Una serie di coincidenze posso renderti un dj di fama mondiale? Sì, se ti chiami Michel Cleis. Innamorato dell’Italia e appassionato di musica fin da giovane ma avvicinatosi al mondo del clubbing molto tardi, è balzato ad onor di cronaca per la sua hit mondiale “La Mezcla”, lanciata dal “boss” Luciano. Un’etichetta troppo stretta per un produttore che negli anni ha saputo farsi apprezzare per molte altre releases e remix di gran successo senza mai giungere a compromessi e con l’esplicito e unico obiettivo di far ballare la gente. In attesa del suo album del quale sentiremo parlare molto presto, si è concesso a noi di Soundwall per una lunga e piacevole chiacchierata.
C’è chi nasce con i dischi e la vocazione del dj, chi si scopre dj solo strada facendo e per di più per ingannare il tempo libero a seguito di un infortunio sportivo…è stato un segno del destino secondo te?
Ma…il destino sì, sicuro. Magari anche un poco si e un poco no. Da bambino ho avuto la fortuna di avere dei genitori che ascoltavano ed ascoltano ancora tanta musica, mia madre ancora balla come una matta (!!), mio padre suona in una band di musica di New Orleans e la musica fa parte del loro quotidiano. Mamma mi consigliò una raccolta dei Beatles come primo disco da comprare. Mio padre ha una gran collezione di vinili (soprattutto jazz) molto interessante. Io ho incominciato a collezionare dischi presto, indipendentemente da infortuni o altre casualità. Poi visto che avevo dei dischi e degli amici dj, mi invitarono a mettere musica in alcuni locali. Riguardo alla produzione, se non avessi avuto questa bella collezione non avrei potuto cominciare a campionare dopo il mio incidente e se non avessi conosciuto i miei amici musicisti non avrei probabilmente neppure avuto l’idea di comprare un sampler, insomma coincidenze a volte anche un po’ provocate.
In effetti le tue influenze musicali sono piuttosto varie. Leggiamo tra gli altri, miti italiani della musica leggera, quali Lucio Battisti. Come è stato il processo di avvicinamento dalla musica leggera alla musica da club ?
Si, Lucio Battisti lo vedo come un eroe della musica italiana, testi semplici e toccanti, arrangiamenti fuori dagli schemi della musica leggera, interessanti, sorprendenti e coraggiosi. Io ho cominciato ad ascoltarlo più tardi, prima ci sono stati i Beatles, la soul, il funk, la disco e il jazz .Verso i vent’anni (quando stavo in pieno trip jazz) ho scoperto l’house, che stava derivando dalla disco – come una prolunga – di prevalenza proveniente da New York. Ero in periodo universitario e scoprivo i primi grossi party con la libertà di uno che è appena andato via da casa, gran bei ricordi…senza nostalgia evidentemente.
Da Lucio a Luciano, come sei entrato in contatto con lui, immagino fossi già in contatto con lui vivendo entrambi in Svizzera…
Hehe…con Luci ci siamo conosciuti grazie ad Aminata, una sua e mia ex booker, un’amica, che é stata una delle figure centrali per nascita dell’agenzia di booking Cadenza. Luciano in quel momento viveva a Berlino. Lei gli diede alcune musiche mie ed entrammo in contatto. Il resto si é fatto pian piano.
Della Svizzera, si parla, ma ancora troppo poco per conto mio. Ci sono molti locali e artisti e un ottimo movimento per quanto concerne l’elettronica, già da molti anni ormai…concordi? Cosa puoi aggiungerci a riguardo?
È vero, in Svizzera c’è stato un grande movimento, ora però le cose sono un poco cambiate, come la musica, anch’essa é un pò cambiata. Tutto mi sembra più uniforme, ci sono meno alternative, probabilmente perché ciò che è alternativo è spesso più difficile da vendere. Comunque ciò non succede solo in Svizzera. La scena del clubbing é meno interessante da noi rispetto a prima, ma restano comunque artisti di valore sicuro, penso a gente come Kalabrese.
