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[tab title=”Italiano”]Max Graham è uno di quei personaggi che amiamo particolarmente: sempre influente nella scena, senza il bisogno di autoproclami e gesti eclatanti, da anni continua egregiamente a fare il suo, a metà tra l’oscurità della techno e gli squarci di luce della (sua) trance. Un precursore, per certi versi, un ottimo dj con le idee molto chiare ed i piedi per terra, perfettamente a suo agio davanti a poche centinaia di persone in un buio e fumoso sotterraneo, tanto quanto al cospetto di un’arena affollata. Le persone come lui fanno bene alla musica, la sua musica fa bene, e parlarci è un vero piacere.
E’ appena uscito il sesto volume della tua compilation “Cycles”: qual è stata la reazione finora?
A dire la verità è stata molto buona. Quest’anno sono piuttosto cambiato (così come l’intera scena, a quanto sembra) ma sia i feedback dei media che quelli del pubblico sono stati molto molto positivi. È davvero bellissimo vedere le persone connettersi con quello che sono musicalmente ora. È solo l’anteprima di quello che saranno gli eventi dal vivo, quindi è meraviglioso vedere una reazione così buona.
Come si è evoluto il concept dalla sua prima uscita, nel lontano 2008?
“Cycles” è strutturato come una riflessione di me, quindi come evoluzione coincide quasi completamente con la mia. Sono sempre stato ispirato da diversi suoni e diversi artisti ed è questo che mi rende così unico e penso che anche se il mi sound si è evoluto, “Cycles” è sempre rimasto molto consistente nella sua unicità.
Con quale criterio selezioni le tracce che finiscono in “Cycles”?
Razionalmente parlando, dietro la selezione c’è davvero solo quello che amo in questo preciso momento. È la musica di vari generi che mi ispira e che ha un senso nel contesto di una storia raccontata in ottanta minuti.
Potrebbe non essere cosa nuova da parte tua, ma ultimamente ho sentito molta techno sia nella compilation che nei tuoi set, ma anche da altri dj e produttori “insospettabili” della scena trance: la techno è tornata ad essere una forma di ispirazione, per un certo tipo di trance?
Non posso parlare per gli altri dj della scena trance, dato che sono sempre stato occupato a trovare la migliore musica, di diversi generi, che stesse bene nei miei set di sei – otto ore. Ho sempre mescolato la techno con la trance che suono, perché techno e tech-house hanno un groove che adoro, una vibrazione sensuale che prende i dance floor. Continuo ancora a suonare molte melodie quando riesco a trovarle; nella scena progressive più profonda, Guy J e Cid Inc. al momento stanno facendo musica meravigliosa che ha sia groove che melodia.
So che sei in tour negli Stati Uniti, con molti set open-to-close in programma: come affronti, in genere, questi particolari set?
Beh, con il programma settimanale alla radio passo molto tempo ogni settimana a cercare nuova musica, quindi averne abbastanza per uno show OTC non è un problema. Mi preparo come per tutti i set, più o meno come faccio da quando ho iniziato a fare il dj: classifico la musica in base alle varie parti della serata, “intro”, “peak time”, “finale” eccetera… sono molto organizzato, il che mi aiuta con il flow della serata e a darmi il ritmo, così riesco a uscirne e a programmare tutto nel modo giusto.
Qual è il miglior luogo in cui hai suonato un set “OTC” finora? E dove vorresti portarlo in futuro?
È difficile dire il migliore, Vancouver e New York sono incredibili ogni volta che ci vado ma onestamente avere un incontro con tutte le persone che vengono per il set è stato stupendo ovunque. Non vedo l’ora del mio primo show a Los Angeles, che sarà questo mese al Lot 613. È un posto fantastico come spazio per eventi e magari LA sarà nella lista dei preferiti dopo quella serata!
Molti dj oggi si lamentano della mancanza di buoni opening dj nei club: è una delle ragioni per cui hai iniziato a suonare Open-To-Close?
Sì, è una delle ragioni. Ad essere onesto è stato più che altro perché c’è tanta buona progressive che non posso suonare in uno slot di due ore, quando sono headliner o comunque ospite, lì preferisco suonare tracce più energiche. Iniziare così presto mi dà la possibilità di godermi anche quelle tracce. Per quello che riguarda gli opener, è davvero molto fastidioso entrare in un locale meraviglioso pieno di gente che vuole essere accompagnata in un viaggio, per poi gli opener dj che martellano le hit più famose. Non li biasimo però, dato che penso che molti dei ragazzi che vengono fuori ora si confrontino solo con degli spazi da un’ora in stile dj da festival, quindi pensano solo a “spaccare” con le loro tracce migliori e più famose e non quelle più lunghe e più lente.
Un tempo suonavi spesso back to back con il tuo buon amico Protoculture: pensate di tornare insieme sul palco prossimamente?
Un tempo? L’estate scorsa è già “un tempo”? Ahah! Abbiamo suonato insieme al Tomorrowland e a Ibiza, ed è forte perché è come se ci incontrassimo a metà strada con i nostri stili, e poi adoro tirare fori le cose della Re*Brand. In realtà abbiamo già un’altra data in programma ad Aprile a Praga.
