Mi sarebbe piaciuto parlare con loro. E in realtà ci ho anche parlato, devo dire. Ma ero totalmente all’oscuro di quello che mi stessero dicendo; mi ha aiutato ad intervistarli un amico italofrancese, e non mi sarei mai aspettato che le loro risposte alle mie domande fossero così stravaganti, finchè non le ho lette sbobinate… Incontriamo Nicolas Sfintescu ed Ezechiel Pailhès dell’irriverente duo Nôze, in un fine pomeriggio caldo, poco prima del loro soundcheck nella Basilica della Fortezza Da Basso a Firenze, location della settima edizione del MUV Festival.
Come vi siete incontrati e come è nata l’idea di creare questo progetto musicale?
Ezechiel: Ci conosciamo da tanto tempo. Io conoscevo sua sorella. Un giorno volevo comprare qualcosa da fumare e mi avevano detto che il fratello Nicolas poteva aiutarmi (ride). Da quell’incontro ci siamo visti sempre più spesso, e alla fine… ho sposato sua sorella.
Nicolas: I Nôze sono nati dall’idea di divertirsi a unire mondi musicali molto diversi. Avevamo gusti e background musicali completamente differenti. Ezequiel arrivava da esperienze jazz, mentre io ero più vicino all’elettronica, ma avevamo in comune lo stesso modo di pensare la musica. Ci siamo divertiti fin da subito.
Se non sbaglio la vostra prima produzione insieme è stata Albert EP su Karat Records. Come si è evoluto il vostro sound da allora?
Nicolas: No, in realtà il primo in assoluto è stato un EP1. Il disco piacque molto e ci aiutò ad ottenere le prime serate. Il punto di svolta per noi è stata la prima tournée e poi quando ci hanno chiamati a suonare al Sonar.
Ezechiel. Il nostro sound è cambiato parecchio da allora. Le nostre collaborazioni con tanti artisti diversi e la maturità di 5 anni di concerti, probabilmente hanno influito tanto sulla nostra musica.
La vostra musica sembra aver totalmente lasciato a bocca aperta ogni suo ascoltatore. Un mix di house e musica gitana, suoni balcanici che farebbero venire voglia di saltare anche ai sassi. Da dove deriva la vostra energia “musicale”?
Ezechiel: L’origine del nostro sound è un mix che non riuscirei a spiegarti, perché è pura e semplice ispirazione. A volte pensiamo sia un pò esagerata, ma la facciamo comunque. È come quando ti viene in mente una barzelletta sporca e quindi non sai se raccontarla o no, ma alla fine la racconti comunque perché ormai ti è venuta in mente. Poi magari tutti ridono e qualcuno storce il naso, ma ormai è bell’e andata. Il nostro modo di suonare nasce dal fatto che non ci piace annoiarci. Si trattasse di stare semplicemente lì in consolle, non sarebbe per niente divertente e quindi non ci interesserebbe nemmeno farlo. Noi siamo così, anzi all’inizio eravamo ancora più incasinati perché tutto o quasi si basava sull’improvvisazione. Un sassofonista, un chitarrista, un bassista. L’idea era fare qualcosa di libero, di molto libero.
Nicolas: Artisti che ci hanno ispirati, beh… Non possiamo non citare JerryCo (rapper francese di indubbie qualità sonore, ndr), (ride). Non saprei dirti. Magari John Coltrane, Moondog e poi roba tipo Laurent Garnier. Non sono un grande amante del rock e neanche del metal.
Come si compone il vostro lavoro in studio?
Ezechiel: Il lavoro in studio è un gran casino, un incredibile casino. Abbiamo caratteri e modi diversi di lavorare. La cosa che ci fa lavorare bene è che non ci piace fossilizzarci su una traccia, le cose devono sempre andare avanti altrimenti ci annoiamo. O viene fuori in un paio di giorni o si passa a qualcos’altro.
Ed eccoci a parlare del vostro ultimo album Dring su Get Physical, ricco di collaborazioni.
Ezechiel: L’ultimo album ha venduto 200 mila copie, (ride). Diciamo che abbiamo sempre lavorato con altri musicisti, ma a differenza degli altri album in Dring abbiamo iniziato le collaborazioni sin dall’inizio dei lavori di registrazione, mentre in passato al riascolto finale delle tracce ci rendevamo conto che mancava qualcosa e quindi cercavamo di aggiungerla. Un pò di chitarra qui, un sassofono là, un bel contrabbasso verso gli ultimi minuti. In questo disco invece la collaborazione è partita sin dalla nascita dell’idea. Con i dOP invece abbiamo lavorato perché eravamo “vicini di casa” o compagni di etichetta, che dir si voglia.
