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[tab title=”Italiano”]Nella vita tutto dipende dal trovare il proprio talento naturale e impegnarsi a svilupparlo all’ennesima potenza. E se il proprio talento non prevede i passi normali che tutti seguono nel tuo ambiente, che importa? Del resto, per ognuno esiste una strada unica, si tratta solo di leggere i segni che ti si presentano davanti e individuarla. C’è chi eccelle nella produzione, chi i talenti li scopre, chi organizza festival di successo. E poi ci sono quelli come Monki, il cui talento naturale è – lo dice lei stessa – “avere orecchio“. È quello che la rende uno dei selector più fantasiosi e dinamici che esistano al momento. È quello che ha reso il suo ultimo FabricLive un mix strepitoso di stili, culture e mood inafferrabili, diverso dai soliti mix che si sentono in giro. È quello che l’ha affermata come dj ma soprattutto come radio host, coi suoi programmi regolari prima su Rinse FM e ora su BBC Radio 1. Ed è quello che le dà l’entusiasmo che vedete in quest’intervista, nel fare nomi, osservare scene e parlare del bello del lavorare nel mondo dance.
Siamo rimasti colpiti dal tuo FabricLive: così tanti stili diversi, modi differenti di far party, un sacco di tracce inedite, ognuna di loro intenta a creare un’energia diversa dalle altre. Di gran lunga diverso dai soliti mix techno/house che si sentono in giro di questi tempi. Che intenzioni avevi quando hai iniziato a lavorarci?
Ti danno 70 minuti in cui puoi rappresentare te stesso in un CD fabric, quindi è quello che ho cercato di fare. Ed è il motivo per cui gli stili cambiano continuamente e l’energia è tanto alta. Ho voluto creare qualcosa che la gente potesse ascoltare anche prima del club, o andando al lavoro. Sono i momenti in cui io stessa amo ascoltare mix.
Son contenta di come è venuto fuori e mi fa piacere vedere gli apprezzamenti del pubblico. Non ero sicura che tutti lo interpretassero nel modo giusto, eppure la risposta è stata fantastica!
Come sei riuscita a sviluppare questa miscela di stili che possiamo sentire nei tuoi mix? È qualcosa che viene dai tuoi ascolti di infanzia o deriva dalla tua crescita a Londra?
Sono entrambe le cose, di sicuro. Londra è una scena musicale caldissima, hai la possibilità di immergerti sul serio in qualsiasi cosa qui. Quindi crescendo qui ho avuto la possibilità di approfondire dal punto di vista club tutti gli ascolti di quando ero più piccola. Dal punto di vista musicale, il Regno Unito è difficile da battere. Quel che noti è che i ragazzi qui non si limitano ad andare alle serate house o techno. Vogliono esplorare.
Traccia 11 del tuo FabricLive: mash up tra un pezzo Defected e uno Numbers, “FCL – It’s You (San Soda’s Panorama Bar Acca Version)” + “Adesse Versions – Pride“. Il risultato è semplicemente perfetto. Genio. Com’è venuta fuori?
All’inizio volevo averle entrambe nel mix, separate. Ma abbiamo avuto un problema col campione del pezzo di Adesse Versions, quindi ho preso lo strumentale e ci ho aggiunto il cantato a cappella degli FCL. Ho pensato stessero bene insieme e hanno aggiunto un bell’elemento al mix.
Come si fa ad essere un DJ diverso dagli altri oggi? Considerato che le nuove tecnologie non richiedono più alte skill tecniche e che l’improvvisazione è sempre meno importante, come fa un dj a diventare uno dei migliori oggi?
Ci son diversi modi per entrare nel mondo del djing oggi. Puoi avere una radio, essere un selector, un producer, avere una label, far parte di una serata regolare, o tutte queste cose insieme. E anche se la tecnica del mixing è diventata più facile grazie alla tecnologia, dalla mia esperienza posso dire che prevale ancora chi mette più impegno in questo lavoro. E amare quel che fai ovviamente è anche molto importante, non sali nemmeno alla consolle se lo prendi come un lavoretto.
