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Model 500 “Digital Solutions”

Tra le varie cose da ricordare del 2014 ci sarà, senz’altro, il ritorno di Juan Atkins sul formato della lunga durata come Model 500. Dei tre pionieri di Belleville, rispetto a Derrick May e Kevin Saunderson Atkins è quello meno “mondano”, quello che meno è stato in grado di ritagliarsi una carriera di routine ad alto livello nel rutilante mondo del clubbing internazionale. Al tempo stesso – e sarà un caso? – è anche quello che meno ha accettato di sintonizzarsi sui suoni e sui brani del qui&ora, restando legato al suo particolarissimo stile e alla “sua” galassia sonora techno-detroitiana più tipica. Con un piglio da Settimana Enigmistica, alla “unite i puntini”, verrebbe da dire che questi due aspetti sono legati fra di loro, mondo bastardo. Poiché se anche solo lontanamente amate il lato più visionario di ciò che è musica da dancefloor (e dovreste), un dj set di Atkins è una delizia ora come allora; magari qualche mixaggio non è perfetto, magari i dischi sono vecchi ed impolverati, magari l’ultima novità è del 2005 ma francamente – chi se ne importa.

Tanto per continuare coi “magari”, però: magari questo suo nuovo e a lungo atteso “Digital Solutions”, in uscita ovviamente per Metroplex, suona un po’ datato e un po’ superato nei suoni. Magari. Ed in effetti, è così. Non nascondiamocelo. Non nascondiamocelo, perché a furia di sostenere – anche giustissimamente – che i veri pionieri e i veri “santi” della techno sono quelli di Detroit e tutti gli altri devono inchinarsi, abbiamo finito anche per perdonare loro un mordente che via via si è perso negli anni. Mordente non tanto nelle idee, quanto nella esecuzione tecnica di queste idee. Quindi sì, è un mondo cinico e baro quello che riempie di soldi Luciano e Loco Dice e non Mad Mike ed Atkins, ok, ma è anche vero che questi ultimi come producer pur avendo mantenuto l’aspetto fondamentale della techno (la purezza, la visionarietà) non hanno lavorato abbastanza per stare alla pari dal punto di vista della dinamica, della resa sonora, della scelta dei timbri e dei pattern percussivi. Quindi il mondo resta cinico e baro, sì, ma ha anche anche le sue ragioni, ha qualche giustificazione per il suo comportamento crudele e senza cuore.

Ma quanto contano dinamica, resa sonora, scelta dei timbri, pattern percussivi? Una domanda che diventa centrale, nel giudicare “Digital Solutions”. Un lavoro che, di suo, sarebbe bellissimo in più di un passaggio. Gli intarsi preziosi di “Hi Nrg”, la classicità di “Standing In Tomorrow”, la classe pura di “Encounter”, le dissonanze creative di “Station”, la tensione perfetta di “Control”, giusto per citare gli episodi più riusciti: qui c’è una quantità di classe che ancora oggi il 99% dei producer presenti sulla scena techno/electro si sogna. Ma veramente si sogna. Il cervello e le idee di Juan non invecchiano, erano diamanti allora e diamanti sono tutt’ora. Tuttavia c’è anche l’altra faccia della medaglia, ed è quella che ti fa pensare quasi ad ogni traccia “Qua c’è tanta bellezza ma non è valorizzata; adeguatamente remixato – con equalizzazioni migliori, suoni più profondi, dinamiche più potenti – questo materiale sarebbe divino”. Ehi, non è un pensiero da nulla questo. Se fai musica elettronica, forgiare al meglio i suoni fa parte degli aspetti ineludibili del tuo artigianato. Non c’è giustificazione che tenga.

Il fatto che “Digital Solutions” abbia comunque un andamento da album, non sia cioè una collezione di banger techno più o meno raffinati impilati uno dietro l’altro tanto per poter dire di aver sfornato un LP, quanto piuttosto una collezione ragionata, una successione cioè di tracce molto più “da ascolto” che “da pista”, non fornisce una giustificazione adeguata. E’ difficile, sentendo questo disco esattamente come molto del materiale che arriva da anni dai pionieri detrotiani, che un neofita della techno e dell’elettronica non noti infastidito che l’impatto sonoro in certi casi è quasi da pianola da piano bar. Tu puoi spendere ore a spiegare che la storia, i pionieri, una techno che è utopia artistica e non tool commerciale, eccetera eccetera; e le spendi, eccome se le spendi. Ma in cuor tuo sai che il neofita, che con lo sguardo ti sta facendo “Embe’?”, forse non ha tutti i torti. Ne ha, ma non tutti. Scegli allora tu se chiudere un orecchio e distillare i meriti – enormi – di “Digital Solutions”, o se ascoltare con piglio clinico e cinico e restare soddisfatto, onestamente, a metà.