Ibiza, l’isola dove tutto è concesso, dove andare su un motorino a volte può esser veramente come volare su Falkor (il cane de “La Storia Infinita”), dove le feste non sono sottoposte al controllo supremo del tempo, dove il diritto all’after è ormai parte integrante della costituzione, e poi tutta la miriade di parole dette e ridette sull’Isla Blanca. Ok, cos’è e cosa succede ad Ibiza lo sappiamo tutti più o meno. Ricordo però che una delle cose che più mi colpì fu il retro di una rivista su cui era pubblicizzato il We Love, la festa domenicale dello Space. Rimasi di stucco quando lessi alcuni dei nomi in programma, ma non perché fossero dei grandi nomi, bensì perché mai mi sarei aspettato di ascoltarli in un club come lo Space. Solo dopo mi sono reso conto che effettivamente quella era una piccola bolla di eccezionalità, che era qualcosa di veramente speciale rispetto a tutte le altre assurdità dell’isola, assurdità fantastiche, certo, ma allo stesso tempo massificanti. Perché diciamocelo, ascoltare un Francesco Tristano, un Matthew Dear (che è ben diverso da un Audion) o un Aphex Twin in un super-club come lo Space non è una cosa tanto scontata. E vi dirò di più, non lo è neanche se stiamo parlando di un Apparat, di un Caribou o di un Superpitcher. E la cosa fantastica è che a queste scelte artistiche non segue l’assenza della follia ibizenica, anzi! E’ proprio questa coesione di elementi che fa del We Love una delle feste più belle e uniche dell’Isola.
Qualche settimana fa abbiamo avuto la possibilità di fare due chiacchiere con Mark Broadbent e Darren Hughes, le menti dietro il We Love. I due, a pochi giorni dall’apertura della nuova stagione, ci hanno raccontato delle vere origini del party, dei continui spostamenti in giro per il globo, del giorno in cui Aphex Twin fece cascare pezzi di soffitto dello Space e di quando i Chemical Brothers furono cacciati dalla consolle dal proprietario del Club. Gente, qui sotto c’è la storia e l’anima di una delle feste più belle che il mondo abbia mai ospitato.
E’ veramente un piacere ospitare la festa con una delle programmazioni più interessanti di tutta l’Isla Blanca e non solo: We Love… Space! Come si legge nel sito ufficiale, We Love ha le sue radici agli inizi degli anni ’90, a Liverpool. E’ lì che Darren ha iniziato con il Cream, poi l’Home e il Creamfield festival! Darren, puoi farci un piccolo sunto di quello che è successo prima che approdaste ad Ibiza?
Darren: Ho fatto l’univestià al Politecnico di Manchester dal 1987 al 1990. Quindi, come puoi immaginare, mi trovavo al momento giusto nel posto giusto. L’Hacienda e il Most Excellent di Justin Robertson costituiscono il mio background di quegli anni. In realtà non andavo all’Hacienda troppo spesso durante il week-end, lo trovavo troppo ravey a quel tempo, solitamente ci andavo il mercoledì notte: la serata era chiamata “Zumbar” ed era piena di “studenti trandy”, la musica che si suonava era indie, elettronica, hip hop e la prima house music. Il Most Excellent faceva più per me, lì sì che c’erano veri “party people”. Intanto il tempo passava, mi sono laureato e sono tornato nella mia città, Chester. Successivamente, nei primi mesi del 1991, mi sono spostato a Liverpool per stare con la mia ragazza dell’epoca. E’ stato lì che ho conosciuto James Barton e Andy Caroll, entrambi erano dj chiave al Quadrant Park e al 051 Club. Per farla breve, dopo aver vissuto a lungo le grandi serate del Quadrant Park (non troppe invece quelle del 051 Club) io, James e Andy abbiamo deciso di dar vita alla nostre piccole serate all’Academy nightclub e all’Annexe, serate che presero vita il 12 Ottobre del 1992. Gli eventi si chiamavano “Cream”, il resto è storia. Successivamente nel 1998 decidemmo di creare il nostro primo festival assieme a Mean Fiddler: il Creamfield. Qualche tempo dopo, una volta aver lasciato il Cream per unirci ad una compagnia chiamata Big Beat, abbiamo lanciato il club Home di Londra nel Settembre 1999 appoggiandoci sempre alla promozione Mean Fiddler. Contemporaneamente organizzavamo la nostra prima stagione estiva “Home” allo Space di Ibiza. Dopo due anni di feste sotto quel nome, ho deciso di lasciare e di creare la domenica We Love allo Space, era l’estate del 2001.
E Mark cosa faceva nel frattempo?
Mark: Io nel frattempo vagavo nelle terre indiane con la mia ragazza Sarah, che ora è nientepopodimeno che mia moglie. Il viaggio in india durò non poco e quando tornai Charlotte, la sorella di Sarah, era in contatto con Darren che era occupatissimo con il Cream a Liverpool. In quel periodo (1996) non era facile trovare lavoro a Londra, dove vivevamo; così ci spostammo a Liverpool e iniziammo a collaborare con l’organizzazione per circa 6 mesi, dopo i quali ripartimmo per l’India. Facemmo così per un lungo periodo, finché non ci venne chiesto di seguire alcuni aspetti delle prime feste che Darren stava organizzando ad Ibiza, dove non aveva ancora qualcuno di cui fidarsi. Le cose cambiarono con il tempo, io e Sarah ci spostammo in Australia per dar vita al club Home di Sydeny, Darren invece si spostò a Londra per fare la stessa cosa. Contemporaneamente partiva la serata Home allo Space.. Queste sono le vere origini del “We Love… Space”!
Poi, nell’estate 1999, è nato il party We Love con i primi eventi allo Space Beach Club di Playa Den Bossa. Come è avvenuto lo sbarco ad Ibiza e come mai proprio allo Space? Eravate già in contatto con Pepe Rosello [proprietario e fondatore dello Space] o è nato tutto lì?
