Una notizia terribile. Andrew Weatherall è morto all’alba di oggi 17 febbraio, per una embolia polmonare, allo Whipps Cross Hospital di Londra. Riportiamo qua sotto il post apparso sul profilo di Prescription PR, l’agenzia che faceva anche da ufficio stampa per il dj e produttore inglese:
La fonte, purtroppo, pare quindi più che attendibile. Inutile spiegare lo sconcerto, lo sgomento, la tristezza. Se la notizia è reale, e sembrano ormai non esserci dubbi, questa è una perdita semplicemente enorme per la musica, tutta, non solo quella elettronica e quella legata al clubbing; e peraltro, in quest’ultima il rispetto nei confronti di Weatherall era semplicemente unanime – e “rispetto”, in molti casi, era semplicemente un understatement, visto che sarebbe stato ed è più corretto parlare di adorazione.
Aggiungeteci all’elenco, per chi opta per l'”adorazione”. In più, fateci aggiungere che delle centinaia e centinaia di artisti passati su Soundwall e che abbiamo incontrato negli anni, Weatherall è stato di gran lunga fra i più affascinanti, profondi, intelligenti, sensibili dal punto di vista umano. Di gran lunga. Al sottoscritto è capitato di incontrarlo tante volte, e ogni singola volta ne sono uscito profondamente arricchito anche a solo a scambiarci due chiacchiere (o, ancora di più, a potermi permettere lunghe interviste).
Davvero. Tutto questo è terribile. Profondamente ingiusto, anche. Ma si sa, il destino non guarda in faccia a nessuno. Nemmeno alla grandezza artistica, e umana.