Freddie e Alex, in arte Mind Against, due fratelli nati a cresciuti nella scena elettronica milanese nonchè progetto di casa Life and Death, label che in poco più di due anni ha contribuito a reinventare il filone deep-disco in ogni sua sede.
Quando e come vi siete accorti di voler far questo nella vita?
F: Io avevo comprato i piatti, iniziavo a mettere i primi dischi.
A: Abbiamo iniziato a mixare con i dischi di Stephan Bodzin, di Booka Shade, Border Community… Solo in seguito ci siamo resi conto che sarebbe stato più interessante provare a lavorare su della musica nostra, a creare davvero qualcosa; comprammo la prima copia di Logic e piano piano un synth dopo l’altro.
Quali synth avete e utilizzate?
Yamaha dx-200, Roland SH-101, Juno 60, Korg Monopoly, Clavia Nord Lead… Tutti analogici o virtual analog. E’ un’altra cosa usare qualcosa di fisico, qualcosa che puoi toccare, dove una sintesi avviene realmente e non è emulata come negli strumenti virtuali.
Domanda classica: influenze? Un pò mi avete già detto: Booka Shade, Bodzin…
F: Beh, abbiamo iniziato a mixare quello, ma abbiamo sempre ascoltato di tutto da The Doors, Queen, Pink Floyd ad Alan Parson Project, Joy Division, i più recenti Boards of Canada, Radiohead, Caribou, Extrawelt ecc.
A: Tutto quello che ci circonda influisce sulla nostra musica. Quello che cerchiamo di fare è qualcosa che possa un domani rimanere costante, anche se ci rendiamo perfettamente conto che è una strada più lunga e sarebbe più facile far uscire roba di “tendenza”.
Non abbiamo detto che siete fratelli. Avete gusti simili, essendo cresciuti insieme?
I gusti sono più o meno gli stessi avendo lo stesso background, si sono modificati ed evoluti allo stesso modo. Il fatto di vivere e lavorare assieme influisce molto: sei quotidianamente a contatto l’uno con l’altro. Chiaramente le influenze sono reciproche.
Parliamo di Just This: possiamo dire che è il party che vi ha un pò consacrato?
Più che altro Just This è stato un ambiente stimolante dove abbiamo potuto provare i nostri primi lavori, i primi dj set assieme e abbiamo stretto legami con persone con le quali lavoriamo ancora oggi. E’ stata senz’altro un’esperienza utile ed interessante.
Com’è nata la collaborazione con Life and Death?
A: Io e Matteo (Milleri, co-founder Life and Death, ndr) siamo amici da molto tempo, abbiamo iniziato a fare musica assieme e da lui ho appreso molto. Successivamente abbiamo conosciuto Carmine, Manfredi e gli altri ragazzi della label. Ognuno ha fatto il suo percorso; successivamente, quando Life and Death era già nata, la nostra musica li ha interessati e di conseguenza è nata la cosa.
Prima dicevate che vorreste provare cose nuove…
A: Stiamo cercando di sperimentare un sound più fresco e che non passi di moda nel giro di pochi mesi; la “scoperta” dei synth analogici, o comunque il cambio di setup insieme alla già presente influenza IDM ed elettronica dei primi anni duemila, ha aiutato molto la cosa. Ripeto, quando hai contatto con la macchina hai anche più ispirazione, o almeno noi personalmente ci sentiamo piu liberi e più coinvolti.
Una vostra traccia nasce a quattro mani e continua a quattro mani?
F: Dipende, non esiste uno standard al quale ci atteniamo nel fare musica. Magari inizia uno dei due e insieme si continua, oppure parte tutto in due, è tutto un pò casuale. Di base quando senti qualcosa di buono, che ha del potenziale, si lavora, se ne parla insieme, in qualche modo le cose vengono fuori. Non si può neanche dire come nasce una traccia, se mi chiedi “come nasce quella traccia” non me lo ricordo neanche, ne facciamo così tante… Le tracce rilasciate sono poche, ce ne sono tantissime mai uscite dal nostro computer perchè non ritenute all’altezza sopratutto dei nostri gusti personali; principalmente la musica che facciamo piace a noi stessi, poi chiaramente deve piacere anche al pubblico. Diciamo che il nostro obiettivo è far conciliare le due cose.
Come la maggior parte dei dj/producer vi piace suonare le vostre produzioni nei djset. L’idea del live vi stuzzica?
F: Forse in futuro, quando avremo materiale che riterremo valido per una performance del genere. Vedremo, anche perchè amiamo i dj set.