Mark: Quella fase fu seguita tutta da Darren, noi, come ti dicevo, eravamo ancora in Australia; siamo tornati ad Ibiza nel 2001. Però aspetta: in quel periodo la festa si chiamava ancora Home e non We Love.
Darren: Le cose andarono così: per due estati io sono rimasto a Londra, Mark e Sarah invece a Sydney. Avevamo lo stesso progetto in mano, ma vorrei aggiungere che Mark e Sarah ebbero più successo di quanto non ne ebbi io a Londra. Successivamente, conoscendo Danny Whittle, che aveva in mano tutte le serate del Pacha di Ibiza, entrai in contatto con Pepe Rosello, il proprietario dello Space che a quel tempo era fondamentalmente un club in cui si organizzavano after party house dalle 8 di mattina alle 2 di pomeriggio. L’idea che proposi fu quella di trasformare gli after della domenica in party da 22 ore (dalle 8 di mattina di domenica alle prime luci del giorno successivo). La festa fu lanciata come “Home”, anche se ritengo che il collegamento con l’Home di Londra non sia stato il massimo in quanto il club lì non stava andando benissimo, anzi, stava decisamente fallendo. Dopo due anni abbandonai quelle feste e decisi, nel 2001, di creare la domenica del “We Love Space” assieme a Mark e Sarah, che tornando da Sydney mi aiutarono a spingere questa nostra nuova creazione.
E che tipo di legame si nasconde dietro l’asse Mark-Darren? Come si è evoluto il vostro rapporto nel tempo?
Mark: Darren è mio cognato e come dicevamo prima, nel 1996/7, mi ha dato la possibilità di cominciare una nuova vita. Una volta dimostratogli che ero in grado di far funzionare le cose in Australia (quello sì che fu un vero training per me!) il passo successivo fu quello di iniziare a collaborare assieme in UK ed a Ibiza. Quando nel 2001 non eravamo più soddisfatti di come stessero andando le cose a Sydney si presentò l’opportunità di spostarci a Londra e lavorare all’Homeland festival. Penso quella sia stata la prima volta che abbiamo lavorato realmente assieme ad un evento.
Darren: Come diceva Mark, siamo una famiglia ed è questo che ci ha legato durante gli anni. E’ andato tutto come ha scritto Mark qui sopra: lui e Sarah negli anni ’96-’97-’98 lavorarono al Cream di Ibiza, poi si fecero le ossa lavorando alla promozione delle serate dell’Home a Sydeny ed infine ci incontrammo tutti ad Ibiza per il We Love Space estivo. Così infine si concretizzò la squadra! Per assurdo avevamo ridotto gli impegni: ora avevamo da gestire SOLO un festival ed una festa settimanale allo Space!
E’ interessante la scelta di queste parole: “We Love”. “Love” è una parola molto diffusa nell’ambito dell’elettronica dance, specialmente nel mondo della techno. Come mai questa scelta, com’è nato il nome “We Love”?
Mark: Penso provenga da un soggetto chiamato Jan Kennedy o comunque dal fatto che questo tizio, all’uscita dello Space, avesse sentito alcune persone discutere di quanto amassero le domeniche di quel club. Jan e Darren divennero successivamente partner in vari progetti tra cui l’Home di Londra e quello di Ibiza.
Darren: Il nome “We Love” devo ammettere di averlo ideato io in realtà. Come diceva Mark, Jan Kennedy fu coinvolto ai primi party We Love assieme a Sasha, ma dopo l’estate del 2001 abbandonarono la nave e io rafforzai i rapporti con Mark e Sarah. Diventammo partner a tutti gli effetti! Tornando al nome, non volevamo creare un nuovo brand per un altro superclub, come facemmo invece per il Cream; il nome doveva caratterizzare e definire solo la domenica dello Space, come una sorta di omaggio a delle feste e ad un club già esistente… Sarò sincero, sono stato anche ispirato da un festival che già esisteva allora: I Love Techno.
Dal 1999 al 2012: quasi 14 anni di musica al top! In un lasso di tempo così esteso avrete necessariamente vissuto le varie correnti e i cambiamenti che hanno investito la club culture. Siete in grado di dividere questi 14 anni di party We Love in più fasi, basandovi sul cambiamento del sound, del pubblico, del modo in cui le persone si presentavano alle vostre feste?
Mark: Mah, ti dirò, non ci siamo mai fatti influenzare troppo dal cambiamento di stili e tendenze del pubblico. Gli ultimi 14 anni sono stati una progressione graduale piuttosto che anni segnati da radicali e periodici cambiamenti. Prendevamo e prendiamo sempre artisti che riteniamo presentino qualcosa di realmente interessante nelle loro performance. Uniamo techno ad electro, eventi hip hop a eventi pop, funk, artisti del posto… Non importa che stile abbiano ma che emozioni provochino. La programmazione è fondamentale! Durante l’evento inserire l’artista giusto al momento giusto, esporre la gente ad un artista piuttosto che ad un altro in quel preciso momento fa sì che il pubblico magari apprezzi qualcosa che non pensava di poter apprezzare, gli darà una chance! Il nostro modo di programmare gli eventi allo Space è lo stesso che abbiamo sempre usato anche ai festival.
