Immaginate uno scenario retrofuturistico in cui uomini in abito gessato, poggiati su vecchi banconi in legno consumato, bevono bourbon mentre le loro dita scorrono distrattamente su schermi olografici degni del miglior film di fantascienza. Fuori è inverno e il freddo di stagione è aggravato dal vento freddo che soffia costantemente dal lago Michigan. Siamo a Chicago, in un inedito e controverso inizio ‘900, una città piegata dal pessimismo, nonostante non siano ancora scoppiate le due grandi guerre mondiali e la crisi del 1927 deve ancora abbattersi sull’economia americana.
È proprio in quest’ottica che è possibile comprendere come la musica di Syncopated Man sia da sollievo per quegl’uomini tutti d’un pezzo che, tra odore di alcolici e fumo, trascorrono le loro notti solitarie. Non c’è orchestra, eppure possiamo distinguere con chiarezza pianoforte, contrabbasso e la tipica andatura saltellante della musica di quegli anni. “My Melancholy Baby”, il primo estratto dall’album d’esordio del misterioso produttore, sembra esser pensata e scritta apposta per accompagnare le notti di un mondo fatto così, che forse è esistito, ma su cui Syncopated Man è pronto a scommettere ancora.
Rivolgiamo qualche domanda a Syncopated Man per conoscere meglio la sua musica (riascoltando l’SNTLS che ha firmato per Soundwall), pronta all’uscita su Ego Music.
Il risultato della tua musica è un’assemblato di sample. In che modo il tuo lavoro supera il muro del semplice editing di campioni?
Dal mio punto di vista non è mai esistita questa differenziazione, ho sempre suonato e comprato la musica che mi piaceva fregandomene di com’era stata prodotta. La storia della musica dance degli ultimi 25 anni contiene tanti esempi di tracce/canzoni “sample based”; questo disco, che è nato per gioco, va in quella direzione e fonda la sua natura sull’utilizzo mirato di alcuni campionamenti di un periodo storico ben definito attorno ai quali ho costruito la traccia definitiva aggiungendoci qua e là programmazioni di drums che rispecchiassero il groove del sample, linee di basso, di synth e di strumenti acustici e percussivi.
“My Melancholy Baby” è, senza ombra di dubbio, un disco diverso. Non hai paura che un lavoro di questo tipo, nonostante presenti elementi di congiunzione con la musica dei Gabin, per esempio, possa non essere accolto nel modo sperato?
Guarda, non mi pongo il problema, di recente un caro amico mi ha detto una cosa semplice semplice: “la musica salva la vita” ed è vero; bisogna continuare a produrre, sperimentare, scrivere musica, azzardare idee diverse e se il prodotto finale è stato fatto con passione allora va bene, andrà solo che bene! Aggiungo che ho prodotto questo disco praticamente sempre con in braccio mio figlio più piccolo e con il più grande che mi dava consigli armonici, divertendomi come un pazzo; avevo voglia di confrontarmi con un mondo lontano dal mio ma sempre avendo un approccio libero e senza dogmi.
Ascoltando il tuo album non si può fare a meno di notare quanto siano distanti, da un punto di vista sonoro, i campioni usati dai suoni che hai scelto di aggiungere. Non pensi che strumenti analogici, e quindi “vintage”, avrebbero potuto sposare meglio i vari pianoforte, sax, trombe e contrabbasso?
Assolutamente si, però ho proprio fatto una scelta che andasse nella direzione opposta, mi sono domandato perché mai avrei dovuto rifare qualcosa che esiste già ed è stato fatto benissimo da altri produttori austriaci, tedeschi, inglesi, ecc… In realtà la cosa che mi piace di tutto l’album è la confusione che si crea tra i sample e le parti suonate… ho registrato trombe, pianoforti e usato campioni di basso risuonati insieme a vecchi synth analogici con cui ho fatto le linee di basso e di synth, il tutto sotto un battito house, quindi in realtà l’utilizzo di sonorità vintage in alcune tracce c’è ma poi sono passate dentro Ableton live.
La tua musica sembra prendersi poco sul serio. Dove immagini possa essere proposta? A che tipo di ascoltatore immaginavi di rivolgerti mentre eri alle prese coi vari sample?
Se ti riferisci allo spirito leggero del disco hai assolutamente ragione, volevo proprio fare qualcosa di divertente e diverso… Non mi sono posto il problema di chi potesse ascoltarlo, è evidente che i sample arrivano dalla musica “seria” quindi per risponderti mi immagino un pubblico abbastanza adulto e/o curioso. Suppongo e spero che possa essere proposta in radio e in quei club fumosi che propongono cose diverse che hanno però sempre un piede nel mondo dance visto che la matrice del disco è comunque house.
Perché la scelta del “personaggio misterioso”? Non possiamo svelare la tua identità, ma sei un personaggio con una vasta conoscenza musicale e a cui comunque un prodotto di questo tipo sarebbe ascrivibile, quasi sicuramente, senza problemi o scandali di nessuno. Non sei insomma un musicista pop-rock che vuole fare techno (o uno techno che vuole fare EDM…) e allora per questo “cela” la sua identità.
Come ho detto prima è nato tutto per gioco, quindi abbiamo pensato che continuare a giocare un pochino in tal senso poteva essere divertente; quando uscirà l’album faremo un party dove suonerò e quindi l’identità sarà celata.
Singolare il tempismo con cui musica del periodo “proibizionista” americano viene riproposta ora che la libertà individuale in termini di divertimento notturno è stata messa a dura prova, vedi la chiusura del Cocoricò. Tu che idea ti sei fatto di quella faccenda? Come ne uscirebbe Syncopated Man?
E’ una totale follia quello che sta succedendo in Italia in questo periodo. Chiudere il Cocoricò è stato un errore madornale, qualsiasi persona di buon senso sa che il problema non è il Cocoricò, non sono le piazze delle città, non sono i bar, non è lo stadio o la scuola… Il problema è sociale, l’individuo, in questo caso i ragazzi devono essere aiutati a prendere coscienza del problema e quindi a gestirlo. Bisogna aiutarli a capire, argomentare l’informazione con interventi e proposte serie e pedagogiche non populiste… reprimere non funziona, è la storia che lo dice.