Svizzera, cantone italiano. Da «vicino di casa», oltre alle influenze passate, cosa apprezzi e cosa hai scoperto di buono del nostro paese negli anni? Sei incuriosito da qualche artista in particolare?
Mi viene da dire il cibo, ma già lo conoscevo, mia nonna italiana, aveva una pensione e un ristorante ed era una gran cuoca. Mia madre e mio padre cucinano pure molto bene e in italiano. Ho scoperto gente con un gran cuore, gente che vive malgrado il fatto che i tempi non siano sempre fasti. Ho scoperto delle località molto affascinanti, come Lecce per esempio, il Salento e la Puglia in generale. Ci sono produttori e djs dinamici ed interessanti, un amico dj di Manchester mi ha fatto ascoltare non più tardi di 2 giorni fa dei nuovi lavori di Massimo Di Lena, ne approfitto per citarlo. La label Memento sta lavorando con giovani artisti italiani interessanti, i Dirty Channels hanno appena fatto un disco su Ovum e poi ci sono nomi già conosciuti ma sempre presenti con cose di qualità come Uovo e Rame. Alex Picone ha un suono tutto suo ed é anche un amico e sicuramente dimentico un sacco di gente e già me ne scuso.
La tua natura di «vagabundo» ti permette di conoscere molte persone, suonare nei migliori club del mondo, tra quelli più mondani e conosciuti ad Ibiza ad altri meno popolari e più di nicchia. Quale situazione ritieni più adatta al tuo sound?
Penso che il mio sound si possa adattare a diversi tipi di situazioni, anche perché mi piacciono colori e sound diversi. Personalmente sono felice quando la gente balla, che la sala sia più techno, più house o che la gente sia venuta giusto per bere una birra alla fine l’importante é farla ballare. Penso che la situazione più adatta a me sia comunque quella del club con gente che è venuta per ascoltarmi, se poi stiamo in spiaggia e ce n’é tanta mi diverto un sacco anch’io!
Tra una data e l’altra il tempo per produrre lo trovi? Sei d’accordo con il fatto che sia meglio trovare periodi in cui concentrarsi esclusivamente in studio e periodi in cui concentrare invece solo le date in cui suonare?
Sì, trovo sempre il tempo di produrre, anche in aereo! Pure le interviste tento di farle tra un aereo e l’altro, infatti ci metto anni per finirne una. Penso che sia una buona cosa concedersi un periodo di pausa per concentrarsi sulla produzione. A dire il vero non l’ho mai fatto ma lo farò molto presto, tutto é stato previsto! Comunque per quel che mi concerne la quantità e qualità di produzioni dipendono essenzialmente dal mio stato d’animo, dal morale che, come sai, non può essere sempre perfetto visto che in una vita succedono un sacco di cose, peraltro anche meno semplici da superare a volte. In fin dei conti quando un tour dura un weekend mi restano 4-5 giorni per lavorare sulla produzione. Sono sufficienti se mi sento bene, se ho buone energie ed ho voglia di fare. Se le circostanze della vita non ti permettono di essere troppo in forma per me diventa più difficile lavorare. Anche in estate diventa più difficile, ci sono momenti dove non tocchi casa per 2 o 3 settimane. E quando atterri hai bisogno di riposo.
Oramai scopriamo artisti a volte non ancora maggiorenni e già dotati di grandissimo talento. Tu, dall’alto della tua esperienza, come vedi l’evoluzione del panorama elettronico e dove pensi sia il futuro?
Penso che il futuro stia in parte nella tecnologia, nell’evoluzione tecnologica del suono e degli strumenti. Vediamo cosa queste cose ci regaleranno in futuro se utilizzate con talento.
Il tuo marchio di fabbrica è rappresentato dal groove tribal e dai classici ritmi latini. Hai mai pensato di poter produrre qualcosa di più sperimentale?