Darren: Concordo, è veramente difficile riassumere questi ultimi 13/14 anni in diverse fasi, per diversi motivi. Sicuramente dagli inizi molte cose si sono evolute, anche nello stesso club che cambia continuamente veste grazie alle scelte di Pepe, che, agli inizi collaborava con Fritz Pangtatz, mentre ora, da circa 4-5 anni, ne discute con Juan Arenas. Sono queste continue iniezioni di novità, questi continui cambiamenti che hanno permesso alla nostra festa di rimanere sempre al top: il sound system Funktion One esteso a tutto il club (ad eccezione del Sunset Terrace), l’impianto luci e le tecnologie audiovisive. Un momento cruciale della storia del nostro party è datato 2005, quando si decise di coprire il famoso terrazzo dello Space, una mossa in cui molti videro la fine della magia del club. Tuttavia anche questa scelta portò ad un ulteriore cambiamento, alla creazione di un nuovo spazio, un nuovo vibe: è sicuramente vero che coprendo la Terrazza abbiamo dovuto dir addio ad alcuni degli individui più anziani, fedeli e glamour che la invadevano durante le feste, ma allo stesso tempo abbiamo avuto la possibilità di portare una ventata di aria fresca nel club e di intraprendere quella nuova via, via che stiamo percorrendo tutt’oggi: un nuovo modo di organizzare feste che abbraccia tutto il mondo della musica, che è libero dal peso storico di ciò che ha segnato la Terrazza nel passato e che ci ha permesso, o meglio, che ha permesso a Mark, di prendere in mano la programmazione, di renderla più libera… da quel momento non abbiamo più guardato indietro.
E dopo questi 14 anni di esperienza quali sono ormai le abitudini che avete contratto rispetto al rapporto con gli artisti? Cenate assieme prima della festa? Quali sono gli artisti con cui, dopo tutto questo tempo, vi sentite veramente a vostro agio, come fossero di famiglia?
Mark: Siamo (o almeno io mi ci sento) nella fantastica posizione di aver la possibilità di invitare i nostri eroi musicali, e sì, a volte questo crea delle nuove amicizie. In questi anni ho avuto la grande fortuna di conoscere molte persone fantastiche. Poiché apriamo abbastanza presto non è facile cenare con gli artisti, spesso siamo al club già prima che loro atterrino sull’isola; ma, dopo che gli artisti suonano da noi un paio di volte, spesso tendono ad arrivare ad Ibiza un giorno prima o ad aspettarci dopo la performance così da farci una chiacchierata. Con alcuni dei ragazzi che suonano da noi da più tempo mi sento come se fossi di famiglia e loro penso si sentano allo stesso modo, perché dopo un po’ non si fanno problemi a darci le loro vere opinioni, a dirci quello che va e quello che non va. E’ veramente un cosa fantastica sapere che con alcuni artisti puoi parlare così sinceramente, sta ad indicare che si sentono parte integrante della nostra creazione, che si sentono parzialmente responsabili del modo in cui procediamo.
Darren: Con Mark spesso ragioniamo della posizione privilegiata in cui ci troviamo a lavorare, del fatto che collaboriamo la stragrande maggioranza delle volte con artisti che amiamo e allo stesso tempo spesso va finire che loro amino noi, cosa dovuta anche al rispetto reciproco. E’ sulla base del rispetto che sono nate molte amicizie con artisti che inizialmente erano semplicemente nostri ospiti. I resident sono un ottimo esempio di questo, persone come Andy Carroll o Jason Bye, 2 dj con cui lavoriamo da quasi 20 anni. Che si tratti di cene, after party o incontri fuori stagione il rapporto con gli artisti è fondamentale. Poi, ovviamente, oltre al lavoro c’è anche l’amicizia. Ad esempio Mark ed io quest’inverno siamo andati a Detroit e lì abbiamo passato un periodo magnifico con Derrick May, Carl e Hagi Craig esplorando una città a cui ovviamente dobbiamo molto. Ho passato veramente dei bei momenti, ho ricordi molto profondi della città e delle persone che ci hanno fatto sentire i benvenuti.
Come mai avete definito il 2006 come l’anno migliore (“2006 – Our best year ever in Ibiza”), cosa ha avuto di particolare quella stagione per voi?
Mark: Sarò sincero, non so perché abbiamo scritto quella cosa, non ricordo nulla in particolare del 2006. Ho sempre pensato che l’ultimo anno sia il migliore, in quanto è quello che si ricorda meglio. In generale gli ultimi 14 anni sono stati tutti grandiosi, soprattutto perché abbiamo potuto fare di questa fantastica vita il nostro lavoro.
Darren: Penso tu ti stia riferendo alla stagione in cui siamo andati veramente alla grande in termini numerici. E’ stata la prima stagione in cui abbiamo iniziato a sfruttare al meglio la copertura della Terrazza. La nostra selezione è stata particolarmente azzeccata sia sulla terrazza che in tutte le altre sale.
Ciò che vi distingue dalle altre feste ibizeniche è sicuramente anche la capacità di coprire un vastissimo range di generi elettronici, invitando a volte anche progetti più sperimentali. Quello che mi chiedo è: quando portate nell’isola qualcosa di veramente nuovo, quando fate scelte più azzardate, come reagisce il pubblico?
Mark: La maggior parte delle volte il pubblico reagisce molto bene, sono state poche le scelte che non sono andate, che hanno fatto sì che rimanessero solo 30 persone nel dancefloor… Ma lo sai che ti dico?! Finché quelle 30 persone rimangono e si divertono non è poi una cosa così negativa; chi non ama l’artista in questione può benissimo spostarsi in un’altra sala e trovare qualcosa che invece apprezza. Certo, mi spiace quando l’artista rimane lì da solo a suonare, però cosa possiamo farci? E’ fondamentale dare chance, tentare, rischiare, azzardare… altrimenti sarebbe impossibile andare avanti!
Darren: Mark è la forza che da sempre sta dietro alla selezione artistica e devo dire che negli anni non ha mai fatto un passo falso nel portare dj emergenti, mettendo in programma artisti dai suoni più esoterici o dj che al momento in cui li abbiamo invitati erano sconosciuti e che poi invece hanno preso il volo… Joris Voorn ne è un ottimo.