Tu sei sia un DJ che uno speaker radio. Quanto son diverse le abilità necessarie per questi due roli, e quanto sei diversa tu in queste due situazioni?
Sono due cose molto diverse. Essere in radio e fare il DJ di fronte a un vero pubblico sono skill separate. Musicalmente parlando, resto abbastamza fedele alla mia linea perché questo è quel che la gente si aspetta di sentire quando vengono a vedermi. Ma dipende dal pubblico e dal luogo, capita che mi muovo in direzioni diverse. Lo stesso in radio, posso suonare cose più emozionali, che non metterei in un club.
Dalla tua prima grande esperienza live nel 2009 alle serate al Fabric e al tuo programma su BBC oggi, passando per l’esperienza alla Rinse. Le cose sono andate abbastanza velocemente, eh?
Yeah, sono andate velocissime, ma nello stesso tempo sento di essere in costante ascesa. La cosa mi piace, mi spaventerei un po’ se fossi headliner in grossi festival nel giro di una notte. Sento che si può essere più longevi in questo modo. Però sì, c’è ancora un sacco da fare per me, la cosa mi eccita.
Daresti un ordine ai seguenti aspetti che un dj set dovrebbe trasmettere, in base all’importanza che hanno per te? Sorpresa, divertimento, scoperta, anima, piacevolezza…
Cavolo, son tutte cose importanti in un dj set! Ma mi sa che se proprio devo prenderne tre, direi: divertimento, sorpresa, armonia collettiva.
Come selezioni gli artisti per la tua label, la Zoo Music? Cosa deve avere un produttore, per entrare nel tuo roster?
Non ci sono schemi da seguire. Se si guarda alle uscite passate su Zoo Music, la musica varia molto. Ho un bel gruppo di persone nella Zoo ma cerco sempre di espanderla. Un sacco dei producer che ci sono ora, li ho conosciuti in giro per concerti, mi hanno inviato la loro musica e da lì abbiamo iniziato a parlarne insieme.
Te lo chiedono probabilmente ogni volta: come vedi l’idea di produrre della musica tua? È qualcosa che ti affascina?
Onestamente non è qualcosa che mi attrae in maniera naturale. L’idea di avere delle tracce tutte tue è eccitante, ma tutta la serie di step necessari ad arrivarci non mi conquista quanto fece invece la radio quand’ero più giovane. Sento di avere buon orecchio, per questo faccio i “Monki & Friends” EP ogni anno. Così ho la possibilità di lavorare un po’ più in studio e avere a che fare coi produttori che apprezzo. Ma non mi ci vedo a tirare fuori musica tutta mia, almeno al momento.
Recentemente hai compilato per Dummymag la lista dei dieci album chiave della tua crescita musicale. Visto che sei uno dei migliori selectors che conosciamo, a noi puoi dire invece cinque artisti/uscite da tenere d’occhio in futuro?
Certo!
La traccia: Melé – “Ambience”
Di sicuro il pezzo da tenere d’occhio quest’estate. Sta avendo un impatto enorme nei dancefloor. Tiga, Jackmaster, Annie Mac, Hannah Wants, tutti la stanno usando. È adatta a qualsiasi tipo di pista.
Produttori: Wayward
I Wayward sono un duo di Londra Nord. Recentemente han tirato fuori un EP piacevolmente melodico su Black Butter, la traccia principale “Baile” è la mia preferita. Sono pronti a esplodere live in premiere a Londra, ma hanno già fatto tour in Nord America come supporto ai Gorgon City.
Produttori: DJ Haus
https://soundcloud.com/hothausrecs/make-it-hot-rinse
Anche se DJ Haus è sulla scena già da un po’ ed è a capo delle etichette UTTU e Hot Haus Records, negli ultimi sei mesi ha iniziato a guadagnarsi le attenzioni dei dj e degli amanti della house. La sua è roba massiccia, ma ha comunque un groove e offre anche buone possibilità di remix. Appare spesso su BBC Radio 1 e 1xtra, Rinse FM e NTS, e ha già un calendario ricco in giro per Londra, Finlandia, Croazia, Barcellona, Vienna e oltre.
