Pietra miliare della dance made in Italy, il suo curriculum parla da sé, con oltre 600 produzioni e remix, vendendo più di 6 milioni di copie e vincendo nel 1989 il premio come miglior Dj italiano nella Walky Cup Competition. In attività dal 1984 con lo pseudonimo di RAF, Mauro Picotto è diventato un vero e proprio maestro indiscusso del dancefloor. Uno stile accattivante, graffiante, segnato da una continua evoluzione. Tutto ciò ha portato l’artista alla conquista di quella che è la scena techno-trance mondiale. Apprezzato da tutti gli addetti ai lavori, il suo nome figura in festival come Love Parade, Creamfields, Sensation Black, Time Warp, Awekinigs, non dimenticando la sua partecipazione alle olimpiadi invernali di Torino. Ormai sono molte le tracce che hanno rapito l’attenzione di noi clubbers; volendo fare qualche nome vale la pena citare “Lizard”, “Bakerloo”, “Symphony”, “Iguana”, “Komodo”, brani che hanno fatto la storia e che hanno trasformato la prima dance degli anni ‘90. E’ arrivato il momento di mettersi comodi, gustarsi il sound targato Picotto e seguire attentamente la nostra imperdibile intervista!
Benvenuto su Soundwall, è veramente un grande piacere.
Partiamo da lontano, le tue origini, i tuoi primi brani, le tue prime serate. Quando nasce la voglia di mettersi dietro una console?
Nasce dalla mia grande passione per la musica… A miei tempi nei locali la figura del Dj stava nascendo, o meglio, era appena nata! Non esistevano ancora neanche i Technics 1200! Usavano ancora i vecchi Technics 1800, se non ricordo male. I 1800 avevano una manopolina per mettere a tempo i dischi, quindi parlo proprio dell’inizio. Ancora si usava la trazione a cinghia, ed era un disastro mettere a tempo i dischi. Quindi parliamo proprio di qualcosa che nasce agli albori del dancefloor. Parliamo dei primi anni ’80, quando iniziai ad andare a ballare, avevo 13 anni… Sono sempre stato un amante delle feste, dei punti di ritrovo con divertimento e musica… In realtà volevo fare il cantante (ride)… Ma quando mi sono reso conto che non avevo le qualità per farlo, la figura del Dj mi ha subito colpito.
Gli anni ’80 hanno rappresentato molto per te, quale artista o corrente musicale ti appassionava in quel periodo?
Beh, in quel periodo ero un vero malato della musica afro. Al tempo ascoltavamo musica che girava a 104-106 Bpm. Tutto era molto più “tribale” diciamo… Era musica piena di percussioni, perché essendo così lenta fra una battuta e l’altra ci mettevi il mondo. In seguito, con l’arrivo dei primi synth elettronici (era il periodo dell’elettronica dei Pink Floyd, il periodo in cui sono sbocciati i Kraftwerk, i Tangerine Dream) c’è stata una fusione fra tutto quello che esisteva in campo musicale, fusione che è andata ad influenzare profondamente quella che era chiamata la “musica degli sballoni”. Poi da lì – ti parlo un po’ del mio cursus honorum – sono stati fondamentali tutti quei generi musicali derivati; è nata la commerciale e la nostra italo-house, che ha dato vita a pezzi che hanno fatto la storia della musica degli anni ’80 in Italia, come “La dolce vita”, quei brani che vengono chiamati sempre verdi. Questo è stato quello che mi ha influenzato. Poi dopo sono passato subito a quella che era la funky music, in quanto con il tempo sviluppi un gusto che è sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo. Ai tempi ero un amante dei Commodores, di Lionel Richie e di tutti gli altri artisti americani che spaccavano già a quei tempi… Anche Peter Gabriel… Diciamo tutti coloro che hanno portato la musica ad evolversi profondamente. Di lì in poi sono entrato sempre più prepotentemente nel mondo dei club, sono iniziate le gare di disk-jokey, come il Dmc. Ho partecipato e ho vinto quella dell’89 presentata dai vari Fiorello, Amadeus, Albertino, Linus… Lì ho iniziato a prendere coraggio e a credere in quello che facevo. Conobbi Daniele Davoli e mi appassionai nel creare musica. Mi sono innamorato della produzione; comprai il mio primo campionatore da 4,2 secondi della Roland (S-330), che sembrava poter campionare il mondo, ma in realtà oggi come oggi ci si rende facilmente conto che faceva poco e niente. Ho creato i miei primi provini e quando ho fatto quello giusto è stato preso dalla Media Records. Sono stati fondamentali per me i loro studi, perché al tempo per farti uno studio avevi bisogno di 200 milioni, mentre oggi con un computer da 3000 euro spacchi tutto! Quindi niente, sono andato lì e ho realizzato la traccia. Poi è arrivata la prima top 20 in Inghilterra, poi da lì le cose sono migliorate improvvisamente così la casa discografica mi ha chiesto di prendere in considerazione l’andar a lavorare con loro, cosa che ho fatto diventandone socio 2 anni dopo. Guadagnammo un sacco di soldi te lo dico senza peli sulla lingua (ride). A quel tempo andavamo forti: producevamo una marea di musica, l’ultimo, in Italia, è stato Gigi d’Agostino. Improvvisamente poi decisi di vendere ed andarmene, e feci bingo perché era il periodo in cui collassavano tutti i mercati per via del cambio: prima si vendevano un sacco di vinili e cd ora invece si fa il download. La transizione fra le due fasi è stata pagata da molti con il fallimento. Quindi parlando chiaro ho avuto molto culo, ne sono uscito per tempo!