Sono forse anche le 7 sale dello Space che, permettendovi di affiancare nella stessa serata progetti più freschi alle super-star-dj, vi garantiscono sempre il successo della serata?
Mark: Esatto! Questa è l’dea, ma è un po’ più complicato di così. Gli artisti che vai a prendere devono essere complementari l’uno rispetto all’altro in un modo che non è così ovvio come sembra dall’esterno. Spesso mi trovo a parlare con persone che lavorano nel nostro stesso campo e mi dicono di non capire come diamine abbiamo fatto a farla franca con l’accoppiamento di certi show. In realtà quando penso a come programmare una serata per me tutto ha un senso molto preciso. Non c’è una formula segreta e sicura per avere successo negli accostamenti artistici, è invece fondamentale la tempistica e la fortuna.
Darren: Penso che qui ci hai fatto decisamente la domanda chiave! E’ proprio questo equilibrio, il fatto che ogni serata We Love è una festa in perenne movimento, il giusto accostamento delle varie offerte musicali delle sale, la scelta degli headliner e dei resident dj… l’insieme di tutti questi elementi definisce al meglio il We Love, racconta perfettamente le nostre domeniche estive allo Space.
Ad esempio, collegandomi nuovamente alla vostra capacità di invitare artisti provenienti dagli ambienti elettronici più disparati, mi sono sempre chiesto: com’è assistere ad una performance di Aphex Twin al We Love di Ibiza?
Mark: Probabilmente è meglio di qualsiasi altra festa in cui avrai la possibilità di ascoltarlo. Abbiamo quello che al momento è considerato dalla gente il miglior sound system del mondo. Un paio di anni fa, la prima volta che suonò da noi, durante il soundcheck ci ha veramente tirato giù pezzi di soffitto con tutti quei suoi diavolo di bottom end. Entrambe le volte che è venuto a suonare da noi ha creato delle avventure sonore che nessuno di quelli che le ha vissute dimenticherà mai. Io ed altri amici durante il suo live viaggiavamo attraverso… boh… attraverso cose, eravamo letteralmente spaesati dopo il suo show. Semplicemente stupefacente.
Darren: Per anni abbiamo ragionato sulla possibilità di invitare Aphex Twin ad una delle nostre feste e Mark sapeva sicuramente meglio di me se la performance avrebbe potuto funzionare o meno. Alla fine, 2 anni fa, siamo riusciti concretizzare l’idea invitando Richard come headliner per le feste di chiusura delle stagioni 2011 e 2012. Un sogno che è diventato realtà, soprattutto per Mark. Un sogno che Aphex ha reso ancora più grandioso con il suo live.
Quali sono le performance, le novità di questa stagione che siete veramente curiosi di vedere come andranno?
Mark: Sto cercando di incastrare Scuba e Ben UFO perché ci permetterebbero di entrare in un terreno che molti pensano non funzioni ad Ibiza. Per la chiusura abbiamo preso i Modeselektor assieme ad un altro artista che ancora non vi posso svelare… Vi posso dire però che personalmente sono molto emozionato di poterlo ospitare. Il live a 4 mani di Four Tet e Caribou con Carl Craig sul terrazzo anche sarà molto interessante; mi piace molto quello che stanno facendo, anche se ammetto che fare dell’African Highlife sul terrazzo è una mossa un po’ azzardata perché solitamente ci facciamo generi un pò più spinti. Ma sono sicuro che anche loro andranno alla grande, soprattutto perché l’impianto di quella sala fa paura. Sarà fantastico.
Darren: Tutti gli artisti che finora non hanno mai suonato ad Ibiza o da noi e che ci hanno fatto vedere quanto valgono fuori dall’isola. L’altr’anno invitare Henrik Schwarz per la prima volta è stato grandioso e quest’estate sento che proverò la stessa sensazione con i Modeselektor. Devo dire che sto aspettando con ansia molte delle performance che Mark ha scelto perla prossima stagione.
Un altro elemento che vi caratterizza è lo stile grafico della vostra promozione: perenni richiami a realtà circensi, quasi come se una volta entrati al We Love ci si addentri in una realtà fatta di pagliacci, addestratori di leoni, mangiafuoco e giocolieri! Come mai questa scelta così particolare?
Mark: Mi piace molto creare slogan, se non sbaglio è quello che fanno i redattori pubblicitari. In pratica funziona così: inizia tutto con uno slogan, un’idea; poi io e Darren pensiamo a come dovrebbe apparire quell’idea parlando con i nostri artisti; in seguito facciamo loro qualche orribile bozza e gli assegnamo l’arduo compito di lavorarci su finché non fanno sì che essa diventi come noi l’abbiamo immaginata. Abbiamo la grande fortuna di collaborare con artisti con cui ci capiamo al volo, che capiscono velocemente di cosa stiamo parlando. Le scelte grafiche di questi ultimi due anni sono legate agli slogan “The Greatest Show On Earth” e “A Circus Of Sound”, che rappresentano il modo in cui io vedo ciò che facciamo allo Space.
Darren: L’identità grafica ha sempre giocato un ruolo fondamentale nell’immagine e quindi anche nel successo dei nostri eventi. Dobbiamo ringraziare soprattutto David Tazzyman e Bruce Fisher per il loro ottimo lavoro di questi anni.
Per i 23 anni dello Space avete deciso di invitare quest’anno i Chemical Brothers. So che entrambi siete profondamente legati alla loro musica! Dopo che nel ’93 sono stati cacciati dalla consolle perché la loro musica era considerata inappropriata… Aspettate, qui voglio approfondire: ma è vero che Pepe li ha cacciati dalla “Terrazza” per questo motivo? Come è andata la cosa?
Mark: Non c’ero, ma ho sentito la storia ed è veramente una gran vergogna che la clientela allo Space dell’epoca non fosse di mente aperta come quella che abbiamo oggi. E ti dirò di più, secondo me la musica che si suonava sul terrazzo nel 1993 era abbastanza orribile un pò in tutti party che ci organizzavano. Happy People In The Morning!
