E ora cosa c’entra il genio di Mathew Jonson – Cobblestone Jazz vi dice qualcosa? Wagon Repair? Ecco… – dicevo cosa c’entra il genio di Jonson con due tracce facili come queste? “Automaton”, nome che intitola il lavoro, e “In The Stars” sono due produzioni normalissime, degne di citazione, per carità, ma inaccostabili a sensazioni quali entusiasmo, giubilo, depressione, paranoia, rabbia o solitudine. Ebbrezza? Zero.
Qui stiamo parlando di due grossi loop di house vagamente tribali barra africani con una serie inserti di qualità (diciamo mini-inserti) tipo la sirena un po’ eighties di “Automaton”, non male davvero quella. Anche se, devo dire, che la sirena un po’ cozza con quel basso che sempre si ripete nelle produzioni Crosstown Rebels, quel rotondone “wha wha whaoom” (gli onomatopeici non sono il mio forte, s’è capito) che io personalmente apprezzo ma che in fondo non ha niente a che spartire con le idee che quasi tutti voi conoscono del grande Mr. Jonson, e forse con quell’anticchia d’anima dell’EP. Anticchia scarsa…
“In The Stars”, il B-Side, è appena più intrigante del lato A. Ti rilassa con quella melodia così soffice che fa quasi venir voglia di andare a letto, o di sculettare, dipende dal giorno della settimana, perfettamente a metà fra le cose lente di Aphex Twin e un disco qualunque dell’etichetta Wolf & Lamb. Ho reso l’idea? Ah, dimenticavo: secondo me “In The Stars” diventerà una hit delle sale d’aspetto degli aeroporti internazionali, dategli solo un mesetto di spamming. Diciamocelo, da quel punto di vista Damian Lazarus ci sa proprio fare.