La Items & Things è una realtà che nasce nel 2006 dall’incontro di Magda, Marc Houle e Troy Pierce. Le primissime uscite sono state seguite da circa 4 anni di stasi interrotti, nel 2011, dalla pubblicazione del primo EP di Madato: “Speak Of The She Devil”. Di tutto questo però ve ne abbiamo già ampiamente parlato. Dirigendoci invece verso cose nuove: proprio qualche settimana prima del loro prossimo showcase italiano, che si terrà venerdì 30 novembre al Brancaleone e a cui parteciperanno Houle, Pierce e Madato, avevamo deciso di fare un qualcosa di simile ad una veloce intervista doppia con le due figure maschili della Items & Things, volevamo una specie di botta e risposta, poi, però, una curiosità tira l’altra ed è venuto fuori questo ibrido di veloce lettura fatto di piccole curiosità ed al contempo di racconti e opinioni. Abbiamo visto in parallelo i percorsi e il background dei due artisti, il modo in cui si sono incrociati, i loro rispettivi incontri e legami con Magda, il loro parere sul sound firmato Madato, i 5 album che non vorrebbero mai venissero cancellati dalla loro memoria e, infine, quale fosse per ognuno la traccia preferita dell’altro con tanto di spiegazioni. Non poco interessanti le selezioni dei cinque album e direi spiazzante (ma decisamente oculata) quella di Houle che ha infilato uno dopo l’altro un cult, e a dir poco un mattone fondamentale della musica sintetica, di Wendy Carlos (al tempo ancora Walter), uno dei Beatles, uno dei Radiohead, uno di Bob Marley e il quinto… beh, leggete.
Partiamo dal passato, com’è avvenuto il vostro primo approccio alla musica elettronica dance? Qual è il momento che vedete come la genesi di questa vostra passione?
Marc: Ci sono state veramente molte cose, fatti, eventi che tutti assieme hanno contribuito in maniera decisiva. Persone che ho conosciuto, luoghi in cui sono stato… Ma penso l’evento che potrei considerare come la genesi di tutto è stato quando ho preso in mano una vecchia tastiera Casio con dei simple di batteria. Erano gli anni ’80, circa a metà. Ho speso molto tempo a suonare e ad imparare cose riguardanti le percussioni, il programmare e il suonare un synth.
Troy: Penso che l’interesse che avevo per la musica si è trasformato in passione quando mi trasferii a New York nel 1995. Volevo studiare fotografia, così, nell’inverno di quell’anno, decisi di spostarmi da solo a NYC. Faceva freddo, ero solo, così trovai conforto in un negozio di dischi proprio vicino al mio appartamento. Iniziai a passare le mie giornate ascoltando musica pazzesca e provando a migliorare le mie poverissime capacità da dj.
Parlando invece di musica in generale, qual è stata la figura (da un parente ad un amico, da un bidello a un grande artista) più influente per la vostra crescita, quella che vi ha segnato di più?
M: Magda, non c’è dubbio. Dai primi anni ’90 ho iniziato a passarle le mie grezze idee sotto forma di demo, mi dedicava del tempo, ci lavoravamo su e mi aiutava a migliorare sempre. Ha veramente un grande orecchio ed è veramente bello avere qualcuno con cui discutere delle proprie idee.
T: Io ho avuto la fortuna di esser stato a contatto con ottima musica sin dall’inizio. Non ho pianificato nulla, ero semplicemente nel posto giusto (Detroit) nel momento giusto (primi ’90), con le persone giuste (Richie e altri della Plus8). Felici coincidenze. Quindi, mi resi conto solo dopo del fatto che ciò che per me era “normale” era in realtà qualcosa di non poco straordinario. Ricordo alcune delle prime feste a cui andai quando mi trasferii a New York e ancora ero molto confuso, ancora non mi ero ancora ambientato. C’erano una cosa come 10 dj differenti per serata (invece che due o tre), una carica emotiva pazzesca e video allucinanti. Ero abituato ad atmosfere molto più scure ed intime, quelli di NYC per me erano come giganteschi rave. Quindi, prima di ogni altra cosa, sono stato influenzato dall’aria che respiravo a Detroit e, nel particolare, dalle feste a cui partecipava Richie nei primi anni ’90.