Darren: (scoppia a ridere) Mark mi fa sempre morire con la sua rigida visione delle feste e della gente. Ma concordo, la musica era abbastanza oscena in quel periodo… Ok sì, l’ho detto! Ma probabilmente Pepe pensava la stessa cosa di Tom & Ed. In realtà, quando invitammo i Chemical nel ’93 al Cream party, Pepe disse di averli cacciati perché stavano “spaventando” il pubblico. Ci abbiamo messo ben 15 anni prima di riuscire a farli tornare e sono orgoglioso di poter dire che quest’estate saranno gli headliner del compleanno dello Space. Sarà la terza volta che suoneranno da noi negli ultimi 4 anni… Esatto, We Love The Chemical Brothers!
Beh, è divertente vedere come i Chemical agli inizi sono stati cacciati più volte dal palco da persone illustri e sono diventati in ogni caso quello che sono oggi… E’ successo anche nel ’95 con gli Oasis! Ma ritornando alla nostra domanda: è interessante ora questa vostra scelta: come mai proprio per il compleanno dello Space? Avete visto “Don’t Think”? Noi sì!
Mark: Io sinceramente caccerei a calci gli Oasis da qualsiasi palco se ne avessi la possibilità. We Love… The Chemical Brothers. Ho visto il film e non vedo l’ora di assistere allo show che faranno da noi il 12 Agosto. La loro electronic performance è la migliore che ci sia in giro, senza ombra di dubbio almeno lo è per noi: nei loro live riescono ad incapsulare quell’acid house che è alla base dello spirito di tutti i nostri We Love party. Siamo cresciuti con questi ragazzi, andando ai loro show e ascoltando i loro dischi, per questo siamo veramente orgogliosi di averli qui per il nostro birthday party.
Darren: Yeah, visto! Sono semplicemente gli artisti dance che più amiamo, non c’è qualcuno di più appropriato per coronare la nostra programmazione estiva.
Vorrei rubarvi una curiosità: qual è fra le sette sale offerte dal club (Discoteca, Terraza, Sunset Terrace, Premier Etage, Red Box, El Salon) quella che amate di più durante le feste We Love, quella di cui amate maggiormente l’atmosfera e perché?
Mark: Io le adoro tutte e tutte per motivi diversi, anche se solitamente mi trovi nella sala principale (Discoteca) perché l’atmosfera musicale lì dentro è buia e c’è la musica che preferisco. Adoro la musica dura, scura e suonata ad altissimo volume. In realtà l’atmosfera che si crea ha veramente poco a che fare con la sala in sé; ciò che determina veramente l’ambiente è chi organizza la festa in quella sala, la gente che si trova nel dancefloor e queste cose cambiano di settimana in settimana durante tutta l’estate. Ascoltare James Zabiela nella Discoteca è qualcosa di veramente speciale, così come ascoltare Dixon. Ascoltare Alfredo nel Premier Etage invece è qualcosa che chiunque dovrebbe fare almeno una volta nella vita, anche chi non è particolarmente interessato all’heritage dell’Isola o alle sue radici musicali baleari; è sempre così splendidamente crudo che mi colpisce ogni volta che passo per la sala.
Darren: Concordo con Mark sul fatto che ogni sala abbia la capacità di creare un ambiente magico. Se penso agli ultimi due anni e alle varie sale mi vengono in mente serate fantastiche come Henrik Schwarz nel Terrace, dOP nel Red Box, Alfredo nel Premier Etage, Funkagenda e Jon Ulyssiss al Sunset Terrace… ma attualmente, per me, la Discoteca è il luogo dove i sogni divengono realtà, dove assisto alla ricreazione di quella magia unica e tipica solo della terrazza di qualche anno fa. E’ la Discoteca che darà forma ai nostri sogni negli anni avvenire.
Prima di lasciarci vorrei chiedervi forse la cosa più importante di questa nostra chiacchierata: cos’è per voi We Love?
Mark: Un’avventura musicale da condividere con gli amici.
Darren: Se la magia può essere trovata in un club, quel club è lo Space e la festa il We Love Space.
English Version:
Ibiza, the island where everything is possible, where sometimes driving a motorcycle seems really like flying on Falkor (the dog from “The NeverEnding Story”), where parties are not subjected to the supreme control of the time, where sexuality is free, where the after party is a right wrote in the constitution, and then the myriad of words we’ve heard million of times about the Isla Blanca… Ok, we all know what Ibiza is and what happens there. But I remember that one of the things that struck me most was the back of a magazine on which there was the advertising of We Love Space, the Sunday party of the Club. I was astonished when I read some of the names on the program, not because they were big names, but because I never expected to see them at a club like Space. Only after I realized that actually that was a little bubble of exceptionalism, that it was something really special compared to all the other absurdities of the island. Because, let’s face it, listening to Francesco Tristano, Matthew Dear (that is quite different from listening to Audion) or Aphex Twin in a super-clubs like Space is not something so obvious. And the great thing is that to these artistic choices do not follow the lack of ibiza madness, indeed! It’s this cohesion of elements that makes We Love one of the best and particular party island.
Some weeks ago we had the chance to chat with Mark Broadbent and Darren Hughes, the minds behind We Love. The two, a few days before the opening of the new season, told us about the true origins of the party, about travels around the globe, about the day when Aphex Twin brought the Space roof down, about right ways of organizing a party. Folks, here is the history and soul of one of the best parties the world has ever hosted.
It’s really a pleasure hosting here the party with one of the most (probably the most) interesting calendars across the Isla Blanca and beyond: We Love … Space! As we read on the official website, We Love has its roots in the early 90’s, in Liverpool. It’s there that Darren started with the Cream club and than created the Home and Creamfield festival! Darren, can you give us a small summary of what happened before you guys landed to Ibiza?
