Anche in Italia ci sono bravi dj e produttori, stavolta sento di dovermi sbilanciare perchè spesso si va a cercare all’estero quando magari basta guardarsi bene attorno, tra questi vi sono proprio Luca e Marco, 35 anni il primo e 24 il secondo, nati e cresciuti, musicalmente parlando, in Toscana. Non mi dilungo nelle presentazioni e se volete leggere la loro bibliografia la potete trovare sul sito dell’etichetta, la Etruria Beat Records. Suonano ormai spesso in ‘back to back’ e quindi anche l’intervista è ad hoc, abbiamo cercato di scoprire qualche pettegolezzo o cattiva abitudine, ma sono troppo bravi e son riusciti a dribblare egregiamente le nostre domande più insidiose.
Età e città natale:
L: 35, Arezzo
M: 24 anni, Lucca
Sposati/fidanzati/figli?
L: Sposato e con un figlio Brando. Un completamento della vita, una dimensione unica al di sopra di tutto.
M: Felicemente fidanzato.
Professione?
L: Babbo, Dj, Producer.
M: Dj, Producer.
E quella che volevi fare?
L: Dj. sono molto fortunato a fare ciò che amo da sempre.
M: Da sempre! Anche la mia famiglia mi ha sempre supportato, credendo nella mia passione.
A quanti anni hai iniziato a fare i dj?
L: 15
M: Giovanissimo, avevo 14 anni.
A chi ti ispiravi?
L: I dj e produttori che mi piacevano di più all’inizio erano Frankie Knuckles, Tony Humphries, Lil Louis, Little Louie Vega, Todd Terry, Dj Sneak.
M: Al mio primo idolo, Luca Agnelli… Grazie a lui mi sono innamorato di questo genere musicale, poi con il passare del tempo ho conosciuto e mi sono ispirato anche ad altri dj maturando la mia tecnica e la conoscenza musicale.
E ora a chi ti ispiri?
L: A nessuno in particolare, ho da sempre preferito avere una mia personalità, cercando di prendere spunto dalle cose che reputo interessanti ed in linea con me. Stimo tanto Ralf per la sua duttilità nella selezione musicale e per il suo carisma, è una mia icona, c’è’ qualcosa di speciale che mi lega a lui.
M: Ci sono artisti che seguo e rispetto molto, ma provo a fare quello che mi piace e seguire la mia strada… Se dovessi fare un nome direi Loco Dice per il suo carisma dietro la consolle e il modo in cui si rapporta con il pubblico.
Quando è arrivata la prima chiamata da parte di qualcuno che ti voleva a suonare nel proprio locale?
L: 1992, al Roxy Rose di Arezzo.
M: Nel 2002, in un club della mia città, suonavo per hobby da circa un anno.
Locale preferito in assoluto (che tu ci abbia suonato o meno)?
L: Il Guendalina in provincia di Lecce, dove c’è un atmosfera unica, calore ed energia ineguagliabili. Ho un feeling particolare con il pubblico costruito anno dopo anno, che rende ogni mia serata un appuntamento memorabile a cui tengo molto.
M: Posso solo giudicare locali dove ho avuto il piacere di suonare per dare un giudizio obbiettivo… All’estero sicuramente il Panorama Bar di Berlino, credo che sia uno dei migliori club d’Europa, un atmosfera magica, difficile da raccontare se non la si vive… in Italia senza dubbio il Guendalina, locale dove lavoro da tre anni e quest’estate ho avuto il piacere di inaugurare, una vera emozione… direi uno dei club più esplosivi in assoluto.
Club: grande o piccolo? Secret party o festival?
L: Mi piacciono tutti i tipi di club, grandi e piccoli, perché puoi esprimerti in maniera diversa in ognuno di essi. Puoi avere varie sfumature musicali e spaziare anche molto pur mantenendo la tua personalità. Ogni platea ti lascia sensazioni ed emozioni diverse quindi esperienze musicali distinte.
