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[tab title=”Italiano”]Facile dire, per un affermato trentenne producer e dj richiesto nei migliori party mondiali: “amo il lavoro che faccio“. Chi non lo amerebbe? Eppure, scambiando due battute col tedesco Mathias Kaden, ti accorgi di quanto il ragazzo viva letteralmente per la musica. Cresciuto tra il Kassablanca ed il Muna a Gera, sua città natale, Mathias ad oggi ha fatto la fortuna di Vakant, su cui ha pubblicato i primi pezzoni, ma le etichette che ormai si fidano ciecamente dei suoi lavori sono molte ed importanti – Freude Am Tanzen, Desolat, Upon.You e Sincopat per fare qualche nome – oltre alla sua “seconda casa” Watergate, per la quale ha firmato l’ottimo remix “Watergate 14” uscito pochi mesi fa. Pochi artisti sanno trasmettere la propria passione per la musica come Mathias e le folle che puntualmente affollano i suoi set non sono che la conseguenza di una dedizione totale al proprio lavoro.
Prima di tutto vorrei parlare di quel trascinante entusiasmo che contraddistingue ogni tua performance. Ho notato immediatamente il grande feeling che si crea tra te e la gente. E’ chiaro e lampante che ami davvero il tuo lavoro!
Grazie, un bel complimento! Il mio entusiasmo è un’estensione naturale delle emozioni che mi dà la musica, oltre al il mio lavoro e la gente per la quale sto suonando…personalmente, alla mia età (da poco trentenne) penso che sia realmente importante mantenere il vecchio spirito di quello che facciamo, dopo tutto parliamo di musica, di gente, di divertimento. Non voglio dimenticare mai questi aspetti, nessuno degli interessati a questo mondo dovrebbe mai dimenticarlo, è per questo che siamo qui, divertimento!
Sei cresciuto a Jena, Germania, tra il Muna e il Kassablanca, due club importantissimi per la tua carriera. Sono curioso di sapere come vivevi quelle prime esperienze da giovanissimo nella scena clubbing (14 anni il primo turntablist?!) e delle tua amicizia/collaborazione con Marek Hemmann. Oggi tu e Marek siete entrambi affermati nella scena, se ne può dedurre che la collaborazione sia stata fruttuosa per entrambi…
Nel 1995, proprio quando cominciavo ad interessarmi a certe sonorità, venni a conoscenza di questi due club, il Muna e il Kassablanca e tutto quello che ho desiderato fin da subito fare è stato andarci per fare esperienza, ma ero troppo giovane. Dovetti aspettare fino a 17 anni e quando venne il momento, partimmo in “missione” con un amico più vecchio che aveva la patente e ci portò. E’ stata un’esperienza sorprendente ed è da quelle primissime esperienze che nacque la mia passione per la musica e per il club. Ero ossessionato, ho capito che tutto quello che volevo fare era il dj…sempre!
Nonostante la giovane età sei già un veterano della scena, è quindi impossibile non chiederti come e quanto il clubbing è cambiato negli ultimi anni, soprattutto per quel che riguarda la rivoluzione portata da internet in termini di streaming è, più in generale, di mainstream. Il vecchio metodo del record store funziona ancora per te?
Principalmente mi attendo ai vecchi metodi, il metodo che hai appena nominato….mi piace comperare vinili ovunque vado e soprattutto a casa, nel nostro record shop “Fatplasic”. Generalmente suono un mix di cd e vinili e credo che non vorrò mai usare un pc per un dj set, non è nel mio stile. Posso capire che sia nello stile di altri, non nel mio. Troppo è stato perso, i rapporti umani, i sentimenti, quel vecchio spirito di cui ti parlavo prima ma che spero possa tornare, su questo sono fiducioso.
Parlando della tua musica, potremmo dire che è un’ottimo mix di tribal, funky, house e minimal, il tuo stile è ormai personale e maturo. Puoi dirci di più su quello che c’è dietro alle tue produzioni e che apparecchiature usi in studio? Contrariamente a molti producer odierni, rilasci meno ma non sbagli un colpo!
