Nicky Siano è stato il fondatore del The Gallery, resident dello Studio 54 e amico di Frankie Knuckles e Larry Levan. Nato a Brooklyn, è entrato per la prima volta in un club a 15 anni e non lo ha più lasciato. Nota è anche la sua attività nella lotta contro l’AIDS. Siano è un personaggio che porta con sé l’importanza morale di un decennio di rivoluzione. Gli anni ’70 sono quelli che hanno visto la nascita del club ‘as we know it’, quando la grande mela era la culla della contro cultura musicale. The Gallery ne è stato la cornice perfetta: un luogo in cui arte, musica e amore erano strettamente connessi. ‘Love Is The Message. A Night at the Gallery 1977’ è il film di Siano fresco d’uscita, che ci prende per mano, portandoci a vivere per un attimo le atmosfere di quelle pazze notti newyorkesi. La visione è consigliata.
Ho visto il film “Love Is The Message. A Night at the Gallery 1977”. Come e perché hai voluto fermare in un film ciò che è stato il Gallery? Sei riuscito a raggiungere il tuo obbiettivo?
Il tutto è iniziato da 10 film che sono stati girati al club nel 1977. Tutte queste scene sono rimaste lì ferme senza mai essere state messe insieme anche perché nel 1977 non c’erano le nuove tecnologie ad aiutare ed era un progetto molto costoso. Ho chiesto anche alle persone giuste ma la risposta era sempre la stessa: ‘Oh si, sarebbe fantastico’ ma poi mai nessuno ne ha avuto davvero una visione completa, anche perché era difficile visto che al girato mancava la musica ed il suono. Quindi ho iniziato io a fare un piano d’azione. La mia idea non era quella di raccontare chissà quale storia ma piuttosto di far vedere e, soprattutto, far sentire alle persone com’era. Penso di aver raggiunto il mio obbiettivo sia dai commenti che dalle reazioni della gente. Alle persone rimane un’emozione, quella di voler essere stata là e di tornare indietro al The Gallery. Alcune recensioni poi hanno evidenziato come fosse rara l’amicizia nata al club e il riuscire a trasmetterla in un film. Era diverso allora: le persone andavano nello stesso club tutti i weekend. Le persone lo sentivano proprio e si sentivano a casa. Questo non succede oggi perché si tende a cambiare spesso locali e non si crea una reale empatia.
Cosa pensi lo abbia caratterizzato di più?
Avevamo delle decorazioni che cambiavano ogni settimana, non mi riferisco solo ai palloncini ma anche ai manichini e alle diverse opere che venivano fatte appositamente per il club. L’atmosfera cambiava di continuo ed era sempre diversa. Questo è importante in ogni situazione perché la gente si annoia facilmente e appunto per tenere alta l’attenzione bisogna evolversi. La musica crea l’esperienza ma anche il lato visivo è importante.
Ovunque leggo che hai inventato il mixaggio. Come sei riuscito? Come hai avuto l’idea, da quale esigenza è nata?
Blend e non il mix! Il blending è stato un incidente, davvero. Non ci vogliono particolari abilità e non serve precisione nel farlo. Mettevi su i dischi a cercavi di dargli una coerenza secondo il tempo: quindi provavi mettendo una canzone sull’altra più volte, ascoltando, cercando il giusto match fino a che ti sembrava di averlo trovato e… boom! Facevi iniziare l’altra. Ho iniziato a pensare che però questa tecnica riuscisse troppo raramente: solo a volte funzionava ma spesso no. Nel 1973 Rosner, l’ingeniere del suono del The Gallery, mi consigliò di usare il direct drive, come si faceva in radio. Era qualcosa di nuovo! Ho realizzato che quando tieni il disco tu puoi controllare il blending e renderlo più preciso. Poi mi confrontai con Richie Kaczor che iniziò a suonare cambiando il tempo delle canzoni. Se modifichi il tempo di una traccia puoi davvero farne combaciare due insieme. Così è come nato il tutto.
Al The Gallery avevi 3 giradischi vero?
