One Nation under one Saluta Andonio!
Tocca ammetterlo: Rovazzi ha cambiato la musica italiana come forse nessun altro aveva fatto prima di lui.
Fino al successo roboante di Andiamo a comandare, singolo uscito senza suscitare clamori nel febbraio del 2016 ed esploso come una bomba detonata da milioni di visualizzazioni con l’arrivo della bella stagione, nella musica italiana del nuovo millennio c’era un vuoto. Un vuoto che forse sarebbe stato il caso di non colmare. O forse no.
Ci avevano provato per primi Il Pagante: arrivati all’onore delle cronache come fenomeno cittadino prima – Milano, centro del mondo e della #MUSICADIMMERDA – e regionale poi, per arrivare via via a farsi conoscere in tutta Italia con i loro brani basati interamente su frasi fatte del linguaggio giovanile (“Si sboccia”, “Ciao poveri”, “Minchia frate faccio after!”) e musica EDM. Formula vincente che poi Rovazzi, con Danti a firmare i testi, ha ampliato e reso gigante allargando a dismisura il concetto: il testo di Andiamo a comandare è a suo modo geniale per come è costruito e rappresenta la pietra angolare sui cui tutta la nuova #MUSICADIMMERDA si basa.
Un insieme di meme già popolari per conto loro e che, per la generazione che vive nei gruppi Facebook come Sesso droga e pastorizia e segue gli YouTuber, rappresenta la quotidianità delle interazioni su Internet. Il successo di quel pezzo parte proprio da lì, dallo strano caso del trattore in tangenziale e da tutta una serie di immagini insignificanti e curiose per la maggioranza delle persone, ma consuete e “tipiche” per il target che vuole andare a colpire. Esempio: cosa avete pensato la prima volta che avete sentito l’espressione “Faccio i selfie mossi alla Gué Pequeno”?
Che Gué Pequeno non è bravo a scattarsi le foto?
Che ha la mano mossa perché è sempre fatto?
Che si trattava di un simpatico nonsense?
Niente di tutto questo.
Per farla breve: i famosissimi – nel loro campo lo sono davvero – YouTuber Matt e Bise incontrano per caso Gué Pequeno in stazione Centrale a Milano, gli chiedono di farsi una foto insieme e si sentono trattati con sufficienza da Gué che prima quasi non li caga di pezza, poi si concede con riluttanza senza abbassarsi e comparendo tagliato nella foto e che al secondo tentativo volutamente scatta la foto di fretta e muovendo la mano per farla venire tutta mossa e inutilizzabile.
Tutto questo viene raccontato in un post, minuzioso e carico di dettagli, sulla pagina Facebook di Matt e Bise, post che contiene la stupenda chiosa: “Gué sei un POVERACCIO – il caps lock è loro – ma non di soldi, d’animo!”
Una perla rara, ricca di significato, che andrebbe impressa sulla pietra accanto all’immortale: “Quando la persona è niente, l’offesa è zero” di tatangeliana memoria e: “No Maria, io esco” (lo sapete cosa sto facendo, sto utilizzando dei meme, proprio come Andiamo a comandare, esatto!).
L’eco di quella faccenda nel mondo reale è stato pari a zero, ma se avete un figlio, un nipote o un fratello adolescente potete chiedere a lui e scoprire che per una settimana in una certa fetta di Internet italico non si è parlato d’altro.
Quello che per la maggioranza del pubblico era incomprensibile, per una fetta comunque nutrita della popolazione non era una strizzatina d’occhio. La #MUSICADIMMERDA fa questo: prende il gap generazionale e lo cavalca come una bestia indomabile.
Utilizza un codice e fa leva su delle immagini che non tutti possono comprendere, ma che sono funzionali a uno scopo.
Quella della #MUSICADIMMERDA non è una scena ma un vero e proprio movimento. Il punk della generazione fidget spinner.
E se Rovazzi rappresenta i Sex Pistols, cioè coloro che hanno preso una cosa che parlava e apparteneva a un gruppo chiuso di persone e l’hanno portata alle grandi masse, quelli de Il Deboscio sono gli Stooges (e forse non è un caso che che nella versione mainstream di Frangetta fossero coinvolti i Club Dogo, e che in Andiamo a comandare sia finito tirato in mezzo proprio Gué).