In realtà per parecchi anni non sono stato minimal, potrei quasi dire che spesso sono stato più massimale che minimale. Sono tornato alle radici dell’house, di quei suoni e stili della techno che era – un suono con le palle! In studio lavoro prevalentemente con attrezzature analogiche ma se mi sposto devo per forza usare il digitale. Se avessi più tempo rilascerei più materiale ma, finché sarò così impegnato a suonare in giro, non avrò la possibilità di produrre molto, sto sempre rincorrendo il tempo.
Vakant, Freude Am Tanzen, Watergate, hai rilasciato con label prestigiose e l’impressione è che tu abbia avuto da loro sempre la massima libertà di muoverti, massima fiducia nei tuoi lavori. L’ottimo mix per Watergate (Watergate 14) ne è l’ultimo esempio. Sembra trasparire un ottimo rapporto tra te e le label, sbaglio?
Nel corso degli anni ho cambiato un po’ il mio stile ma questo è un aspetto che non riguarda le etichette. Loro non mi hanno mai chiesto di cambiare niente, credo abbiano comunque la massima fiducia nel mio lavoro. Ho carta bianca quando produco musica, così quando poi la propongo alle labels, spetta a loro dire si o no, questo non è un problema mio.
Tra tutte le tue tracce, ci dici la tua favorita e quella, secondo te, più importante per la tua carriera?
Domanda impossibile! Forse potrei dirti che il remix di Nôze che feci nel 2010 è il mio pezzo preferito, fu davvero molto apprezzato… probabilmente è anche uno dei picchi del mio repertorio ma credo che molto debba ancora venire, c’è molto da scoprire e da fare!
Dicci cinque tracce che ora si ascoltano di sicuro ad un tuo set.
Josh Wink – Higher State Of Consciousness
Paul Woolford – Erotic Discourse
Kerri Chandler – Athmosphere
Ricardo Villalobos – What You Say…
Hemmann & Kaden – Sense
Suonando praticamente sempre ed in tutto il mondo ti sarai fatto un’idea di dove la techno oggi ha il migliore appeal e, parlando di club, quali sono quelli che a livello di sound system ti hanno maggiormente soddisfatto?
Attualmente i club sparsi nel mondo hanno per la maggior parte dei grandi sound system – includento grandi e piccoli ti direi: il Fabric di Londra, Il Beghain a Berlino ed il Robert Johnson di Offenbach, con questi vai sul sicuro, sempre. La Germania è sempre il paese della techno ma il movimento è davvero in crescita ovunque. E’ un momento eccitante per la dance, l’America è molto attiva e quella che loro chiamano “EDM revolution” sta realmente per avverarsi nei loro party.
Un consiglio per i lettori di Soundwall: tre festival/party da non perdere assolutamente nel 2014.
Burning Man, Love Family Park e SonneMondSterne.
Qual è il consiglio che dà Mathias Kaden ai giovani produttori/djs che vogliono farsi notare in questo mondo?
Essere fedeli a se stessi, onesti e in cerca sempre della propria strada. Provare ad imparare le vie ed i metodi originali per suonare i vinili e mixarli, così troverete la vostra sensibilità, evitando, se possibile, laptop e scalette progammate, questa non è di certo la via giusta per diventare un vero dj. Prenditi il tuo tempo, abbi pazienza e, soprattutto, divertiti![/tab]
[tab title=”English”]It’s easy to say “I love my work” if you are a well-known producer and your performance are required in the most important parties/festival all around the world. But after a friendly exchange with German producer Mathias Kaden, you can realize that the music is really important in his life. Grown up between Muna and Kassablanca in Gera, his hometown, Mathias has released over the years on Vakant, Desolat, Sincopat, Upon.You, Freude am Tanzen, in addition to Watergate, his “second house” for which he has mixed the excellent “Watergate 14” few months ago. Not many artists are able to convey their passion for the music as Mathias, and the crowds that dancing to his sets everywhere are the natural consequence of his total dedication to the music.
First of all I would like to talk about the enthusiasm that you always have during your performance. I immediately noticed the great feeling that is created between you and your crowd. It’s clear that you really love your work!
