Quando sbatti dentro una release Martin Skogehall e Fred Peterkin sai che il tuo disco non passerà inosservato. E’ quello che desideri, è ovvio, ma la scelta non rientra nella categoria “butto dentro un paio di nomi così vendo qualche copia in più e finisco in qualche chart”. No, assolutamente, perché la musica di MRSK e Fred P (se preferite leggete Black Jazz Consortium) non garantisce strascichi pirotecnici come un Richie Hawtin che viene filmato alla Boqueria mentre passa i loro dischi. Scegliere MRSK e Fred P come remixer, infatti, farà finire l’EP sotto la lente d’ingrandimento di un altro circuito, un circuito di artisti che ancora compra (e suona) dischi in vinile e che, proprio per questa e per altre cento ragioni, rappresenta probabilmente uno dei pochi banchi di prova attendibili quando si giudica un 12″.
Dietro questa scelta leggiamo la convinzione/determinazione di far fare il salto di qualità alla propria label attraverso la qualità del prodotto, cosa non del tutto in linea con le mosse di numerose label italiane che, lungo la via del successo e del riconoscimento, preferiscono fare mille compromessi piuttosto che puntare sull’affermazione della propria identità. Perciò brava Unclear, e bravo Niro. Certo, se le versioni originali di “Agachoo” e “Starship Hookers” (a nostro avviso la migliore tra le due) fossero del tutto distanti, per stile e qualità dai lavori dei due remixer, allora il discorso che stiamo facendo stonerebbe terribilmente. Ma non è così, perché l’artista aretino tira fuori dal cilindro due lavori solidi che non sfigurano assolutamente se confrontati con quanto proposto da MRSK e Fred P.
Allora, già che siamo in tempo di esami, possiamo tranquillamente dire che “My Dilemma” è una raccolta da trenta: i placidi e torbidi intrecci della musica di Fred P e la ruvida marcia costruita da MRSK sono tanta, tantissima, roba. Roba di classe.