Fin dalle origini della sua attività, catturata da un ubriacante senso di sperimentalismo senza schemi, teso alla pratica dell’avanguardia più pura e libera dell’underground londinese, Maya Jane Coles porta avanti con le sue mani un proprio discorso in cui l’influenza delle mode si sente, nonostante si avverta tutta la voglia di esprimersi da parte della giovane londinese.
Un discorso evidentemente ancora ben lontano dall’esaurirsi, come dimostra nella raccolta “Burning Bright”, in cui Maya collabora con la voce penetrante e divertente di Kim Ann Foxman. Disco che sfugge volontariamente a ogni racconto precedente e conferma l’appetito sempre più insaziabile dell’artista per la musica dance nelle sue più svariate forme. L’EP non perde di efficacia nei quattro remix per quattro occasioni diverse: quello profondo e intenso di Dense & Pika, per esempio, che vedo perfetto per caricare una pista techno esigente. Mentre la forma scelta da Joyce Muniz e quella raffinata di Franskild, sembrano destinate a situazioni più estive, party in spiaggia e un buon cocktail. Il gradimento, però, va alla versione di Citizen, dall’andamento così trascinante e con un certo senso di nostalgia e malinconia. A chiudere la raccolta la traccia “No Stick” con il suo groove che non è da sottovalutare.
In men che non si dica abbiamo assistito alla carriera vertiginosa di Coles: dalle prime tracce rilasciate a Londra nel 2008 su Dogmatik Records alle attuali tournée nei cinque continenti, dove è sempre in grado di intrattenere migliaia di persone manipolando con un semplice movimento del polso fader ed EQ e lisciandosi continuamente i capelli biondi ossigenati. Techno, garage, hip-pop, trip-hop e dub sono alla base di questa moderna house music. Difatti, come sappiamo, i tempi per l’arte sono cambiati, come anche quelli per la musica elettronica e Coles non può non ambire a trasmettere il suo messaggio personale e contemporaneo. Che si tratti di un EP, di un album, di un remix o della compilation Dj-Kicks.