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[tab title=”Italiano”]Quando nel 1993 Mousse T. fonda la Peppermint Jam Records, insieme ai proprietari della Peppermint Park Studios ed Errol Rennalss, specializzandosi in house music ed acid jazz, la Germania si consacrava alla techno. Dritto per la sua strada, fatta di contaminazioni e fusioni, il Mousse T. dj avvia presto diverse produzioni con grandi artisti come Ziggy Marley e Randy Crawford. E’ il 1998 quando esce “Horny” e Moustafa, il suo nome all’anagrafe, viene catapultato nelle classifiche internazionali come artista solista. E pensare che, come spesso succede, il pezzo era stato messo nel cassetto… Guidato da curiosità e alla ricerca di diversi modi per realizzare la sua musica, Mousse T. ha tenuto fede e sviluppato una sua personale attenzione musicale fatta di groove funky e morbidi che non gli ha impedito di collaborare con la Deutsches Filmorchester Babelsberg così come con Martin Buttrich, per citarne qualcuno. A breve uscirà con un nuovo disco, di cui ci ha anticipato piccoli dettagli ma molto promettenti. Il suo motto: più è audace e non ovvio, meglio è.
Nel 1993, ormai 20 anni fa, fondi con Errol Rennalls la Peppermint Jam Records, etichetta specializzata in house music e acid jazz. Cosa ti ha spinto al salto da musicista a produttore?
Beh, in realtà mi stavo già trasformando in un produttore da un po’. La mia prima uscita fu nel 1988 e da allora ho fatto un sacco di produzioni e remix. Non ho nemmeno mai pensato alla differenza, è stato naturale per me lavorare a tutti gli steps, dal songwriting alla produzione, ed essere anche il mio tecnico del suono.
In Germania, sei stato uno dei primi produttori di musica house, nata a Chicago negli anni ’80. Come venne accolta questa novità?
Per me la musica house è sempre stata in qualche modo una forma più veloce di R&B… come dj, ho iniziato intorno al 1988, ero abituato a suonare tutti i tipi di musica, dal blues al rock, alla disco, al funk etc… quindi ovviamente quando ho sentito le prime melodie di Chicago dal mio negozio di vinili sono completamente uscito fuori di testa!
Hai dovuto in qualche modo lottare per andare oltre la reputazione techno della Germania degli anni 90/2000?
Io non la definirei una lotta ma c’è certamente stato uno sforzo all’inizio. Dal momento che la techno era ovunque non abbiamo avuto la possibilità di mettere la musica che ci piaceva, che era l’US garage e la soulful house, così siamo andati avanti e abbiamo avviato la Peppermint Jam. La gente del Regno Unito ha sempre pensato venissimo dagli States e gli americani pensavano fossimo una interessante proposta inglese. Nessuno si aspettava che la musica che facevamo venisse dalla Germania. Credo che questo fosse abbastanza interessante.
Nel 1998 hai ricevuto il prestigioso premio Ivor Novello dedicato ai compositori e scrittori musicali. Cosa ha significato per te?
Il 1998 è stato un grande anno per me. In primo luogo ho ricevuto una nomination ai Grammy come miglior remixer e miei colleghi concorrenti erano Armand van Helden, Todd Terry, Frankie Knuckles e David Morales. Questo è stato già un grande onore per me. Ottenere l’Ivor Novello Award per “Horny” dopo è stato semplicemente surreale. L’Ivor Novello è fondamentalmente un premio per il songwriting e autori come Mc Cartney, Lieber & Stoller, etc. sanno che questo è il loro premio. Ha aperto i miei occhi sul fatto che la roba che stavo facendo potesse essere un classico materiale da cantautore anche se aveva un ritmo 4-To-The-Floor. Persino il testo di Horny è un classico testo di una moderna canzone d’amore…
Dopo aver partecipato alla colonna sonora del film Pornorama nel 2007, negli ultimi anni ti sei dedicato molto alla composizione di musica per film: dalla collaborazione con Marc Rothemund e le sue due pellicole “Mann tut was Mann kann” e “Heute bin ich blond”, alla composizione musicale per il documentario di 18 ore della NDR, “Der Tag der Norddeutschen”. Da cosa ti sei lasciato ispirare?
Ad essere onesti, sin da quando ho fatto uscire “Sexbomb” sono sempre stato alla ricerca di diverse possibilità di realizzazione della mia musica e trarre ispirazione da altre fonti. Il mio motto è: più è audace e NON ovvio, meglio è. Mi piace sorprendere me stesso e gli altri.
Nel 2007 hai presentato i tuoi più grandi successi accompagnato da un’intera orchestra, la Filmorchestra Babelsberg. Cosa ci puoi raccontare di quest’esperienza?
Ogni musicista sa cosa vuol dire lavorare con una grande orchestra. È un’esperienza strabiliante e tira fuori il potere e la magia delle composizioni. È anche un grande complimento per la tua musica quando funziona in un arrangiamento classico. Bellissimo.
