Facendo un salto indietro al 2005 era come se nessuno ascoltasse downtempo, ma da quando Mark E ha cominciato a legarsi a quel genere, tutti erano misteriosamente già pronti. Probabilmente non c’è nulla da sorprendersi, anche sul dancefloor c’è sempre stata fame per sonorità più lente. È fuor di dubbio però che Mark E si sia fatto un nome nell’ambiente per l’originalità della sua musica: ipnotica e morbida. Le sue produzioni vantano i nomi di etichette storiche come Jiscomusic e Sonar Kollektiv, ma è la sua creatura Merc ad assorbirne gran parte del tempo e del talento, specialmente con il suo ultimo lavoro Project E. Soundwall ha avuto il piacere di intervistarlo e conoscerne meglio storia e progetti futuri, quindi state attenti e continuate a leggere.
Anche se sei nato e cresciuto a Wolwerhampton, la tua carriera come dj e produttore è profondamente legata alla scena di Birmingham. Puoi raccontarci meglio del tuo primo approccio alla musica e di come questa passione si sia evoluta da quando ti sei trasferito a Birmingham?
Il mio primo approccio alla musica è stato principalmente basato sul sampling, non so nè suonare nessun strumento, nè leggere musica. Ero intressato a comprare dischi e fare il dj, ma ho sempre immaginato di come poter modificare una traccia oppure allungarne una parte. Così non appena ho avuto la possibilità di avere dei software musicali, questa curiosità per manipolare tracce e suoni si è trasformata in realtà. Tutto questo è successo a Wolwerhampton, tutta la creatività che ho assorbito proviene dai Wolves (gli abitanti di Wolwerhampton, ndr). A quei tempi c’era un gruppo di gente che ci credeva davvero, c’era un vero e proprio senso di movimento e “scena”, ma quando mi sono trasferito a Birmingham per studiare design per arredamento ho cominciato a far parte di quella scena musicale. Andavo in posti come l’House of God e l’Atomic Jam al Qclub, dopo a serate come il Leftfoot, il Jigsaw & Bambam… questi posti hanno creato il mio network di amici che mi ha aiutato a far crescere la mia musica.
Il tuo primo singolo Scared ti ha catapultato tra gli artisti più rilevanti del genere downtempo.
Come è andata esattamente?
É difficile individuare una causa precisa per quello che è successo, era un periodo in cui tanti nuovi territori venivano aperti da generi emergenti come broken beat, nu-jazz & neo soul. Oltre che all’house, mi stavo appassionando a tutti questi nuovi generi. Se poteste ascoltare il demo che mandai a Gilles Peterson, trovereste 10 tracce con tempi differenti, dalla techno al downbeat. Quindi direi che non è stata una scelta consapevole quella di affermarsi nella produzione di musica downtempo, solo che in quel momento ha funzionato. Sempre in quel periodo ricordo Philpot che suonava ad un ritmo più lento, andai a vedere 3 Chairs a Sheffield e loro erano i veri ambasciatori di un’house più downtempo, c’erano i soul edit di yam who & blackbeard, ho visto un’esibizione live di Amp Fiddler all’elektric chair party dove house, soul e techno erano suonate una di seguito all’altra con una facilità che penso di non aver mai sentito in nessun altro club. Il genere downtempo c’è sempre stato.
Hai sempre immaginato un risvolto professionale alla tua passione per la musica oppure è stato proprio il successo di Scared che ti ha indirizzato verso un percorso del genere?
Non ho mai immaginato la musica come una professione, ma più musica faccio, più ricevo richieste per suonare. Il che significa che sono fortunato abbastanza da poter vivere la musica come una professione.
La tua musica trae ispirazione dalla house classica e dalla disco, ma quale artista ha maggiormente influenzato il tuo suono?
Anche stavolta non è possibile individuarne uno, ce ne sono troppi. Sicuramente la maggiore ispirazione l’ho trovata nel gruppo storico di Detroit come KDJ e Theo Parrish, entrambi parte dei 3 chairs fra l’altro, ma anche Omar S, Carl Craig, UR, etc.. Aggiungo anche gente come DJ Pierre, Felix Da Housecat ed anche Jonny Vicious.
Dando un’occhiata alla situazione di oggi invece, quali trovi che siano gli artisti e le label più interessanti?
Al momento adoro tutto ciò che proviene da Parkway/Parkwest, per me Mark Seven non può fare errori mentre Scott Grooves sembrerebbe essere su un’onda di successi, tutto quello che ascolto di suo è roba validissima.