Thanks I really appreciate this great compliment. My enthusiasm is a natural extension of my feeling for the music, my work and the people I’m playing for…personally, at my age (now over 30), I think it’s really important to maintain the old spirit of what we do – after all it’s about the music, the people and having fun. I never want to forget this, none of us should in this business should forget it, that’s what we’re here for!
You grew up in Jena between Muna and Kassablanca, two clubs that have been very important for your career. I’m curious to know how you lived those first experiences on the clubbing scene (at 14 years old your first turntablist?!) and about your friendship and collaboration with Marek Hemmann. Now you and Marek are two top-artists on the clubbing scene so it was a useful collaboration for both of you…
In 1995 just as I was starting out, I had heard of these two clubs Muna and Kassablanca and all I wanted to do was to go and experience it for myself but I was too young. I had to wait until I was 17 and when the time came we went on a mission with an older friend who drove us there. It was really amazing and from then on my love for music and clubbing was born. I was obsessed, I knew all I wanted to be was a dj…forever.
Even if you’re still young, you are already a veteran of clubbing so it is impossible not to ask you how and how much the scene is changing in the last few years, above all for which internet’s new trends like streaming or, in general, mainstream. Do you still use the “old method” of record stores to source new music?
Mostly I stick to the old ways, the old method as you say. I like to buy vinyl wherever I go and especially at home in our record shop ‘Fatplastics’. I mainly play a mixture of CD’s and vinyl. I really think I will never want to use a computer to play dj sets… this is not for me or my style. I understand it’s what some other people do but its not for me. So much is lost, the connection, the feel, this important old spirit I speak about – I have faith it will come back soon.
Talking about your music, we can say it’s minimal, sure, but with various influences such as tribal, funky, 90’s house. Now you have a personality and mature style but can you tell us more about the working process behind your music? Which kind of setup do you prefer to produce your tracks, analogic or digital? Contrary to many producers, you release less but you don’t miss a shot!
Actually for quite a few years I’ve not been minimal, I would say I’m often maximal. I’m really back to the roots of house, classics and good old fashioned techno – more sound with balls! In the studio I’m working predominately with analog equipment and sounds but for ease on the road I have to use digital. If I had more time I would release more material – whilst I’m still playing so often, I don’t get the chance to release so much. It’s difficult, I am always chasing time.
Vakant, Freude Am Tanzen, Watergate, you have released with some of most prestigious labels and the impression is that you have always been free to produce your music without changing your sound. The great mix for Watergate released few month ago is the example, in my opinion, that the labels have full confidence in all of your releases, no?
Over the years I have changed my sound a little but it doesn’t seem to concern my labels at all. They never ask me to change anything, I think they have confidence in my work. I am lucky I have this relationship with them. I have a free rein when I am producing my music – so when I give it to them, they can say yes or no, it’s no problem for me.
Among all the tracks that you have released, what is your favorite and what is the most important for your career and why?
Impossible question! Possibly the Nôze remix I did in 2010 is a favourite, it was received really well…maybe it’s a stand-out piece of music in my repertoire but I hope there’s much more to come – watch this space!
Tell us five tracks that actually you never leave out of a set.
Josh Wink – Higher State Of Consciousness
Paul Woolford – Erotic Discourse
Kerri Chandler – Athmosphere
Ricardo Villalobos – What You Say…
Hemmann & Kaden – Sense
You are always playing around the world so, in your opinion, where does techno have more appeal now and which is the club that has satisfied you more regarding sound systems?
Nowadays clubs around the world have really great sound systems – big and small including: Fabric in London, Beghain – Berlin, Robert Johnson – Offenbach etc. The biggest audience for techno is still Germany but it’s starting to grow more across the world. It’s exciting times for dance music – America is cottoning on and what they call the EDM revolution is really starting to happen there.
An advice for Soundwall’s readers: three (or more) festivals/parties not to be missed next year.
Burning Man, Love Family Park and SonneMondSterne.
What is your advice to young djs and producers looking to breakthrough?
Be true to yourself, be honest and find your own way. Try to learn the original ways and methods of playing vinyl and mixing and you’ll find your feeling. Try to avoid hit lists and using laptops – its not the real way to start or how to be a real dj. Take your time, be patient and above all be nice![/tab]
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