Che ci piaccia oppure no, Nina Kraviz è una delle figure più incisive dell’attuale scena underground. Lo è perché di lei si parla, nel bene o nel male, qualsiasi sia il suo gesto, il suo disco in uscita, la sua mossa per provocare e suscitare attenzioni: Nina Kraviz è una calamita e lo è non solo per la sua (indiscussa) bellezza, ma soprattutto per la sua capacità di spaccare in due l’opinione che si ha delle sue capacità e dei suoi meriti. Basterebbe questo per dire di lei che abbiamo di fronte una grande artista, che per carisma dimostra di non essere seconda a nessuno.
Così ogni suo lavoro è accompagnato da quel chiacchiericcio che tipicamente precede le uscite dei grandi personaggi, quelli che possono contare tanti “followers” e altrettanti detrattori. Nina Kraviz lo sa bene e i risultati che sta collezionando da quattro anni a questa parte non fanno che confermare quanto, in realtà, lei sia in grado di indirizzare a suo vantaggio qualsiasi situazione apparentemente sfavorevole. Questi discorsi valgono, ovviamente, anche per la sua ultima uscita su Rekids, “Mr. Jones”, che esce a quasi due anni dal rilascio del suo album omonimo – quello della consacrazione, quello di “Ghetto Kraviz“,”Love Or Go” e “Falsa Attraction“. Sia chiaro, non possiamo assolutamente accusare la siberiana di assenteismo (in tal senso la label di Matthew Edwards ci ha letteralmente bombardati di EP di remix, più o meno validi), ma questo nuovo doppio 12” ha finalmente quel peso/spessore che riconosciamo e apprezziamo nella prima raccolta. Questa volta, però, si tratta di dieci tracce rivolte esclusivamente al dancefloor e pensate ad uso e consumo dei dj, questo va premesso. “Mr. Jones” offre poche variazioni di stile, ok, ma nella suo immobilismo ha il merito di fornire un insieme di lavori qualitativamente validissimi: l’ipnotica “Desire“, la calda “Black White” e l’avvolgente “Remember” sono dischi belli e funzionali, perfetti per quei momenti in cui si marcia spediti verso il cuore della notte. Perfetti per i dj, insomma.
Tolto il trucco e svestiti i panni della star, Nina Kraviz dimostra quindi di avere dei contenuti e questa è l’unica cosa che secondo me deve contare e da cui non si può prescindere a certi livelli. A me “Mr. Jones” piace, piace davvero.