In seguito mi sono creato il mio studio a casa, studio che sono riuscito a controllare finché non sono esplose tutte le serate che c’erano in giro da fare. Ora lo studio non c’è più, ho dato via tutto… Mi sono concentrato sul Djing, in quanto il mercato è questo che vuole, dei dischi interessa relativamente poco… A meno che non fai il genere che fa David Guetta, cosa che ormai non faccio più io.
Negli anni c’è stata una profonda evoluzione nel tuo stile musicale, passando verso sonorità più Techno-Trance, quando hai capito che qualcosa stava cambiando nelle tue produzioni?
Beh dipende da quali punti di vista. Se penso a quello personale/economico, quando facevo musica commerciale i miei pezzi giravano ovunque e mi hanno donato il successo… Il successo porta guadagno, senza dubbio. Dopo però ti rendi conto che i soldi, il guadagno non sono tutto… Innanzi tutto devi mangiare, quando uno è tranquillo da quel punto di vista allora può permettersi di essere libero. Quando ho capito questo, è arrivata la svolta. Ho iniziato a cercare un sound che mi gratificasse; sono nati così Komodo, Lizard, Iguana… Sono quelli i pezzi che mi hanno fatto conoscere in giro per il mondo e mi hanno reso più popolare. Di lì in poi nuovamente sono riuscito a confermarmi come Dj. Poi sai, io cerco sempre di evolvermi nella direzione che a me piace, se avessi continuato a fare quello che facevo, oggi sarei sicuramente più famoso, ma allo stesso tempo sarei meno felice; invece fortunatamente faccio quello che mi piace, quindi “acquisto” con la mia musica sempre nuovi fan e contemporaneamente ne perdo di vecchi, cosa ovvia quando cambi continuamente genere musicale. Diciamo che è tutto un po’ un reinventarsi. Oggi giorno invece grazie un po’ alle esperienze che mi sono fatto in giro per il mondo, i party in cui mi hanno coinvolto mi sono creato il mio mercato di nicchia, che poi lo chiamo di nicchia perché lo inserisco nel contesto mondiale; mi riferisco a tutti coloro che vanno ad una serata non perché leggono il nome sul biglietto, ma perché sono coscienti di quello che offrirà l’artista durante la serata.
Nel 2003 hai creato Meganite, etichetta a cui hanno collaborato molti artisti come Danilo Vigorito, Maetrik, Adam Bayer, Gabry Fasano, giusto per citare qualche nome, qual è stato lo scopo che ti sei prefissato fin dall’inizio con questa nuova label?
