E’ una relazione inscindibile quella che lega la produzione artistica in ogni sua forma ai sentimenti e alle emozioni. Se così non fosse sarebbe l’arte stessa a perdere senso. Il pensiero si attorciglia in contorti ragionamenti sull’arte; sembra un paradosso, sì lo so. Ragionare sull’arte, come se stessimo discutendo di un qualsiasi saggio di matematica è un atto di barbaro razionalismo ma non riesco ad esimermi dal farlo, il risultato finale è che ci sono troppe domande e nessuna risposta che sia così convincente da diradare una volta per tutte i dubbi. Un millisecondo, il tempo di un battito di palpebre, e una risposta arriva da un oggetto tra i più cari a noi “giovani”, cresciuti in società moderne dove l’individualismo straripa: il lettore mp3. Si chiama Nicolas Jaar, ha ventun’anni ed è già per molti un guru della musica elettronica e il suo nuovo lavoro si intitola “Don’t Break My Love”, primo EP ad uscire dopo l’album “Space Is Only Noise”. Composto da due tracce, l’EP vede sul lato principale la traccia omonima “Don’t Break My Love” mentre ruotando il vinile c’è “Why Didn’t You Save Me”.
Due minuti e spicci di intro ambient; rumore di fondo fatto di fruscii, crepitii e qualche nota di piano; una lenta progressione che si placa con lo sbocciare degli hat dai vari toni, dubstep alla William Bevan a braccetto con l’iper minimalismo della traccia. Poi il vuoto, siamo quattro minuti e mezzo, perdo il filo logico la costruzione della traccia mi coglie di sorpresa, non mi aspettavo qualcosa del genere, suoni nuovi e una voce vergine mai usata nel corso della traccia risultano essere un’iniezione d’adrenalina, il trionfo dell’irrazionalità: sentimentalismi. Questa è la poesia di “Don’t Break My Love”.
Il side B “Why Didn’t You Save Me” presenta una groove più consistente condito da svariati campioni vocali che si esaltano accostati a delle celestiali corde e un pianoforte. Anche qui c’è una breve intro quasi completamente scarna di suoni, evanescente tanto per rendere l’idea, che si dissolve magicamente non appena la sezione ritmica e le voci prendono il sopravvento. Un altro minuto abbondante e gli arpeggi angelici aprono la strada al pianoforte che sale nei break in coppia con il cantato di Nico.
E’ davvero difficile restare fermi, impassibili, di fronte alle due tracce proposte in questo nuovo EP. Nicolas Jaar riesce a farci apprezzare tutte le sfumature del suo nuovo esperimento sonoro che sento di dover promuovere a pieni voti!