Ve la ricordate Frangetta? Milano Is Burning?
Quella voce meccanica che descriveva lo stereotipo della ragazza milanese appartenente a uno specifico ceto socio-culturale e dalle abitudini ben definite?
Organizzo feste.
Mi metto gli occhiali grossi.
Tolgo gli occhiali grossi.
Ecc.
Anche Frangetta finì al centro di un caso mediatico, passaggi su Radio Deejay e compilation dedicate, ma è come se fosse sempre rimasta all’interno di un circuito. Un circuito che da cittadino si è fatto nazionale, ma che non ha varcato i confini del microcosmo da cui nasceva.
Frangetta è sì la madre di Andiamo a comandare, ma quello che mancava era – oltre a un terreno musicale ben definito come quello dell’EDM (la musica che meglio rappresenta l’adolescenza del giorno d’oggi) – proprio la faccia giusta al momento giusto nel posto giusto. Il cavallo di Troia.
Il personaggio capace di traghettare la #MUSICADIMMERDA verso le masse, quelle vere, quelle grosse. Il volto capace di fare breccia nel cuore dei bambini, che lo vivono come una specie di personaggio dei cartoni animati ma in versione reale, e rassicurare gli anziani.
Il bravo ragazzo. Il nerd senza tatuaggi.
Lo sfigato a cui volere bene.
Rovazzi, appunto.
Piccolo, ma importante disclaimer: quando parliamo di #MUSICADIMMERDA non parliamo di musica brutta o di brutte canzoni: di quelle ne è pieno il mondo. #MUSICADIMMERDA è ormai un genere specifico che ha il suo linguaggio, i suoi codici e le sue regole non scritte.
Il testo “raccolta di meme”, come dicevamo, la base musicale solitamente rubacchiata da hit EDM minori, quelle che senti suonare in festival come il Tomorrowland, e video che sono quasi più importanti della musica e che si appoggiano sempre sugli stessi cliché.
La risata facile e la presenza di guest pescati, ovviamente, tra i vip di seconda fascia e dal mondo della rete. I fenomeni da baraccone virale.
Mentre scriviamo queste righe ci sono in giro tre canzoni, e relativi video clip, dove compare o viene citato il tizio di “Saluta Andonio”: lui ha addirittura il suo brano personale. Stessa cosa per il culturista-sfortunato-motociclista di “Puoi accompagnare solo”.
Di base dicono tutti la stessa cosa, utilizzando gli stessi trucchetti, nello stesso momento. E tutti hanno visualizzazioni che vanno dal mezzo milione a cifre davvero importanti.
Le #CANZONIDIMMERDA possono nascere con intenti parodistici o possono fare sul serio: anche se cambiando gli addendi il risultato è sempre lo stesso.
Solo negli ultimi tre mesi di canzoni del genere ne sono uscite almeno una ventina. Dalla mostruosa hit di Enrico Papi, alla canzone di Chiamarsi Bomber senza apparenti meriti sportivi: basta andare su YouTube, attivare la riproduzione automatica e lasciarne partire una.
Quello che comincerà sarà un viaggio senza ritorno alla scoperta della #MUSICADIMMERDA.
#MUSICADIMMERDA che nel frattempo sta contagiando tutto quello che tocca: dal pop di derivazione indie al mainstream che più mainstream non ce n’è. Dal cinema alla televisione. #MUSICADIMMERDA ovunque.
Per aiutarvi a navigare in questo mare magnum, abbiamo deciso di mettere insieme quelli che sono gli episodi più “significativi” di questo nuovo stile.
Buon ascolto, o forse no:
1. Scusate per il disagio
2. Come Bobo
3. È tutto un trash #puoaccompagnaresolo
4. La gang non si infama
5. Too Much
6. Baila como El Papu
7. Mooseca
8. Enjoy (Un cazzo)
9. Saluta Andonio
10. Si sboccia poveri