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[tab title=”Italiano”]Giusto un paio d’anni fa sembrava lì lì per diventare la “next big thing” di quella scena a cavallo tra house e disco, pronto a cavalcare e a ripetere il successo trasversale di “Something Special” che sentivamo dappertutto, dai set più ricercati agli apericena: Miguel Campbell, pensavamo, è pronto a fare il salto, a diventare uno di quelli che conoscono davvero tutti. In realtà nei due anni successivi non è andata proprio così: Miguel è rimasto “solo” – si fa per dire – un ottimo dj e un produttore molto ricercato, ma ha preferito concentrarsi sulla qualità, riducendo la frequenza delle release e dei remix per mantenere il livello altissimo. Abbiamo avuto modo di scambiare qualche parola con lui, per capire i motivi della sua scelta.
Sono passati un paio d’anni dall’ultima volta che abbiamo parlato, in un’altra intervista: allora ci sembravi essere solo all’inizio di una lunga serie di uscite di grande successo, iniziata con “Something Special”, ma poi la frequenza delle tue release, sia da solo che come MAM, si è ridotta molto, fino ad arrivare a solo un paio di uscite l’anno: hai deciso di concentrarti più sulla qualità che sulla quantità?
Sì, è più o meno quello che è successo, però poi quando ho iniziato a girare molto per il mondo ho rilasciato molta musica che avevo fatto negli anni precedenti ed era ancora unreleased. Mi sono trasferito ad Ibiza all’epoca e ho passato la maggior parte del tempo in altri paesi, il che ha avuto un impatto sulla quantità di tempo che potevo passare in studio.
Dicci qualcosa della tua ultima release, “Experience”, che hai prodotto con Patrick Alavi: come è nata la vostra collaborazione? E come descriveresti il vostro lavoro insieme?
Patrick e io apprezziamo molto la musica l’uno dell’altro. Lui è uscito sulla mia etichetta e avendo già lavorato insieme in passato ad “How Much That Means To Me” abbiamo sentito che era un buon momento per rilasciare “Experience EP”. L’EP si basa su una formula che unisce il meglio di ognuno di noi e siamo usciti con questo suono deep e funky. Grosse linee di basso, chitarre, tastiere e beats dritti.
Oltre a realizzare un numero molto ridotto di tracce originali, ultimamente hai rilasciato un buon numero di remix per artisti come Munk, Etienne De Crecy e James Curd: come approcci una traccia da remixare di solito? Ci sono differenze tra il processo che porta a uno dei tuoi remix e quello con cui produci le tue tracce originali?
Sono due processi leggermente differenti. Quando produco un remix, tendo ad avere già in mente un’idea di cosa fare. Produco dei remix solo quando l’originale mi piace davvero molto, è una cosa molto importante per me perché voglio sentirmi orgoglioso di tutto ciò con cui vengo associato. Quindi c’è molta più preparazione nel setup dei suoni che voglio usare, anche se poi una volta che è tutto pronto riesco a lavorare molto velocemente.
Un elemento che sembra davvero prominente nelle tue produzioni è l’uso di bassline funky che ormai sono diventate praticamente uno degli elementi che più identificano il tuo stile: come lavori su questa parte delle tracce? E’ questo il punto di partenza da cui poi si evolve il resto della traccia, oppure parti da altro e pensi al basso solo in una fase successiva?
Non inizio mai dalla linea di basso e anzi, personalmente, credo sia una pessima idea a meno che non sia proprio il basso a costituire l’intera melodia di una traccia. Il basso, come le percussioni, è una parte di accompagnamento. Puoi scrivere molte linee di basso diverse per lo stesso pezzo, ma se parti dal basso ci sono solo alcune strade che puoi percorrere, per cui cerco sempre di avere la parte melodica pronta per prima.
Parliamo della tua etichetta, la Outcross Records. Proprio come è successo per le tue tracce, nell’ultimo anno sembra essersi concentrata su un numero ristretto di release di alto livello prodotte da te e Matt Hughes invece di rilasciare grandi quantità di materiale. E’ così? E che piani hai per il futuro del catalogo dell’etichetta?
Abbiamo un sacco di tracce in uscita in quest’anno e proprio come i nostri gusti musicali sono sempre in movimento, così fanno le nostre release. Continueremo a esplorare la genesi della house music e a rilasciare la musica che meglio rappresenta quello che sentiamo.
L’ultimo paio d’anni è stato estremamente buono per i dj a cui piace suonare quel tipo di house funky e che si rifà alla disco degli anni ’80, con un sacco di release di altissimo livello: cosa c’è che ti piace, ultimamente, dal punto di vista del djing? Cosa possiamo aspettarci da un tuo set oggi?
Ultimamente suono un sacco di musica non ancora uscita mia e di alcuni miei amici, come Iain O’hare, Boogie Vice, Popart, Matt Hughes e molti altri. Ci sono un sacco di vibes diverse nei miei set al momento, momenti hip-hop e momenti uplifting – c’è davvero di tutto!