Si, mi é già passato per la testa e succederà probabilmente presto. Ho voglia di esplorare altre dimensioni della musica e non penso solo a musica sperimentale. Ci sono pure collaborazioni interessanti con musicisti interessanti in previsione in un futuro piuttosto prossimo, sorpresa!
Non disdegni neanche le collaborazioni con artisti più vicini al mondo pop. Diciamo che sei affascinato da molti generi… hai mai ritenuto essere un problema sentirsi dire «questo disco è abbastanza commerciale»?
Hehehe…no! Per me non é un problema, sono invece piuttosto infastidito dal fatto di avere l’impressione di aver fatto dei compromessi e di non avere ottenuto un risultato per me soddisfacente, per fortuna mi é successo solo una volta per un remix e ne ho preso insegnamento. I compromessi non suonano bene in musica, in altri ambiti sono necessari ma in campo artistico restano – a mio modo di vedere – qualcosa di delicato.
Una considerazione (quella precedente) pensando al boom che hai fatto in brevissimo tempo, grazie alla traccia che ti ha fatto conoscere in tutto il mondo: La Mezcla. E’ stato difficile scostarsi nei mesi e anni successivi dal fatto «Michel Cleis, quello della Mezcla?».
Io sono stato fortunato. Quel pezzo é stato suonato da tutti, partendo dall’underground per finire nel crossover. Poi evidentemente devi dimostrare che non era un caso, al che in quel 2009 ho tirato fuori 13 pezzi tra remix e altro. E lì mi sono ritrovato ad avere 3 pezzi sulla compilation Fabric di Radio Slave, 2 pezzi sulla compilation di Sven Vath, a lavorare con gente come Gilles Peterson e ad avere 3 pezzi Essential Tunes of the week da Pete Tong in 3 anni. Ora sto lavorando su una collaborazione con dj Koze, ci sarà Kenny Larkin, Louie Vega e ci sono altri artisti per i quali ho un’enorme stima. Si sono avvicinati a me, dicendomi che ciò che faccio in qualche modo li tocca. Sono artisti completamente differenti – per i quali ho un enorme stima – che amano ciò che faccio e riconoscono delle capacità di produzione nei lavori che ho avuto la fortuna di pubblicare mi aiutano a distaccarmi dal fenomeno crossover de “La Mezcla”.
In realtà poi hai potuto smentire tutti confermando le tue abilità con altrettanto brillanti remix e produzioni. A distanza di anni, come si è evoluto il tuo sound e il tuo approccio in studio?
Il mio approccio non é cambiato, per me l’idea di base é essere in chiaro su quel che ho voglia di fare, se vuoi far ballare la gente ci vuole un certo tipo di approccio, relativo anche al “chi” vuoi far ballare, poi io mi dico “se ballo io balleranno tutti!” Tecnicamente utilizzo sempre i soliti procedimenti e scopro a volte qualche nuovo programma che porta una novità supplementare. Credo che per me sia ora necessario cambiare il luogo fisico di produzione, lo studio sottoterra funziona d’inverno ma d’estate é come stare al Polo Nord, senza luce… Così le vibrazioni saranno differenti ed avranno – spero – un’influenza anche sul resto.
Abbiamo notato la tua ultima produzione “Mir a Nero” uscita su Pampa Records; hai in serbo qualche altra produzione da svelare in anteprima ai nostri lettori ?
A parte le collaborazioni già citate, ho il mio album in preparazione. Spero che sia terminato per la primavera. E già da tempo che ne parlo e ho veramente voglia portarlo a termine…ora.
Immagini la tua vita sempre legata al mondo musicale o hai qualche sogno ancora non realizzato al di là della musica?
Sogni? Nessuno a parte essere felice, il che é già una bella storia. Magari un giorno aprirò un ristorante in Puglia? Sorpresa!!!