Leggendo la tua discografia non sembrerebbe che tu sia particolarmente propenso alle collaborazioni, mi sbaglio?
Ne sono consapevole, ma adesso la situazione sta cambiando, specialmente grazie alla direzione in cui sta andando Project E. Comunque è vero, in passato ho sempre lavorato meglio da solo. Non adoro particolarmente avere un ritaglio di tempo in cui crearci musica, mi sembra troppo forzato. Sono convinto che la magia avvenga la notte tarda, piuttosto che a un orario stabilito e comodo per tutti. Non mi trovavo nemmeno a mio agio con altre persone che invadevano il mio metodo di lavoro. Poi, maturando come produttore la situazione è migliorata e mi sono reso conto che ho bisogno di gente con cui collaborare, specialmente musicisti. Il che è un po’ quello che sta succedendo adesso.
Una cosa che ho sempre apprezzato della tua musica è il ritmo delicato e ipnotico. Cos’è che ti affascina di quel tipo di tempo rallentato?
Adoro la roba ipnotica, qualsiasi sia il tempo. Quando ascolti un dj suonare e poi ti accorgi che quella traccia va avanti da dieci minuti è qualcosa di incredibile, la monotonia prende il sopravvento e diventa la traccia stessa.
Alcune tue tracce però sono più deep e veloci, specialmente le tue ultime produzioni. È un caso, oppure fa parte di un progetto verso cui si sta indirizzando la tua musica?
Penso sia abbastanza noioso riprodurre sempre la stessa musica con lo stesso tempo. Sembrerà un clichè ma io amo veramente l’house music in tutte le sue forme e variazioni, la sogno regolarmente. Ha! Per questo voglio esplorarla, magari sentendo qualcosa che mi ispiri potrei tentare anche io di riproporla.
Pensi che il crescente consenso di cui gode il genere downtempo ha qualcosa a che fare con un generale invecchiamento di chi frequenta i club?
Assolutamente no, la gente vecchia balla la techno.
Sono sempre stato affascinato dal modo in cui crei tensione musicale nelle tue tracce, sempre lontano dai clichè. Non ci sono pause ovvie, crei spesso tensione tramite la melodia piuttosto che ricorrendo a grandi percussioni o roba del genere. Qual è la tua tecnica per produrre musica?
Ritengo che nella musica, per durare a lungo e proporre qualcosa di solido, bisogna stare lontano da questi clichè. Però allo stesso tempo è difficile creare musica che abbia un impatto immediato. Non saprei, sono più per la linearità, tracce che evolvono e in cui tornando indietro puoi scoprire ogni volta qualcosa di nuovo. Mi piace comporre per livelli, sentire tracce che continuano a costruire qualcosa di più grande.
C’è qualche novità su di te o sulla tua label Merc che vuoi condividere con i nostri lettori?
È stato un periodo molto intenso, specialmente a causa della mio essere (pre)occupato con Merc. Ad ogni modo sono molto contento di produrre musica ancora una volta con Gerd Janson su Running Back, l’EP “Black Country Roots” uscirà entro settembre. Al momento sto producendo il mio secondo album per la Spectral che uscirà all’inizio del 2014. Ma ci sono novità anche per Merc, Chicago Damn farà il suo ritorno con un 12” attorno a Novembre e anche Project E ha bisogno di darsi ancora una mossa per l’anno prossimo.
English Version:
Back in 2005 it was like nobody was listening to a slower tempo, but when Mark E started latching onto that stuff, everyone was surprisingly ready for it. On the one hand, it’s probably no surprise, there always been a certain appetite for a slower sound even on the dancefloor. On the other, it’s no doubt that Mark made a name for himself because of the originality of his music: a well balanced combination of mesmerizing and gentle sounds. He released EPs on classic labels such as Jiscomusic and Sonar Kollektiv, but most of his talent and efforts are made in name of his own label Merc, especially with the last work Project E. Soundwall has had the pleasure of interviewing him about his story and his next steps, so stay tuned and keep reading.
Even though you were born and raised in Wolverhampton, your career as dj and producer is deeply rooted into the Birmingham scene. May you tell us more about your first approach to music and how did it explode when you moved to Birmingham?
My early approach to music production was very much based around sampling , I don’t know how to play any instruments or read music. I was heavily into buying records and djing and always imagined how I would change a record or extend a section of someones elses music and when I was given a cd full of music making sofware this curiosity in manipulating tracks and sounds was soon realized. This all happened in Wolverhampton, the creativity all came from Wolves, there was a real hardcore group of people there at that time, a real sense of a movement and a “scene”, but when I moved to Birmingham to study a degree in furniture design I got into the music scene there. I was going to parties like House of God & Atomic Jam at the Qclub, then later at nights like Leftfoot, Jigsaw & Bambam, these places formed the newtwork of friends which helped get my music out there.
