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[tab title=”Italiano”]Michael è, da sempre, un precursore, uno che sperimenta sonorità in tempi non sospetti, anche anni prima che queste vedano le luci della ribalta, e lo fa con un discreto successo. Ci parla dell’evoluzione naturale del suo sound, dello stato di salute della progressive house, delle contaminazioni elettroniche nel pop-rock, della ‘Diffused’, e lancia un appello ai futuri producers.
Nasci come dj o come produttore?
A dire la verità ho iniziato come musicista, cresciuto a musica classica, poi ho sono venuto a contatto con la produzione. Ho iniziato a mettere dischi dopo aver pubblicato la mia prima traccia, quindi direi produttore.
Nei primi 2000 eri un produttore trance a tutti gli effetti, ricordiamo i tuoi remix di classici come “Energy 52 – Cafe del Mar”, “Seven Cities” di Solarstone, “Silence” dei Delerium, “Madagascar” di Art of Trance, “Find Yourself” di John O’Callaghan, e molti altri… Poi hai avuto un cambiamento abbastanza radicale, anticipando quella che poi sarebbe stata la tendenza degli anni successivi: come ci sei arrivato?
Cambiare stile non è stata una decisione consapevole, causata magari da qualche trend, è stata una naturale progressione, che ha preso piede soprattutto nella musica che mi piaceva ascoltare in quel periodo. Come qualsiasi cosa, anche i gusti cambiano e si evolvono, penso sia ciò che mi è successo. Non ho inseguito nessuna moda, semplicemente mi sono concentrato nel fare la musica che mi piaceva.
La mia personale sensazione è che nella progressive e nell’electro di questi tempi ci sia un po’ di standardizzazione di suoni e strutture, alla ricerca disperata del drop, talvolta sacrificando melodia e anima delle singole tracce: tu che ne pensi? Non c’è più spazio, nel mercato, per pezzi come “Full Access” o “Airborne”?
Ti capisco, ma alla fine è tutta una questione di gusti personali. Qualcosa che a me non piace, può essere amato da altri e viceversa. E’ impossibile piacere a tutti. Io credo che ci siano molti stili diversi di progressive ed electro là fuori, sta al fruitore trovarli. E’ ciò che rende la house così bella!
Cosa diresti ad un giovane produttore che vuole imitare le tracce dei grandi dj?
Di non farlo! Essere originali è l’unico modo per emergere. Usate la musica dei dj a cui vi ispirate, ma come guida. Permettetele di influenzarvi, ma non imitatela!
Chi è, secondo te il giovane più promettente, nel panorama electro-progressive, ad oggi?
Wow, che scelta difficile! Ce ne sono parecchi, ma credo che ragazzi del calibro di MakJ, Martin Garrix e Danny Avila siano decisamente impressionanti! Tutti loro hanno fatto grandi dischi, che sono andati alla grande, e sono molto giovani, con un una brillante carriera davanti.
Cosa cerchi, in particolare, per la tua label ‘Diffused’? Qual è il tuo motto?
Originalità! Qualcosa di ben prodotto e che davvero emerga da tutto quello che c’è là fuori. Se è qualcosa che vorrei suonare nei miei set, di solito è un buon segno!
La tua traccia preferita del 2013?
Danny Avila – Tronco, una bomba!
Negli ultimi anni, l’elettronica ha contaminato quasi tutti generi musicali più mainstream, dal pop al rock: tu stesso hai prodotto la hit “Changed The Way You Kiss Me” degli Example, anzi, tutto l’album ‘Playing in the shadows’ è stato prodotto da artisti dance: come si evolveranno questi stili “crossover” nei prossimi anni, secondo te?
Chi lo sa, è difficile da dire. Nel pop c’è sempre un determinato trend, a seconda dei periodi, e al momento quel trend è la house, qualche anno fa sono stati l’hip hop e l’r&b. Sono cicli più o meno decennali, e sono sicuro che presto cambierà ancora.
Cosa ti è rimasto impresso, delle volte che hai suonato in Italia?
Che c’era sempre un sacco di tequila e fans che gridavano! Una combinazione perfetta![/tab]
[tab title=”English”]Michael has always been a forerunner, who experiments with sounds when no one was even barely thinking about that, and in pretty successful way. We chatted about the natural evolving of his sound, about nowadays progressive house, about electronic influences in mainstream sounds, and his label ‘Diffused’. And he give an advice for all the upcoming producers.
Were you born as a dj or as a producer?
I started out as a classically trained musician and then got into producing. I started to dj after I released my first record. So I guess you could say Producer.
In the early 2000’s you were into trance music, remixing anthems like ‘Cafe del Mar’ by Energy 52, ‘Seven Cities’ by Solarstone, ‘Silence’ by Delerium, ‘Madagascar’ by Art of Trance, ‘Find Yourself’ by John O’Callaghan and many others… Then you had a quite radical change, anticipating the trend of the following years: how did it came to you?
It wasn’t a conscious decision to change my music because of any trends it was more just a progression of the music I was enjoying to listen to at that time. Like everything our tastes evolve and I think thats really what happened. I try not to follow trends and try to focus on making good music instead.
Personally, I feel that there’s a little bit of standardisation in today’s progressive and electro house tracks: I mean, most of the tunes are builded up with similar structures and sounds, in the pursuit of the big drop, sometimes sacrificing the melodic side, what do you think about that? Is there no more space in the market, for tracks like ‘Full Access’ or ‘Airborne’?
I understand that but it’s all down to personal opinion at the end of the day. Something I dislike another will love and vice versa. It’s impossible to please everyone. I think there is a lot of different types of Progressive and Electro out there, it’s just up to the consumer to find it. That’s what makes house music so good.
What would you suggest to a young producer who wants to imitate tracks from big dj’s?
Don’t! Be original as it’s the only way you will stand out. Use music from DJs you like as a guide and allow them to influence you but don’t imitate.
Who is, in your opinion, the most impressive rising star in the electro-progressive scene, today?
Wow… tough choice! There are so many but I think the likes of Mak J, Martin Garrix & Danny Avila are pretty impressive. They all have great records that have done really well and they are all very young guys with long bright futures ahead of them.
What do you search, for your label ‘Diffused’, what’s your motto?
Originality! Something that is well produced and really stands out from what is currently out there. If it’s something that I want to play in my set then thats usually a good sign.
Which was your favorite track in 2013?
Danny Avila – Tronco, that track is a monster!
Today’s mainstream music is hugely influenced by dance music elements: you also produced the hit ‘Changed the way you kiss me’ by Example (actually the whole ‘Playing in the shadows’ album was produced by electronic dance artists), how do you think these “crossover” styles will evolve in the next years?
Who knows… its tough to say. There is always a trend in pop and at the moment its house music. It used to be hip hop and r&b. It’s all about the 10 year cycle and I’m sure that it will change again soon.
What do you remember about playing in Italy?
There was lots of Tequila and screaming fans!!! Perfect!!![/tab]
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