Stai lavorando al tuo nuovo album, ancora insieme a diverse star internazionali. Cosa ci puoi anticipare?
Ovviamente non mi piace parlarne se non è ancora pronto, e io ci sto ancora lavorando. Ma sarà blues, soul, funk, disco, dance con un tocco 2014. Ancora una volta lavorerò con cantanti fantastici e che ammiro, che siano affermati o sconosciuti. Sono emozionato e molto orgoglioso sapendo che questo potrebbe essere il migliore disco finora. Anche io sento il bisogno e il desiderio di lavorare di nuovo su binari sotterranei…
Quando non ti dedichi alla produzione, è possibile trovarti in giro per il mondo a suonare in alcuni club house. Come è cambiato il pubblico in questi anni?
L’unica cosa che ho capito è che in locali più grandi la folla raggiunge una rapida e intensa soddisfazione, il che significa che la musica ha bisogno di essere più “effettiva” che significativa. Ecco perché sono stato più selettivo nello scegliere i club in cui suono ultimamente, preferisco farlo in piccoli posti e far divertire la gente e me stesso.
Cosa significa essere un musicista oggi?
Mi sono reso conto che ultimamente sempre più persone vogliono imparare a suonare uno strumento, il che è davvero bello. Ma ci sono anche tutte queste opportunità elettroniche. Per farla breve, oggi hai tutte le possibilità e il mio consiglio è: trovare una bella combinazione tra i due mondi affinchè qualcosa di speciale possa venir fuori…
Con Martin Buttrich per Desolat hai rilasciato “Session 1”, un 12 pollici dove le vostre due anime musicali si uniscono. Quella più distorta e buia di Buttrich e la tua, funky e morbida. Come è stato lavorare insieme?
Io e Martin ci siamo già incontrati quasi 20 anni fa. Lui era un organizzatore di rave, creava dei groove esplosivi e da sballo e aveva uno studio nei nostri studi di allora. Un giorno gli ho mostrato come ottenere un interessante beat house… Per me Martin è uno dei produttori elettronici più illustri di oggi e ne ammiro il suono. Quando ci siamo incontrati quest’estate nel mio studio di Hannover ci siamo praticamente chiusi dentro per due giorni e abbiamo creato due tracce da sballo. C’era buon cibo, ottimo vino e ognuno di noi aveva un’idea che l’altro completava… era il paradiso creativo.
Nel 1998, “Horny”, la tua produzione con Hot’N’Juicy, ti porta alla vetta di numerose classifiche mondiali e arrivare al grande pubblico. Ti saresti aspettato tutto questo successo? Era quello che volevi per quella canzone?
Onestamente Horny è stato un grosso incidente. Prima di Horny stavo già facendo un sacco di grandi cose e avevo avuto l’opportunità di lavorare con e per grandi artisti. Quella notte in studio avevo appena finito un remix di “Ghosts”, per Michael Jackson. Ero ancora in vena così ho iniziato un po’ di dub alle 5 del mattino, ma poi l’avevo praticamente messo nell’armadio. Qualche mese dopo l’ho fatto sentire ai miei compagni Errol e Roger Sanchez come traccia strumentale e loro sono andati in visibilio costringendomi a metterla fuori. Dopo averla pubblicato in vinile ha ottenuto un gran successo a Miami e abbiamo ricevuto offerte da grandi etichette. Così abbiamo deciso di inserire una traccia vocale, il resto è storia. È stato davvero un aprire gli occhi sulla possibilità che una traccia sviluppata quasi per gioco venga suonata da Louie Vega etc e diventare un ever-green commerciale. Mi ha mostrato il potere della musica e come posa essere cross-over. Non rimpiango nulla![/tab]
[tab title=”English”]When in 1993 Mousse T. founded the Peppermint Jam Records, together with the owners of Peppermint Park Studios and Errol Rennalss, specializing in house music and acid jazz, Germany is consecrated to techno. Straight on his way, made up of contamination and mergers, the Mousse T. dj starts early productions with great artists such as Ziggy Marley and Randy Crawford. In 1998 comes out Horny and Moustafa, with his birth certificate, is catapulted into the international charts as a solo artist. And to think that, as often happens, the track had been put in the drawer. Driven by curiosity and looking for different ways to make his music, Mousse T. has lived and developed his personal attention to the music madeof funky and soft grooves that did not prevent him to cooperate with the Deutsches Filmorchester Babelsberg as well as with Martin Buttrich, to name a few. Soon he will come out with a new album, of which he has anticipated small details but very promising. His motto: the more it’s daring and not obvious, the better it is.
In 1993, now 20 years ago, you founded with Errol Rennalls the Peppermint Jam Records, a label specializing in house music and acid jazz. What prompted you to jump from musician to producer?
Well, actually I was already transforming to a producer for quiet a while. My first release was in 1988 & since then I was doing a lot of production & remix work. I didn’t even think about the difference, it just came natural to me to work all the steps from song-writing up to finishing a production & also being my own sound engineer.
