L’effervescente scena britannica negli ultimi anni ha vissuto un’era particolarmente florida grazie anche ad artisti come Harry Agius in arte Midland, che sono riusciti fin da giovanissimi a farsi notare a livello nazionale e non solo. L’era di internet è stata sicuramente un fattore fondamentale in questo processo di crescita e grazie alla facilità con lui la musica riesce a circolare il suo talento è stato presto individuato. Considerato uno dei prospetti più interessanti della scena, Harry nasce musicalmente tra le mura degli studentati dell’Università di Leeds dove, dopo un appannato periodo nella Drum’n’bass, cambierà drasticamente il suo modo di lavorare dopo aver fatto la conoscenza di Pearson Sound (boss di Hessle Audio, etichetta divenuta celeberrima fino a raggiungere il secondo posto nella Top20 di RA) con cui stringerà un forte legame di amicizia e collaborazione musicale. Dopo aver terminato gli studi Harry decide di intraprendere il famosissimo pellegrinaggio di Santiago di Compostela insieme a un amico e quell’esperienza segnerà per sempre il suo modo di vedere la vita e la musica. Oggi, con una carriera in ascesa e un discreto numero di produzioni sul groppone, Midland si approccia al successo con la spensieratezza che solo un ragazzo giovane può avere. Senza fare programmi, stiamo a vedere che succede!
Il progetto Midland è nato inizialmente con la collaborazione di Pearson Sound. Come vi conoscevate e in che modo avete iniziato a lavorare insieme?
Vivevamo nello stesso blocco di appartamenti nell’Università di Leeds, mi vide ai piatti attraverso la finestra e venne per farmi un saluto. Quello era tipo 5 anni fa e da quel momento siamo stati amici e compagni di casa.
Ci sono stati (oltre a lui) altri artisti che ti hanno aiutato a crescere in questo ambiente?
Sì, un sacco di persone diverse mi hanno aiutato lungo il cammino, tramite supporto, pubblicazione o anche semplicemente dandomi consigli sulla mia musica. La lista sarebbe troppo lunga per scriverla qui ma è sempre stupendo quando le persone credono nella tua musica perchè solitamente come artista/dj/producer tu stesso fai fatica a farlo.
Nei tuoi primi anni sotto il nome di Apt Pupil avevi principalmente convogliato le tue attenzioni sulle sonorità drum’n’bass. Come si è poi evoluta la tua carriera?
Bè quello era stato poco più che un hobby universitario. Dovevo suonare regolarmente in città ma per quanto riguarda la drum’n’bass non sento di averla mai padroneggiata più di tanto. Per quanto riguarda l’evolversi della mia carriera, oggi sono in grado di supportare me stesso solamente tramite la mia musica e questo due anni fa sembrava più che altro un sogno irrealizzabile.
Ho letto che a un certo punto della tua vita hai deciso di affrontare il pellegrinaggio del Camino de Santiago de Compostela in Spagna. Come è nata questa idea e come ha cambiato il tuo modo di vedere la vita e la musica?
Decisi di farlo perchè non avevo nulla da fare una volta finita l’università a parte trovarmi un lavoro. Un amico me ne parlò e suonò come una grande esperienza da vivere. Se devo essere sincero, non ero preparato per farlo, ma si è rivelata essere un’esperienza che mi ha davvero aperto gli occhi. Ha avuto un sacco di effetti sottili nella mia vita e durante quel viaggio ho decisamente imparato alcune cosa a proposito di me stesso e dei miei amici che sono valide ancora oggi. Durante il tragitto non ho ascoltato musica per 30 giorni, un po’ come uno sciopero della fame, e significa che quando sono tornato alla musica sembrava suonare nuova un’altra volta. Cerco ancora di farlo ogni tanto anche ora, staccarmi dalla musica, dagli iPod, da Youtube ed internet mentre produco musica in modo da rimanere solo con le mie idee senza dover essere necessariamente influenzato dal suono di qualcun altro.
E’ veramente difficile dare un’etichetta stilistica alla tua musica. Potresti darci una mano a descriverla?
