[tabgroup layout=”horizontal”]
[tab title=”Italiano”]Autore del prossimo Fabric mix 74, David Moufang, in arte Move D, è nel suo momento di maggior splendore artistico. Ha in uscita diversi dischi con suoni talmente diversi tra loro, che si passa dal mix techno più importante della scena underground, al nuovo progetto avviato con due musicisti ebrei innamorati della porchetta, al disco ambient per un amico scomparso da poco. Abbiamo parlato della sua esperienza da professore all’Università, del fascino (poco discreto) di Sven Vath, e di quello molto ingrato di Nina Kraviz.
Come sanno già in tanti, hai iniziato ad interessarti alla musica a soli quattro anni. Di questo sarai molto riconoscente al tuo patrigno, che aveva un’enorme collezione di dischi. Suoni ancora qualcosa di quella collezione?
Sì, a casa di sicuro. Nei club non tanto, forse qualcosina dei Kraftwerk.
Qual è il disco che hai più rovinato a forza di suonarlo?
Un sacco di quella roba, voglio dire… tutto quello che mi piaceva quando avevo 4 anni come The Beatles, Pink Floyd, Kraftwerk. Ho sempre ascoltato quegli album ma devo dire che ho anche riscoperto musica che avevo ascoltato quando la suonavano i miei genitori, e stavo per dimenticare completamente. Charlie Parker, vecchia musica jazz… Sì, posso dire che quella collezione è una infinita scoperta musicale.
Ho letto che sei stato un professore all’Università Bauhaus, cosa insegnavi?
Non ero il professore, in realtà. Ho insegnato lì perché uno degli insegnanti dell’Università aveva in mente di fare una radio sperimentale con i suoi studenti. Un ottimo professore, davvero. Mi aveva invitato come ospite per il radioshow, perché voleva insegnare a fare un’intervista radiofonica ai propri studenti; gli piaceva molto la mia musica e avevamo qualche amico in comune. Proprio la mattina prima dello show, il professore mi chiama dicendo che era in ospedale ma di star tranquillo perché la radio era on air ed io avrei comunque potuto fare la mia intervista con gli studenti. Era in ospedale perché si era rotto la caviglia pogando ad un concerto, te ne rendi conto? Tutto andò comunque benissimo con i ragazzi. Dopo lo show, il professore mi chiamò al telefono e mi disse: “ero in ospedale ad ascoltare lo show e pensavo che ti vorrei come insegnante”. Gli serviva qualcuno in grado di insegnare giornalismo, e che nello stesso tempo avesse dimestichezza con gli impianti tecnici, perché nel suo corso si insegnava anche a costruire una radio pirata. Così ho iniziato ad insegnare in quella università, e ho continuato per circa cinque o sei anni. Andavamo in giro per la città ad installare alcune antenne per captare il segnale radio delle auto ferme al semaforo: ci insinuavamo sulla frequenza, sostituendo la radio che la occupava. E’ stato davvero un periodo divertente.
Un paio d’anni fa mi dicesti, sempre qui su Soundwall, che far ballare una dancefloor italiana è molto difficile, e che suonare in Italia è un bel test per un musicista. Come si prepara uno dei maggiori esponenti della house music europea ad affrontare questa prova? Voglio dire, hai scoperto qualcosa che potrebbe essere d’aiuto agli altri dj quando vengono in Italia?
Ho sempre partecipato a feste stupende in Italia. Ti ho già parlato del Lattex a Firenze, e vorrei segnalare anche il party Harmonized a Civitanova Marche. Ho suonato con Juju & Jordash nel nostro progetto Magic Mountain High. Il mio unico piccolo consiglio è cercare di suonare per le ragazze perché se perdi le ragazze, il party è finito. Se suoni per le ragazze e loro sono felici, anche i ragazzi sono felici perché hanno bisogno delle ragazze per essere felici.
Pare che anche questo progetto Magic Mountain High sia nato in Italia. Raccontaci qualcosa di questa famosa porchetta story.