Si può dire che per voi (compresa Magda) è stato amore a prima vista, anche se magari in momenti diversi. Già all’epoca del progetto “Run Stop Restore” il vostro legame era molto forte. Come vi siete conosciuti l’un l’altro?
M: Stavamo suonando entrambi ad un piccolissimo club a Windsor chiamato “13 Below”. Io avevo delle serate new wave/electro e lei suonava lì nei fine settimana. Avevamo degli amici in comune e ci siamo subito stati simpatici. Penso ci sentivamo accomunati fin da subito dall’enorme passione che nutrivamo per la musica.
T: Ho conosciuto entrambi a Detroit tramite amici comuni, più o meno nello stesso periodo. Se non ricordo male con Magda ci siamo conosciuti ad uno dei primi DEMF; più tardi conobbi Marc, mi sembra che stessimo proprio a casa sua per un BBQ fra l’altro.
Cos’è, secondo voi, che vi permette di portare avanti questo trio così a lungo? Come mai questa forte alchimia? Voglio dire, è complesso tirare avanti progetti in due, figuriamo mettersi d’accordo in tre…
M: Penso siamo stati semplicemente bravi a sceglierci le giuste amicizie. Abbiamo gusti differenti, ma anche una stessa base e sound, cioè la Items & Things. Siamo tutti abbastanza lucidi e razionali, non siamo presuntuosi, quindi non siamo mai in competizione, almeno non quella controproducente.
T: E’ divertente perché è proprio questo il punto. Siamo tutti e tre molto differenti l’uno dall’altro, ma siamo uniti sotto alcuni aspetti, ci divertiamo assieme! Ancora oggi, dopo tutto questo tempo, ancora sto benissimo con loro e penso che questa sia una grande prova della forza del nostro legame.
Marc, qual è la traccia di Troy che preferisci e perché? Troy qual è la traccia di Marc che preferisci e perché?
M: Ho sempre amato le rullate di Horse Nation. Sono entrate nella mia testa sin dalla prima volta che le ho sentite.
T: Questa è veramente tosta… Sono veramente tante le tracce di Marc che adoro, ognuna per un motivo differente, però una di quelle che amo veramente in modo particolare è Meatier Shower. Oltre al nome incredibilmente assurdo (e Marc nello scegliere titoli di questo genere è il master), la traccia è geniale. Combina campionamenti in classico stile anni ’80 alla follia firmata Houle. E’ per me una vera e propria super traccia che distrugge il dance floor.
E‘ passato più di un anno dalla nostra ultima chiacchierata inerente alla Items & Things: ad oggi, quali sono gli aspetti che volete migliorare e le nuove idee che state cercando di realizzare?
M: Abbiamo appena ricevuto un pacchetto di ottima musica sotto forma di demo. Siamo ansiosi di pubblicarla in modo tale che il resto del mondo ne possa godere come già noi abbiamo fatto.
T: Stiamo anche organizzando sempre più feste Down & Out che ci aiutano, ovviamente, a far conoscere l’etichetta, ma che ci permettono anche di far ascoltare alla gente musica interessante.
A proposito dei Down & Out: il 30 Novembre porterete il vostro concpet al Brancaleone di Roma. Come mai avete deciso di chiamare così i vostri eventi? Visivamente è chiaro il collegamento con il nome “Items & Things”, ma per quanto riguarda il concetto?
M: Siamo stati un bel po’ a ragionare su quale nome dare ai party. Sapevamo che sarebbe dovuto esser qualcosa con la stessa cadenza e lo stesso sound di “Items & Things”. Volevamo poi qualche nesso underground, qualcosa di fuori dalla norma, qualcosa che fosse collegata ma che allo stesso tempo rappresentasse un passo in avanti rispetto al primo periodo in cui siamo stati attivi nelle feste underground di Detroit.