L’estate scorsa hai rilasciato un mix cd per VIVa music: come hai approcciato la selezione per questo mixato? E’ stato diverso dalle scelte che avresti fatto per un set in un club?
Sì, è stato un piacere preparare li CD “Viva Warriors” dell’anno scorso. Mi sono divertito un sacco ed è stato anche molto facile prepararlo. Mi servivano dieci tracce o giù di lì per il mixato e volevo usare un suono più dubby. Ho la fortuna di avere tanti amici che mi mandano un sacco di ottime tracce per cui ne ho scelte alcune e quando ho chiesto loro di poterle usare, tutti hanno acconsentito volentieri.
Ultima domanda: che piani hai per il futuro? C’è possibilità di vedere qualche tua uscita in più nel 2015? E per quanto riguarda il djing?
Il mio nuovo album uscirà in estate su 20/20 vision. Ho un EP in uscita su Outcross con Beccs Lott alla voce. Ho un remix nuovo in uscita sempre su Outcross, uno su Leftroom e un sacco di altre cose interessanti che succederanno in futuro (state pronti per il nuovo album dei MAM)![/tab]
[tab title=”English”]Just a couple of years ago, the crossover success of “Something Special” meant that we heard Miguel Campbell everywhere, from the classiest sets to the radio. Still an awesome DJ and a skilled producer, over the last few years Miguel decided to focus on quantity over quality instead however, reducing his output to keep the level as high as possible. We had a chance for a chat with him, to understand the reasons behind his choice.
It’s been a couple of years since we spoke last, in another interview: the last time we spoke, you seem to be at the beginning of a stream of extremely successful releases that just started with “Something Special”, but then the frequency of your productions, both solo and as MAM, slowed down to just a couple of releases a year: did you decide to focus on quality rather than quantity?
That is kind of what happened but when I began touring I released lots of music that I had made over the years which had been unreleased. I moved to Ibiza at that time and spent quite a lot of time in other countries around the world. This affected the amount of time that I had to dedicate to the studio.
Tell us something about your latest release, “Experience”, that you produced with Patrick Alavi: how did your collaboration come together? And how wold you describe your collaborative release?
Patrick and I share a mutual appreciation for each others music. Patrick has released on my label before and having worked together in the past on ‘How Much That Means To Me’ we felt it was a good time to release the Experience EP. The ep’s formula took the best of both of us and we came out with this deep funk sound. Big basslines, guitars, keys and straight up beats.
Besides releasing a very small number of original tracks, lately you put out a good number of remixes for artists like Munk, Etienne De Crecy and James Curd: how do you usually approach a track to remix? Is your remixing process different from the one that leads to the birth of your original tracks?
The process is a little different for me. When I am remixing a track, I tend to already have the idea of what I to do. I only ever remix tracks when I really like the original, this is important for me as I like to feel proud of everything I get involved with. So there is more preparation involved in setting up the sounds I want to use but then once ready I can work really quickly.
Something that really seems prominent throughout all your productions is the usage of funky basslines, that really seem to be part of your signature style: how do you work on them? Is that the starting point from which your tracks evolve, or do you start from other parts and think of the basslines at a later stage?
I never start with the bassline and I personally think it is a bad Idea unless it is the bassline that is full melody of the track. Bass is like drums and is an accompaniment part. You can write lots of basslines to a piece of music but if you start with the bassline, you can only go a few ways with the music so I try to get most of the music in place first.
Let’s talk about your label, Outcross records. Just as it happened for your own tracks, in the last year or so it seemed to be focusing on quality releases by yourself and Matt Hughes instead of putting out lots of material. Is that so? And what are your future plans for the label catalogue?
We have lots of new tracks coming out this year and as our musical tastes go through the motions, so too do our releases. We will continue to explore the genetics of house music and release the music that best represents what we are feeling.
The last couple of years have been extremely good for djs that like to play funky and 80s-inspired disco-ish house, with lots of great releases coming out: what are you into, lately, from a djing point of view? What should we expect from your sets?
I am playing lots of unreleased music of mine and of my friends. Iain O’hare, Boogie Vice, Popart, Matt Hughes and lots of others. So lots of different vybes going on in my sets at the moment. From hip-hop moments to uplifting house moments – there are bits of alsorts in my sets!
Last summer you also released a mixcd for VIVa music: how did you approach the selection for that mix? Was it any different from the selections you would make for a set in a club?
Yes I did have the pleasure of preparing last years Viva Warriors CD. I had a great time doing this and it was really quite easy for me. I needed around 10 tracks for the mix and I wanted to use a dubbier type sound. I am quite lucky in that my friends always send me lots of great tracks so I made a selection and when I asked about using them for the mix, everyone happily agreed.
Final question: what are your plans for the future? Are there any chances to see some more of your tracks in the rest of 2015? And what about your djing?
My new album is being released in the summer on 20/20vision. I have a new EP coming soon on Outcross with Beccs Lott on vocal duties. I have a remix coming up on Outcross Records, one on Leftroom Recordings and lots of other cool stuff happening too (look out for the new MAM album)![/tab]
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