Con Juju e Jordash? Oddio, è stato incredibile! Eravamo in Abruzzo. Loro sono ebrei e quindi non dovrebbero mangiare la carne di maiale. Iniziarono a strafogarsi più per la loro anima ribelle che per altro… gli piaceva mangiare porchetta perché per loro era proibito. Nella loro mente era come spogliarsi in una chiesa, era rivoluzione pura. Alla fine però si sono scoperti dipendenti dalla porchetta.
Questa è la vera corruzione italiana… E dopo questo pasto apocalittico avete dovuto affrontare le curve nelle montagne abruzzesi per raggiungere il club, giusto? Non è un buon modo per digerire la porchetta, devo contestare.
Devo dire che però è un‘occasione in cui speri di rimanere in vita e in cui sei più portato a fare delle promesse. Magic Mountain High nasce proprio da una promessa. Avremmo fatto 17 album insieme se fossimo sopravvissuti da quella situazione. Come i 17 chili di porchetta che mangiammo quel giorno. Magic Mountain High è il progetto più eccitante del momento per me. Volevamo fare qualcosa di spontaneo e la cosa buffa è che quel che è venuto fuori ci piace. E la cosa ancor più divertente è che anche alla gente sembra piacere. Non ci sono computer di mezzo, solo machines e due tra i musicisti più brillanti che io abbia mai conosciuto. Penso che sia un onore per me suonare con loro. Mi è sempre piaciuto suonare in una band, come ben sai ero in una band prima di incontrare la techno. Produrre musica in studio come faccio io, ha tutto un altro significato: è come cucinare per le persone che inviti a cena, manca l’effetto “qui ed ora”.
Hai detto in un’intervista che di solito “gli artisti fanno album incredibili quando hanno 20 anni, io ho fatto il mio primo album gradevole quando ne avevo 26”. Avrai anche iniziato in ritardo ma non hai mai perso un colpo da quel momento. Ora sei uno dei migliori produttori europei di techno e house music anche se, in effetti, non hai mai raggiunto la figura del dj superstar. Secondo te come mai?
Non lo so, in realtà. Credo che sia anche una scelta, perché non mi piace per niente, per esempio, essere riconosciuto per strada. Penso che una volta che hai raggiunto la prima posizione, non puoi mantenerla per più di un anno, puoi solo andare giù. Io adoro la scena underground, la gente ti segue perché gli piace la tua musica, non perché tutti dicono che sei il più grande. Ho anche ricevuto grosse offerte e contratti con etichette famose ma non ho mai firmato perché ho voglia di fare altro se non la mia musica.
Ma poi, secondo te, a chi si deve la nascita di questo divismo da dj?
Sven Vath è stato la prima superstar. E devo dire che io lo rispetto moltissimo perché è davvero un ragazzo d’oro. Nonostante il fatto sia così popolare, è una persona normalissima, umile e gentile. E penso che questo sia uno dei motivi per cui è diventato così popolare. Non se la tira, è molto cordiale con tutti.
Sei sicuro che “normale” sia il termine più giusto per definire Sven?
Beh, in effetti fa cose fuori dal normale. Ricordo che una volta fece recapitare quattro camion di sabbia dalla spiaggia per riempire il suo appartamento: voleva suonare di fronte ai suoi amici mentre costruivano castelli di sabbia. Fa cose folli come queste solo perché è pazzo, ma non lo fa per attirare l’attenzione. Ed è per questo che la gente lo ama, perché non è fake. A volte invece mi faccio delle domande su altre persone. In particolare, sulle ragazze che hanno fatto successo nella scena techno, come Nina Kraviz, per esempio. Io penso che le persone notino sicuramente l’estetica a prima vista. Voglio dire, Nina è un buon dj ma non è eccezionale. Ci sono una valanga di ragazzi talentuosi, ma non hanno il suo stesso aspetto. Non fraintendermi, non ho alcun problema con lei… almeno finché non dice, come ha detto, “oh, è davvero un lavoro difficile per una ragazza”. Non lo capisco questo, voglio dire… per lei non è stato assolutamente difficile!
