Martyn e Illum Sphere, due artisti molto diversi fra loro, eppure così vicini. Entrambi hanno pubblicato per Ninja Tune, e Ryan (Hunn, il vero nome di Illum Sphere) porta in curriculum release per la 3024, la label di Martyn (Deykers). Legati a doppia mandata – infatti se si cerca Illum Sphere su Google, il primo nome che esce nelle ricerche correlate è quello di Martyn – colleghi quindi, ma anche amici da lungo, lunghissimo tempo.
Due le release, vicinissime per data di uscita, lontane per tutto il resto, come i due personaggi di cui sopra. Recentemente è uscito il disco di Martyn, lavoro a quattro mani con l’amica di una vita Steffi (Doms), uscito sotto il nome di Doms & Deykers appunto, dal titolo “Evidence from a Good Source”, un lavoro che rimanda al dancefloor, una release da ballare, un progetto in coppia che ha riscosso grande successo nella sua data zero qualche mese fa al Panorama Bar di Berlino. Il 4 novembre è uscito invece “Glass” LP, l’ultima fatica di un Illum Sphere, che si manifesta in una veste diversa rispetto a quella a cui ci ha abituati negli anni.
Proprio per questa vicinanza tra i due protagonisti, ci è stata proposta una intervista doppia, ma proprio per questa vicinanza tra i due protagonisti quella che doveva essere una intervista doppia è finita ad essere un botta e risposta tra i due amici che si sono persi nei meandri dei ricordi e della loro stessa conversazione, tra calcio, musica, bambini, e noi la riportiamo così come è uscita.
Come e quando vi siete conosciuti?
Martyn: Credo ci siamo conosciuti intorno al 2008 e qualcosa in Manchester…
Illum Sphere: ah si, quando abbiamo fatto quella data insieme al Roadhouse. Siamo andati al Tea Shop di Scruff? Io, te e Marcus Intalex?
M: oh, cosa hai tirato fuori! Ma no, quella dev’essere stata un’altra volta.
I: allora è stata la volta in cui ci siamo salutati e scambiati della musica.
M: si, ma penso anche che avevamo un sacco di amici in comune, quelli di Brainfeeder, che venivano a Manchester abbastanza spesso, e anche la connessione con la drum’n’bass di Manchester attraverso Marcus, che penso che hai conosciuto grazie a me, no?
I: si, e non avevo mai conosciuto Marcus fino ad allora, anche se era senza dubbio una leggenda locale. Penso fosse appena uscito il mio primo disco e stessi per cominciare il secondo quando mi hai chiesto di farti un remix.
M: dev’essere stato intorno al 2009. Era appena uscito il mio “Great Lengths” LP e stavo pensando a una collezione di remix. L’idea che stava dietro alla compilation era catturare artisti e suoni completamente differenti in un singolo 12”. Era una idea abbastanza nuova e originale al tempo, ora più o meno è lo standard. Il primo 12” porta remix di Zombi e Redshape, il secondo ha IL remix di Ben Klock e il tuo remix di “Brilliant Orange”, quel pezzo ambient. Poco dopo questo mi hai mandato una bozza che poi è diventata l’inizio di “Titan” EP.
I: e siamo amici da allora.
M: si, alla fine si.
I: forse il tuo amore per il calcio ha qualcosa a che fare con questo… raramente parliamo di musica.
M: Questo è vero, perfino “Brilliant Orange” è stata ispirata da un libro sull’eccellenza e la peculiarità del calcio olandese. Penso che il sottotitolo di “Brilliant Orange” fosse “il genio nevrotico del calcio olandese” o qualcosa del genere, poi lo hai portato a un livello superiore con un remix dedicato al Cruyff turn (evasiva mossa calcistica che prende il nome dal giocatore olandese Johan Cruyff, ndr).
I: dopodiché tu mi hai chiesto di fare un montaggio con una montagna di girato su Cruyff per il video del remix, ed è stato lì che mi hai comprato completamente.
M: e comunque quel video è ancora meraviglioso, no?
I: ah, potrei guardare filmati su di lui per ore e ore. Infatti l’ho fatto quando dovevo trovare il materiale per il video.
M: da allora la nostra amicizia è basata sul calcio, e sulla musica. A volte un po’ più sul calcio, a volte un po’ più sulla musica. Musicalmente abbiamo preso strade diverse, io sono passato da “Great Lengths” per 3024 a Brainfeeder, tu hai lavorato per Young Turks, Tectonic e alla fine dopo tutta questa strada ci siamo ritrovati di nuovo sotto lo stesso tetto di Ninja Tune.