Sono un disastro a descrivere la musica di chiunque, per non parlare della mia. Diciamo che è elettronica, visto che è composta utilizzando un PC.
La costante sperimentazione e contaminazione di generi diversi nelle tue produzioni non lascia mai spazio alla monotonia. Quanto è importante per te questo aspetto quando sei in studio?
Bè, credo sia sempre importante provare ed esercitarsi in studio invece che rivisitare sempre le stesse tecniche e gli stessi suoni. E’ di certo qualcosa che mi sforzo di fare, ma paragonato ad alcuni dei miei artisti e musicisti preferiti mi sembra sempre la mia musica sia incredibilmente nei binari e “sicura”.
A causa di questa varietà di suoni spesso ti trovi a suonare in serate diametralmente differenti tra loro. Come riesci a destreggiarti in questa continua varietà di suoni?
Giuro, io sono house music. Sebbene possa capitare che suoni cose differenti fra loro nei miei set, essenzialmente è sempre in 4/4 o qualche sua variazione. Cerco sempre di suonare musica che sia un po’ fuori dalla “strada battuta” o che magari la gente non abbia mai sentito prima, ma dipende dalla pista, dal setup, dall’impianto, ecc.. Ci sono molte variabili che ti influenzano mentre suoni.
Come descriveresti l’attuale scena britannica? Pensi che rifletta la varietà di ciò che proponi col tuo suono?
Credo che la scena britannica sia forte al momento, sebbene non credo che in un’era come quella di internet si possa più focalizzarsi su una sola scena. Sono tutte talmente influenzate una dall’altra. Ci sono tedeschi che fanno musica “british” e viceversa. Credo che l’esplosione di tutta questa nuova attività sia una buona cosa, ma c’è anche un sacco di musica banale che sta emergendo. Questo è più dovuto al fatto che ormai è così semplice produrre musica oggi come oggi. Ci sono dei pacchetti di sample già syncati e download illegali così facilmente disponibili da permettere a qualcuno di produrre “musica” un’ora dopo aver deciso di farlo. Da un lato è positiva anche questa cosa comunque, perchè stai offrendo alla gente strumenti che prima non avrebbero mai potuto avere e c’è un sacco di musica incredibile che sta uscendo. C’è un velocissimo ricambio nella musica di oggi, e da quel punto di vista, creare un disco che possa rimanere ed avere longevità è molto difficile. Qualcuno crea una traccia, viene sentita in radio e su Youtube. Le persone la ascoltano e si chiedono “come mai ci mette così tanto ad uscire?”. Dopo di che esce, ma la gente non la suona già più…
Quali sono i tuoi progetti futuri? Continuerai a sperimentare o ti assesterai su qualche genere in particolare?
Non ho ancora pianificato nulla per il momento. Sto solo scrivendo e cercando di trovare musica nuova ed interessante e poi sto suonando in giro. Trovo che i piani emersi in maniera naturale siano i migliori quindi resterò a guardare come prendono forma man mano che il 2013 si svilupperà.
Quali sono i paesi che non hai ancora visitato in cui ti piacerebbe suonare?
Bè, non ho mai suonato e non sono mai stato in Giappone e non ho mai sentito altro che storie incredibili da parte di chi ci è stato. Che sia come artista o come turista voglio assolutamente andarci nel 2013. Inoltre sarebbe grande andare in America. Ho studiato la storia americana all’università ed ho parenti ed amici laggiù perciò sarebbe bello visitare il paese.
English Version:
The vibrant British scene in recent years has experienced a particularly thriving era thanks to artists such as Harry Agius, aka Midland, who managed very young to get noticed on a national level and beyond. The age of Internet has certainly been a key factor in this process of growth and due to the easy of music circulation his talent was soon discovered. Considered one of the most exciting prospects of the scene, Harry was born musically within the walls of the dormitories at the Leeds’ University where, after a clouded period in Drum’n’bass, he changed his mind after the encounter with Pearson Sound (boss of Hessle Audio, label became famous in the last years and now at the second place in the top 20 of RA) with which he tighten a strong bond of friendship and musical collaboration. After completing his studies Harry decides to undertake the famous pilgrimage of Santiago de Compostela with a friend and that experience will mark forever his way of seeing life and music. Today, with a career on the rise and a reasonable number of productions on the rump, Midland approaches the success with the lightheartedness that only a young boy can have. No plans, let’s see what happens!