M: Sono un amante dei piccoli club, adoro percepire il contatto con il pubblico, sentirlo vicino e sentirmi coinvolto proprio come se fossi li a ballare con loro… poter suonare dischi che in posti molto grandi non potrei mettere perché non sarebbero apprezzati. Nei festival solitamente suono in maniera diversa, cercando di far esplodere il dancefloor.
Come definiresti la tua musica con poche parole?
L: Coinvolgente, emozionante, eclettica, in evoluzione, che sale e scende facendo varie onde sonore, non monotona e stereotipata.
M: Dinamica ed esplosiva… un’onda sali e scendi con continui cambi di marcia… immagina le montagne russe!!!
Una traccia che ti rappresenta?
L: Delle mie produzioni direi Pianotron su MBF perché ha più parti melodiche elaborate, un buon bassline e ottimo groove con pause e ripartenze per far esplodere la pista. Degli altri una produzione che ho da sempre nel cuore è “Lil louis – Club lonely”.
M: Delle mie produzioni senza dubbio “Strange Neighbors” disco determinante per l’inizio del mio percorso… Non esiste una traccia in particolare che mi rappresenta, ma ce ne sono molte che hanno segnato e maturato il mio percorso musicale.
Quella che più ti piace suonare?
L: Ogni periodo ha avuto e avrà delle tracce speciali, in questo periodo una delle mie preferite è Boddika & Joy Orbison “Swims”, ribalta ogni dancefloor!
M: Troppe, non saprei… di solito improvviso molto durante i set.
Com’è suonare con Luca?
M: Molto emozionante! Siamo molto simili e affiatati, ma allo stesso tempo diversi e per questo ci compensiamo e riusciamo a creare una bella atmosfera.
Com’é suonare con Marco?
L: Divertente, ha voglia di spaccare e far casino, poi ha un grande appeal con la pista e versatilità nel dj set.
Chi di voi è più bravo?
L: Come produttore probabilmente lui, come dj probabilmente io, comunque lasciamolo giudicare al pubblico.
M: Credo che come dj Luca abbia molta esperienza, ma non siamo noi a deciderlo.
Chi tra di voi guadagna di più?
L: Io
M: Sicuramente Luca
Chi è più abile con le ragazze?
L: Lui, anche se ora e’ fidanzatissimo.
M: Io… prima di fidanzarmi.
Chi si ubriaca di più alle feste? E chi lavora di più?
L: Io non bevo alle feste, vado ad acqua naturale. Lavoriamo molto entrambi, io maggiormente in Italia, lui di più all’estero.
M: Non ci ubriachiamo, da questo punto di vista siamo identici. Personalmente pretendo di essere molto concentrato mentre suono e prestare molta attenzione a cosa succede nella pista. Ci sono dj che quando si ubriacano “forse” rendono di più, ma non è il mio caso. Lavoriamo molto entrambi.
Un pregio ed un difetto di Marco:
L: È molto efficace e positivo ma parla un pò troppo.
Un pregio ed un difetto di Luca:
M: Una persona serissima in tutto, nel lavoro e nella famiglia ma molto permaloso.
Dj e produttore più sottovaluto secondo voi?
L: Non saprei, dipende dai punti di vista, cmq ce ne sono un pò.
M: Non saprei… ma ci sono moltissimi talenti poco apprezzati o addirittura sconosciuti.
Ed il più sopravvalutato?
L: Ce ne sono abbastanza.
M: Ce ne sono troppi purtroppo…
Come si fa ad avere successo in Italia?
M: Luca rispondi tu…
L: Quando ho cominciato io dovevi essere prima di tutto un bravo dj altrimenti non suonavi, dovevi fare anni di gavetta e costruirti un circuito di club di rilievo dimostrando le doti dietro al mixer. Oggi le cose sono cambiate, molti club scelgono il dj in base alla produzione che ha fatto. Si sono confusi i ruoli affidando le consolle al produttore del momento e non più’ valutando il dj in quanto tale. Questo però ha dato l’opportunità a tante persone di arrivare a suonare in club dove non sarebbero mai arrivati e ha permesso anche di scoprire talenti che non sarebbero magari emersi.