Ok, raramente parlate di musica, quindi una domanda scomoda: cosa pensate uno del lavoro dell’altro?
M: Tu per primo, dai (ride).
I: beh, il primo disco che ho avuto di Martyn è stato il 12” “Velvet”, che ancora apprezzo molto, seguito a breve distanza da “Broken” e ovviamente lo dovevo ascoltare tutto, come fa lui, visto che ce li mandiamo sempre. Ma quello che mi piace della sua musica è che anche se si è evoluto e ha cambiato suono rispetto alle sue prime produzioni, la sua mano è sempre riconoscibile, puoi sentire che è lui. Trovi la sua firma in piccoli, riconoscibili dettagli, come il modo in cui usa percussioni, synth stabs… E la sua musica suona sempre piena, a livello sonoro. Ho sempre una punta di invidia nei suoi confronti per questo.
M: penso che tutto sia iniziato con “Chasing the Midnight Moth”, che credo ancora sia un bellissimo pezzo. È uscito in un periodo molto sano per la musica, è ridicolo pensare a quante ottime tracce sono state pubblicate in quel periodo, come ognuno cercava di elevare l’altro producendo melodie e beats sempre più nuovi, più instabili e fragili. Le produzioni di Ryan sono iniziate in modo molto “denso”: molti strati, diversi suoni e idee all’interno di una singola traccia. Negli anni è bello vedere il suo cambiamento come persona anche nella sua musica: è diventato più aperto e arioso, senza però perdere il suo personale sound.
I: si, in effetti questo album, per esempio, è più spazioso. Le singole idee hanno spazio per respirare, paragonate ai lavori iniziali che, come dici tu, erano molto densi.
Quindi, visto che solitamente ascoltate i lavori uno dell’altro, avrete anche ascoltato i vostri rispettivi dischi che sono usciti recentemente. Martyn, qual’è la tua traccia preferita di “Glass”, e Ryan, qual’è la tua preferita di “Evidence from a Good Source”?
M: secondo me la traccia migliore dell’album è “Thousand Yard Stare”, fondamentalmente per le questioni che abbiamo discusso prima, la musica è più essenziale, ma quello che è veramente importante, diversamente da un sacco di musica dimenticabile di questi tempi, è che fa affidamento su una idea melodica e non solo su una collezione di suoni… penso che comunque la nostra musica attuale,mente sia molto differente, siamo entrambi interessati a scrivere melodie e non solamente produrre qualcosa che suoni trendy e cool in un club, ma qualcosa che rimanga nel tempo.
I: grazie, man! Penso che la mia traccia preferita dell’album di Doms & Deykers sia “Faye’s Slide”. Mi ricorda veramente qualche lavoro dei Galaxy 2 Galaxy. A livello di suono, veramente tosta e tecnologica, e dalla parte delle vibrazioni, è veramente divertente e ha un bel funk. Una traccia-killer.
M: Faye (mia figlia) è stata in effetti una grande ispirazione per il mio disco. Visto che parlavo con Steffi praticamente ogni giorno, voleva vedere Faye su Skype. Un giorno le ho mandato un video della bambina al parco giochi, mentre scivola lungo un largo scivolo, emettendo un piccolo, divertentissimo grido. A Steffi è piaciuto così tanto che ha voluto metterlo in una traccia, così che il “WOOO!” rallentato che si sente nel pezzo è proprio la voce di Faye sullo scivolo.
I: “WOOO!” Mi sembra proprio il miglior modo per concludere.
ENGLISH VERSION
Martyn and Illum Sphere: two different artists, but really close to each other at the same time. Both released on Ninja Tune, and Ryan (Hunn, Illum Sphere’s real name) released for Martyn’s (Deykers) label 3024 too. Tightly connected – if you look for Illum Sphere on Google, the first result on the related search is Martyn’s name – as co-workers then, but good friends since years and years as well. Now they’got two releases out there: close in time as date of release but far from each other in everything else.
Martyn released a collaborative work with the friend of a lifetime Steffi (Doms) under the Doms & Deykers moniker titled “Evidence from a Good Source”, a dancefloor-oriented project who was already successful in its very first appearance some months ago at Panorama Bar in Berlin. On the other hand, November 4th sees the release of Illum Sphere’s latest effort, “Glass” LP, which appears to be quite different from his previous production.
As a result of this (partial) “closeness” between the two artists, Soundwall was asked to run a double interview; as a result of this closeness though, this double interview ended up as a back and forth chat between the two old friends, lost in words and memories, between football stories, music, children and everyday life. We report it as it stands.
