La parola Melt, in inglese, significa fusione. Ferropolis è in Germania, a due ore di macchina da Berlino. Ferropolis è la città del ferro. Giganteschi mostri industriali che, un tempo, erano utilizzati per la raccolta e la lavorazione del ferro, si svegliano di luci abbaglianti durante i tre giorni del Festival, proiettando le loro ombre spettrali e mastodontiche sulle sponde del lago Gremminer.
Il Melt! è in posizione consolidata tra i festival più partecipati dell’estate europea, dato che, ogni anno, gli organizzatori sputano fuori nomi di lusso, buttandoli in pasto alle ferraglie di questo museo a cielo aperto e tra le fauci delle migliaia di avventori. Quest’anno, per citarne alcuni, The Knife, Babyshambles, Flying Lotus, Trentemoller, Tricky, Solomun, Modeselektor, Apparat ma anche con una certa attenzione alle novità, se date un occhio alla foltissima line up, potete farvi un’idea più precisa, considerando che gli act superano il centinaio, per ben sette stage distribuiti in tutta l’area.
Mi ripeto e sottolineo, l’importanza della location, che non sempre è scontata; Ferropolis. La città morta del ferro, che ogni anno, nei tre giorni di agosto, si sveglia. E balla.