In passato avete collaborato con la grande cantante statunitense Dani Siciliano. Sono venuti fuori dei liveshow veramente d’impatto. Avete intenzione di riproporre questa collaborazione?
Nicolas: Con Dani è stato veramente fantastico lavorare. Ha una grandissima voce e un portamento supersexy. La vediamo spesso con piacere e siamo sicuri che prima o poi lavoreremo ancora insieme. Forse in futuro, ma non per il momento.
Riuscitissima anche la collaborazione con l’artista italiano Riva Starr. Che cosa ne pensate dell’elettronica italiana? Ci sono altri artisti italiani con cui vorreste collaborare?
Ezechiel: Con Riva Starr abbiamo lavorato principalmente tramite internet e telefono. Noi mandavamo una track a lui e lui ne mandava una a noi. Non abbiamo frontiere, ma francamente sarei proprio incapace di distinguere il suono di un’elettronica da un altro in base al paese di origine. Forse solo quella USA è un po’ più riconoscibile, ma per il resto forse riesco a distinguere le epoche e gli anni, ma la provenienza no.
Nicolas: Mi piacerebbe lavorare con Lucio Dalla probabilmente, se fosse ancora vivo.
Il vostro liveshow è un insieme di grinta, tanto sudore e cabaret, quanto è importante per voi intrattere il pubblico in concerto?
Ezechiel: Per noi il concerto è il momento in cui riesci a coronare il tuo lavoro. La tua musica arriva alla gente che la vuole ascoltare. Quindi in concerto diffondi il tuo amore per la musica. Dai praticamente tutto quello che hai.
Nicolas: Il rapporto con il pubblico è differente da paese a paese. In Italia è assurdo, soprattutto al sud di questo paese è quasi peggio che stare in Giappone per noi. Tutti ci fotografano di continuo e ci chiamano per strada, addirittura per nome. Solo nel Sud Italia suoniamo con i buttafuori a delimitare il palco artisti, mentre all’estero quasi non ci conoscono. Quest’estate, in Salento, abbiamo suonato al Guendalina davanti a… non so, forse 5000 persone. Ci fermavano addirittura per strada, il giorno prima del nostro live perché ci riconoscevano. È un po’ come sentirsi una star laggiù, cosa che non ci capita all’estero.
In Italia, in pochi anni avete collezionato presenze in tutti i principali festival di musica elettronica. Si dice che i vostri live siano perfetti per un festival. Come mai?
Ezechiel: Beh, in realtà ci piacciono sia i festival sia le serate nei club. Diciamo che i festival italiani sono i migliori, visto che non siamo per niente ruffiani, (ride). La nostra musica è perfetta per gli spazi grandi, ma ci sappiamo adattare molto bene anche al club. È normale che più aumenta il numero delle presenze nel pubblico, più diamo il meglio di noi stessi.
Nicolas: Però sì, diciamo che ci sono club in cui appena entri ti viene voglia di fuggire via lontano, e club bellissimi. E lo stesso penso si possa dire anche per i festival.
Pare che la scena francese stia sfornando artisti di prim’ordine in questi anni. Tu, Nicolas, sei uno dei fondatori di “Circus Company”, una delle etichette più importanti d’Europa, fucina di grandiosi artisti come Nicolas Jaar e dOP. Ci puoi dire quali saranno le nuove uscite della label?
Nicolas: La Circus Company è cresciuta proprio grazie a molti artisti giovani che non avevano mai avuto la possibilità di esprimersi a grandi livelli. Penso che quello che ha portato al successo Circus sia stata la selezione: non facciamo suonare chiunque, scegliamo per bene gli artisti e questo alla lunga dà qualità al progetto. La prossima uscita è il nuovo album di Guillaume, splendido…
Mi pare d’aver capito, facendo una piccola ricerca su internet, che una delle parole-chiave di ricerca legate ai Nôze sia “vodka”. Pare siate dei grandi estimatori, qual è la vostra preferita?
Ezechiel: Purtroppo non beviamo più la vodka da due anni… è troppo forte e il giorno dopo è una vera tragedia. Poi, il problema è che se ci dai dentro due volte alla settimana ogni maledetta settimana diventa veramente pesante.