Si, ho iniziato con due e poi una notte, mentre dormivo, ho sognato che suonavo ‘Love Is The Message’ e anche ‘Girl You Need To Change Your Mind’ ma riuscivo a produrre degli effetti sonori allo stesso tempo e quindi mi sono detto: ‘Oh mio Dio lo posso fare con un altro giradischi!’. Quindi ne ho portato uno da casa e l’ho fatto. Avevo tre canzoni che andavano nello stesso momento invece di due.
Nel film si vede anche Frankie Knuckles ed è davvero singolare pensare che lui abbia iniziato a muoversi nel club gonfiando i palloncini. Vorresti condividere con noi un pensiero su di lui?
Sono davvero contento che nella versione americana del film ci sia l’intera intervista di Frankie. Una delle prime cose che dice è: ‘il primo club in cui sono stato è il The Gallery’. Sono felice di avere questo come prova storica perché le persone costantemente la riscrivono affermando che Frankie ha iniziato la sua carriera al Paradise Garage o al The Loft… e non è vero! Ha iniziato al The Gallery, era il suo club! Mi hanno girato un po’ di articoli a partire dal 1973 dove si parla del rapporto tra Frankie e il The Gallery, del fatto che Frankie andava al The Gallery, Frankie ha detto questo fatto quello sempre al The Gallery… tutte queste news collegavano Frankie al The Gallery. Ultimamente però, tutto ciò che ho letto di lui e mi riferisco soprattutto alle memorie a lui dedicate, nemmeno una volta hanno menzionato questa connessione. Siamo stati amici fino alla fine e abbiamo parlato del film proprio due giorni prima che morisse. Mi raccontava che sarebbe dovuto andare a Londra e poi ci ha lasciato. E’ stato pazzesco, un lunedì notte davvero incasinato. Non so nemmeno come raccontartelo! Il mio telefono ha iniziato a suonare ma stavo dormendo e non ho risposto fino a che un messaggio mi ha informato sull’accaduto. Così incredulo e confuso ho provato a chiamarlo e mandargli messaggi… è stato terribile.
Tutti sappiamo cos’è lo Studio 54. Hai qualche aneddoto da raccontare, qualche episodio che ti è rimasto più nel cuore?
Le persone me lo chiedono sempre e di solito racconto sempre la stessa storia ma ti voglio svelare un aneddoto diverso che non ho mai rivelato prima. Questo è successo verso la fine dello Studio 54, quando ha chiuso per diventare clandestino perché non aveva le licenze legali. Grace Jones doveva esibirsi e aveva un camerino. Io volevo sballarmi e dovevo andare nella sua stanza per potermi fare. Quindi le chiesi di usare il suo bagno personale solo che ci ho passato dentro 45 minuti. Lei iniziò a bussare alla porta e urlare che doveva prepararsi… E’ stato pazzesco!
Sei stato un volontario in prima linea per dare supporto ai malati di AIDS. Com’è stato?
Dopo che è morto il mio caro amico Rodriguez nel 1983 ho iniziato a fare volontariato. E’ come se fossimo stati in guerra perché non morivano 2 o 3 persone ma migliaia. Ogni giorno ricevevo una chiamata che mi diceva che qualcuno era morto. Era deprimente. Per questo decisi di partecipare attivamente e mi chiesi: ‘non c’è nulla che posso fare?’. Iniziai a fare delle ricerche e ho trovato delle alternative per i miei amici e i miei programmi li hanno mantenuti in vita.
Come pensi sia la situazione oggi? A livello di sensibilizzazione, servizi offerti, educazione.
La situazione non è positiva oggi. Le cose sono peggiorate perché le cure funzionano ma l’educazione è stata fermata e questo è sbagliato. Inoltre le cure funzionano ma sono troppo invasive, forti e tossiche e continuano a fare sperimentazioni sulle persone.
Hai pure scritto un libro su questo, “No Time To Wait”. Di cosa parla?
E’ uscito prima che le cure iniziassero effettivamente a funzionare. Riguarda le terapie alternative che aiutano a sopravvivere. Ho predetto tutto quello che sarebbe successo grazie agli studi che ho fatto, leggendo articoli e seguendo i corsi di biologia per capire come lavora il virus.
