A quanto pare questo maggio è davvero un mese piano di sorprese, aspettative, novità. Proprio in questi giorni, infatti, vede la luce il secondo attesissimo lavoro del duo londinese Mount Kimbie, “Cold Spring Fault Less Youth”, un disco che un’etichetta come Warp Records (e nemmeno voi) non poteva farsi scappare. Certamente Dominic e Kai non hanno battuto la fiacca in questi anni dopo il loro primo album, “Crooks & Lovers” (su Hotflush Recordings, 2010) e questo LP ne è la dimostrazione. In questo tempo, oltre a vari EP, il duo ha collaborato con diversi artisti della scena elettronica londinese (James Blake, The XX solo per citarne un paio) dando vita a remixes di qualità e sinergie tanto interessanti quanto di spessore. Sfruttando al meglio tali contaminazioni, sul palco e non, sono riusciti ad affinare lo stile che caratterizza la loro musica e far conoscere al proprio talento nuove vie per emergere e veicolarsi.
Se non siete nuovi alle sonorità del duo britannico non fate l’errore di aspettarvi da “Cold Spring Fault Less Youth” un tuffo nel passato, piuttosto un giro su una lussuosissima Delorean in cui la radio trasmette un sound minimalista al punto giusto, fresco, che scorre che nemmeno te ne accorgi. Dopo la partenza dritta ma delicata di “Home Recording”, potete letteralmente prendervi il vostro tempo con il singolo “You Took Your Time” (collaborazione con il giovanissimo Archy Marshall aka King Krule) per una passeggiata nel minimalismo visionario dei britannici. “Break Well” e “Blood And Form” ci portano con passo deciso all’altro singolo che ha preceduto l’album, “Made To Stray”. Dopo essere andati un po’ fuori dalle righe con le psichedelie di “So Many Times, So Many Ways” e “Lie Near” è di nuovo il tocco di Archy a riportare il beat con “Meter, Pale, Tone” per poi avviarci verso la fine dell’album con “Slow” (gli amanti degli snare riverberati anni ’80 non potranno farne a meno), “Sullen Ground” e, per concludere in bellezza, “Fall Out”.
Tralasciando consigli e impressioni personali (del tutto soggettive) l’unica cosa certa è che vuoi il momento, vuoi le contaminazioni di cui sopra, vuoi l’esperienza, ma quello che è venuto fuori dalle menti e dalle mani di Dominic e Kai è un disco con i fiocchi che non vorreste mai non avere nella vostra collezione.