Darren: I studied at Manchester Polytechnic (University) from 1987 to 1990. So as you can imagine i was in the right place at the right time, with The Hacienda & Justin Robertson’s Most Excellent being my play grounds during those years. I was never really into the Hacienda on the weekends, as i found it too ravey at the time, i used to go on a wednesday night, the night was called Zumbar, and it was aimed at ‘ trendy students ‘, the sound track being indie, electronic, hip hop & early house music, and the fashion crowd used to frequent the Hac on this night. Most Excellent was more my bag, dressed up party people. Time passed and by the time i had finished my degree and mover back to my home town Chester, i had grown board of being there so mover to Liverpool in early 1991 so i could be with my girlfriend at the time. It was there that i met James Barton & Andy Carroll, both were key Dj’s at Quadrant Park & The 051 club. To cut a long story short, having had many great nights out at Quadrant Park, not so many at the 051 club, me, James & Andy decided to open up our own small night at The Academy Nightclub, The annexe, on October 12th 1992. The night we called Cream, the rest is history. In May 1998 together with The Mean Fiddler we promoted our first festival, Creamfields, then i left Cream to join up with a company called Big Beat to launch Home in London in September 1999, continued with The Mean Fiddler promoting Homelands and started the first summer at Space in Ibiza as Home at Space, we did 2 summer’s under that title, until i left the Home organization and We Love Sunday’s at Space was born in the summer of 2001.
And you Mark? What were you doing in the meantime?
Mark: I was traveling in India with my then girlfriend Sarah – now my wife – for a long time and when I returned Sarah’ sister Charlotte had hooked up with Darren who at the time was running Cream in Liverpool. At the time it was difficult to find work in the UK – 1996 – where we lived so we ended up moving over to Liverpool and helping out at the club for a six month period before heading off back to India for another trip. We did this for a while and eventually were asked to look after operations in Ibiza for Cream by Darren who needed somebody he could trust out here. Things changed and we all moved on, myself and Sarah moved to Australia to set up the nightclub Home in Sydney and Darren to London to do the same there and in the meantime Home started at Space run by Darren. This was the real birth of We Love…Space.
Then, in summer 1999, the We Love party was born with the first events at Space Beach Club in Playa Den Bossa. How did your debarkation in Ibiza happen and why precisely at Space? Were you already in contact with Pepe Rosello [owner and founder of Space] or was it born all there?
Mark: At this stage this was all Darren as we were still in Australia – we returned to Ibiza in 2001 – but at this stage the event was called Home @ Space and not We Love… Sundays.
Darren: So for 2 summer’s, with me being based in London trying to make Home London work, and with Mark & Sarah in Sydney doing the same there, much more successfully than me in London may i add, i along with Danny Whittle, who a few years later moved onto being the promoter of all the nights in Pacha Ibiza, approached Pepe Rosillo the owner of Space with an idea to take over sunday’s at Space, which at that time was essentially an after hours club, opening at 8am and closing at about 2pm in the afternoon. The idea was to turn the sunday into a 22 hour party starting at 8am sunday and closing at 6am monday morning. This was launched as Home at Space and even though Home London was failing, Home at Space was a hit from the start, albeit unrecognisable to what it is today. Like i say, 2 years later with me departing from the Home organisation, We Love Sunday’s at Space was born from summer 2001, at which time Mark & Sarah returned from Sydney to join me to promote our night.
And what kind of relationship is there behind the axis Darren-Mark? How does your relationship evolve over time?
Mark: Darren is my Brother in law. He gave me the opportunity of a lifetime back in 1996/7 in Liverpool as previously discussed. Once I had showed to him that I was capable of running things in Australia – a prefect training ground – it was only a matter of time before we re grouped and started working together on shows in the UK and Ibiza. We became unhappy with how things were starting to feel in Sydney around 2001 and the opportunity arose to return to the UK to work on the Homelands festival. I think that this was the first time we worked together on programing events.
Darren: As Mark says, family is what we are, and it is this relationship that has been the defining bond over the years. Mark & Sarah worked running Cream Ibiza at Amnesia in 96/97/98, then onto Sydney where they began their apprenticeship in promoting proper… Home Sydney they made there own, and when they returned to the fold in early 2001 to run Homeland’s with me, and then onto We Love Space in the summer, we had finally reached a point whereby we were working as a unit, and me and Mark were finally programming and marketing a festival and unique weekly party in Ibiza at Space.
The choice of the words “We Love” is interesting. “Love” is a word widely used in electronic dance music, especially in the techno world. Why this choice, how was the name “We Love” born? Tell us its story: was it born from a particular episode or thought?
Mark: I think this actually came from a dude called Yan Kennedy, or more to the point he actually heard some people leaving Space one Sunday talking to each other and they were saying how much they loved Space on Sundays. Jan and Darren later became partners on variose projects including Home London and Home Ibiza.
Darren: The name ‘ We Love ‘, i have to say was hatched from myself, as Mark says Jan Kennedy was involved at the early stage of We Love along with Sasha, but after the summer of 2001 they didn’t continue and i along with Mark & Sarah grew closer and closer until we became fully fledged partner’s in all senses of the word partner’s. The name ‘ We Love ‘ came out of not wanting to create another ‘ superclub ‘ brand, as in Cream, the We Love tag was really meant to present ‘ Sunday’s at Space ‘, as a kind of endorsement to an existing brilliant party & club… i have to be honest, i was inspired by an existing event called I Love Techno, an event/festival in Europe.
From 1999 to 2012: almost 14 years of great music! In a so long lapse of time, you’ve necessarily lived various trends and changes that have characterized the club culture. Can you divide these 14 years of We Love partys in different phases, basing on sound and audience changing and on transitions of audience’s way of join and live your parties?