Adesso però, in effetti sei tu che stai raggiungendo la posizione numero uno nella scena underground, grazie al prossimo Fabric mix 74. Ci sono un mucchio di attese per la sua uscita, il 24 febbraio, e per il party di lancio al Fabric, dove suonerai con Juju & Jordash e molti altri. Qual è la linea musicale che hai deciso di seguire per questo mix?
Innanzitutto ti devo confessare che il Fabric 74 avrebbe dovuto portare la firma di un altro produttore. Mi hanno chiamato ad inizio gennaio, dicendomi che l’altro dj aveva avuto un problema e non avrebbe potuto fare il disco. “Il cd esce a febbraio, dobbiamo trovare qualcuno subito”… ho un bel rapporto con i ragazzi del Fabric e allora hanno subito pensato a me. “David, siamo già in ritardo, abbiamo bisogno di incontrarci per organizzare tutto”. Mi hanno quasi chiesto di mixarlo il giorno dopo, tanta era la fretta che avevano. Ho dovuto essere molto spontaneo e veloce. Ho scelto 50 brani che mi rappresentano di più, e i ragazzi hanno prontamente chiesto il copyright alle label. Per fortuna 35 di loro hanno risposto positivamente in un giorno. Ho cercato di avere il copyright di alcune delle cose che mi piacciono da tutta una carriera, tra cui roba che ascoltavo anche nel 1991, perché penso che se continua a piacermi da tutto questo tempo, deve essere speciale. Ho suonato ultimamente in Uk e in Italia, e tutti i partecipanti avevano 20/21 anni al massimo. Lo sai cosa vuol dire? Che queste persone nascevano nel momento in cui questa musica faceva la storia. E il bello è che per loro è tutta roba nuova. Il problema con la musica di oggi è che è nuova per poco tempo: gli album si trasformano in classici dopo pochi mesi. La musica immortale, invece, non ha paura del tempo.
Ho notato che una delle tue etichette di riferimento è la Strictly Rhythm degli anni ’90, ne hai anche suonato un paio di tracce nel nuovo mix del Fabric. Non mi riesce capire perché Strictly ha prodotto della musica così fantastica accanto a degli album veramente inascoltabili…
Penso che il tutto business della musica dance sia davvero cambiato da allora. In termini di numeri, non credo ci sia alcuna etichetta al momento che stia producendo quello che loro hanno prodotto in quegli anni. Negli anni ’90, quando Strictly era sull’onda del successo, l’industria discografica aveva dimensioni gigantesche. Un disco techno vendeva 100.000 copie. Ora l’industria è ridimensionata e le etichette più interessanti sono piccole realtà gestite da artisti come Soul People Music, Underground Quality, Sistrum… e tutto ruota intorno a un dj, è lui a decidere a chi far produrre il prossimo EP o il prossimo album. Strictly è stata un’etichetta molto importante per 10 anni o giù di lì, sarebbe quasi impossibile, oggi.
Sta per uscire il tuo ultimo progetto chiamato The Silent Orbiter, un album ambient dedicato a un tuo grande amico. È stato solo un tribute album o hai intenzione di continuare a produrre musica ambient?
Non è roba nuova, a dire la verità. E’ un insieme di suoni che volevo regalare a Pete (Namlook, è stato un grande produttore di musica ambient), ma non l’avevo mai fatto perché non era stato opportuno, era così scura, dark, non era per niente il mio stile. E’ un regalo per un mio grande amico.
Dicci qualcosa che non sappiamo ancora sui tuoi nuovi progetti per il 2014.