Your first single Scared put yourself among the most natural talents of the downtempo genre. How did it happen?
Its hard to pinpoint why that happened, it was at a time when a lot of new ground was being broken with emerging genres, like broken beat, nu-jazz & neo soul. Along with house I was getting into all of those, and if you would have listened to the demo tape I sent to Gilles Peterson you would find 10 tracks with varying tempos, from Techno to downbeat, so it wasn’t a conscious idea to make down tempo music, it just hit at the right time. I remember Philpot were putting out a slower sound at this time, i went to see the 3 chairs in Sheffield and they were real amabassadors of slower house, there were the soul edits coming from yam who & blackbeard, I saw Amp Fiddler live at the elektric chair party where house, soul & techno were played next to each other with such ease, I dont think i had heard that before in my clubbing experiences. So this downtempo genre has always been there.
Have you always pursued a professional path in music or the success of Scared steered yourself to that direction?
I would never have envisiged music as a profession, but yes the more music I put out the more dj work I received which means I am lucky enough to pursue music as a profession.
Your music draws inspiration from classic house and disco music, but which artist influenced most the shape of your sound?
Again, its impossible to say just 1, there are so many I view as influences. I would say the whole detroit crew as a major infuence, KDJ, Theo Parrish, all of 3 chair group in fact, and also Omar S, Cral Craig UR etc. Plus people like DJ Pierre, Felix Da Housecat, even Jonny Vicious.
Taking into consideration today’s scene instead, which artist and label sound the most inspirational to you?
Currently im loving everything that’s coming from Parkway/Parkwest, Mark Seven can do no wrong in my eyes, Plus Scott Grooves seems to be on a roll, everything I hear from him is solid.
Looking at your discography you do not look really keen on collaborations, am I right?
Yes Im conscious of that, but this is changing right now, especially with the Project E direction. But yes in the past ive always found I work better alone. Im not a fan of having a time slot to create some music within, it seems too forced, im a believer in magic happening late at night rather than selecting a convenient time and place for everyone to attend. But also i used to feel uneasy with others intruding my working method, but as i mature as a producer It sits better, it has to, im realising i need others to collaborate with, especially with musicians, which is happeining right now.
One thing that I’ve always liked about your music is its very gentle, almost hypnotic pacing. What is it about that kind of muted tempo that appeals to you?
I love the hypnotizing stuff, whatever the tempo. When you are listening to a dj play a track and then you realize its been going on for about 10 minutes its mind blowing, the monotony takes over and becomes the track.
But some of your music is a bit faster and deeper, especially your last releases. Is it happened by chance or is there a new project for your sound to head at?
I think it would be pretty dull if you just reproduced the same music with the same tempo over and over again. I mean, It sounds cliche, but I literally love House music in all its forms and variations, I dream about it regularly, Ha! So I want to explore it, I might hear something which inspires me so I have a go at it too.
It seemed like you and other artists, as Henrik Schwarz and 6th Bourogh Project for instance, really latched onto this slower thing something around five or six years ago and then it just took off. It was like nobody was listening to that stuff but when you started doing it, everyone was ready for it. How would you explain that?
As answered previously, its unquantifiable to me.
Do you feel that the appreciation of slower tempos has anything to do with an overall aging of the clubbing population?
Not at all, Old people dance to techno.
I’ve been really fascinated by the way you build tension in your tracks, you’ve always been far from clichès. There are no real obvious breakdowns or anything; the tension is often unshackled through melodic means, rather than through some big drumroll or something similar. What’s your technique to produce music?
I believe there is longevity and substance in music that stears clear of the cliches as you say, but I think i also find it difficult to create music thats immediate, I don’t know, Ive just been more into the linear, evolving tracks that you can come back to and find something new in every time. I like layers, I really like layering, I like to hear tracks that build and build into something big.
Any news you’d like to share with our readers both about yourself and about your label Merc?
Well its been a while coming, mainly due to me being pre-occupied with Merc, but Im very happy to be releasing music with Gerd Janson once again on Running Back, the “Black Country Roots” EP is due out end of September. I am currently producing my second album for Spectral due out early 2014 and with Merc, Chicago Damn makes his return with a 12” around November time and then Project E needs to get moving again next year.