Mark: Not really. We have never really been swayed by the change in styles or trends in music. The last 14 years have been a gradual progression rather than a definate change in the style of music we program at We Love… we have booked acts that we think have made something interesting in whatever style they work. We program techno artists with electro artists with bass music artists with hip hop acts, live 4 piece traditional band based music alongside funk djs. It does not matter what style is being played as long as it is done with feeling, if you program acts at the right time in the night people will be exposed to music they might not have thought they liked but will end up giving it a chance. We program our event at Space like we used to program the festivals we worked on back in the day.
Darren: As Mark says it is difficult to summarise the last 13/14 years in phases, for many reasons. Of course, over that time many things have evolved & changed, from the club itself, which has been continually developed by Pepe, alongside Fritz Pangtatz in the early years, and Juan Arenas in the previous 4/5 years. It is this continual injection re-investment be it into the structure of the club, in the Funktion 1 sound system which is now throughout the club, apart from the sunset terrace, the lighting and audio/visual elements in the club, that has enabled our party to stay at the cutting edge. A defining moment in our history as a party at Space was in summer 2005, where the famous Space terrace was covered, a move which many believed would sound the end of the magic of the club. However, all that did was mark another pivital land mark in the genesis of the club and our party, it is true that by covering the terrace it changed the direction of the party, we may have said goodbye to some of the more glamorous older terrace faithful, but we ushered in a wind of change where we began in a direction that we are still forging ahead with today, which is i believe a more forward thinking but all embracing musical policy, unhindered by the weight of what had gone before on the hallowed Space terrace, it allowed us, and more appropriatly Mark, to really get his teeth stuck into the programming, and we and he has never looked back since then.
And after 14 years of experience, what kind of habits have you contracted regarding the relationship with artists? Do you usually have dinner together before the party? Where do you usually go for dinner and what are the artists with whom, after all this time, you feel really at ease, as if they were family?
Mark: We all have our favorites and we are, or at least I am, in a very nice position to be able to invite our musical heros of to come and play for us and this sometimes leads to friendships. I have been lucky enough over the years to meet some great people. As we are open quite early it’s often not easy to have dinner with people as we are already at the club before they arrive on the island but once people have played a couple of times they tend to want to get to Ibiza a day early or hang about after the club so we do get chance to talk. Some guys that have been with us for years do feel like part of the family and they in turn must feel like this too as they dont hold back telling me what they think is right or wrong about what we are doing. It’s nice to think that they can talk to us like this, it means they feel part of what we do and have some kind of responsibility to how we move forward.
Darren: Me and Mark often chat about what a privileged position we are in to be able to work almost totally with artists we like, and that like us. It is because of this mutual respect we and our artists have for each other, that we have become friends with so many of them over the years. The resident Dj’s are a good example of this, with people Andy Carroll & Jason Bye being 2 Dj’s that we have worked with for nearly 20 years, but there are many others too. Whether it is dinner, post club partying, or out of season hook ups, for example this winter me and Mark went to Detroit to spend some time there, and where we spent some quality time with Derrick May, and Carl & Hagi Craig, discovering their city, a city that me and Mark obviously have a lot to thank for, it was special time for me, i have very fond memories of the city and of the people that made us feel so welcome.
Why did you described the one of the 2006 as the best season ever (“2006 – Our best year ever in Ibiza”)? Why that season is so special for you?
Mark: I actually dont remember anything from 2006. I always think that the last year has been the best as it’s the one I remember most clearly. The last 14 years have all been pretty fantastic, we are blessed with the opportunity to make this life our work.
Darren: I think that you might be referring to a summer where we did very well number’s wise, it was the first summer that we had the benefit of programming following the covering of the terrace, so i think we nailed it in terms of what dj’s would do well, both on the terrace and across the club as a whole.
One of the elements that make you unique from other partys of Ibiza is certainly also your ability to cover a wide range of electronic genres, sometimes also inviting more experimental projects. What I wonder is: when you bring something really new in the island, when you make risky choices, how does the public react?
Mark: The public react very well for the most part, we have made a few bookings that have not worked too well but even if the room empties and only 30 people are left as long as the 30 people who are left are enjoying themselves its not such a bad thing, the people who dont like it can go somewhere else in the club and find something they do enjoy. I feel bad for the acts left standing there playing on their own but what can you do? it is always important to take chances or it would be impossible to move forwards.
Darren: As i have all ready said, Mark has become the driving force behind programming the club as the years have passed, and it with this in mind that i can say that he has rarely put a foot wrong in bringing in new emerging dj’s, or programming more esoteric dj’s, or dj’s that may be relatively unknown when he first books them, but go on to to become major dj’s, Joris Voorn being a good example of that recently.
Maybe, also the 7 rooms of Space, allowing you to combine newest projects to super star Djs in the same evening, will always guarantee you the success of the party?
Mark: Thats the idea yes but it is a little bit more complicated than that, the acts you book have to compliment each other in some way that is often not obvious to everybody looking in from the outside. I talk to people who are involved in our scene and they often can not understand how we have managed to get away with certain shows that we have put on but to me when i’m thinking about how to program the events it makes total sense. There is no sure fire way to ensure success, there is a lot of luck and timing required also.
Darren: I think you have asked the key question here, and it is precisly this balance, which is all ways a moving feast, the balance of the different musical offerings across the rooms, from the headline dj’s, to our island resident dj’s, that define what We Love will mean during the summer that we promote our party’s at Space.
For example, linking up again with your ability to invite artists from different electronic environments, I’ve always been wondered: how is listening to Aphex Twin at We Love of Ibiza?
