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[tab title=”Italiano”]Non è raro sentire i “puristi” più conservatori sentenziare che se il Berghain negli ultimi anni ha perso un po’ della sua magia e della sua verginità, la responsabilità di tale cambiamento va attribuita all’effetto che Marcel Dettmann e Ben Klock hanno avuto sulla scena techno mondiale. E’ chiaro che si tratta di un paradosso, di un giudizio severo che sfiora l’assurdo perché, a ben vedere, Dettmann, Klock (prima) e il resto dei resident del Berghain (poi) hanno solo saputo interpretare al meglio l’universale esigenza di evadere di una generazione attraverso la musica, sfiorando la trasgressione più completa.
Per questa, più di altre centinaia di ragioni, Marcel Dettmann, il figlio di Berlino, del Berghain e di Hard Wax, rappresenta uno dei più autorevoli e rispettabili artisti della scena techno mondiale, un’icona vera a propria. Merito di un talento, in consolle prima ancora che in studio, fuori dall’ordinario che si traduce nella sua straordinaria capacità di coniugare nello stesso dj set tensione ed emotività, passione e ricercatezza, estro e concretezza, il tutto restando estremamente umano e a contatto con il suo pubblico. Marcel Dettmann, con i suoi vent’anni di carriera, è un artista incredibile e per noi non può che essere un onore averlo sulle nostre pagine, dopo averlo ascoltato in alcuni dei migliori festival europei e a poche ore dalla sua seconda esibizione al Cocoon Ibiza del 1 Settembre.
Apri Discogs per dare una sbirciatina alla tua discografia e leggi “dj since 1994”, vent’anni di carriera tondi tondi e niente proclami o grandi celebrazioni per un traguardo tanto importante. Forse è anche per questo che di te si ha un’immagine ancora “umana”, nonostante la sempre crescente notorietà e il boom del movimento-Berghain, Ma chi è Marcel se non la superstar che anima club e festival?
Una volta varcata la porta di casa, io sono un ragazzo normale che cerca con tutto se stesso di essere il padre e il marito migliore del mondo. Per me è fondamentale godere della mia famiglia, trascorrendo del tempo con mia moglie e portando mia figlia al parco. Tutto ciò di regala l’energia e la forza di cui ho bisogno per dare il meglio di me come musicista.
Quanto e come è cambiata la tua carriera quando il Berghain è passato da roccaforte di un movimento di nicchia a modello da seguire e imitare, ora che la techno non è mai stata tanto popolare?
Per me si è trattato di un processo lento, sviluppatosi lungo gli ultimi vent’anni della mia vita. Tutto è iniziato in un piccolo ed alternativo club della mia città natale e mi ha portato oggi a proporre la musica che più amo, talvolta anche dinnanzi a dieci-ventimila persone. Di certo l’Ostgut e il Berghain hanno giocato un ruolo importante in questa crescita: l’Ostgut ha rappresentato e il Berghain rappresenta tutt’ora la concezione perfetta del club. La gente ama la loro ambientazione mistica.
Da semplice ascoltatore a raver, da raver a dj, da dj a stella della musica elettronica; il tutto seguendo un unico filo conduttore: il Berghain. Cosa è per te questo club, oltre a essere il trampolino verso la notorietà?
E’ il mio punto di riferimento, è casa.
Come e in cosa è cambiato, invece, il mondo della musica elettronica in questi vent’anni? C’è qualcosa che si è perso e che vorresti venisse recuperato, oppure ci sono elementi che vorresti ulteriormente diversi?
Io non sono il tipo di persona che pensa che quanto già vissuto è stato meglio. Il modo di lavorare di dj e produttori è in costate evoluzione, così come il pubblico, che cresce e diventa parte integrante della scena. Esistono paesi in cui anche i ragazzi più giovani hanno una grande consapevolezza musicale, in altri la combinazione tra arte e musica non ha grossa rilevanza; io sono convinto che queste cose cambiano continuamente. Ovunque.
Più date e più impegni vogliono dire, inevitabilmente, meno tempo per produrre musica e ricercarne di nuova e stimolante. In che modo riesci a restare comunque fedele alle caratteristiche che ti hanno reso uno degli artisti apprezzati del pianeta?
Come dj, sono sempre circondato da musica nuova ed interessante. A volte si tratta di un disco che ho comprato da Hard Wax, altre di un demo o di un promo di qualcuno dei miei amici. Per me è fondamentale di trovare qualcosa che mi sia d’inspirazione, altrimenti smetto di lavorare a nuove produzioni o remix per qualche tempo.