C’è un nuovo Magic Mountain High in uscita questa settimana, poi The Silent Orbiter, il Fabric mix e ho un sacco di roba in studio su cui sto lavorando, in particolare con Magic Mountain High e penso che un paio di tracce potrebbero essere presto pubblicate. Voglio ricominciare a fare un po’ di cose per conto mio, ma in questo momento la mia idea più ambiziosa è che voglio registrare un album. Un vero e proprio album, con suoni jazzy, con chitarre, con tracce più lente, ambient. Ma in questo momento è molto difficile. Con tutte queste feste, non sono mai a casa.[/tab]
[tab title=”English”]David Moufang, aka Move D, is the author of the forthcoming Fabric 74 mix, living the moment of greatest artistic splendor of his carrier. He is going to release several disks with sounds that are so different each other, from the most important mix in techno underground scene to the new project started together with two Jewish musicians in love with the porchetta, to the ambient album for a friend of him recently dead. We talked about his experience as a professor at the University, about Sven Vath’s beautiful insanity and the ungrateful quotes by Nina Kraviz.
As many people already known, you started to be interested in music since you were only four. You will be very grateful with your stepfather, he got a massive collection of vinyls. Are you still playing tracks from that collection?
Yes, at home for sure. In the club not so much, maybe some tracks by Kraftwerk.
What is the one you have played several times?
A lot of that stuff, I mean everything that I like when I was 4 years old like The Beatles, Pink Floyd, Kraftwerk. I always listen to those albums but I have also rediscovered music that I’ve heard when my parents were playing it, that I was forgotting. Charlie Parker, old jazz music… Yes, I can say that collection is a neverending musical discovery.
I read that you were a professor at the Bauhaus University, which was your teaching? Could you tell me more about this experience?
I was not a professor, really. I was teaching there because the professor wanted to produce an experimental radio with his students. A very nice professor, really. He invited me to come there because he wanted to teach how to make a radio interview to his students because he likes my music and he knew some people that are friends of mine. Just the morning before the interview the professor told me he was at the hospital but the radio was on and that I could have done my interviews with the students. He was at the hospital because he broke his ankle dancing pogo, you know. Everything was great with the guys. After the radioshow my phone rangs and it was the professor saying “I was in Hospital listening to the show and I was thinking that I want you as a teacher”. He wanted someone able to teach journalism and technical machines because he was also teaching how to build a pirate radio. I taught there for five or six years. We’ve been going around the city to install some antenna to fill the radio signal of the cars at the red light catching the frequency and pushing the other radio away. It was really funny.
You told me about two years ago that make everybody move in italian dancefloor is hard, and playing in Italy it’s a great test for a musician. As a professor of Euro House, how you are going to face this test? I mean, did you find out anything might help your colleagues when they come to Italy?
I have always lived great parties in Italy. Also two weeks ago the Harmonized party in Civitanova Marche it was very nice. I have played with Juju & Jordash in Magic Mountain High. My only little advice is try to play for the girls because if you lose the girls the party has finished. If you look the girls and they are happy, also the boys are happy because they need girls to be happy.
It seems one of your projects also born in Italy. Tell us something about this famous porchetta story.
With Juju & Jordash? Yes, it was funny! We were in Abruzzo, Italy. They are jewish and so they don’t supposed to eat the pork. I think they’re very rebel souls and they liked to eat porchetta because it was forbidden. In their mind it was as if they had stripped in a church and they really felt in love with the porchetta.
That’s the real italian corruption. And after a good dinner you had to face curved roads in the mountains of Abruzzo to reach the club, right? Not a good way to digest porchetta, I must say though.
I have to say that it’s a good way to hope to stay alive and make promises. Magic Mountain High (the collaboration between Move D and Juju & Jordash) is born from a promise. We were going to do 17 albums together if we got alive out of that situation. Like the 17 kilos of porchetta we eat that day. Magic Mountain High is the most exciting project for me. We wanted to do something spontaneously and the funny thing is that we like it. And the funniest thing is that also people seems to like it. No computers, only machines, and the both of them are brilliant musicians… I think it’s a honour for me to play with such good musicians. I always like to play in a band, you know I was in a band before techno. Producing studio music the way I did, it’s like cooking food for someone coming for the dinner.
You said in an interview that usually “people make amazing albums when they are 20, I made my first good record when I was 26.” Maybe you have started late, but you never skipped a beat since that moment. You are now one of the best Euro house producer but you never reach the figure of the dj superstar. Can you please tell me when did this figure born and why you do not turn into it?
