Se come me siete cresciuti musicalmente a pane e soulful house il nome Knee Deep vi farà brillare gli occhi ed aprire un largo sorriso sulla bocca, splendidi ricordi vi giungeranno nella mente. Le loro produzioni ed i loro remix sono pietre miliari della musica nata a Chicago tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, veri e propri floor killers a base di samples disco/funk, magici accordi di Fender Rhodes e ritmiche incalzanti. Basti, all’anagrafe Sebastian Doering, è il 50% esatto dei Knee Deep (oltre che dei meno noti ma altrettanto validi Kiez Kidz). Il suo progetto solista Lovebirds nasce come esigenza personale di rinnovamento stilistico, per svincolarsi da un genere che vedeva implodere ed impoverirsi invece che evolversi. Abbiamo voluto capire meglio il punto di vista di un veterano della scena su alcuni dei temi più caldi del momento.
Con il progetto Knee Deep tu e Toddie (Freese) avete raggiunto tranguardi assai prestigiosi, come Lovebirds sei uno dei nomi di punta dell’intera scena deep degli ultimi anni. Qual’è il segreto per rimanere sempre al vertice? Basta ancora una grande passione ed un ottimo gusto musicale o è realmente necessario imparare a padroneggiare anche tutti gli aspetti legati alla promozione/comunicazione su social networks ed affini?
Non mi vedo al vertice di nulla, non mi ci sono mai visto. Sono felice di potermi mantenere dignitosamente con la mia musica. Ho molte altre idee in mente che non sono riconducibili alla musica dance o a quella per i club. Alcune vedranno la luce nei prossimi anni. Rispetto ai social media: sono sicuro che abbiano un sacco di potenziale sfruttabile, ma se non si ha buona musica da proporre su di essi non si va da nessuna parte (almeno spero).
Quanto dell’esperienza con i Knee Deep e i Kiez Kidz ha contribuito alla riuscita del progetto Lovebirds? Hai fatto un reset totale ed aperto un capitolo musicale completamente nuovo o ritrovi delle influenze di quel passato nel tuo modo di lavorare oggi?
Penso che sia tutto collegato. Lo si carpisce all’ascolto. Le mie influenze sono ancora le stesse di quegli anni, è solo l’involucro esterno ad essere diverso. Allora lavoravamo con gli strumentisti, ma dopo un pò era snervante dover loro spiegare che tipo di vibe volevo ed ho iniziato a suonarmi da solo le cose. Quella è stata la scelta migliore, ora posso lavorare in totale autonomia ed ottenere esattamente quello che voglio.
Da 2-3 anni a questa parte sta ritornando in auge il suono della deep dei primi anni ’90 ri-attualizzato. Pensi che sia positivo o preferiresti che ci fosse una totale innovazione stilistica nel panorama musicale?
Ne sono felice, perchè è il sound con cui ho iniziato. D’altro canto però trovo un pò discutibile quando tutte le tendenze siano rivisitazioni di cose precedenti, non rappresentano molto quelli che sono i giorni nostri.
Sicuramente sei un produttore che si trova a suo agio davanti ad un pianoforte o ad un synth hardware e la tua passione per il Fender Rhodes è evidente. Come ti poni nei confronti della diatriba tra reale e virtuale?
Penso che siano valide entrambe, è il risultato che conta. Nei miei dj set uso Traktor, non mi interessa quale sia il media, sta tutto nel risultato.
Cosa consiglieresti ad un ragazzo che decida di iniziare a produrre musica elettronica? Vista l’estrema semplificazione delle cose tramite l’innovazione tecnologica, occorre ancora dedicare tempo allo studio approfondito della musica e della strumentazione o è sufficiente gettarsi in maniera istintiva sulle macchine?
Non sono molto informato su quello che viene insegnato attualmente nelle scuole di musica. Invece di frequentare una scuola per tecnici del suono consiglio di imparare a suonare uno strumento, come il pianoforte o la chitarra, in modo da avere una reale conoscenza della musica, cosa che la maggior parte dei produttori non ha. Ovviamente a meno che non si voglia fare deep house a singolo accordo; in quel caso è meglio imparare come posizionare i loop.
Collaborazioni: guardando la tua discografia non sembri essere uno di quegli artisti che stravede per le co-produzioni, l’unica è stata quella con Vincenzo. Preferisci lavorare in solitaria o semplicemente non c’è ancora stata l’occasione per un sodalizio artistico?
Preferisco lavorare da solo. Non mi sento molto libero con altre persone in studio.
A differenza delle tue produzioni, che sono sicuramente inquadrabili in una sfumatura moderna della musica house anni ’90, nei tuoi dj set fai largo uso di dischi originali del passato, molti dei quali dagli anni ’70 ed ’80. Pensi che conoscere le radici di un genere sia realmente fondamentale? Come ti poni nei confronti di quelli che dicono che musicalmente si debba guardare solo avanti e non più indietro?