E’ nata nel momento in cui avevo lasciato la casa discografica per cui lavoravo, quindi mi sono messo a lavorare per conto mio perché non avevo più voglia di correre a destra e sinistra per gli altri. Inoltre quel periodo il mercato di pezzi come Komodo e Lizard era saturo, quindi ho voluto creare qualcosa che non fosse connesso a quel genere; così è nata Meganite come etichetta ma anche come serata ad Ibiza, una serata alternativa per gli amanti della musica che non sia propriamente “la canzone”. Sono quindi partiti contemporaneamente questi due progetti, ma la cosa fondamentale è che li ho portati avanti finché mi hanno divertito; questa è un po’ la mia filosofia: fare le cose finché mi divertono. Così sono nate collaborazioni con artisti, ai tempi, più o meno famosi e oggi direi molto famosi perché stiamo parlando di gente come Sven Vath, Adam Beyer, Marco Carola, Chris Liebing… Tutti personaggi che mi hanno aiutato e che hanno partecipato attivamente ai party. Lo facevamo per divertirci, punto e basta. Poi dietro è nato il business e cose molto grandi, che in alcuni casi erano nate anche prima e che si sono andate ad espandere con il tempo, vedi Cocoon ad esempio. Io mi ricordo quando venne a suonare Sven al Meganite a Miami c’eravamo io, Sven, Marco e Chris Liebing… Una cosa che se la riproponi oggi in Italia fai il panico, senza ombra di dubbio! Quindi si era creata questa serata con un paio di migliaia di persone allo Space di Miami e ci siam detti “Cazzo, funziona allora sta roba!”… E funzionò di brutto. Poi riproposero la festa anche gli anni seguenti e mi resi conto che io ero diventato l’attrazione turistica e gli altri facevano la colonna sonora. All’inizio io ero quello più rinomato grazie a pezzi come appunto Komodo e gli altri, poi con il tempo altri come Sven sono diventate le icone che sono oggi. Mi ricordo ai primi Cocoon a Ibiza eravamo in duecento nella sala principale…
Pensa come sono cambiate le cose, il marketing…
Ma più che altro è cambiato proprio la musica e il modo di recepirla. A quei tempi a Ibiza andavano tutti al Manumission, che era un festa del lunedì con sette-ottomila persone… quindi tutti i “folcloristici” se ne andavano lì, chi invece amava la musica se ne andava all’Amnesia. Proprio a quei tempi nasceva il Cocoon; eravamo una cosa come 300 persone in sala grande e in terrazza si giocava a pallone. Questo il primo anno, il secondo, il terzo… poi già dal quarto le cose hanno iniziato a funzionare. Così è esploso il Cocoon ed ha chiuso il Manumission… Così funzionano le cose! Poi ora la cosa si è evoluta con gli eroi ed artisti del Cocoon, come chiama Sven le sue guest. Quello che faccio ora io, invece, non ha niente a che vedere con quello… Lo faccio solo per divertimento… Fortunatamente, quella di dover guadagnare per forza non è mai stata la mia priorità, altrimenti oggi avrei fatto le musichette che fa David Guetta… Invece faccio quello che faccio perché mi piace farlo, punto.
Come vedi l’attuale scena italiana, c’è qualche dj che segui con particolare interesse?
Secondo me in Italia si è andato ad allargare quel pubblico di nicchia che c’era prima. Gli amanti di elettronica sono ormai moltissimi e il pubblico si è andato a scindere definitivamente fra coloro che amano la “canzone” e quelli che invece amano veramente la musica. Di conseguenza si sono create due categoria di club: i locali commerciali dove suonano persone come Guetta, Sinclar, Tiesto e gli altri e poi ci sono i locali più fichi dove suonano persone come Luciano, Villalobos, Loco Dice e quelli che vuoi… Quindi si sono creati questi due gruppi, uno di quelli che seguono la commerciale e che della musica non gliene frega nulla, e quelli che invece amano propriamente la musica.
Quindi, per quanto riguarda la musica, grazie a dio siamo messi bene per te?!
Sì, secondo me assolutamente sì! Penso che il pubblico italiano sia uno di quelli che sta più avanti. Non per niente ad Ibiza, soprattutto alle feste di buona musica, l’80% sono italiani. E non solo, so che i Dj “stranieri” hanno finalmente messo l’Italia fra i primi posti. Nel senso che spesso se funzioni in Italia funzioni in tutto il mondo. Ti dico solo che la prima volta che ho vinto un award, l’ho vinto in Germania… Ti dico solo che il “Best internatinal Dj” l’avevo vinto io e il “Best local Dj” era Sven (ride)… E ricordo che lui mi disse scherzando “Ma che cazzo c’entri tu con la Germania!”, perché a quel tempo io facevo Trance e Richie era il suo mito, così gli dissi “Eh non l’ho deciso io, è la popolarità!”. Ovviamente tutto in maniera molto simpatica ed ironica che mi confermò di trovarmi davanti ad una persona simpatica e intelligente. Quindi ti dico che l’Italia è vista benissimo da questo punto di vista. Sì, sicuramente siamo dei festaioli cazzoni e quello che vuoi, ma ti assicuro che di musica ce la raccontano ancora in pochi. Io sì, ho fatto anche la commerciale, ma ho fatto anche il resto, quindi penso di sapere bene come reagisce il pubblico Italiano alla vera buona musica.