In Germany, you were one of the first producers of house music, was born in Chicago in the 80s. As was greeted this news?
For me house music was always a speed up form of R&B somehow as a dj, I started around 1988, I was used to play all sorts of music, from blues to rock to disco to funk etc… so obviously when I got the first Chicago tunes from my vinyl guy I completely freaked out!
Did you have to somehow fight to go beyond the techno reputation of Germany in the years 90/2000?
I wouldn’t call it a fight but it was certainly a struggle to begin with. Since Techno was so big, we didn’t see a chance of putting out the music we liked, which was US garage & soulful house tracks so we went ahead and started Peppermint Jam. Also the UK folks always thought that we were from the States & the US folks thought we were a cool UK outfit. Nobody expected the music we did coming from Germany. I guess this fact also made us quiet interesting.
In 1998 you received the prestigious Ivor Novello award dedicated to the composers and music writers. What did it mean for you?
1998 was a big year for me. First I received a Grammy nomination for best remixer & my fellow contestants were none other than Armand van Helden, Todd Terry, Frankie Knuckles & David Morales. That was a huge honour for me already. Getting the Ivor Novello Award for “ Horny “after this was just surreal. The Ivor Novello award is basically a song-writing award and writers like Mc Cartney, Lieber & Stoller, etc… call this award their own. It opened my eyes that the stuff I was doing could be classic song-writing material though it had a 4 to the floor beat to it. Even the lyrics to “ Horny “ are very classy modern love song lyrics…
After participating in the soundtrack of the film Pornorama (2007), in recent years you have spent a lot to the composition of music for films: from cooperation with Marc Rothemund and his two films “Mann tut was Mann kann” and “Heute bin ich blond”, to the musical composition for the 18-hour documentary of the NDR, “der Tag der Norddeutschen”. From what you’ve been inspired by this different approach to music?
To be honest, since the time I did “Sexbomb“ I was always searching for different possibilities to display my music & get inspiration from diverse sources. My credo is: The more it’s daring & NOT obvious, the better it is. I like to surprise myself & the people.
In 2007 you presented your greatest hits accompanied by a full orchestra, the Filmorchestra Babelsberg. What can you tell us about this experience?
Any musician knows what it means to work with a full orchestra. It is just a mind-blowing experience & it brings out the power & magic of compositions. It is also a big compliment to your compositions when they actually work in a classical arrangement. Beautiful.
Are you working on your new album, yet along with several international stars. What can you anticipate?
Obviously I don’t like to talk about “unlayed eggs“ but I’m quiet far with it already. It will be blues, soul, funk, disco, dance with a 2014 twist. Again, I’ll be working with fantastic vocalists whom I admire whether they are established or newcomers. I´m quiet excited & very proud knowing that this might be the best so far. Also I feel the need & the lust to work on underground tracks again…
When you do not switch to the production, you can be found around the world playing in the hottest and most well-known House clubs. The audience has changed over the years? How?
The only thing that I realized is that in bigger venues the crowd is going for the fast & intense satisfaction which means that the music needs to be more “effective“ rather than meaningful. That’s why I have been more selective about the clubs I play lately, I rather play real small venues & give the people & myself a hell of a time.
What does it mean to be a musician today?
I recognised that much more people want to learn an instrument these days, which is real nice. But you also have all these electronic opportunities. To put it short, you have all the possibilities today & my advice would be: have a nice combination between both worlds in order to get something special going…
With Martin Buttrich for Desolat you have released “Session 1”, a 12-inch where your two musical souls unite. The most distorted and dark of Buttrich and yours, funkiest and soft. How was it working together?
Martin & I go way back, almost 20 years. He used to be this rave producer who did these real bangin’ but dope grooves & used to have a studio in our studios back then. One day I showed him how to do a cool house beat…that was it! For me, Martin is one of the most distinguished electronic producers of today & I just admire his sound. When we got together this summer in my studio in Hannover, we basically locked ourselves in for 2 days & did 2 dope tracks. We had good food, good wine & each of us had a little idea that the other one completed…It was creative heaven!
In 1998, Horny, your production with Hot’N’Juicy, takes you to the summit of many world rankings and getting you to the general public. Would you have expected all that happened? It was what you wanted for that song?
Honestly, “Horny“ was a big accident. Before the Horny-times I was already producing a lot of great stuff & had the opportunity to work with and for great artists. That night in the studio I just finished a remix for Michael Jackson “Ghosts“. I was still in the mood so I started a little dub at 5 o’clock in the morning but then basically put it in the cupboard. Some good months later I played it to my partner Errol & Roger Sanchez as an instrumental track & they went ballistic & kind of forced my to put it out. After releasing it on vinyl it got real big in Miami and all over & we received big offers from labels. So we decided to put a vocal on top of this, the rest is history. It was very eye-opening to see how the track developed from the coolest thing ever which got played from Louie Vega etc. to a highly commercial ever-green if you like. It showed me the power of music & how it can be to “cross-over”. I´m not regretting a thing![/tab]
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