Entrare in contatto con un pubblico più ampio vuol dire, spesso, avere a che fare con tante orecchie diverse. Non senti mai il peso o la frustrazione di dover soddisfare anche chi, proprio perché ti conosce poco, ricerca nella tua musica qualcosa che invece non le appartiene?
Per me è una sfida costante, che cambia da nazione a nazione.
Sei un produttore che, tra EP e release, lavora con una certa costanza. Le prossime settimane, viste le uscite di “Seduction”, di “MASSE Remixes II” e di “Light” (all’interno di “Panorama Bar 6 Part. II”), sono particolarmente intense: è semplicemente un periodo molto produttivo o stai attraversando una fase particolarmente stimolante anche nella vita di tutti i giorni?
Entrambi. Al momento sto ricevendo molte richieste di remix interessanti che mi rendono molto felice, tra cui Laibach, Dillon e Dark Sky. Fare musica è il modo che uso per esprimere me stesso, è come una terapia. Amo produrne e per me non rappresenta un vero e proprio lavoro, per questo non sento alcun tipo di pressione.
La tua è una musica talmente energica e spontanea da non sembrare “propriamente berlinese”. E’ la manifestazione del tuo carattere o rappresenta la via di fuga da una società che troppo spesso tenta di inquadrarci e tapparci le ali?
Ciò che produco è lo specchio della mia personalità, del momento e del luogo in cui inizio a lavorare. Non uso schemi precisi e fissi, mi sento completamente libero quando inizio qualcosa.
Hai avuto il merito di credere per primo in Answer Code Request con la tua MDR. Ora che anche Patrick Gräser ha ottenuto un posto in prima fila all’interno di Ostgut Ton, qual è il prossimo artista da lanciare?
Patrick è un mio vecchio amico. E’ sempre venuto alle feste che organizzavo nella mia vecchia città, fino ad esser stato invitato a suonare. Dopo il suo trasferimento a Berlino ci siamo persi di vista, ma a un certo punto ha iniziato a mandarmi i demo delle sue produzioni e quando si è rivelato effettivamente pronto abbiamo fatto uscire “Subway Into” (ACR 101). In seguito ci siamo resi conto che il nome “Answer Code Request” fosse perfetto per il progetto e divenne il suo aka definitivo. Da quel momento ha prodotto due MDR e un album eccellente per Ostgut Ton. Sono molto orgoglioso di lui. Un altro artista veramente talentoso e già membro della famiglia MDR è Kobosil. E’ un dj davvero brillante!
A proposito di MDR: una decina di dischi in poco meno di otto anni non sono abbastanza per trasformare la tua label in una piattaforma “riconoscibile” tanto quanto te. Perché, nonostante le prestigiose collaborazioni possibili, non hai mai deciso di andare fino in fondo per farle fare il salto di qualità definitivo?
Fino ad ora MDR è stata una piattaforma che ha dato spazio solo alla mia musica e a quella dei miei amici. In questo momento sono focalizzato sulle prossime gigs, ma potete stare certi che in futuro sarò molto più attivo sulla mia label.
Oltre ad essere uno dei pilastri di Ostgut Ton e guida della tua label, hai stretto un legame profondo con label importanti come Music Man e 50Weapons. Quant’è importante per un artista riuscire a venire a contatto con realtà tanto diverse tra loro e al tempo stesso così in vista?
Quello della label è un aspetto secondario per me, in quanto credo sia più importante produrre musica con le persone che stimo e apprezzo di più. Per Music Man ho curato una compilation mixata e in seguito abbiamo deciso di rilasciare un EP. A 50Weapons, invece, mi lega una vecchia amicizia con Gernot e Scary, un rapporto che inevitabilmente ci ha portati a condividere musica e uscite. Tra le diverse label, ovviamente, quelle ad avere una rilevanza a parte sono Ostgut Ton e MDR.
Fino a poco tempo fa, anche in modo improprio, non si poteva fare il tuo nome senza citare Ben Klock. Ti risparmiamo una domanda banale sul tuo compagno di back to back, ma siamo curiosi di sapere se c’è un suono, un qualcosa di inaspettato o nuovo, che ti piacerebbe abbracciare.
Magari potrei portare in consolle una Maschine o un una figura che non ha nulla a che fare con la musica, come ad esempio un fotografo.