English Version:
A series of coincidences can make one of world famous DJs? Yes, if you are Michel Cleis. In love with Italy and music lover since he was young, he approached to the world of clubbing very late, becoming famous for his worldwide hit “La Mezcla”, launched by the “boss” Luciano. Despite the success, he proved to be a tireless producer who over the years has been able to be appreciated for many more releases and successful remixes without any compromise and with the only purpose to make people dance. In anticipation of his album, we had a long and pleasant chat with him.
Some artist are born with records and the vocation of the dj, some djs discover this vocation on the way. Just talking about your situation, you had free time to fool a result of an accident… was it destiny in your opinion?
Well… the fate, sure, maybe even a little and a little no. As a child I was lucky enough to having parents who listened to more music, my mother still danced like crazy (!), My father played in a band of New Orleans music and the music is part of their everyday life. My mother suggested me a collection of the Beatles as the first record. My father has a large and interesting collection of vinyl, especially jazz. I started collecting records soon, regardless of injuries or other randomness. Then, because I had the records and friends who were djs, invited me to dj in some places. On the production side, if I had not had this beautiful collection I could not begin to sample after my accident, and if I had not known my musician friends probably would not have even had the idea to buy a sampler, so… coincidences sometimes even a little caused.
Your musical influences are quite varied. We read, among others, myths of Italian pop music, such as Lucio Battisti. How was the process of getting closer to this kind of music to club music?
Yes, I see Lucio Battisti as an Italian music hero, simple and touching lyrics, unconventional arrangements of pop music, interesting, surprising I started to listen to him later before there were the Beatles, the soul, funk, disco and jazz. Towards the twenty years when I was in full jazz trip I discovered house music, which was resulting from disco – like an extension cord – prevalence from New York. I was in the academic years and I discovered the first big party with the freedom of one that has just left home, great memories without nostalgia obviously.
From Lucio to Luciano. How did you come into contact with him, I guess you were already in contact with him, both living in Switzerland…
Hehe… I met Luciano by Aminata, my ex and his booker, a friend who was a central figure in the birth of the booking agency Cadenza. Luciano at that time was living in Berlin She gave him some of my music and entered in contact. The else went slowly.
Switzerland, we talk very often about it, but it’s not enough in my opinion. There are many local artists and great electronic music movement, for many years now …isn’it? What can you add us about it?
True, in Switzerland there was a great movement, now, however, things have changed a little, like the music it is changed. Everything seems smoother, there are fewer alternatives, probably because what is alternative is often more difficult to sell. However, this does not happen only in Switzerland. The clubbing scene is less interesting to us than before, but are still great artists, I think of people like Kalabrese.
Switzerland, but Italian side. By ‘neighbor’, as well as past influences, what of good did you discover of our country over the years? Do you like any artist?
I would say the food, but I already knew, my grandmother was Italian, she had a guest house and restaurant, and it was a great cook. My mother and father also cook very well and in Italian. I found people with a big heart, people who live in spite of the fact that the time is not always splendor. I discovered some very fascinating places, for example, Lecce, Salento and Puglia in general. And there are producers and dynamic and interesting djs, a friend of Manchester played me no later than 2 days ago some works of Massimo Di Lena, I take this opportunity to mention him. The label Memento is working with young interesting Italian artists, Dirty Channels have just released on Ovum and then there are names already known but always present with quality things like Uovo and Rame. Alex Picone has a unique sound and he is also a friend and surely I forget a lot of people, I apologize for that.
The “Vagabundo” nature allows you to meet many people, playing in the best club in the world, from the well known Ibiza clubs to most underground ones. What situation fit best to your sound?
I think my sound is easily adaptable to different types of situations, because I like colors and different sounds. Personally, I am happy when people dance, that the room is more techno, house or people are coming just to have a beer the important thing is to make them dance. I think the situation is right for me, however, that the club with people that coming to listen to me, if we’re on the beach and there a lot of people I enjoy it a lot too!
