La notizia più interessante degli ultimi giorni per gli ascoltatori di rap americano (oltre alla prossima uscita del disco di “Yandhi” di Kanye e di Carter V di lil Wayne), è senza dubbio il nuovo album di Brockhampton: “Iridescence“.
Questo nuovo lavoro arriva ad un anno di distanza dalla trilogia di lavori “Saturation” vol. 1, vol.2 e vol.3 con i quali la band ha abbastanza scompaginato gli equilibri del rap game, portandovi un approccio non convenzionale. Ora, il nuovo lavoro.
In Italia non sono molto conosciuti, ma in giro per il mondo si stanno affermando progressivamente come uno dei collettivi più vivi e interessanti del momento, passando dal quasi anonimato al diventare uno dei gruppi preferiti di Pharrel Williams e Tyler the Creator: non male. Ma chi sono questi Brockhampton? E come ha fatto un gruppo di ragazzi conosciutisi su internet, perché questa è la loro origine, a diventare tanto famoso?
Brockhampton è infatti un gruppo di ragazzi provenienti da tutto il mondo, conosciutisi su un fan blog dedicato a Kanye West – guarda chi si rivede – nel 2010. Il team si compone di quindici elementi, sì, quindici, e ha il leader in Kevin Abstract: rapper nero e gay, che ha fatto uscire nel 2016 un disco solista tanto bello quanto sottovalutato. Kevin è stato la mente di tutto, e realmente l’iniziatore: ovvero, colui che nel 2010 scrisse un post su “KanyeToThe” alla ricerca di persone con cui fondare un gruppo.
All’appello risposero Ameer Vann, Dom McLennon, e Mic Kurb: furono loro, assieme ad Abstract, a formare il nucleo originario Brockhampton. E qui inizia la parte interessante: perché il progetto non si fermò qui, ma la decisione fu di coinvolgere altre persone per dare vita ad un vero e proprio collettivo. Non una semplice band.
All’interno non ci sono solamente coloro che vanno sul palco ma anche videomaker, grafici, fotografi, beatmaker: insomma, tutto quel team di persone necessarie per realizzare e promuovere un progetto discografico che fa dell’indipendenza il suo punto di forza facendolo a trecentosessanta gradi, coprendo tutti gli aspetti in gioco. E tutti loro sono “Brockhampton” tanto quanto i cantanti, tanto quanto le persone che salgono sul palco.
E’ stato proprio con il coinvolgimento di tutti questi creativi che il progetto è decollato. Così, nel giro di pochi mesi, si sono trasferiti tutti assieme in California, sotto lo stesso tetto. Bene: ancora adesso risiedono nella medesima casa. E producono in continuazione.
L’altro punto di forza è l’immaginario che sono riusciti a creare. I testi sono spontanei e parlano della loro quotidianità, che era quella di outsider all’interno di un contesto che non li rappresentava. Tutti diversi, ma tutti accomunati dalla medesima passione: bianchi, neri, gay, etero lavorano assieme, fianco a fianco. Nella musica hanno un approccio confidenziale, che parla ai più giovani, a chi (come loro) non si riconosce nella realtà che lo circonda. Possiamo immaginare che sia stata proprio questa idea di collettivo ad affascinare tanto Tyler the Creator, che avrà visto in loro una nuova Odd Future.
Tuttavia, assieme alla fama sono arrivati anche i problemi. Il più grosso che il gruppo si è trovato ad affrontare è legato alla figura di Ameer Vann, uno dei membri fondatori. L’artista è stato infatti accusato di molestie da parte di alcune sue ex ragazze, e quindi cacciato dal gruppo. Questo ha creato diversi squilibri e problemi, che solo nell’ultimo periodo sembrano risolti. D’altra parte era inaccettabile per un collettivo che ha fatto dell’”essere un outsider” (e di esserlo in un modo aperto, inclusivo) un punto di forza, permettere a qualcuno accusato di molestie di rappresentarli.
Dopo questo periodo così travagliato, ecco “Iridescence”. Un lavoro con cui i ragazzi vogliono scacciare tutti i fantasmi, riprendendo le redini di un percorso lanciato verso un successo globale. Proprio per riaffermare ancora una volta l’idea di unione e di gruppo, la band ha deciso di far uscire anche un documentario dal titolo “The Longest Summer in America” che andrà a ripercorrere quello che è stato il loro percorso. Il film è totalmente autoprodotto e vedrà un montaggio di riprese inedite: essenzialmente, momenti quotidiani della vita dei Brockhampton.
In attesa di vedere se riusciranno a confermarsi come la prossima next big thing, o saranno solo l’ennesimo, effimero “best new music” di Pitchfork, godiamoci “Iridescence”: i Brockhampton sono tornati, si tratta in ogni caso di una delle novità più fresche in circolazione e con un potenziale per nulla male. In più, hanno un sapore “particolare”, che non asseconda le mode del momento ma guarda anzi a un certo tipo di passato anni ’90 o primi 2000. Anche Kanye West, per certi versi, aveva iniziato così. Metti mai che…