A: Io penso sia bello mixare i propri dischi con quelli di altri, tracce particolari magari e generi diversi. Per fortuna viene prodotta ancora molta buona musica. Ho paura diventi un pò monotono il live, anche se non è sempre così. Certo, magari quando avremo un repertorio vasto e vario, tracce inerenti l’una con l’altra in modo da creare qualcosa di sensato, ma soprattutto quando riusciremo a preparare una performance “dal vivo” vera e propria. Non è semplice creare un live interessante oggi come oggi. Il senso è quello: creare un discorso con un inizio e una fine ma anche e soprattutto un senso logico.
Progetti per il 2013? A cosa state lavorando?
F: Stiamo lavorando ad alcune tracce nuove e ci stiamo trasferendo a Berlino il che avrà senza dubbio un’influenza rilevante e positiva sulla nostra musica.
A: Abbiamo un EP in programma su Life and Death nella prima metà del 2013, quasi ultimato. C’è poi dell’altro che per ora resta top secret…
English Version:
Freddie and Alex, aka Mind Against, two brothers born and grown up in Milan’s electronic scene and also project by Life and Death, label that in few more than two years has contributed to reinvent deep-disco in every its place.
When and how did you realize you want to do this in your life?
F: I bought my turntables and began to play my first records.
A: We started mixing with Stephan Bodzin, Booka Shade and Border Community records. Later we realized it would be interesting to try working on our own music and really creating something; we bought our first Logic e slowly a synth after another.
While synths do you own and use?
Yamaha dx-200, Roland SH-101, Juno 60, Korg Monopoly, Clavia Nord Lead… All analog or virtual analog machines. It’s different to use some physical things, something you can touch, in which a syntesis really happens and it’s not emulated like in virtual instruments.
Classic question: your influences? You told me a few: Booka Shade, Bodzin…
F: Well, we started mixing with that stuff, but always have been listening to all, from The Doors, Queen, Pink Floyd to Alan Parson Project, Joy Division, more recent Board of Canada, Radiohead, Caribou, Extrawelt, etc.
A: Everything that surrounds us influenced our music. We are trying to produce something could remain constant one day, while we know perfectly it’s a longer road and publishing “trend stuff” would be simpler.
We didn’t say yet you are brothers. Do you have a similar taste, being grown up together?
Our taste it’s the same more or less, we have the same background and it have been evolving likewise. Living and working together has a big influence, you are daily in contact with each other.
Talk about “Just This”: can we say it’s the party that consacrated you?
It was rather a stimulant ambient where we could try our first works, first djsets together and get links with people wherewith we still work today. It has been doubtless an useful and interesting experience.
How did your collaboration with Life and Death born?
A: Matteo (Milleri, co-founder Life and Death) is a friend of mine long since, we began making music together e I have learnt a lot from him. Then we knew Carmine, Manfredi and other label’s guys. Everyone had his route; later on when Life And Death was already born our music interest them and so the affair was born.
You were telling you would like to try new things…
A: We’re tryng to experiment a fresher sound that won’t go out of style in a few months; our discovery of analog synths and however our setup change together with the already present 00’s IDM and electronica influence has helped everything. I repeat, when you have a contact with the machine you get more inspiration, or at any rate we feel more free and captivated.
Do you begin a track four-handed and keep on it four-handed?
F: It depends, a standard to which conform doesn’t exist when we make music. Maybe either begins and we carry on together, otherwise all starts from both, it’s a few all casual. Basicly when you hear something good, high-potential, we work and talk about and somehow all comes out. You can’t say it, if you ask me “how did that track begin…” I don’t even remember, we make so much stuff… The releases are few, but there are so many never gone out from our computer seeing as they didn’t live up to our taste; primarily the music we do must be appreciated by us, after by the audience. Our aim is to make both things conciliating.
As most of djs/producers you like to play your own tracks. Does live set idea whet you?
F: Maybe in the future, when we’ll have valid material for that kind of performance. We like deejaying for the moment.
A: I think mixing someone else’s songs with own music is cool, maybe particular tracks and different genres. There is still much good music thankfully. I’m afraid live set could be a little flat, though not always. We’ll try it when we’ll have an ample repertory, each other inherent tracks to create something sensible, but mainly when we could to prepare a real live performance. That’s not easy and that’s the sense: to create a discourse with a beginning and an end but mainly a rational sense.
Projects for 2013? What are you working on?
F: We’re working on new tracks and we are moving to Berlin and that will have a relevant and positive influence on our music.
A: We have a coming EP on Life and Death in the first half of 2013, it’s almost finished. There is more other stuff that remains top secret by now…