Un 2010 ricco di tante soddisfazioni, hai portato a termine tanti lavori come l’album “2010” uscito su “Bakerloo SRL”. Cosa hai in mente invece per questo 2011? Nuovi progetti, nuove release?
Beh la mia priorità quest’anno è stata quella di partire con la nuova idea dell’etichetta “Alchemy”, e siccome ho sempre fatto feste per gli altri, ho sempre suonato per gli altri, mi sono detto “cavolo voglio fare qualcosa per la mia etichetta”; così ho creato un contest per tutti quelli che fanno musica, a casa, in cantina, dove cavolo vuoi. Ho invitato tutti a fare una traccia e inviarla su Soundcloud entro il 15 Aprile per un contest. In poche parole fra tutte queste io ne ho selezionate alcune; questi brani verranno pubblicati sulla mia etichetta, pagando le royalty ovviamente; ma non solo, le 3 canzoni che mi fanno arrivare a dire “cazzo mi piace!” daranno la possibilità ai loro creatori di essere invitati a suonare ad un festival che mi sono inventato nella mia cittadina in provincia di Torino, in collaborazione con il comune; questa è sicuramente un’opportunità di lavoro per i giovani, non solo per quei 3 ma anche per tutti coloro che collaboreranno alla realizzazione del festival. Quindi inviterò queste 3 persone a suonare il pezzo live al festival. Di queste 3 persone, quella che farà la migliore performance live (cosa che verrà stabilita dagli artisti presenti quel giorno), avrà come premio un Cubase 6 della Steinberg, poi c’è un buono da Beatport e altri premi che si vanno ad aggiungere all’esposizione mediatica che avverrà durante il festival. Saranno presenti molti artisti che stanno prendendo piede! Quello che vorrei sottolineare è che non ho nessuno interesse nel presentare artisti che voi avete sentito e risentito mille volte, ci sono già io per quello (ride)… Piuttosto voglio invitare artisti che sono già forti e rinomati nell’underground. Ci sarà Mark Broom, Yousef, Cristian Smith… ti ripeto, abbiamo tutti personaggi che dal punto di vista creativo, qualitativo e soprattutto innovativo, sono quelli del momento. A me quelli che hanno solo il nome non interessano, non me ne frega niente, voglio sempre qualcosa di nuovo! In più propongo artisti che veramente sono sconosciuti.
Prossime serate in Italia?
Ho appunto l’11 e il 12 Giugno in cui suonerò anche io, perché mi voglio divertire insieme ai miei amici ed artisti dell’etichetta. Al momento non ho preso in considerazione nessuna serata proprio perché mi sono fatto esclusivista per questo evento. Poi probabilmente sarò ad Ibiza vistò che starò nuovamente là per tutta l’estate, farò 3, forse 4 eventi allo Space, che penso saranno nuovamente sotto il nome di Alchemy, visto che ora sto sposando questa mia nuova etichetta. Infine suonerò ad una o due feste con Adam Bayer all’Amnesia.
Grazie mille per la disponibilità a presto.
Di nulla grazie anche a voi, a presto!
English version:
Cornerstone of dance made in Italy, his resume speaks for itself: with over 600 productions and remixes, selling more than 6 million copies in 1989 and winning the award for best Italian DJ in the Walky Cup Competition. In operation since 1984 under the name “RAF”, Mauro Picotto is now a real undisputed master of the dancefloor. His style is engaging, scratching and it is marked by continuous development. This led the artist to the conquest of the whole techno-trance scene . Appreciated by all the experts, his name appears in festivals like Love Parade, Creamfields, Sensation Black, Time Warp, Awekinigs, and we can’t forgetting its participation in the Winter Olympics in Turin. Now, there are many tracks that have caught the attention of clubbers, tracks like “Lizard”, “Bakerloo”, “Symphony, ” “Iguana, ” “Komodo”, songs that marked our history and that transformed the Dance music of the 90s. It is time to sit back, enjoy the sound signed by Picotto and our unmissable interview!
