Magari potrò risultarvi un po’ cattivo, ma voglio essere sincero fino in fondo: “Eva Mendes EP” non è un gran che, proprio no. Niente di nuovo, niente che davvero possa minimamente lasciare il segno. Davvero Tom Reid è così bravo come si dice in giro? Certo, se dovessimo basarci su questo nuovo Hypercolour probabilmente finiremmo col definirlo “poco interessante”, fuggendo la definizione di “dubstep-not-dubstep” a cui il buon Tom tiene tanto.
Fortunatamente, però, siamo dotati di buona memoria e di fronte alla – diciamocelo – davvero poco incisiva “Eva Mendes”, palleggione in stile Remote Area già trito e ritrito, mettiamo “Dom Perignon” (dall’omonimo EP uscito su 3024 lo scorso novembre). A conti fatti, se da un lato in questo modo riusciamo a riconosce il talento di Mosca, dall’altro non possiamo che domandarci che fine abbiano fatto certi spunti interessanti propri dei suoi primi lavori. Che fine ha fatto l’artista capace di passare da “120 battute in salsa dub” alle 130 in chiave techno soltando girando lato dei suoi dischi? E’ il caso di “Done Me Wrong/Bax”, delizioso EP uscito su Numbers nemmeno sei mesi fa che nemmeno può essere paragonato a “Accidentally”, seconda traccia che campeggia sul lato A di “Eva Mendes EP”. Neppure la collaborazione con Robert Owens salva una traccia pretenziosa (nei suoni), ma che, causa rullate sbiadite e scontate, non fa altro che soffocare il talento di uno uno dei mostri sacri della musica house (Oh ragazzi…Robert Owens! Robert Owens!).
Quando tutto sembra compromesso, quando sei pronto a cestinare tutto e a passare oltre, però, arriva “Murderous” (nella sua versione cantata). Niente di nuovo, ma qui la mia testa inizia ad ondeggiare. Saranno i primi decisi raggi di sole o la nostalgia per una bella e sana linea di percussioni, fatto sta che il disco c’è e suona decisamente Defected. “Murderous” mi piace, per davvero.