Qual è il tuo più grande rimpianto e la tua più grande soddisfazione in carriera?
Il mio più grande rimpianto, dopo “Kiss Me Again”, il mio primo disco, è stato essere così dentro la spirale delle droghe da non riuscire a prendermi cura della mia carriera nelle produzioni. E’ stato davvero frustrante. Il mio più grande successo credo sia l’uscita e la realizzazione del mio film sul The Gallery.
Curi un podcast. Di che si tratta?
Faccio un podcast ogni settimana, ogni tanto ho qualche ospite a cui faccio pure le interviste. Sono orientati sugli anni ’70 e su tutta la musica di quei tempi e anche su tutta quella musica con cui sono cresciuto.
Una domanda riguardo questo. Tu sei un po’ una bandiera degli anni’70, cosa ne pensi di questi nuovi suoni moderni o ‘generi’ se così vogliamo chiamarli?
Alle persone piacciono molto. Per esempio l’EDM e la struttura che la supporta è molto vicina al The Gallery perché loro creano la musica e poi costruiscono intorno un set di luci che seguono la musica. Non è un’idea nuova ma ha un grande impatto perché creano uno show completo intorno alla musica ed è quello che noi facevamo spontaneamente al The Gallery. Questa soluzione potrebbe avere lo stesso impatto anche se utilizzata con altri generi musicali ma nessun altro lo fa così. Mi piacerebbe fare qualcosa che abbia questa teatralità.
[Scroll down for English version]
Nicky Siano was the founder of The Gallery, the resident dj at Studio54 and a friend of Frankie Knuckles and Larry Levan. Born in Brooklyn he went to a club for the first time at 15 and never left. He is also currently known for his activism in the fight against AIDS. Nicky Siano brings the culture of a decade of revolution with him: the 70s. Those years witnessed the birth of the club ‘as we know it’ when the Big Apple was a cradle of music counterculture. The Gallery was it’s perfect embodiment: a place where art, music and love were all intertwined. ‘Love Is The Message. A Night at the Gallery 1977’ (just released) is a film by Nicky Siano, that takes us by the hand, showing us a window on the atmosphere and the excitement of those crazy NYC nights. The vision is recommended.
I watched the movie “Love Is The Message. A Night at the Gallery 1977”. How and why did you want to put in a movie what was The Gallery? Did you reach your goal?
This started with 10 film done in the 1977 made at the club. They filmed but they never put it together. In 1997 I went to the producer, who was my cousin, but at the time film was very expensive for the camera and the light setup and all the rest. So they have filmed all this stuff but they just sat there and in 1977 weren’t the digital technologies so we came to the people asking: “Could you do something with this?” and they answer “Oh yes this is fantastic” but no one of them had the vision of what to do with this, they couldn’t understand how to do cause in these film there weren’t the sound. Some images were linked with the sound some of them weren’t. I had to do all that and I started thinking my vision for it. My idea wasn’t to tell any kind of big story but to just like people see and feel what it was like. I think I’ve reached my goal, from listening to comments and see how people react. People walk away with a feeling, the feeling: I wanna be there I wanna go back there. Some reviews said how was strong the friendship in that club and to show that in a film cause back in those days was different: people went to the same club every weekend. They became friends. And this not happen today cause people were all around and they don’t became close with people.
What do you think was its strength?
We had decorations that every week changed. I am not talking of balloons but also manikins, different figures that were built. It was a constantly changing atmosphere, it was always different. This is important in any situations cause people get bored very quickly and in order to keep their interest you got to keep changing and developing. The music make the new experience but visuals are important too.
Everywhere I read that you invented the mixing. How did you do? How did you get the idea, from where is born this need?