T: Sinceramente penso proprio che l’idea fosse venuta a Marc. Quando dobbiamo dare un nome a qualcosa che sia parte integrante dell’etichetta cerchiamo sempre di giocare con il sistema “… & …”.
Oltre a voi, all’evento suddetto, sarà presente anche Madato, uno degli artisti più freschi del panorama. Possiamo dire che il suo EP “Speak Of The She Devil” ha sancito anche un po‘ il rientro in campo della Items & Things. Parlateci un po‘ di questo ragazzo: come è iniziata la vostra collaborazione e cosa vi piace delle sue produzioni e delle sue performance?
M: E’ un produttore che continua a proporci musica che suona fresca e nuova, ma che allo stesso tempo funziona ai party. E’ raro, ma è veramente bello poter avere della buona musica, fresca, che ascolti e suoni con piacere e da cui trai ispirazione. E’ decisamente forte nel fare quello che fa.
T: Madato ci inviò della musica quando ancora stavamo collaborando direttamente con la Minus e nel momento in cui abbiamo finalmente riassemblato tutti i pezzi del nostro nuovo giocattolo abbiamo avuto la possibilità di rilasciarla per conto nostro. Madato ha un sound veramente unico che si inserisce perfettamente nel nostro concept sonoro. Siamo veramente fortunato ad averlo con noi.
Prima di lasciarci: se veniste confinati in un’isola deserta per un anno e poteste decidere di portare con voi (e quindi ascoltare) solo 5 album, quali scegliereste?
M: Non in un ordine particolare: “Switched On Bach”, “White Album”, “Computer World”, “Legend” e audio libri per imparare il tedesco… così magari torno che lo so parlare meglio!
T: The Cult “Electric”, Danzig – “Danzig”, Bauhaus – “In The Flat Field”, Joy Division – “Closerm”, Radiohead – “Amnesiac”.
English Version:
Items & Things was created in 2006 by Magda, Marc Houle and Troy Pierce. The very first releases were followed by about 4 years of stasis interrupted, in 2011, by the release of the first Madato EP: “Speak Of The She Devil”. Of this, however, we’ve already extensively discussed. Let’s talk about something new: some weeks before their next italian showcase, that will be held on november 30 at Brancaleone and it will be attended by Houle, Pierce and Madato, we decided to do something similar to a fast Q&A interview with Marc and Troy. Then, however, a curiosity led to another and it turned out this hybrid; it’s a fast reading of little curiosity and at the same time of stories and opinions. We reviewed in parallel artist paths and background, the way in which they met, their respective first meetings with Magda, their opinion on Madato sound; we asked them five album they would never erase from their memory and, finally, we asked each of them what is the favorite track of the other one. The five albums selections are interesting and I would say that the one of Houle is a little bit “destabilizing” (but very careful). He slipped one after another a cult album of Wendy Carlos (still Walter at that time), one of the Beatles, one of Radiohead, one of Bob Marley and the fifth… Well, read on.
Let’s start from the past: how did your first approach to electronic dance music? What is the moment you conceive like the genesis of this passion?
M: There are so many things that came together to make me involved in this world – people I’ve met, places Ive been but I guess an early obvious one would be when i picked up an old casio keyboard with drum pads on it sometime in the mid 80’s. I spent lots of time playing it and learning about drums, programming and playing a synth.
T: I think when my interest in dance music turned into a passion can be traced back to when I moved to New York in 1995. I wanted to study photography and decided to head to NYC alone in the winter of 95. It was cold and I was alone so I found comfort in the record store that were close to my apartment. I spent the days finding amazing music and trying to improve my very poor dj skills.
Talking about music in general, what was the figure (a relative or a friend, a school janitor or a great artist) that influenced most your musical growth, the one who scarred you most?
M: Has to be Magda for me. Since the 90’s I’ve been giving her demos and rough ideas and she’s been working with me to make them better and better. She’s got a great ear and it’s great to have someone else to bounce ideas and tracks off of. No one’s scarred me that i know of. At least in a bad way.