Artisti/Cantanti/Cantautori: Zak Abel
Ho lavorato con Zak per il mio prossimo “Monki and Friends” EP e mi sono accorta subito che il suo talento era parecchio oltre le già sorprendenti tracce che avevo sentito su youtube. La sua voce è piena di soul, è un musicista dalle doti naturali e la sua energia in studio è contagiosa. Il suo ultimo EP “Joker Presents: Zak Abel” mostra il mix inatteso ma perfetto tra i due. Sono eccitata di vedere come si evolve.
Cantanti/Produttori: Nao
Nao è una cantante londinese, è entrata nei miei radar per la prima volta l’anno scorso, quando son finita nella sua pagina soundcloud. Ha lavorato con A.K. Paul (il fratello di Jai Paul) in un pezzo chiamato “So Good” e ha tirato fuori il suo primo EP quest’anno. Di recente ha anche fatto una bellissima sessione piano con Mura Masa per Huw Stephens su BBC Radio1, che merita assolutamente alcuni minuti delvostro tempo.[/tab]
[tab title=”English”]Life is all about finding your natural talent and committing yourself to improving it as much as you can. And even if your talent doesn’t exactly imply the normal steps that everybody follows in your playing field, who cares? After all, everybody has his unique path, you only have to read the signs that come on your way and identify it. There are people who excels in producing, discovers new talents or organizes successful festivals. Then there is people like Monki, whose natural talent is – using her words – “having a good ear“. That’s whats makes her one of the most imaginative and dynamic selectors of these days. That’s what makes her latest FabricLive an amazing mix of styles, cultures and amazing moods, widely different from the normal mixes that you hear today. That’s what imposed her as a DJ and most of all as a radio host, with her regular programs on Rinse FM before and on BBC Radio 1 later. And that’s what gives to her the enthusiasm that you can see in this interview, while she introduces new names, describes scenes and talks about how beautiful working in dance music world is.
We were positively surprised about your FabricLive mix: so many different styles, so many different party moods, a lot of unreleased tracks, every track introduces new energy. Fairly different from those usual techno/house mixes that you can hear by now. What was your intention making this mix?
You get 70 minutes to represent yourself on a Fabric CD, so that’s what I tried to do. Which is why the styles switch up and the energy is high. I wanted to create something people could listen too pre club or rely on to get them through work. That’s when I most enjoy listening to mixes. I’m happy with the way its turned out and I’m glad to hear people being so positive about it. I wasn’t sure if everyone would quiet get my angle but it’s been a great response!
How did you develop this dynamic mix of styles that we can hear on your mixes? Is it a childhood background or an interest that you developed growing in London’s scene?
It’s definitely both those things. London is such a hot pot of music, you have the opportunity to sink your teeth into anything here. So when I listened to things as a kid as I got a bit older I could explore the club scenes of those genres. For music the UK is hard to beat. You’ll find most kids into electronic music here don’t go to just house nights or just techno nights, they explore.
Track 11 of your Fabriclive: mash up between a Defected track and a Numbers one, “FCL – It’s You (San Soda’s Panorama Bar Acca Version)” + “Adesse Versions – Pride“. The result is simply perfect. That’s genius. How did it come out?
Originally I wanted to put both tracks on the CD separately. But we had trouble clearing a sample off the Adesse Versions track so I took the instrumental and played the FCL accapella on top. I thought it was a good fit and added another element to the CD.
How can a DJ be different from the others today? Given that modern technologies no longer require high skills and improvisation is getting always less important, how can a DJ be one of the best DJs in these years?
There are different ways to get into DJing now. You have radio, being a selector, being a producer, owning a label, owning a club night or all of those things. Although the ability to mix has become easier with technology, in my experience so far the people who work the hardest will always prevail. And loving what you do is very important, you don’t want to ever get to the stage where it feels like a chore.
