Poche cose ci rendono fieri del nostro lavoro, questo concedetecelo, come veder crescere e migliorare i ragazzi che scegliamo ogni settimana come Giant Steps. Sapere di aver visto nella musica di questi giovani dj e musicisti qualcosa che vada ben oltre il successo estemporaneo di una manciata di release è un motivo di vanto che ci spinge, ormai da anni, nella ricerca costante di artisti di talento perché vederli all’opera su alcuni dei palchi più importanti d’Italia e d’Europa vale più di cento interviste con altrettanti big della scena.
Per questa ragione la presenza di Mattia Trani e del duo Boston 168 all’interno della cartellone di Acuto Electronic Music Festival non può che rappresentare un valido motivo in più per non mancare alla rassegna che, ad inizio agosto, raggiungerà la sua ottava edizione, quella della definitiva consacrazione.
Oggi ci siamo concessi una bella chiacchierata con questo terzetto terribile, impazienti di vederli tutti all’opera sulle sponde del lago di Acuto.
Acuto Electronic Music Festival è un progetto molto ambizioso: in che modo pensate che iniziative simili possano contribuire alla crescita della nostra scena underground?
Boston 168: Sicuramente una rassegna come Acuto Electronic Music Festival contribuirà ad arricchire culturalmente la scena del nostro paese. Ci auguriamo di partecipare ad altre iniziative del genere durante il nostro percorso.
Mattia Trani: Credo che Acuto Electronic Music Festival sia un progetto davvero ambizioso, ma diverso rispetto i soliti festival. La line-up, infatti, può essere considerata un po’ piu di “nicchia” rispetto a big festival in cui vengono proposti i soliti nomi: Acuto punta a nomi decisamente più underground, andando ad attingere nel pubblico che ama i club e che certamente non può restare indifferente di fronte a certe scelte artistiche. Quest’anno è particolarmente bello vedere che, in mezzo a tanti nomi internazionali, ci siano anche artisti italiani come i Boston 168, Luciano Lamanna e il sottoscritto: è fondamentale avere dei rappresentati della scena techno italiana – giovani e non – in un contesto del genere!
Siete artisti proveniente da città, Torino e Bologna, molto diverse tra loro. Cosa c’è di queste realtà nella vostra musica?
Mattia Trani: Volendo fare un paragone, credo che Bologna e Torino siano molto simili in fondo sia pensando alla scena musicale che al contesto sociale. Negli anni ’90, infatti, sono state un punto di riferimento della nostra scena e il paragone con Detroit e Chicago era più che appropriato. Torino, proprio come Detroit, è una città che a lungo ha basto la sua economia sull’industria dell’automobile; mentre Bologna, da sempre “baluardo” della rivoluzione e della resistenza, ha portato la sua anima ribelle anche nel mondo della musica, contribuendo alla nascita costante di giovani talenti.
Boston 168: Torino è una città industriale, grigia e spesso fredda, specialmente durante l’inverno è perfetta per stare in studio. Siamo fortunati perché possiamo lavorare all’interno di una struttura con altri artisti dove il confronto aiuta a crescere.
Qualcuno di voi è all’esordio, per altri è un ritorno: cosa vi piace di Acuto Electronic Music Festival? Che cosa vi aspettate dalla prossima edizione?
Boston 168: Siamo all’esordio quindi non sappiamo cosa aspettarci, daremo il massimo per tornare il prossimo anno.
Mattia Trani: Per quanto mi riguarda si tratta di un ritorno che aspetto da un anno intero! La mia prima volta ad Acuto Electronic Music Festival, lo scorso agosto, è stata una delle serate più belle di sempre da quando faccio questo mestiere.
La cosa che mi lasciò a bocca aperta fu subito il primo impatto con la location: lo stage si trova a seicento metri di altezza, raggiungibile solamente in pullman, dopo una salita davvero tortuosa. Una volta in cima lo spettacolo è però meraviglioso: la valle è gigantesca e di una bellezza naturalistica più unica che rara, il tutto arricchito dal lago di Acuto e da tremila persone e più che ballano tutte insieme. Incredibile!
L’anno scorso poi ho rischiato pure di non esibirmi a causa di una pioggia e di un vento incessanti che con la loro veemenza hanno fatto volare – nel vero senso della parola! – dischi e attrezzature. La cosa incredibile è stata che due artisti che rispetto tantissimo ed erano guest della serata, Bas Mooy e Answer Code Request, mi hanno aiutato sorreggendo il telo per non bagnare il palco…potevano benissimo andarsene e invece sono rimasti per fare andare avanti la serata! Ciò mi ha reso davvero molto felice!
Qual è il disco che non vi stancate di suonare quando siete in consolle e che non vedete l’ora di proporre ad Acuto?
Boston 168: Il nostro set è quasi sempre dal vivo ma nonostante questo non ci stanchiamo mai di suonare la nostra “Oblivion” uscita su Odd/Even.
Mattia Trani: L’anno scorso ho suonato in chiusura, mentre il sole stava sorgendo; quest’anno invece dovrei suonare di domenica, al tramonto. Per questa ragione il mio set dovrà cambiare per forza di cose: da molto veloce e duro dovrà ammorbidirsi e rendere il calar del sole emozionante. Un disco che suono sempre e che trovo perfetto per questo tipo di situazioni è un brano mio unreleased che uscirà il prossimo anno dal titolo “Cyber Resurrection”. Vedo bene il titolo resurrezione con il sole che cala e la notte che avanza.
Cosa è cambiato nella vostra musica e nel vostro percorso dall’ultima volta che ci siamo incontrati sulle nostre pagine? Quali risultati vi rendono particolarmente fieri e quali sperate raggiungere il prima possibile?
Mattia Trani: Sinceramente non è cambiato proprio nulla dall’ultima intervista insieme: lo stile è quello, la musica è quella e la missione è sempre la stessa. Certo, vero, il tempo passa, ho girato molti paesi e ho portato la mia musica in sempre più posti, così come Pushmaster sta crescendo davvero bene…però io non sono cambiato di una virgola! Programmi per il futuro? Magari qualche collaborazione con qualche artista di talento, dato che adoro condividere musica e idee con tutti…magari proprio coi Boston 168, chi lo sa?
Boston 168: Nella nostra musica non è cambiato molto, anzi con il tempo le nostre attitudini si sono rafforzate. Siamo molto fieri della nostra residenza a Khidi (Tbilisi) e del nostro debutto al Berghain; è stato un anno molto soddisfacente anche riguardo le produzioni, abbiamo un uscita imminente su Attic Music e un nuovo secondo EP su Odd/ Even programmato per il prossimo autunno. Siamo molto ambiziosi ma non abbiamo un risultato in particolare in mente da raggiungere, seguiamo solo quella che è la nostra passione e speriamo ci possa portare ad ulteriori miglioramenti.