The blend not the mix! Blending was an accident, really. There wasn’t skill in it and there is no precision. You put your records on and you just do it by timing: you just try to time it up and put the other song over and over and listen and then oh yes this sounds right! Boom! Bring it up. I started to think that this is to rare: sometimes it works and sometimes it doesn’t work. Rosner, the sounds man of Gallery, said to use direct drive, like in the radio station, and this was 1973. It was a very new kind of thing. So I realize that when you held the record you can actually control this blending and make it more precise things and then I met Richie Kaczor and he started to play with the tempo change. If you change the tempo you can actually match 2 records. And that’s how it came about.
Did you play with 3 turntables at The Gallery right?
Yes, I started with 2 but then one night I was sleeping and I have this dream that I am playing ‘Love Is The Message’ and I am playing ‘Girl You Need To Change Your Mind’ and then also this sound effect play all at the same time and I said: ‘Oh my god I can do this with another turntable’. So I bring a turntable from my house and I did it. I used to have three things going at the same time instead two.
In the movie we can see Frankie Knuckles and it’s really strange to think that he has begun to move his first steps in a club doing things like inflate the balloons. Do you want to share with us a thought about him.
I am just really glad that on the American version we released Frankie whole interview. One of the first things that he said was: “The first club I went to was The Gallery”. I am just really glad that for the history I have this because people constantly want re-write history saying that Frankie started at the Paradise Garage, at the Loft but it’s not true! He started at the Gallery, this was his own club. I had all the newsletter from the 1973, that people used to pass around, in all I see it’s about Frankie at the Gallery, Frankie says this at the Gallery… all you see in the all newsletter it’s all about Frankie at the Gallery. Meanwhile everything I’ve read on him, all the memorials, never once mentioned the Gallery except the one I do. We were friends till the end. We have spoken two days before he die and we were talking about the movie. He said he was going to London and then he is gone. He was crazy, on Monday night was so fucked up. I can’t even tell you! The phone starting ringing. I was sleeping, I didn’t answered and then a text message inform me of this. I immediately call Frankie but I didn’t have an answer, so I started texting him… he was just bad.
We all know what Studio54 was. Do you have a story to tell, a few episodes that you remember more than others?
People always ask me that and I tell the same story over and over but I tell you a story that I’ve never said before. This is late in Studio 54. When the studio54 closed it became a black club cause they didn’t have the legal licenses. Grace Jones was performing and she had a dressing room. I wanted to get high, I needed to go in her room to do my drugs. So I ask to use her bathroom. I spend there like 45 minutes till she started banging on the door, screaming at me ‘I have to get ready’! That was very crazy!
You’ve been a volunteer providing support to people with AIDS. How was it?
When my friend David Rodriguez passed away in 83, I started to made the volunteer. We were in a middle of a war, cause it weren’t 2 o 3 people die but thousand. Everyday I had a phone call to tell me that someone died. Was really depressing. That’s why I got involved. I ask myself ‘There is nothing I can do about this?’. I started to do some research and actually I’ve found few alternatives for my friends and my programs kept them alive.
How do you think is the situation today? In terms of services, education.
It’s not good now. It’s gone down the hill because the medications are working the education has stopped but it’s wrong. The medications work but they are too invasive, toxic and strong and they are still experimenting on people.
You have also written a book on this, No time to wait. What’s it about?
It came out before the medications start to work so it’ s about alternatives therapies that can help you survive. I predict everything and how it’s gonna happen, reading all the studies by myself, I went to biologic courses to study how the virus works.
What is your biggest regret and your greatest satisfaction / pride in your career?
My biggest regret was that after Kiss me again, my first record came out, I was so into the drugs that I didn’t take hold of my recording career and make it happen. I get very frustrating. The accomplishment is got this film. People watch this film 2 o 3 times again and again.
What about your podcast?
I make it very week by myself, sometimes I have guests and I make some interviews. It’s all about the ’70, not all the club music but all the music from that time and all the things I grew up with.
You’re a flag of the 70s, what do you think of these new modern sounds or these new ‘genre’?
People are into it. For example EDM is really like the Gallery cause they creating this music and then they built a set with lighting that follows to the music. It’s not a new thing but it has a great impact because they create the whole show around the music and this is what we did at the Gallery spontaneously. It could have the same impact with other genres of music but no one do it that. I want to moving in that kind of theatrical thing.