E chi lo ferma, quello? Quando Augusto Penna ci disse che – dopo quindici anni di scintillante esistenza – avrebbe posto fine all’esperienza del party napoletano Woo!, cruciale nel “disegnare” la scena clubbing partenopea del nuovo millennio, la prima cosa che pensammo fu: “Ma sarà vero?”. La seconda “Vabbé, anche se fosse vero figuriamoci se non si mette subito a fare mille altre cose, mica appende il suo essere clubber al chiodo…”. Facili profeti. Certo, magari non avevamo previsto che avrebbe subito sparato un secondo libro, “Ok il pezzo non è giusto”, un seguito-non-seguito sempre edito dalla battagliera e meritoria Magmata del divertente “Fatti Fummo” (descritto ed analizzato qui), libro ad episodi dove se siete addetti al settore o almeno appassionati di un certo calibro potete passare il tempo a divertirvi ad indovinare chi è chi, visto che si tratta di una lunga carrellata di racconti su fatti realmente avvenuti, con giusto i nomi appena cambiati per quanto riguarda i protagonisti (…e, soprattutto, una ammirevole sincerità e voglia di non fare sconti, né a se stesso né agli altri), però ecco, se siete sgamati capite subito di chi si tratta ed il divertimento è assicurato. Ma anche se non siete sgamati, è una lettura interessante: uno spaccato essenziale e veritiero di cosa è il mondo del clubbing in Italia, sospeso tra industria ed approssimazione, professionalismo cinico ed incontinente entusiasmo.
…e ne abbiamo bisogno, di racconti precisi, sinceri e disincantati sul clubbing italiano. Soprattutto ora che chi sta al vertice, o crede di farlo, spesso si prende drammaticamente sul serio.
Abbiamo comunque sempre bisogno di cose fatte bene, pensate bene. Quello sì. Poi qualche volta gli esiti possono essere in chiaroscuro – vedi Sensorama l’anno scorso – ma di sicuro se Penna ci si mette, tira fuori praticamente sempre cose di gusto e notevole interesse a livello di concetto ed ideazione. Appunto, col cazzo che si ferma: per questo 2024 ha creato un’alleanza col team di Umoya, un’eccellenza mica male, che ha generato Naturalis. Ormai siete lettori abbastanza sgamati, qua su Soundwall, e se ci limitiamo a mettere la locandina del festival con tutti gli artisti in line up avrete già capito a quali livelli siamo, senza fare la solita pappardella con gli aggettivi di ordinanza (…permetteteci giusto di dire, al di là dei nomi più ovvi e forti: la chicca per intenditori è Rebolledo, la “chiamata” intelligente è Tiger&Woods, un headliner non convenzionale è Nightmares On Wax, un fuoriclasse oggi non abbastanza celebrato è Leo Mas). Livelli altissimi.
Quello che però può fare veramente la differenza, non bastasse una line up di questo tipo (e, in realtà, basterebbe), è la location. Agevoliamo un riscontro video a queste nostre parole, così capite che non parliamo a caso:
Qui potete trovare le prevendite. Tra l’altro vi facciamo notare una cosa: prezzo d’ingresso onestissimo, data la caratura degli artisti in cartellone e il contesto in cui vengono ospitati. Anche questa è una cosa che andrebbe premiata. Visto che invece abbiamo l’impressione che si sia presa una pericolosissima china: china per cui più un evento spara prezzi sostenuti ,più viene percepito come imperdibile, qualcosa cioè a cui non mancare costi quel che costi. Mentre invece più mantiene dei prezzi onesti fornendo comunque nomi di assoluto rilievo, più è visto come posto “da perdenti”. Una mentalità, questa, onestamente nella sua essenza proprio “da tavolari”, mentalità che un tempo aveva cittadinanza solo nelle discoteche conclamatamente commerciali mentre oggi non risparmia – anzi – il clubbing nato in teoria come underground o comunque alternativo ed artisticamente ricercato, ma che ormai di underground ed alternativo ha troppo spesso solo lo stocazzo, detto in francese.
Verrebbe da dire: voi da che parte state?
Naturalis l’8 e 9 giugno offre musica che sarà quasi sicuramente di altissima qualità, un contesto per nulla banale e che promette di tenere fede al nome dell’evento, prezzi onesti e la possibilità di far bere Augusto Penna – che di Naturalis è direttore artistico – facendogli così confessare, al terzo drink, chi era quel personaggio famoso fuori controllo di cui si parla in uno degli episodi di “Ok il pezzo non è giusto”, o quel dj molto neghittoso. Oppure vi fregherà lui, ed anche se al drink numero mille sarà in grado di coinvolgervi in belle conversazioni su quale sia il senso del clubbing oggi, e dove vada ricercata l’esperienza più autentica, e la qualità più ricercata. Tutto questo, ballando. Di sicuro, un evento come Naturalis Music Fest va nella giusta direzione. E merita un sincero supporto.