You are both a regular DJ and a radio host. How different are the skills required for these two roles, and how different are you in those situations?
I find they are two very different things. Building/hosting a radio show and DJing to a live crowd are separate skills. In terms of music, I’m similar because that’s what people expect to hear when they come and see me DJ. But depending on the crowd and where I’m playing, I may take it in more of one direction. Same goes for radio, I can play things that are more mellower, that I wouldn’t necessary play in the club.
From your first big live experience on 2009 to your regular nights at Fabric and your own program on BBC today, passing through the experience at Rinse FM. Things went pretty fast, eh?
Yeah things have gone very fast but at the same time I feel like I’m having a steady ascend. I’m enjoying that, It would scare me if I was headlining festival stages over night. I feel like there’s a bit more longevity this way. But yeah there’s still a lot for me to do, I’m excited.
Can you sort the things that a DJ set should bring to the crowd, by the importance that they have for you: surprise, fun, discovery, soul, happiness.
I mean you pretty much names them right there! But I guess If I had to pick 3 it would be: fun, surprise and togetherness.
How do you select the artists on your label, Zoo Music? What should a producer have, to properly match in that roster?
There’s no boxes to tick if you want to release on Zoo. If you look at the past releases the music varies. I’ve got a nice bunch of people on Zoo and but I’m always looking to expand it. A lot of the producers on there I’ve got to know through gigging and or them sending me music and just having a chat about it.
They probably asked you always this question: what about producing new music? Is it something that attracts you?
It’s not something I’ve been attracted to naturally. The idea of having your own track is amazing but what it takes to create that isn’t something that interested me as much as radio did when I was younger. I feel like I have a good ear and that’s why I do the Monki and Friends EP every year. So I get the chance to get a bit more stuck in the on the studio side and work with producers I like. But I can’t see myself coming out with a release of my own any time soon.
You recently listed on Dummymag ten key albums of your musical growth. As one of the finest selectors that we know, can you tell us instead five artists or release to monitor in the near future?
Sure!
The track: Melé – “Ambience”
The track to watch out for this summer for sure. It’s been having a massive impact on the dance floors. Everyone Tiga, Jackmaster, Annie Mac and Hannah Wants has been playing it. It fits into all sort of dance floors.
Producers: Wayward
Wayward are a duo from North London. They recently put out a beautifully melodic EP out on Black Butter, the lead track ‘Baile’ being my favourite. There just about to get stuck into there live show which they will premier here in London; but have already toured North America supporting Gorgon City with their DJ sets.
Producer: DJ Haus
https://soundcloud.com/hothausrecs/make-it-hot-rinse
Although DJ Haus has been around for a hot minute and is the owner labels UTTU and Hot Haus Records, it’s in the last 6 months he’s started to get a lot of attention from House lovers and DJs a like. His stuff is hard, but still has a groove and he delivers a pretty good remix too. He’s featured mixed on BBC Radio 1 and 1xtra, Rinse FM and NTS; and has a busy DJ schedule in front of him from London, Finland, Croatia, Barcelona, Vienna and beyond.
Producer/Singer/Songwriter: Zak Abel
I worked with Zak on my forthcoming Monki and Friends EP & quickly discovered his talent was far beyond the already impressive tracks I had listened to and watched on Youtube. His voice is soulful, he’s a naturally gifted musician and his energy in the studio is contagious. His recent EP ‘Joker Presents – Zak Abel’ see’s the unlikely but perfect pairing between the two. I’m excited to see how he progresses.
Singer/Songwriter: Nao
Nao is a singer from London and first came onto my radar last year when I came across her Soundcloud page. She worked with A.K Paul (Jai Pauls brother) on a track called ‘So Good’ and put her first full 4 Track EP out in February this year. She also recently did a beautiful piano session with Mura Masa for Huw Stephens on BBC Radio 1 which is definitely worth a few minutes of your time.[/tab]
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