The Midland project was initially created in collaboration with Pearson Sound. How do you know each other and how did you start working together?
We lived in the same block of flats at University in Leeds, he saw me on my decks through the window and came to say hi. That was about 5 years ago, and we have been friends, housemates since then.
There were (besides himself) other artists who have helped you to grow in this business?
Yeah all sorts of people have helped me along the way, through supporting, releasing and generally giving me advice on my music. The list would be too long to write here but its always amazing when people believe in your music, because quite often as an artist/ music producer/ dj you tend not to.
In your early years under the name of Apt Pupil you had mainly routed your attention in to drum’n’bass. How has your career evolved since then?
Well that was more of a University hobby, I got to dj regularly in the city, but in regards to making drum and bass, I never seemed to be able to master it. In terms of how my career has “evolved”, I am now able to support myself soley from music, which two years ago seemed a bit like a pipe dream.
I have read that at some point in your life you decided to tackle the pilgrimage of Santiago de Compostela in Spain. How did this idea come to your mind and how has it changed your way of looking at life and music?
I decided to do it because I had nothing to do after finishing University apart from finding a job. A friend told me about it and it sounded like a great experience. If i’m honest I wasn’t prepared for it, but it turned in to a real eye opening experience. It has had a lot of subtle effects on my life and I definitely learnt a few things about myself and my friends on that trip which still hold true to this day. On the trip I had no music for 30 days, almost like starvation, and it meant when I came back to music it sounded new again. I try and do that now and then, cut off from music, I pods, you tube and the internet when i’m making music so that its just me and my ideas and i’m not being directly influenced by other peoples sounds.
It ‘s really hard to give a kind of “label” to your music. Could you give us a hand to describe it?
I am terrible at describing anyones music, let alone mine, so maybe just Electronic, as its made on a computer.
The steady experimenting and mixing of different genres into your production never leaves space for monotony. How important is this aspect for you when you work in the studio?
Well I think it is always important to try and test yourself in the studio, to not revisit the same techniques and sounds, and its certainly something I strive for, but compared to some of my favourite artists and musicians sometimes I feel my music is impossibly straight and “safe”…
Due to this variety of sounds often you find yourself playing in evenings diametrically different from each other. How can you juggle in this continual variety of sounds?
Really, I play house music. Although I may play some different things in my sets, it is essentially 4/4 or some variation of it. I always try and play music thats a little bit off the beaten track or maybe people won’t have heard before, but it always depends on the crowd, setting, equipment and soundsystem. There are many variables that influence how you play.
How would you describe the current British scene?
I think the British scene is strong at the moment, although I don’t think in the age of the internet we can really focus on one scene anymore. They are all so influenced by each other, there are Germans making music that sounds “British” and British making music that sounds “German. I think that this explosion of new activity is a good thing, but there is a lot of average music emerging too This is more due to the fact that it is so easy to make music these days. There are tempo synced sample packs and illegal downloads available so easily that people can be making “music” within about an hour of deciding they want to. On the flip side this is a positive thing too, because you are giving tools to people who might not have had them previously and there is some really incredible music coming out. There is a very fast turnover with music now, and in that sense, making a record that really lasts and has longevity is very difficult. Someone makes a song. Its gets played on radio and put on youtube. People listen and ask “why is it taking so long to come out”. It comes out and then people don’t play it anymore…
What are your future plans?
I am not making any plans at the moment, just writing and trying to find new and interesting music and playing gigs. I find plans that emerge naturally to be the best and so I will just see what shape they take as 2013 develops.
What are the countries that you haven’t yet visited where you’d like to play?
Well I have never played or visited Japan and I hear nothing but amazing stories from people who have been there. Whether playing or visiting as a tourist I would love to head there in 2013. Otherwise It would be great to go to America, I studied American History at University and I have family and friends out there so it would be great to see the country properly.