A ciascuno il suo. Ogni idea che ho in mente penso sia un mix di tutta la musica che ho ascoltato nella mia vita, un certo accordo mi fa pensare ad un pezzo e così via dicendo; penso che sia tutto basato sul tuo bagaglio musicale. In generale non mi piace molto pensare a cosa sia giusto o sbagliato. Se suona bene va bene. Anche se suona bene solo per me.
La tua carriera come produttore nasce negli anni ’90, quando esisteva solo il vinile come media per i dj, poi sono apparsi i cdj ed ora i sistemi digitali come Traktor e Serato. Come vedi questa evoluzione tecnologica nel campo del djing? Si tratta di una rivoluzione oppure, come alcuni sostengono, di un’involuzione?
Come dicevo prima non conta il media ma la musica. Non c’è altro da aggiungere in proposito.
English Version:
If you grew up like me with soulful house, Knee Deep will make your eyes sparkle and a broad smile will shine between your lips going back to wonderful memories. Their productions and remixes are milestones in music born in Chicago in the late ’80s and early ’90s, dancefloor “killers” based on disco/funk sampls, magical Fender Rhodes arrangements and rhythmic pressing. Sebastian Doering or simply Basti is half of the Knee Deep project (as well as the lesser known but equally valid Kiez Kidz) and his Lovebirds solo creation was born as a personal needing of stylistic renewal, to disengage from a genre that was imploding instead of evolving. We tried to understand the point of view of a veteran of this business about the hottest topics of the moment.
With the Knee Deep project you and Toddie (Freese) achieve prestigious goals, as Lovebirds you are one of the most appreciated artists of the entire Deep scene on the last years. What’s the secret for remining always on the top? It’s still enough to have a big passion and an excellent taste in music or it’s really necessary to learn how to master all the features about self-promotion/communication on social networks and web in general?
I don’t see myself on top of anything, never been. I’m happy that i can live off of my music in a nice way at the moment. I have a lot more on my mind apart from dance or club music. Some of it will be out in the next years. About the social media thing – i’m sure there’s a lot to achieve with it but without delivering good music it won’t do much (i hope).
How much of your experience with the Knee Deep and with the Kiez Kidz concurs to the success of the Lovebirds project? Did you do a complete reset and start a brand new chapter or you can find influences from your past on your actual way of working?
I think it is all connected. I think it’s quite hearable as well. My influences are still the same as back then – it’s just a different packaging now! Back then we used keyboard players but after a while i found tiring to explain what vibe i wanted and i started to play myself. That was the best decision – now i can work completely by myself and do what i feel.
Since 2-3 years the sound of the first 90’s deep is making a comeback, brought up to date. Do you think it’s a positive thing or do you prefer to see a new stylistic innovation on the music scene?
I like it, it’s the sound that I started with. On the other hand i find a bit questionnable when all trends are only refreshments of old styles. It doesn’t really speak for our time.
You are definitely a producer at ease behind a piano or a synth keyboard and your love for the Fender Rhodes isn’t a secret. What’s your stand on the diatribe between real and virtual gear?
I think with everything – it’s the result that counts. I dj with traktor, i don’t care about what media it is, it’s about the result.
Have you any advice for a kid who decides to start producing electronic music? Considering the extreme simplification thanks to the technologic innovation, it’s still necessary to spend time studying music and learing how to use your gear or it’s better to start immediately creating something?
I’m not really that much aware of what gets taught at musical schools these days. i think instead of going to an engineering school i would recommend learning an instrument like piano or guitar. that gives u real knowledge which most producers don’t have. unless u wanna make one chord deephouse. Then better learn how to stack loops.
Collaborations: looking at you discography you seem not to be crazy about co-productions, the only one is the one with Vincenzo. Do you prefer to work alone or simpy there wasn’t the chance for an artistic fellowship?
No i prefer working alone. With other people in the room i never really feel free that much.
Your tracks could be set in a modern undertone of the 90’s House music, otherwise on your dj sets you plays a lot of original tracks from the past, most of them from the 70’s or 80’s. Do you think that knowing the roots of a music genre is truly essential? What do you think about who says that people have just to look forward and never backward about music?
To each its own. Every idea i have in mind is a mixture of all the music i heard in my life so far i guess. This chord makes me think of that and that of this – i think it’s based on your lifetime musical record. In general i don’t like thinking too much about what’s right or not. If it feels good it is good. And even if it’s only for myself.
Your career as a producer started in the 90’s, when there was only the vinyl as a media for djing, then came out the cdjs and now the digital systems like Traktor and Serato. What do you think about this evolution of the dj gears? It’s a real revolution or, as someone claims, a regression?
As i mentioned above, i think it’s not about the media but about the music. I think there’s not much more to say about this.