A proposito della Re*Brand, cos’hai in programma per quest’anno? Ci puoi dare qualche anticipazione?
Ah, stiamo ancora lavorando per i piani del 2015 per Re*Brand, niente che possa anticipare ancora!
Supporti sempre giovani talenti, penso a Solid Stone, per esempio: chi terrai d’occhio nel 2015?
Solid Stone è senza dubbio al massimo, in questo momento. Quest’anno mi sono molto piaciuti Thomas Vink, Richard Santana e Henrik Zubestien. Ragazzi che mescolano delle tracce prevalentemente Techno con melodia e sound progressive. C’è tanto talento là fuori.[/tab]
[tab title=”English”]Max Graham is definitely one of those guys we particularly love: always influent in the scene just by staying true to himself, he doesn’t need any self-declaration or any eye-catching gesture, and since a long time he keeps on doing his great job in between the dark of techno and the light of (his own) trance. Ground-breaking, somehow, and awesome as a dj, he definitely knows what he wants, and still keeps his feet on the ground: he’s at ease both facing a few hundreds of people in a small and dark room, and in front of thousands in a full-packed arena. No doubts that guys like him are good for the industry, just like his music is good for people. Having a chat with him was a real pleasure.
You just came out with the 6th edition of your compilation “Cycles”: how was the reaction so far?
It’s actually been really good. This year I’ve changed quite a bit (as the whole scene has it seems) but the feedback from both media and listeners has been very very positive. It’s really cool to see people connect with where I’m at musically. It’s really just a precursor to the live events, so it’s great to see such a good reaction.
How did the concept evolve since the first release, back in 2008?
Cycles is designed as a reflection of me, so as an evolution it matches mine pretty accurately. I’m always inspired by different sounds and creative artists and that’s always kept me very diverse, and I think even though my sound has evolved Cycles has stayed very consistent in its diversity.
What’s the ratio behind the selection of the tracks, for the Cycles series?
If you mean rational behind the selection it’s really just what I love at this point in time. It’s the music that inspires me from various genres that makes sense in the context of an eighty-minute story.
It may be not something new from you, but I heard loads of techno both in the compilation and in your sets, and also from others “unsuspected” dj’s and producers in the trance scene lately: has techno returned to be an inspiration source, for some kind of trance?
I can’t speak for DJs in the Trance scene as I’ve been so busy and focused on finding the best music from a wide variety of genres that fit into a six or eight hour set for my own gigs. I’ve always played Techno with the Trance that I play as Techno and Tech House have a groove that I love; a sexy vibe that rocks the dance floors. I still play lots of melody when I can find it, the deeper progressive scene like Guy J and Cid Inc. right now are making amazing music that has groove and melody.
I know you’re now touring across the USA, also playing a lot of open-to-close solo sets: how do you approach these special sets, generally?
Well with the weekly radio show I spend time every week searching for new music, so having enough for an OTC show really isn’t an issue. I approach the actual set much like I have since I started DJing; I group together the parts of the night like “early” “peak” “end” etc. I’m very organized, which helps with the flow of the night and pacing yourself so you stretch out and time everything just right.
Which is the best place you played an “OTC” set so far? And where would you like to bring it in the future?
Hard to say best, Vancouver and New York have been incredible every time I go but honestly doing a meet up and having people come out for the long sets has been amazing everywhere. Really looking forward to my first in LA coming up in Feb at Lot 613. It’s a very cool loft like event space so maybe LA will be on the list of favorites after that show.
Lots of dj’s are nowadays complaining about the lack of good opening dj’s in clubs: is that one of the reasons why you started playing open to close?
One of them, yes. To be honest it’s mostly because there’s so much good music that’s deep and progressive that I can’t play in a two hour guest slot as I prefer to play more energetic tracks. Playing so early gives me the chance to enjoy those tracks also. As for opening DJs, it’s really tedious to walk into an amazing room with people who really want a journey only to have the opener banging out his biggest hits. I don’t blame them though as I think a lot of the young guys coming up now only have one hour guest spots by festival type DJs to relate to, so they only understand banging out the biggest and the best and not the long, slow build.
You used to play some sets b2b with your good mate Protoculture, back in the days: are you guys planning to get on stage together again, in the future?
Back in the days? Is last summer already “back in the days”? haha. We played Tomorrowland and Ibiza together this past summer and it’s cool as we kind of meet in the middle with our styles and I love to pull out the Re*Brand stuff. We have another coming up in April in Prague actually.
About Re*Brand, what are you cooking for this year? Can you give us any anticipation?
Ah we’re still working on the plans for Re*Brand for 2015, nothing I can reveal just yet
You’re always supporting upcoming talents, my mind goes to Solid Stone, for example: who will you keep an eye on, in 2015?
Solid Stone is on fire at the moment for sure. This year I’ve really been into Thomas Vink, Richard Santana, Henrik Zuberstien. Guys who are combining Techno-driven tracks with melody and progressive sound. So much talent out there.[/tab]
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