Chissà cosa avranno pensato Zev Eisenberg e Zadi Mizrahi quando, ormai quasi due anni e mezzo fa, hanno ricevuto il demo di “The Student EP”. Già, lo studente…un ragazzetto newyorkese arrivato dal Cile con la passione (potevamo avere dubbi?) per Ricardo Villalobos, l’estro di Francesco Tristano e la voglia di emergere/coinvolgere/stravolgere propria della Wolf + Lamb, label con base a Brooklyn che negli ultimi anni si sta divertendo a riscrivere le regole del gioco e i parametri su cui “tarare” tutto il movimento dance. Nicolas Jaar, la persona giusta al momento giusto.
È un talento vero e questa, ovviamente, non è la notizia del giorno. Tanto bravo da essere accostato spesso e volentieri ad Aphex Twin. Certi paragoni, specie se si hanno soli vent’anni, tendono a soffocarti e a tapparti le ali, se sotto non hai gli attributi giusti. Nicolas invece non fa una piega e attraverso la musica dice esattamente ciò che ha da dire: la consapevolezza dei suoi mezzi, evidentemente, c’è ed è proprio questo che fa specie per un ragazzo così giovane.
Elegante, romantico, a tratti malinconico, sempre al di sopra delle righe (badate bene che è un complimento) senza mai calcare il segno. Questo ragazzo, non vorrei passare per esagerato, è il talento fatto carne: come un pittore, Nicolas è in grado di rappresentare i più disparati stati d’animo con una freschezza che, speriamo, possa restare immutata col passare degli anni. “Marks & Angels” su Circus Company, ma soprattutto “A Time For Us / Mi Mujer” ancora su Wolf + Lamb, sono diventati dei veri e propri inni perché, e questo non sono l’unico a pensarlo, sono in grado di muovere e toccare l’aspetto più sensibile del dancefloor. Bravo da far invidia, ecco tutto.
Ma adesso se vi chiedessi qual è il genere che meglio identifica lo stile di Nicolas Jaar sapreste dirmelo? Nelle sue note scorre di tutto, la sua musica non è house, non è dance, non è disco…cos’è? Tutto o niente o, meglio ancora, niente di ancora codificato. Probabilmente è proprio questo non avere barriere ad aver convinto la premiata ditta Eisenberg-Mizrahi a puntare forte su di lui: qualità (probabilmente nella sua forma più pura) al servizio della pista, tanto da esser diventata oggetto del contendere di dozzine di remixer.
In questi giorni è uscito l’ultimo lavoro, probabilmente il più complesso, ricercato e completo, di Nicolas Jaar. Confesso che ci sono voluti diversi ascolti prima di comprendere “Space Is Only Noise”, di decifrarne le diverse sfumature e scrollarmi di dosso (sì ci sono rimasto male) la delusione legata al fatto che nessuna delle quattordici tracce dell’album è suonabile in un club. Poi però ho capito il suo spirito e ho vinto questa malsana pretesa: “Colomb”, “Sunflower”, “Space Is Only Noise If You Can See”, “Balance Her In Between Your Eyes” e “Variations” sono indivisibili, vanno vissute all’unisono. “Space Is Only Noise” rappresentano un vero e proprio manifesto, magari volutamente difficile, della musica di Nicolas che, come detto, è molto di più che un prodotto “dancefloor oriented”. Un passato le cui tracce sono ancora fresche, amori sfumati e paura del futuro…non scordiamoci che stiamo parlando di un teenager, atipico ma pur sempre un teenager! Nicolas è un ragazzo che (e sono pronto a metterci la mano sul fuoco) se dovesse continuare in questo modo potrebbe presto fare il suo esordio tra i “grandi”. La sua musica, in fondo, non è ancora pronta per i vari auditorium, ma certamente è già troppo per un dancefloor!