I don’t know… I guess it’s also a choice because I don’t like to be recognised in the street. I think that once you reached the top position you cannot be there the next year, you can only go down. I like underground scene because the people follow you because they like your music, not only because you are the biggest in the popular opinion. Someone offered me big contracts with famous label, but I never signed because I did want to do nothing but the music. Sven Vatt was the first superstar and I got to say I respect him because he is a very nice guy. Despite the fact he is so popular, is a very normal guy. And I think that one of the reason why he became so popular is that he is a normal guy. He does not give impressions, he is very friendly with everybody.
Are you sure “normal” is the rightest term to define him?
Well, he does crazy things. I remember once he wanted four trucks of sand from the beach to put it in his apartment to play in front of his friends building sand castles. He does crazy things like these only because he is crazy but not to get famous. So he is a nice crazy guy. And that’s why people love him. Because he is not fake. Sometimes I wonder about other people. Girls in Techno scene that had become very huge like Nina Kraviz, for instance. And I think people like their look at first glance. Nina is a good dj but not exceptional. There are some good boys but they don’t look like her. I don’t have problems with her as long she didn’t say what she did “oh, it’s really tough business for a girl”. I don’t understand this, I mean it was not like this for her!
Now you are reaching the number one position in the underground music since you produced the upcoming mix Fabric 74. There’s big expectations for this release, out on 24th February, and for the launch party at the London Club with Juju & Jordash and many others. What is the musical line you decide to follow for this mix?
I must say I think they had someone else booked before me for Fabric 74. And when they ask me, they said to me that the other dj had a problem and he can’t do it. “The cd is coming out on February, we have to find someone quick” and they knew me and we like each other and they told “we could call him!”. And they said to me “oh, we are late already, somebody dropped out we have to meet to schedule”. They almost asked me to mix it the day after. A very little time, as I did it in two days. I had to be very spontaneous and quick. I have chosen 50 tracks that represent me most and the guys from Fabric asked permission to labels. Luckily 35 of them replied. I wanted to have copyrights some of the stuff that I like in my whole carrier including tracks that I like in 1991 because I think if I like them for such a long time they have to be special. Like in UK and also in Italy I play two crowds, everybody was 20/21 years old so they don’t probably know this music because they’re born the time when it was made. To them it’s new. The problem with the new stuff is that it’s new and turn into old in a few months. The old stuff is immortal.
I noticed that one of your reference labels is 90s Strictly Rhythm, you also played a couple of tracks from that production in the new Fabric mix. I didn’t understand why Strictly could have produced such beautiful records along with other ones so bad…
I think the all business really had changed. In terms of how many records they put out, I don’t think there’s any label at the moment that is putting out the same. In 90s, when Strictly was very big, record industry was also really big. In those days you could sell 100.000 copies of a techno record. Now the industry is smaller and interesting labels are more like small labels runned by artists like Soul People Music, Underground Quality, Sistrum… and it’s all connected to a dj and he only brings out his friends. Strictly was very important for 10 years or something though and I don’t see anyone was doing what that label did.
You’re about to release your last project called The Silent Orbiter, an ambient album dedicated to a great friend of yours. Is it just a unique experience or did you plan to carry on producing ambient music?
It’s not new stuff, it’s a collection of sounds I wanted to give to Pete (Namlook, was a great ambient music producer) but I never did because it was not appropriate, it’s so dark and it’s not my style. It’s a present for a great friend of mine.
Tell us something we do not know yet about your new projects for 2014.
There is a new Magic Mountain High coming out this week, The Silent Orbiter, Fabric mix and I have a lot of stuff in the studio I’m working on, especially with Magic Mountain High and I think a couple of tracks might be released soon. I want to do some stuff by my own again but in this moment my idea is that I want to record an album. A real album, with jazzy sound, with guitars, with ambient tracks. But it’s very hard at the moment. I mind travelling and djing and I am never at home.[/tab]
[/tabgroup]