Ora basta, non si scherza più. Non che la pandemia in questi ultimi due anni e passa sia stata uno scherzo: è stata invece un dramma ed un’angoscia costante: perché davvero nessuno sapeva che direzione avrebbe preso, e certe immagini ce le porteremo dietro per sempre. Qualcuno, purtroppo, non solo quelle. Ma ad un certo punto, con l’aiuto anche della scienza che ci protegge quanto può, la vita va ripresa a sé quanto possibile. Vanno riprese le nostre passioni. Le nostre primavere. Vanno riprese le cose belle che la musica ci aiuta a scoprire e vivere, per “disegnare” un mondo migliore.
Vi pare una intro troppo “vasta”, per parlare di un semplice festival? In realtà Spring Attitude è sempre stato qualcosa di abbastanza speciale, qualcosa di poco “semplice“. In primis per il fatto di svolgersi a Roma: città di una bellezza infinita, un valore aggiunto reale, ma dove anche volenti o nolenti un luogo organizzare cose non è mai semplicissimo. Poi, per l’attitudine, la “Attitude” appunto: un festival che nasce dall’elettronica e dal clubbing (è una filiazione della storica serata L-Ektrica), ma che fin da subito e, sottolineiamolo, in anticipo sui tempi è andato a cercare le intersezioni fra l’elettronica da dancefloor più raffinata, l’indie e il pop più “progressisti”, la sperimentazione non fine a se stessa. Una molteplicità di colori che forse nessun altro evento in Italia ha. Questo lo diciamo chiaro e forte.
Vanno benissimo i festival con una direzione chiara e definita (li amiamo!); vanno benissimo i festival nella città a nelle zone più imprevedibili (anche qui, quanto amore da parte nostra); ma Spring Attitude riesce a stare a Roma mantenendo però l’aria di “famiglia” e non da metropoli spersonalizzante (lo si capisce bene, quando si partecipa al festival o si parla con chi ci lavora), e riesce a mettere insieme diverse anime musicali senza mai risultare un cinico contenitore che, in maniera dozzinale e paracula, vuole solo raccogliere il più possibile.
Le scelte di Spring Attitude hanno sempre uno stile ed uno storia. Felicemente riconoscibili. Ed è bellissimo vedere come questo 2022, che segna il ritorno per molte realtà, nel caso del festival romano sia un ritorno ad altissimo livello. C’è Cosmo (che tantissimo deve a Spring Attitude, è lì che è iniziato almeno esteriormente e come posizionamento il suo flirt col mondo dell’elettronica e del clubbing), ci sono Fulminacci e Ditonellapiaga (che fanno parte della famiglia “estesa” di SA, e sono la perfetta dimostrazione di pop “progressista” di cui parlavamo prima), c’è il clubbing attraverso una sequela di nomi sopraffini (da Todd Terje a Sama’, dai Red Axes a The Blessed Madonna), c’è il dancefloor “umano” e di spessore dei Nu Genea (in versione live con la band) e di Kokoroko, c’è il meglio che emerge dall’underground post-rock italiano (Iosonouncane, 72 Hour Post Fight).
Altri nomi arriveranno. Ma come primo annuncio, beh, a noi pare già il migliore degli annunci possibili. Bentornato, Spring Attitude. Bentornato anche con una intrigante novità: un cambio di location, si va per la prima volta negli studi di Cinecittà, a Roma (sì: proprio “quella” Cinecittà). Date: 16 e 17 settembre 2022. Biglietti in prevendita (consigliata): qui. Non si scherza più. La macchina dello stare bene e delle persone che lavorano duro per portarvi a questo, è ripartita. E c’è chi la porta avanti con classe e competenza. Fategli sentire il vostro supporto – perché nel farlo, farete il migliore dei favori a voi stessi, ripigliandovi le cose e le sensazioni belle che ad un certo punto temevamo avessimo perso drammaticamente.