Ti piegheresti a logiche commerciali per vendere di più?
L: Onestamente non faccio musica per vendere ma per il piacere di farlo.
M: Assolutamente NO, faccio musica principalmente per passione.
Accontenti mai le richieste di chi vien sotto la consolle a domandare una traccia?
L: Se è una traccia che avevo in mente di mettere si, altrimenti no.
M: Si, a patto che sia una mia produzione o se in quel momento anche io pensavo di suonare quel disco…a volte capita.
Qual è la peggiore richiesta di questo genere che hai ricevuto?
L: Una volta è capitato un tipo che mi ha chiesto un disco di Ligabue.
M: Suonare la macarena, ma non solo.
Cosa non vorresti mai vedere fare ad un dj (ad esempio: buttarsi sulla folla con un canotto)?
L: Non ho mai visto fare cose particolarmente strane però non mi piacciono i dj che danno il brutto esempio drogandosi o bevendo troppo, perché trasmettono un messaggio negativo alle persone che hanno di fronte. La figura del dj in questi anni ha raggiunto un ruolo fondamentale soprattutto per i più giovani che lo vedono come icona/sogno quindi dovrebbe dare il buon esempio per come approcciarsi alla discoteca, alla musica e al divertimento.
M: Suonare senza passione e… suonare la macarena
Cosa consiglieresti ad un giovane dj e produttore che cerca di farsi strada?
L: Oggi l’unico modo anche per un dj di farsi conoscere è producendo dischi e di conseguenza facendo parte di label ed agenzie. Un circolo vizioso che da la possibilità di avere visibilità mondiale in pochissimo tempo ma che produce anche tante meteore. L’importante è sapersi sempre mettere in discussione, pensando di non essere mai arrivati al top, cercando di migliorarsi sempre, portando rispetto ed avendo umiltà. Poi anche se oggi la tecnologia ti aiuta molto è fondamentale per un dj saper mettere a tempo dei vinili con i giradischi. E’ la base di questo lavoro.
M: Di produrre musica e di essere umile… A volte soprattutto quando si è giovani, si ha la fretta di raggiungere i risultati bruciando le tappe. Credo che ogni cosa necessiti del suo tempo, di tanto lavoro e di tanto sacrificio. Se uno se lo merita veramente i risultati arrivano da soli, senza forzature.
A cosa stai lavorando in questi giorni?
L: Sono tornato in studio dopo tanti mesi e sto ultimando varie tracce, tra cui il nuovo EP per Etruria che uscirà nel 2013. Poi stiamo finendo con Marco un nuovo EP, visto gli ottimi risultati avuti insieme a partire dal GDM018 Get Physical digitale uscito in agosto, al Truesoul (label di Adam Beyer) in uscita a giorni e la traccia sul various Artist su Catwash che uscirà a dicembre.
M: Sto lavorando al mio nuovo album che uscirà a breve sulla nostra label Etruria Beat ed anche a nuovi EP e rmx che vedrete uscire nel corso dei prossimi mesi.
E con chi vorresti lavorare in futuro?
L: Mi piacerebbero vari artisti tra i quali Gerd, Skudge, Moodymann, Mark Henning, Tiefschwarz, Adam Beyer, Dj T, Dice, Sierra Sam.
M: Continuare sicuramente il mio lavoro con Luca e il nostro progetto “Etruria Beat” e mi auguro di collaborare in futuro con Loco Dice e Adam Beyer, altri due artisti e persone che rispetto moltissimo. Inoltre spero di lavorare ancora con le label con le quali ho lavorato fino ad oggi e che hanno creduto in me e nella mia musica come: Moon Harbour, Cècille, Get Phyisical, Truesoul e altre ancora.