With all these gigs, do you find the time for production easily? Are you agree to find periods to work in studio and periods in which focus your gigs?
Yes, I always find time for production, even in the airplane! I try to make also interviews from a plane and more infact it takes me years to finish some one. I think it’s a good thing to enjoy some time off to concentrate on the production dates. Actually I have never done it but I will do it very soon, everything has been planned. However, as far as I am concerned the quantity and quality of production mainly depend on my state of mind, from moral as you know it can not always be perfect because during the life a lot of things can happen, however, sometimes less easy to overcome. In the end, when a tour is during the weekend I still have 4-5 days to work on the production. They are enough if I feel good, if you have good energy and I want to do it. If the circumstances of life are not too fit for me it becomes more difficult to work. More basically even in summer it becomes more difficult, there are times where you don’t go home for 2 or 3 weeks; and when you land you need a rest.
Now we discover teenagers artists, who already have great talent. You, from your experience, how do you see the evolution of the electronic scene and where do you think is the future?
I think the future will be in part in technology, technological evolution of sound and instruments. Let’s see what these thing will give us in the future if they are used with talent.
Your “trademark” is the tribal groove and classic Latin rhythms. Have you ever thought you could produce something experimental?
Yes, I has already crossed my mind, and probably it will happen soon. I want to explore other dimensions of music and I do not think to focus only in experimental music. There are also interesting collaborations with musicians-interesting-in in a near future… surprise!
Not even the slight collaborations with artists closer to the pop world. Let’s say you’re fascinated by many genres… have you ever considered a problem to be defined “commercial”?
Hehehe, no! For me it is not a problem, are rather annoyed by the fact of having the impression of having made compromises and not getting a good result for me… thankfully it only happened once – for a remix – and I took teaching. The compromise does not sound good in music, but, in other areas are needed. According to me in the art it’s something delicate.
Your story is quite particular. The real boom in a very short time, thanks to the track that made you known throughout the world: La Mezcla. It ‘s been difficult to deviate from that, “Michel Cleis, that one of La Mezcla?”
I was lucky. That track was played by everyone, starting from underground and finish to crossover. Then of course you have to prove that it was not a case so.in 2009, I released 13 tracks including remixes and more. And I found myself to have 3 tracks on the Fabric compilation of Radio Slave, 2 tracks on Sven Vath compilation, working with people like Gilles Peterson and have 3 tracks on Essential Tunes of the week from Pete Tong. Now I am working on a collaboration with DJ Koze, there will be Kenny Larkin, Louie Vega and there are other artists for whom I have enormous esteem in which he approached me, telling me what I do in some way touches them. These artists are completely different – for whom I have a great esteem – they love what they do and they recognize the production skills in the work that I was lucky enough to release. They help me to detach myself from the crossover hit “La Mezcla”.
In reality, you could deny all confirming your skills with equally brilliant remixes and productions. Years later, how did you develop your sound and your approach in the studio?
My approach is not changed, for me the basic idea is to be clear about what I want to do, if you want to keep people dancing it takes a certain type of approach, also related to the “who” want to dance, then I say “if I dance I will dance all!” Technically, I always use the same proceedings, and sometimes I discover some new softwares that brings a new charge. I think for me it’s time to change the physical production, the underground studio works in winter but summer is like being at the North Pole, without light. Thus, the vibration will be different and will – I hope – an influence on the rest.
For our readers and your followers. We have noticed your latest release “Mir A Nero” out on Pampa Records. Have you other new incoming productions in the next months?
Apart from the projects already mentioned, I’m working on the new album. I hope it is finished for the spring, it is some time that I talk about it and I really want to finish it, now.
Do you imagine your life forever tied to the musical world, or do you have any dreams yet unrealized beyond the music?
Dreams? No one apart from being happy, which is already a good story. Maybe one day I’ll open a restaurant in Puglia? Surprise!