Mark: Probably better than listening to him anywhere else. We have what is considered by people in the know to be the best sound system in the world right now. The first time he played for us a couple of years back he actually brought the roof/ceiling down at the soundcheck with the amount of bottom end he was putting out. Both times he has played for us have been a sonic adventure that anybody who witnessed it will never forget, I and many others were actually walking into things we were so disorientated after last years show. Nothing short of amazing.
Darren: We had talked for years about having Aphex Twin perform at one of our party’s, Mark knowing more than me if this would work for our party or not. And then 2 summer’s ago we had the opportunity of making this happen, and the closing party’s for summers 2010 & 2011we had A.Twin headline our party’s, a dream come true especially for Mark, and A.Twin didn’t disappoint.
What are performances and news of the next season you’re really curious to see how will they go?
Mark: I’m looking forward to catching Scuba and Ben UFO as I think they will enable us to move into a territory lots of people thought would not work on Ibiza. We have booked Modeselektor for the closing with another act i’m not in a position to mention just yet but I am very very excited about. The Four Tet v’s Caribou show in September with Carl Craig on the terrace will also be pretty interesting, I love what they are doing with African Highlife at the moment and although it is a very brave move to program this on the terrace that is used to quite straight up house music I know they are going to work really well, mostly due to the sonics in that room. It will sound fantastic.
Darren: All artists that have not played with us before, or have not performed in Ibiza, have us anticipating how it will work out. Last summer having Henrik Schwarz for the first time was awesome for me, and this summer i get the feeling Modeselektor will deliver in a similar way, there are many other’s as Mark points out that have us waiting with baited breath.
Another element that characterizes your parties is the graphic style of the promotion: perennial links to a circus reality, almost as if, once come into We Love party, we are in a reality of clowns, lions trainers, jugglers and fire eaters! Why did you make this particular graphic choice?
Mark: I like to think up slogans, it’s called copy writing I think. So everything starts with that and then myself and Darren have a think about what would look right with the slogan and we talk with our artists, do them some terrible sketches and then give them a hard life until they come back with something we have imagined. We are very fortunate to work with artists we can talk to and understand what we are talking about. This last two years add campaigns have come from the tie lines “The Greatest Show On Earth” and “A Circus Of Sound” which is how I feel about what we do at Space.
Darren: Graphic identity has all ways played a critical role in imagining our events, and it is to David Tazzyman & Bruce Fisher that we owe an aweful lot to over the years.
To celebrate 23 years of Space Club, you decided to invite the Chemical Brothers. I know that both you are deeply linked to the music of CB! After that in ’93 they were driven from the console because their music was considered inappropriate… Wait! Here I want to learn: is it true that Pepe has driven them from the “Terraza” for this reason? How did it go?
Mark: I was not there but ive heard the stories and it is a very big shame that the customers at Space then were not as open minded as our customers are today, if i’m honest the music that was played on the space terrace back in 1993 was pretty terrible for the most part in my opinion. Happy People In The Morning!
Darren: Haha, Mark is all ways capable of making me laugh with his unique perspective on events, people whatever. Pretty aweful music on the terrace back then eh, well, Pepe certainly thought that of Tom & Ed, The Chemical Brothers back in 1993, at a Cream party we held at Space, where Tom & E were duly kicked off the decks by Pepe for scaring the customer’s, taking us over 15 years to entice them back to Ibiza and to our party, which i am happy to say this summer they will headline the Space birthday party, the 3rd time they will have played for us at Space in the last 4 summers. Yep, We Love The Chemical Brother’s.
Well, it’s fun to see how, in the early period, The Chemical Brothers were sometimes driven out by prominent figures and they have anyway become what they are today … It also happened in 1995 with Oasis! But back to our question: it’s interesting your choice: why did you book them exactly for the birthday of the Space? Have you seen “Don’t Think“? We did!
Mark: I would also have kicked Oasis out of anywhere given the chance but We Love… The Chemical Brothers. I have seen the film and can not wait for the show with us this August 12th. They are about the most perfect live electronic act out there and definatly the most perfect for us, they totally encapsulate the Acid House spirit that we try to convey at We Love… We grew up with these guys, going to their parties and listening to their records and it is an absolute joy to have them play for us at our birthday party.
Darren: Yeah, seen it. Simply, they are the biggest and best dance artists that We Love, no better artist to headline the biggest party of our summer.
I would steal a curiosity: what is between the 7 rooms offered by the club (disco, Terrace, Sunset Terrace, Premier Etage, Red Box, El Salon) the one you love most during the We Love partys, the one that, in your opinions, has the best vibe and atmosphere? Why?
Mark: I like them all for different reasons although you will generally find me in the mainroom – discoteca – as it is nice and dark in there and musically it is more in keeping with what I personally prefer to listen to. I like hard dark music played very loudly. The vibe or atmosphere has very little to do with the room itself but has everything to do with who is controling the events within that room and the people who are in the room and this changes week to week over the summer. Seeing James Zabiela in the discoteca is something very special indeed as was watching Dixon drop Back To Black last summer on the main terrace, Alfredo on the Premier Etage is something that anybody with even the remotest interest in the heritage of the island and it’s Balearic musical roots should witness at least once. It’s all bloody amazing really and never fails to amaze me when i’m walking around the venue.
Darren: I agree with Mark that all of the rooms are capable of creating magic, over the past 2 years,from Henrik Schwarz on the Terrace, to dOP in the Red Box, Alfredo on the premier etage, to Funkagenda & Jon Ulyssis on the sunset terrace, but for me, the DISCOTECA is now where dream’s are made reality, where i am witness to the magic that only used to be created on the terrace many year’s ago, and it’s the discoteca that will shape our dreams in years to come.
Before leave, I would ask you probably the most important thing of our conversation: What is We Love for you? How would you describe it and what are the basic principles of this party? In short: why someone who has never been to your parties should do it at least once in his life?
Mark: A musical adventure to share with friends.
Darren: If magic can be found in a club, it is at Space, We Love Space.