Nell’intervista che tu e Ben ci avete rilasciato nel Febbraio di due anni fa, ci dicesti che quando iniziasti ad ascoltare musica i tuoi generi preferiti erano synth pop, EBM, dark wave, gothic e industrial. Cosa ascolta oggi Marcel Dettmann quando non lavora? Che ascolti ci consigli tra i tuoi vecchi album preferiti e tra quelli che hai recentemente acquistato?
Tra i vecchi “Rituals” di Twilight Ritual, tra i nuovi “A U R O R A” di Ben Frost.
Per buona parte dei dj e clubber europei, estate fa spesso rima con Ibiza. Sappiamo che sei tra i protagonisti della stagione di Cocoon all’Amnesia, perché non ci parli del tuo rapporto con il party e con Sven Väth? Che legame hai con l’isola?
Credo si tratti della mia quarta estate con almeno una gig ad Ibiza. Io apprezzo davvero molto Sven: è una figura davvero speciale per l’isola e questo da oltre una decade. E’ sempre un piacere incontrarlo.
Restando sul tema Ibiza, qual è la tua visione dell’isola? Come pensi che un ambiente come quello possa sposarsi con la visione della musica e del club con cui sei cresciuto a Berlino? E come sei riuscito a ritagliarti spazio all’interno di tutto ciò? Dal punto di vista di un dj prettamente techno non hai sentito in nessun momento di essere un po’ fuori posto in locali (facciamo un esempio) come l’Ushuaïa?
Come ho già avuto modo di rispondervi, si tratta sempre di una grossa sfida per me che allo stesso tempo si traduce con l’opportunità di raggiungere persone che altrimenti non avrebbero modo di entrare a contatto con la mia musica. Spesso sono molto giovani e hanno da poco sviluppato un certo interesse per il clubbing.[/tab]
[tab title=”English”]It’s not uncommon to hear “purists” sentencing that if Berghain has lost some of his “magic and his virginity”, the responsibility for this change can be attributed to the effect that Marcel Dettmann and Ben Klock had on the world techno scene. Obviously it is a paradox, a severe judgment, because Dettmann, Klock (first) and the rest of the Berghain’s crew (then) were only able to interpret the universal need of escaping of our generation, living the most complete transgression.
This is one of the reasons why Marcel Dettmann, the son of Berlin, Berghain and Hard Wax, is one of the most influential and respected artists of the techno enviroment, a true icon. Thanks to his special talent that results in his extraordinary ability to combine the same time tension, emotion, passion, creativity and concreteness; remaining extremely human and in contact with his audience. Marcel Dettmann, with his long career, is an incredible artist and we are proud to have him on our pages, after listening his music in some of the best European festivals and before his second performance at Cocoon Ibiza on 1st September.
Opening Discogs and taking a look at your discography we can see “dj since 1994”. Twenty years now, with no celebrations for such an important accomplishment. Maybe is because of that reason that you’re still seen “human” by the scene, despite your constantly growing fame and the explotion of the Berghain phenomena. What we’d love to know is: how could you describe yourself apart from the club and festival star?
The moment when I step through the door at home, I’m just a normal guy who’s trying to be the best father and husband in the world. Taking my little daughter to the kindergarten, spending time with my wife and enjoying our family life is very important for me. It gives me the energy and strength I need for being as good as I can as a musician.
How much and how fast has your career changed when Berghain has shifted his status from a niche stronghold to a model to follow and imitate and especially now that techno has reached its top popularity?
For me this has been a slow process, which built up over a phase of 20 years. It all started in a small alternative club in my hometown and has led me to the current situation of representing my favorite music, sometimes in front of 10-20 thousand people on festivals. Of course Ostgut and Berghain have played a very important role in this development. Ostgut used to be and Berghain currently is just the perfect symbiosis when it comes to clubs. The people love this special mystic…
From simple listener to raver, from raver to dj, from dj to electronic music star; every step following a common thread: Berghain. What does this club mean to you apart from being your springboard to fame?
It’s my home base, simple as that.
How and in what has, however, the world of electronic music changed in the last twenty years? There is something that has been lost and that you think should be recovered, or are there some elements that you would like to be different?
I am not the kind of person who says that everything used to be better before. The ways producers and djs work are always changing, but also the new crowds, which grow up and enter the scene. In some countries the kids are really into artistic music, in others the combination of art and music is not really relevant, but I think that those are things that change all the time from area to area.
More gigs lead to, inevitably, less time to produce music and to focus on finding new exciting records to play. How can you be able to remain loyal to the working habits you had before?
As a dj I am always surrounded by new, interesting music. Sometimes could be a new Record I bought at Hard Wax, demos of friends or promos. To me it is important to always remain inspired as a dj and as a producer. If I don’t, I just stop working on tracks and don´t take on a remix offers for a while.