How and when did you guys first meet?
Martyn: I think we met in or around 2008ish in Manchester…
Illum Sphere: ah yeah, when we did that gig together at the Roadhouse. Did we go to Scruff’s tea shop? You, me and Marcus Intalex?
M: ooohhh, but that might’ve been later at a different gig.
I: so it was the gig then we just kept in touch and swapped music.
M: yeah, I think also we had a bunch of mutual friends in the Brainfeeder lot, who came through Manchester quite a lot, as well as the Manchester DnB connection with Marcus, who I think you met through me no?
I: yeah, I’d never met Marcus until then, even though he was a local legend. I think I’d just put my first record out and was about to do my second when you asked me to do a remix for you.
M: yes that must have been around 2009. I just did my “Great Lengths” LP and was contemplating a remix package. The idea behind that was to capture radically different artists / sounds on a single 12”. That was a pretty ‘new’ idea back then, now it’s kind of the standard. The first 12” had remixes by Zomby and Redshape, the second had “THE” Ben klock remix and your remix of the ambient piece Brilliant Orange on it. Soon after this you sent me a sketch that became the beginning of the “Titan” EP.
I: And we’ve been friends ever since (laughs).
M: yes, the end, haha.
I: Maybe our love of football has something to do with it though… we rarely talk about music.
M: This is true.. even “Brilliant Orange” was inspired by a book about the excellence and peculiarity of Dutch Football. I think the “Brilliant Orange” sub title was ‘the neurotic genius of dutch soccer’ or something like that, then you one-upped it with a remix dedicated to the Cruyff turn (evasive football move that was named after Dutch footballer Johan Cruyff, editor’s note).
I: And then you asked me to make a montage of loads of Cruyff footage for the video of the remix, so that was me sold.
M: Yeah thats still an amazing video isn’t it?
I: I could watch videos of him for hours though. Actually I did when finding stuff for that.
M: Ever since then our friendship is pretty much based around football and music. Sometimes a little bit more about football and sometimes a little more about music. Musically we both took off on separate journeys – I went from 3024’s “Great Lengths” to Brainfeeder, you did work for Young Turks, Tectonic and then we ended up under the same umbrella again at Ninja Tune.
Since you said you rarely talk about music, here is an uncomfortable question: what do you think about each other’s work?
M: you first (laughs).
I: well, the first record I got of Martyn’s was the “Velvet” 12”, which I still think is great, closely followed by “Broken” and then obviously I have to hear everything, like he does, as we always send each other it. But what I really like about his music is that you can tell it’s him even though he’s moved away from the earlier sounding stuff. He has little signature moves like the way he uses drums, synth stabs etc. And his music always sounds great sonically too. I always get a bit of mix down envy.
M: I think it all started with “Chasing The Midnight” Moth which still is a really great song in my opinion. That came out in such a healthy time for music, ridiculous how many great tunes came out, how everyone was trying to one up the other by doing newer, wonkier, fragile melodies and beats. Ryan’s stuff started off very “dense”, many layers, many sounds and ideas into a single song. Over the years it’s great to see that as he changed as a person, the music has become more open and breezy, more contemplative and direct, without losing his sound.
I: yeah, this album, for example, is more spacious. Singular ideas being allowed to breathe compared to the earlier stuff which, as you say, was very dense.
So, given that you normally listen to each other efforts, I assume you listened your corresponding new albums. What are your favourite tunes on each other’s new LPs?
M: “Thousand Yard Stare” is the best thing on the record for me – basically for the reasons we discussed earlier.. the music is more stripped down – but what’s also very important is, that unlike a lot of forgettable music these days, it relies on a melodic idea and not just “a collection of sound”… I think although our music nowadays is quite different, we both are interested in writing melody not just something that sounds trendy and cool in the club, but something that lasts.
I: Aww thanks man. I think my favourite from the D&D album has to be “Faye’s Slide”. It really reminds me of some of the Galaxy 2 Galaxy stuff. Sonically, really tough and technological. But vibe wise, it’s really fun and actually has a real funk about it. It’s a killer.
M: Faye (my daughter) was a major inspiration for the record actually. as I talked to Steffi almost daily she would see Faye on Skype. one day I sent her a video of Faye at the playground and the little yell she did when going down this large slide was so funny. So Steffi said we should put that in a tune, and thats the slowed down “woooo!!” you hear in the tune.
I: Haha, “woooo!!” seems like a good note to end on.