttori che vanta insegnanti del calibro di John Digweed, Carl Cox (col quale abbiamo scambiato due chiacchiere sul progetto), Uner e Dubfire. Il sogno finisce il 30 settembre, data in cui si proclamerà il vincitore e noi, da buoni italiani, non possiamo che augurarci di tutto cuore si chiami Lorenzo.
Come nasce artisticamente Lollino? Quali sono stati i tuoi primi approcci alla musica?
Ho sempre amato la musica fin da quando ero piccolo, dai Beatles ai Rolling Stones, Joy Division, Pink Flyoid, Depeche Mode e Daft Punk. Alla consolle mi sono avvicinato una sera a Torino, non dimenticherò mai la prima volta che sono entrato al Centralino durante la serata The Plug per ascoltare il grande dj Simone Cordero, un’elettronica che non avevo mai sentito e che mi colpì all’istante. Da quella sera stessa iniziai lavorare all’interno di quella realtà, ero uno dei più piccoli e appunto per questo iniziarono a chiamarmi Lollino, nasce tutto da lì.
Passando per le console di The Plug, Krakatoa, Pop Killer, Doctor Sax, come e in che modo ha influenzato la tua musica e la tua carriera crescere artisticamente a Torino?
Torino mi ha sempre dato tanto e permesso di crescere ed esprimermi artisticamente. Ho iniziato a suonare a 16 anni e da allora ogni settimana non sono mai rimasto a casa per più’ di 3 giorni di fila. È una città dove puoi trovare sempre qualcosa da fare. Ho imparato tanto da tutti i resident con cui ho condiviso le consolle in questi anni, Pisti, Samuel, Marcelo, Def, Gambo, Titta, Simone, Rude, Genta sono solo alcuni delle persone con cui sono cresciuto, ho suonato e di conseguenza mi hanno influenzato artisticamente, ma sicuramente se non esistesse il negozio di dischi Ultrasuoni del grande Claudio forse oggi non sarei qui.
Dal 2007 sei resident del team Movement con cui hai avuto modo di calcare i palchi internazionali del DC10, BoraBora a Ibiza fino a Detroit, qual è l’esperienza che ti ha colpito maggiormente?
Le due stagioni da resident al DC10, il mio club preferito di sempre, innumerevoli le volte che sono entrato da cliente fin da ragazzino, ogni anno almeno una tappa era d’obbligo e la prima volta che sono entrato con la borsa dei dischi ammetto che mi tremavano le mani e poi Detroit perché, beh è Detroit, non a caso la culla della techno.
Secondo te qual è l’aspetto migliore e quello peggiore di essere un DJ?
Sono tantissimi gli aspetti positivi di poter essere un DJ nella vita, vi farei perdere troppo tempo se dovessi elencarli tutti, sicuramente la parte che preferisco è quando sono in consolle: poter comunicare senza bisogno di parole, un linguaggio universale fatto di suoni, puro amore. L’aspetto peggiore è il non poter avere una cane, animale che amo molto ma che non sopporterebbe la vita da club, poche ore di sonno, aeroporti, after e cibo sempre diverso.
Sei uno degli artisti italiani che è riuscito ad avere spazio anche in grandi eventi come Kappa FuturFestival, Movement Torino e nel tour di Plastikman del 2007, come valuti complessivamente queste esperienze?
Ogni volta che ho la fortuna di salire su questi palchi condividendoli con i più grandi artisti mondiali mi sento orgoglioso e fortunato. L’atmosfera del festival è più vicina a quella di un concerto rispetto al clubbing che è tutta un’altra dimensione, indescrivibile. Poter far ballare tutte quelle persone in una sola volta, ogni cassa che entra sembra un goal allo stadio, con la differenza che in un’ora di set i goal segnati sono almeno 20.
Oltre al club curi il programma Movement su m2o, come è nato e cosa ti piace della di più del fare radio?
Ho conosciuto anni fa Andrea Rango, dj, amico e colonna portante di m2o, è stato lui a darmi la possibilità di suonare una volta e da allora non ci siamo più fermati. È uno dei mezzi di comunicazione più importanti da sempre e la cosa che mi piace di più è immaginare una parte di pubblico che ascolta la mia musica differente da quello che la balla, come la signora anziana in casa o i bambini ancora troppo piccoli per uscire.