Welcome on Soundwall, It’s a great pleasure.
Let’s start from your origins, your first tracks, your first shows. When did you decide to work behind a console?
It comes all from my passion for music …When I was young, the DJ figure was just born! The Technics 1200 did not exist yet! We Still used the old technics 1800, if I remember correctly. This turntables had a knob used to set the bpm, so I’m talking about the dawns. Technics 1800 had the belt-drive and it was a disaster to play discs. So be talking about something that is born at the dawn of the dancefloor. We’re talking about the early 80’s when I started going to dance, I was 13… I’ve always been parties lover, I loved meeting points with fun and music … Actually I wanted to be a singer (laughs), but when I realized that I had not the qualities to do it, I was immediately impressed by the figure of the DJ.
The 80s were fundamental for your evolution. What about artists and musical genres you listened to in that period?
Well, at that time I was a real sick of Afro music. At that time we listened to music that turned at 104-106 BPM. Everything was much more “tribal”… It was full of percussions. Later, with the first electronic synthesizer (it was the period of the Pink Floyd electronics, the period in which Kraftwerk and Tangerine Dream bloomed), there was a fusion of everything that existed in music , fusion that changed profoundly what was called the “music for the XXXXXXX”. Then, from there – I’m gonna talk a bit about my cursus honorum – all those musical derivatives genres were born. This music influenced me. Then I fall in love with the funky music. I was a lover of the Commodores, Lionel Richie and all others great American artists… Even Peter Gabriel … Let’s say all those who brought the music to evolve greatly. From then on I got more and more powerfully in the world of clubs, “disk-jokey fights” started, like the DMC. I won the edition of the 1989, presented by Fiorello, Amadeus, Albertino, Linus … There I began to take courage and believe in what I was doing. I met Daniele Davoli and I fell in love to create music. I loved the production, so I bought my first sampler: a Roland S-330, that seemed to be able to sample the world. I created my first tests and when I made the right one, it was taken from Media Records. The Media Records studies were fundamental, because at that time you needed 200 million to create a real studio; today with a 3000 € computer you can do what you want! Then came the first top 20 in England. Things have improved suddenly and the record company asked me to consider working with them, thing I did two years later becoming a partner of the Media records. We earned a lot of money, I’m speaking straight-talking. We produced lots music, the last, in Italy, was Gigi d’Agostino. Suddenly, I decided to sell and leave, and it was a bingo becouse it was the period of the market collaps due to the change: at the beginning you sell a lot of vinyl and CDs but now you download music. The transition between this two phases was paid by many with bankruptcy. Later I set up my home studio but Now I gave it all away… I focused on DJing because is what the market wants… Unless you make the David Guetta’s music.
When did you realize something was changing in your productions?
It depends. For the personal/economic part, when I played commercial music, that music gave me success. Success breeds gain, no doubt. But after you realize that money is not everything… First of all you have to eat, when one is quiet from that point of view then it can afford to be free. When I realized this, came the turning point. I started looking for a sound that gratify me… Lizard, Iguana and Comodo were born in this way … Those are the tracks that I’ve made known all over the world and made me more popular. From then again I was able to confirm me as a DJ. You know, I always try to evolve in the direction that I like, if I continued to make commercial music I would definitely be more famous, but at the same time I would be less happy, but fortunately I do what I like! I created my niche. I call it a “niche” because I insert it in a global context.
In 2003 you created Meganite, label in which have worked a lot of artists like Danilo Vigorito, Maetrik, Adam Bayer, Gabry Fasano, just to mention some names. What was the goal you prefixed to yourself since the beginning with this new label?
It was born in the moment i had left the label i used to work for, so i started working by my own,because i didn’t want to work hard for the others. In that period the market of pieces like Komodo and Lizard was full, so i decided to create something that wasn’t related with that genre; so it was born Meganite as label bur also as party in Ibiza, an alternative party for who loves the music, that is not actually the “song”. So at the same time these two projects went out, but the main thing is that i dragged them on til i had fun with them. So the cooperations with kind of famous artists were born, and today i’d say they actually are really famous because they joined partecipated actively. We used to do that for fun,that’s all. Behind this, it was born the buisness and many other great things, some of which were also born before and that went expanding with time, like Cocoon for example. I remember when Sven came to play to Meganite in Miami; i was there, and with me Sven, Marco and Chris Liebing… something so great that if you repeated it today in Italy, you’d surely make a mess ! So we set up that party with a couple of thousand people at Space in Miami and we all thought “shit! this stuff worked out!”. It fucking worked out. Then they repeated the same experience the following years, and i realized that it was me to be the turist attraction and the others made the soundtrack.
