È proprio vero, non c’è due senza tre. La Mobilee, dopo aver affidato le ultime release alla padrona di casa Anja Schneider e alla vulcanica Miss Kittin, inaugura il 2011 con l’ennesimio EP dal tocco femminile. A dare vita alle danze, questa volta, sarà la nuova reginetta della deep house mondiale, quella Maya Jane Coles che negli ultimi mesi sta scaldando cuore e gambe di migliaia di clubber del vecchio continente.
Maya Jane Coles è, come detto, uno dei nomi più freschi e ricchi di talento dell’intero panorama house internazionale. Nonostante i soli ventitré anni questa ragazza dal “look sobrio” (se doveste vedere in consolle un fiammante caschetto rosa non abbiate paura di esser finiti in qualche ritrovo di punkabbestia) è riuscita a far innamorare del suo sound, fatto di groove caldi e beat avvolgenti, la stragrande maggioranza dei dj del globo terrestre. Non è un caso che la sua “What They Say”, rilasciata non più di quattro mesi dalla francese Real Tone, abbia scalato le classifiche di Beatport e Decks catapultandola nel “paradiso dei producer”. Da lì in poi un escalation pazzesca: prima il suo terzo EP su Dogmatik Records (se vi è sfuggito tornate su vostri passi e date un ascolto a “Cool Down” e al remix di Ed Davemport di “The Wait”), poi “Humming Bird EP” su Hypercolour che mi ha fatto scoprire il suo lato più sperimentale grazie a pezzi come “Nobody Else” e “You”, ed infine “Beat Faster” su Mobilee.
L’EP è composto da tre tracce, una più bella dell’altra, che suonano dal mio iTunes da oltre mezza giornata: sarà la sensualità delle sue bass-line, sarà che i suoi pezzi così “sudati” hanno preso vita grazie alla grande curiosità che Maya nutre per tutto ciò che è stato pensato ed espresso attraverso sette note ed un pentagramma, oppure sarà perché lei rappresenta semplicemente il personaggio giusto al momento giusto…beh fatto sta che “Beat Faster”, “Perfect Imperfections” e “Play Tha Game” mi hanno stregato e non potevo aspettarmi di meglio dalla label berlinese.
La speranza è che tanta qualità non venga spremuta da un mercato che, non appena vede affacciarsi una seppur giovane e ispiratissima stellina, ci si aggrappa neanche fosse giunto sulla terra il Messia. Intanto godiamoci “Beat Faster”, perla che Anja Schneider non si è lasciata sfuggire e che, mi sento di pronosticare, apre un 2011 pieno di soddisfazioni per la piccola londinese!