Getting in touch with a wider audience means, often, to deal with so many “different ears”. Have you ever felt the “weight” or the frustration of playing in front of people who didn’t know your music and your history enough to understand it?
For me this is always a challenge, and the individual nature of the challenge varies from country to country.
You’ve focused with a good constancy on music production during the last years. The coming weeks are truly intense because of the “Seduction”, “MASSE Remixes II” and “Light” (inside “Panorama Bar 6 Part II”) release. Is it simply a very productive period or you’re having a particularly stimulant everyday life leading you to express it through your music?
I think it’s both. Right now I’m getting a lot of very interesting remix requests I’m really up to, like Laibach, Dillon and Dark Sky. making music is my own way to express myself it’s like a therapy. i love producing music, it’s not like a job for me i don´t put any pressure on myself.
The music coming from you is so energetic and spontaneous in comparison to the typical sound from Berlin. Is this something that comes from your personality or the music you create wants to represent something like an escape from the city’s stereotypes?
I think that´s just my personality and the place and time of the origination of the track. I never work with a certain structure or pattern, as I have to be completely free when I start off.
You have had the merit of being the first to believe in Answer Request Code with your MDR label. Now that Patrick Gräser has reached a front row seat inside Ostgut Ton, what is the next artist you consider ready to be launched?
Patrick is an old friend of mine. He always came to my parties in our old hometown and later on i invite him to dj there himself. Then he moved to Berlin and we kind of lost track of each other. At some point he started sending me demos of his productions, and when he was actually ready we released Answer Code Request 101. Later we decided that the name fits perfectly with the project and from then on it was his project-name. Since then he had the two MDR releases and now such an excellent album on Ostgut Ton. I am very proud of him. Another very talented and not unknown act on MDR is Kobosil, a brilliant dj and artist!
Talking about MDR: a dozen records in less than eight years are not enough to turn your label into a “recognizable” platform as much as your person is. Why, despite the possible collaborations, you never decided to focus more on that and to make it do the final jump?
Up to now MDR has been a platform I provided to my friends to release music. At the moment my focus lies on my work as a dj, but I can also imagine doing more with the label in the future.
Besides being one of the cornerstones of Ostgut Ton and being in command of your label, you have made important collaborations with major labels such as Music Man and 50Weapons. How important is for an artist to be able to come into contact with so different and well known realities?
The label is actually quite secondary, to me it is much more relevant to release music with people I like and appreciate. For Music Man I did a mix CD and then we decided to do a 12“ release on the label as well. The situation with 50Weapons is that Gernot and Scary (Moderat/Modeselektor) are long time friends of mine and they were asking me for some tracks. But I mainly focus on my mother label Ostgut Ton and on my own imprint MDR.
Up to quite recently, even in an improper way, Marcel Dettmann couldn’t be pronounced withouth adding Ben Klock to the sentence, like you two were a unique entity. We want to avoid you a trivial question on your back to back mate, but we’re curious to know if is there a kind of sound, maybe something unexpected, that you would love to embrace during a set?
That could be for example a Maschine or maybe someone who essentially does not have anything to do with the music, such as a photographer.
During the interview that you and Ben Klock have made for Soundwall years ago, you said that when you started listening to music your favourite genres were synth pop, EBM, dark wave, gothic and industrial. What does Marcel Dettmann listen to when he’s not working? Have you any advice for us choosing from your old albums and the new ones that you have recently purchased?
An old one: Twilight Ritual “Rituals”, a new one: Ben Frost “A U R O R A”.
For most of the european djs and clubbers summer is often hand in hand with Ibiza. We know you’re one of the guests of the new Cocoon at Amnesia season. Would you like to tell us something about your relationship with the party and Sven Väth, and how many years have you played for them?
I think that this is my fourth year by now. I really appreciate Sven a lot. In his very special way he is one of the most impressive figures in the scene, and this already for decades. It is always a pleasure for me to meet him.
Remaining on the Ibiza subject, what’s your point on the island? How do you think an environment like that could fit in the music and club culture you grew up with in Berlin? And how did you manage to carve out space for your properties within all of this? From the point of view of a true techno artist, have you ever felt in any moment to be a little “out of place” in clubs like (making an example) Ushuaïa?
I always say that it is definitely a big challenge, but at the same time an opportunity to reach people who otherwise would not notice me or my music at all – as they are very young and have just started to become interested in music and clubs.[/tab]
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