At the beginning I was the most famous thank to tracks like komodo. The others,like Sven, have become the icons they are today. I remember at the firsts Cocoon in Ibiza we were two hundred in the main hall…
Think about how much things changed, the marketing…
More than everything, it is the way of transposing music that changed. In those days in Ibiza everyone used to go to manumishu, which was a party on monday where 7-8 thousand people went.. Who instead loved music, went to Amnesia. It was in those times that cocoon was born… But we were something like 300 people on the dancefloor and on the terrace they used to play soccer. This the first year, the second, the third.. Then already from the fourth year it started working. So Cocoon exploded and closed Manumission.. This is how things work! Now the situation evolved with the heroes and artists of Cocoon, how Sven calls her guests.
But what i’m doing now, doesn’t deal with that.i only do it for fun.. Fortunately, having to earn has never been my priority, otherwise today i would compose the music that David Guetta does.. But i do what i do because i like doing it, period.
What do you think about the Italian scene, is there any dj that followed with particular interest?
But I think in Italy it has gone to expand that niche audience that was there before. The electronic lovers are now many and the audience is definitely going to split between those who love the “song” and those who truly love music. Therefore we have created two categories of clubs: those where people like Guetta, Sinclar and Tiesto play and the others, the real clubs, where artists like Luciano, Villalobos, Loco Dice and those you want play! So there are these two groups: one of those who follow the business of music and not care about anything, and those who really love music.
So, as regards the music, thank God we are cool?!
Yes, absolutely yes! I think that the Italian public is great. Not for nothing in Ibiza, especially at parties with good music, the 80% of people are Italian. I mean, if it works in Italy often work in the world. The first time I won a award, I won it in Germany… I tell you only that I won the “Best internatinal DJxs” and Sven the “Best Local DJ”… I remember he told me jokingly “what the fuck you got to do with Germany?”, because at that time I made Trance and Richie was his myth, so I said “Well, I have not decided it, it’s the popularity!”. Of course, all very funny and ironic that confirmed to me of being in front of a nice and intelligent person.
So I tell you that Italy is seen very well from this point of view. Yes, definitely at partys we are jerks and what you want, but I know italians love real good music.
What are you planning for this 2011? New projects, new releases?
Well, this year my priority is the new idea of the label “Alchemy”, and since I have always done things for others, I always played for the other, I said “what the hell, I want to do something for My label “; so I created a contest for those who make music at home, in the cellar, where the hell you want. I invited everyone to create a track and send it to soudcloud by April 15 for the contest. In short, among all these I have selected some of them, these songs will be posted on my label, paying the royalty of course. Then, the three songs that make me get to say “Shit, I like it”, will enable their creators to be invited to play at a festival that I invented in my town in the province of Turin, in collaboration with the municipality. This is certainly an opportunity for young people, not just for those 3, but also for all those who collaborate the realization of the festival. So, I’ll ask these three people to play live the track at the festival. The one who will do the best live performance, will have a Cubase 6! Then there’s a Beatport coupon and other prizes. There will be many artists who are gaining ground! What I want to emphasize is that I have no interest in presenting artists that you have heard and felt a thousand times, there is already Picotto for this… Rather I want to invite artists who are already strong and well-known in the underground music scene. There will be Mark Broom, Yousef, Cristian Smith and many others. For me those that have only the name are not interesting, I do not give a damn, I always want something new! In addition, I propose artists are really unknown.
Upcoming evenings in Italy?
11th and 12th June, I will play at that festival because I want to have fun with my friends and artists of the label. At the time I did not take into account any party. Then probably I will be in Ibiza all the summer again, I’ll do three, maybe four events at the Space, which I think will be again under the name of Alchemy. And finally, I have one or two parties with Adam Bayer at the Amnesia.
Thank you Mauro, see you soon!
Thanks to you, see you!