T: I was lucky enough to be exposed to really amazing music from the start. I didn’t plan it that way, I was just in the right place (Detroit) at the right time (early 90’s) with the right people (Rich and other at Plus 8). A happy accident. So what was “normal” to me I found out later was actually quite exceptional. I remember some of the first parties I went to when I moved to New York and I was really confused. There were like ten different dj’s (instead of two or three for the night) and sensory overload with crazy visuals and over the top costumes. Essentially a massive rave when I was used to a more dark and intimate affair. So my musical growth was influenced by Detroit and more specifically the parties that rich was doing in the early/mid nineties.
We can say that for you (including Magda) it was love at first sight, although maybe at different moments. Already at the time of “Run Stop Restore” project your bond was very strong. How did you meet each other?
M: We were both playing at a small small club in Windsor called 13 Below. I had a new wave/electro night and she was playing on the weekends. We had mutual friends and just really hit it off. I think we were both attracted to the amount of passion we had for music.
T: We all meet in Detroit through mutual friends at around the same time. I think i met Magda one of the first DEMF and later that day I met Marc at his house… a BBQ.
What, according to you, did allow you to carry on this trio so long? What makes this strong chemistry possible? I mean, it’s complicated to carry on a project using 2 minds, I imagine how difficoult it could be in three…
M: I think we’re just good at choosing good friends. We have different tastes but there is a common ground and sound that is Items & Things. We’re pretty level headed so there’s no ego competition and we can just speak our minds and have a fun time doing it.
T: It’s fun, that’s the bottom line. We are all three quite different people but we connect at some funny points together. I still enjoy their company after all of this time and that’s a huge statement of our bond i think.
Marc, what Troy’s track do you prefer and why? Troy, what Marc’s track do you prefer and why?
M: I’ll always love the snare rolls of Horse Nation. It’s been an earworm since I first heard it.
T: This is really hard to answer.. there are so many of Marcs tracks that I love for different reasons but one of my absolute favorites is Meatier Shower. Aside from the incredibly silly name (which marc is the master of) the track is genius. It’s a combination of 80’s style sampling and Marc’s signature wackiness. It’s a super unique track that destroys dance floors.
It’s been over a year since our last interview about Items & Things: right now, what are the aspects you want to improve and new ideas that you want to accomplish?
M: We’ve just gotten a big batch of new, great music sent in as demos. We’re anxious to get that released so the rest of the world can enjoy it as much as we did.
T: We are also planning more Down & Out parties which help spread the word about the label and expose people to some interesting music.
On November 30th you will bring the concpet “Down & Out” at Brancaleone in Rome. How did you decide to name your live events in this way? Visually, it is clear the relationship with the name “Items & Things,” but what about the concept and words “down” and “out”.
M: We were brainstorming awhile on what to name the parties. We knew it should be in the same rhythm and feel as Items & Things and we wanted to have some feelings associated with them such as being underground, outside the norm and more of what we did in the early days of underground parties in Detroit.
T: I think it was marcs idea actually. We usually try to play around with the “…. & ….”
In addition to you, at the Brancaleone there will be aslo Madato, one of the freshest artists of the scene. We can laso say that his EP “Speak Of The She Devil” has also laid down a little bit the return of Items & Things on scene. Tell us something more about this guy: how did your collaboration begin and what do you like of its productions and its performance?
M: He’s a producer that keeps coming back with fresh new sounding music that always works well in a party. It’s rare but also so nice to have some fresh tracks that you enjoy hearing, playing and get inspired from. He’s just really good at this stuff.
T: Madato sent us some music when we were still working with Minus and when we finally got our shit together we were in a position to release it on our own. Madato has a really unique sound that fits perfectly with our aesthetic. We are really lucky to have him as part of the label.
Before leaving: if you were confined to a desert island for a year and you could bring with you only 5 albums, which album would you choose?
M: In no particular order… Switched on Bach, the White Album, Computer World, Legend and maybe a Learning German record so i can come out better than i was.
T: The Cult – Electric, Danzig – Danzig, Bauhaus – In the flat field, Joy Division – Closerm Radiohead – Amnesiac.