Hai all’attivo anche alcune produzioni su label come Blackrose, Tuamotu e Desolat, da dove arriva l’ispirazione per i tuoi brani? C’è dietro un’idea precisa oppure ti lasci semplicemente trasportare dalle influenze e dal momento?
Non c’è un’idea ben precisa, parte tutto semplicemente dalla mia ispirazione del momento, è importante il mio stato d’animo e il luogo in cui mi trovo. Prendo ispirazione da tutto ciò che mi circonda e dalla musica che ascolto in quel periodo, cerco di trarre ispirazione dalle persone, dalle giornate, dai viaggi da qualunque tipo di esperienza per poi chiudermi in studio e cercare di trasformare tutti questi pensieri in musica passando innumerevoli ore davanti al computer circondato di strumenti. Per alcuni potrebbe sembrare una pazzia, ore e ore passate a volte su un singolo suono ma per me è magico, poetico e terapeutico.
Burn Residency: sei uno dei tre finalisti scaturiti da una selezione di 9000 aspiranti provenienti da 26 paesi, un sogno che diventa realtà, raccontaci la tua esperienza, com’è davvero vivere le 3 settimane più ambite da tutti i DJ emergenti?
È stata un’esperienza pazzesca e lo è tutt’ora. È stato un po’ come tornare a scuola, ma in una villa ad Ibiza di quelle che non si possono neanche immaginare e con maestri come Carl Cox, Philipp Straub, Dubfire, Uner, John Digweed, Luciano, Miguel Campbell e tanti altri. Con gli altri 26 DJ è nato subito un rapporto stupendo dove, pur essendo in competizione, l’invidia o la paura non hanno mai preso il sopravvento, si è collaborato e fatto squadra fin dall’inizio (un concetto di cui ahimè troppo spesso sento la mancanza qui da noi) e questo ha permesso a tutti di poter dare il meglio. Ogni giorno avevamo lezioni interessantissime da parte dei più grandi DJ, produttori e maggiori esponenti del mondo musicale e dal mattino alla sera non smettevamo di imparare, di suonare e di produrre, il posto perfetto, un’esperienza unica e indimenticabile.
Com’è stato essere a stretto contatto con mostri sacri come Carl Cox, John Digweed, Dubfire, Luciano? Qual è la cosa più importante che hai imparato?
Anche loro hanno ancora la passione e la voglia di suonare come fosse il primo giorno, capisci subito perché sono diventati delle leggende e perché lo saranno ancora per tantissimo tempo. Umiltà, passione e voglia di studiare sempre qualcosa di nuovo tutti i giorni e soprattutto non sentirsi “mai arrivato”, perché altrimenti quello sarebbe il giorno in cui iniziare a pensare di dover fare altro.
Ora ti aspettano 10 settimane di lavoro tra Sankeys, Cafè Mambo e Privilege prima dell’ultimo passaggio finale che vedrà decretato il vincitore 2016 e assegnati i 100.000€ di premio, come ti stai preparando e quali sono i punti su cui fai più affidamento per aggiudicarti la vittoria?
Non mollare mai fino alla fine! Ogni giorno cerco sempre di dare il massimo, sono carichissimo di energia perché ho sempre desiderato trovarmi in una situazione del genere, ho la fortuna di suonare in questi prestigiosi locali qui ad Ibiza. Io amo quest’isola e la conosco abbastanza bene ed è sicuramente un’arma in più. Il sorriso non mi manca mai, punto sui miei vinili, sulla mia voglia di andare avanti e su una carica che sento crescere ogni giorno di più!
Dopo quest’anno ricco di avvenimenti importanti, sognando ad occhi aperti, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Oltre alla speranza di fare tantissimi dischi e date in giro per il mondo come “Lollino” o come Lorenzo ho molti altri progetti per la testa che spero di poter realizzare. Il più importante e imminente è il progetto Vari Productions insieme al suo ideatore e mio partner nonché amico Stefano Genta. Racchiuderà alcuni progetti ed idee che abbiamo in mente da un po’ e che diventeranno presto realtà, tra cui il lancio della nostra nuova label “Morning Glory”, con la quale stamperemo anche in vinile alcuni dei nostri artisti preferiti. Poi continua il lavoro sul nostro progetto live Soundside, che continua ad evolvere, e tante altre novità che sarò lieto di svelare presto.