Nonostante la sua giovane età Luigi Madonna non ha certo bisogno di presentazioni grazie al suo ricco portfolio artistico. Dai suoi primi approcci a Reason nel 2004 ad oggi, Luigi si è formato da solo come autodidatta ma avendo comunque alle spalle due “padrini” come Markantonio e Rino Cerrone, che ha prodotto il suo primo EP “lanciandolo” ufficialmente nell’universo techno anche come produttore. Protagonista lo scorso 25 Giugno di un set strepitoso all’Awakenings in compagnia di Markantonio, Luigi Madonna sta passando la sua estate tra gli impegni nei club, come ad esempio ad Ibiza con Hyte e con i party Materia di Marco Bailey, e i vari festival in giro per l’Europa. In tutto questo lasso di tempo dunque, la parola vacanze è assolutamente esclusa dal suo vocabolario. Causa di tutto ciò sono anche due remix in cantiere, che speriamo di ascoltare il più presto possibile.
Partiamo dagli inizi. Cosa ti ha spinto a intraprendere questa carriera e che periodo era?
Avevo 11 anni quando comprai i miei primi giradischi. Ero ancora un bambino insomma. Non so cosa mi abbia spinto in generale, ma una cosa è certa, la passione per la musica! Erano gli anni 90 dove in Italia e specialmente a Napoli l’house music padroneggiava su tutto, ed è proprio con quella musica che sono “nato” ed ho iniziato a mixare i primi vinili. Che tra l’altro era l’unica soluzione se volevi fare il dj.
Il tuo primo EP invece risale al 2008 ed uscì sull’etichetta di Rino Cerrone, la Loose Records. Il passaggio dalla console allo studio di registrazione è stato automatico o è stato un bisogno che hai sentito dopo e quindi una scelta che hai ponderato bene prima di dedicarti anche a questo aspetto del tuo lavoro?
Si è stato uno dei miei primi EP, il trampolino di lancio in un mondo nuovo professionalmente parlando. Quando scoprii Reason nel 2004 fui attratto dall’idea di creare qualcosa di mio, che sentivo dalla mia anima. All’inizio era molto difficile fare qualcosa che suonasse bene dato che sono autodidatta e non avevo un vero e proprio studio, quindi prima di fare il mio primo EP ho preferito aspettare un po’. Quasi 4 anni, ma posso dire che produrre non è mai stato un solo un bisogno ma soprattutto un piacere, il bisogno e il piacere di esternare ciò che sentivo e che ancora sento dentro di me.
A pensarci bene sono passati quasi 10 anni dal tuo primo EP, come si è evoluto il tuo modo di produrre in tutto questo tempo? In quel periodo mi ricordo che c’era abbastanza “amore” per il digitale e per le nuove tecnologie mentre negli ultimi anni c’è stato un ritorno massiccio verso l’analogico e la riscoperta dei vecchi sintetizzatori e drum machine. Tu da che parte stai?
Si effettivamente manca poco ai 10 anni, ottima riflessione. Eh direi tantissimo, ho uno studio mio e adesso ne sto progettando un altro qui ad Amsterdam dove vivo da più di un anno. Io sono sempre per il risultato finale, non conta se analogico o digitale, credo che le cose più importanti siano le idee non banali e la qualità. Se c’è questo allora puoi vincere! Ho un po’ di macchine analogiche in studio e sto progettando di prendere altre quando avrò finito quello nuovo perché mi piacciono e mi diverto ad usarle.
Lo scorso 25 Giugno hai suonato all’Awakenings in uno speciale b2b con Markantonio. Giudicando la risposta del pubblico, anche sui social network, sembra sia andata molto bene. Tu che sensazioni hai avuto dietro la consolle? Inoltre ho visto che anche il prossimo Ottobre ripeterai questa esperienza.
Si abbiamo avuto un’ottima risposta da parte del pubblico e di questo ne sono molto fiero, perché credo che la priorità di un dj sia quella di fare buona musica e far divertire la gente che ti segue e sta li per te. Ovviamente ogni volta che suono all’Awakenings le forti emozioni sono garantite anche grazie a tutti i fan napoletani che ci supportano sempre in tutto il mondo. Ci tengo a dirlo perché nell’ultima edizione erano veramente in tanti, tutti li sotto lo stage. Questa cosa per me vale molto perché mi da tanta gioia, carica ed energia!
Com’è suonare a un festival del genere rispetto a un club? Quali sono le differenze principali oltre all’enorme numero di pubblico in più?
Puoi provare le stesse emozioni, cambia il feeling che hai con la pista. Quando suoni in un club riesci a sentire il pubblico molto più vicino rispetto a un festival e magari in un club puoi fare un set più lungo dove puoi esprimere molto meglio te stesso.
Nelle domande precedenti ho citato due nomi importantissimi per la scena techno di Napoli ma non solo. Tu che rapporto hai con i dj della vecchia ondata techno napoletana e quanto sono stati importanti nel tuo percorso artistico?
Beh posso dire che Rino e Mark per me sono stati come un padre che ti insegna come va la vita e loro mi hanno insegnato la techno. Napoli è una piena di talenti, ne nascono continuamente e io credo che questo sia anche frutto di artisti come Gaetano Parisio, Davide Squillace, Marco Carola, Markantonio, Rino e tanti altri che hanno lasciato un’impronta alla nostra città.
Lo scorso 10 Luglio sei stato ospite a Ibiza, al Vista Club per il party Materia di Marco Bailey, un nome molto importante per la scena techno. Com’è nata questa collaborazione con Marco?
Con Marco siamo molto amici e lo rispetto molto per quello che ha fatto e che ancora sta facendo per la scena. In passato ho fatto un EP per lui e da allora siamo sempre rimasti in contatto.
E per quanto riguarda Adam Beyer? Come sono nati gli EP su Drumcode e com’è collaborare con lui che oltre ad essere un dj e produttore è, allo stesso tempo, un imprenditore?
It’s all about the music! Quando cominciai a fare dischi su Loose e Analytictrail Adam mi lasciava spesso buoni feedback e mi supportava suonando spesso le mie cose. Successivamente ci siamo conosciuti a un party a Riccione dove suonavamo, da li iniziammo a sentirci per dei futuri EP. E’ sempre molto selettivo nello scegliere le tracce ed è un grande professionista sia nel lato discografico sia come dj e fortunatamente tutto quello che gli mando gli piace.
Nonostante il tuo profilo artistico e le tue esperienze sei ancora giovane. Tu che rapporto hai con i social networks? Intendo lavorativamente parlando e non. Inoltre credi che il clubbing potrebbe essere lo stesso o addirittura migliore senza di questi?
Guarda io non ho proprio un bel rapporto con i social ma ad oggi purtroppo conta anche questo. Posso dire che lavorativamente parlando può essere anche un bene perché è più facile condividere ciò che sei e che fai in tutto il mondo ma non bisogna poi esagerare vivendo solo di social. Io sono per la natura, per la terra, per i momenti e le emozioni vere!
Siamo in estate. Dove ti vedremo impegnato nelle prossime settimane e che hai in cantiere? La parola vacanze esiste sempre nel tuo vocabolario o sarai sempre a lavorare?
Ci sono molte cose in ballo tra Ibiza all’Amnesia con Hyte, festival vari e città come Rotterdam, Gallipoli e Londra. Poi sarò anche in Croazia, Bulgaria e in tanti altri paesi. Tra una data e l’altra cerco di andare in studio, inoltre so preparando due remix. Uno per Dense & Pika e l’altro per Joran Van Pol. Le vacanze? A Gennaio!