Nicolas: Un tempo la nostra preferita era la Belvedere, ma allora non era così famosa e quindi non riuscivi a trovarla facilmente. Perciò ci accontentavamo. La vodka ha un pregio e un difetto: non ha sapore e quindi puoi berne quanta ne vuoi, ma poi ti dà delle botte assurde… in poche parole, ora abbiamo deciso di darci allo champagne!
English Version:
I would like to speak with them. And actually I must say I did it. But I was totally unaware of what they were saying to me: a French-Italian friend helped me to interview them, and I never expected these responses to my questions, until I read them transcribed. We met Nicolas Sfintescu and Ezechiel Pailhès from Nôze irreverent duo, in a late hot afternoon, shortly before their soundcheck at Basilica, Fortezza da Basso in Florence, location of the seventh edition of MUV Festival.
How did you met each other and how did the idea to create this musical project born?
Ezechiel: We know each other for a long time. I knew his sister. One day I wanted to buy something to smoke and “someone” told me Nicolas could help me. From that meeting we meet more often, and in the end… I married his sister.
Nicolas: Nôze is born from the idea to combine very different musical worlds. We had completely different musical backgrounds and tastes. Ezequiel came from jazz experiences while I was closer to electronic music, but we shared the same way of thinking about music. We had fun right away.
If I correctly remember your first production together was Albert EP on Karat Records. How is your sound changed since then?
Nicolas: No, actually the very first one was an EP1. The album was very pleased and helped us to get the first gigs. The turning point for us was the first tour and the performance at Sonar.
Ezechiel: Our sound has changed a lot since then. Our partnerships with many different artists and 5 years experience in concerts, probably influenced a lot our music.
Your music seems to have totally wowed all his listeners. A mix of House and Gypsy music, Balkan sounds that would makes everybody jump. Where does your music energy come?
Ezechiel: The origin of our own sound is a mix that I could not explain, because it is pure inspiration. Sometimes we think is a bit excessive, but we play it anyway. It’s like when you think of a dirty joke and then you don’t know if you can tell it or not. Maybe everyone could laugh at it and some could not like it, but it’s spoiled here. The way we play comes from the fact we do not like being bored. Staying there mixing disks, isn’t all that funny, I think. So we just would not interest to it. At the beginning we were even more messed up because almost everything was based on improvisation. A saxophonist, a guitarist, a bassist. The idea was to do something free, very free.
Nicolas: Artists who have inspired our music, well… We got to mention JerryCo (French rapper).
I don’t know. Maybe John Coltrane, Moondog and then stuff like Laurent Garnier. I’m not a big fan of rock and metal.
How is your work in studio?
Ezechiel: The studio work is a mess, an incredible mess. We have different characters and ways of working. The thing that is working better is the spontaneity: we do not like fossilize on a track, things must always go forward otherwise we get bored. If it do not come out in a couple of days, we switch to something else.
Let’s talk about your latest album on Get Physical. Dring, full of collaborations.
Ezechiel: The last album sold 200 000 copies. We have always worked with other musicians, but unlike the other albums in Dring we started collaborations from the start, this time, while in the past to the final playback of the tracks we realized that something miss and then tried to add it. A guitar here, a saxophone there, a nice bass to the last minute. This collaborations out from Dring started since the birth of the idea. With dOP instead we worked because we were “neighbors” or label mates, if you prefer.
In the past you have worked with the great American singer Dani Siciliano. Are you going to re-propose this collaboration?
Nicolas: The collaboration with Dani was really amazing. She has a great voice and a super sexy demeanor. We used to met her often and we are sure that sooner or later we will work together again. Perhaps in the future but not right now.
Collaboration with the Italian artist Riva Starr. What do you think of Italian electronic music? There are other Italian artists you would like to collaborate with?
Ezechiel: With Riva Starr we’ve worked mainly through Internet and telephone. We would send a track to him and he sent one back to us. We do not have borders, but frankly I would be unable to distinguish the sound of the electronic artists according to their country of origin. Perhaps only USA sound is a bit more recognizable, but otherwise maybe I can make out the ages and years, but not the origin.
Nicolas: I’d like to work with Lucio Dalla probably, if he was still alive.
Your live shows are a combination of determination, so much sweat and cabaret, how important is it for you the entertainment of the audience during the concert?
Ezechiel: For us, the concert is the time when you can crown your work. Your music reaches the people who want to listen to it. So, during the concerts, you spread your love for music. You used to give practically everything you got inside.
Nicolas: The relationship with the audience is different from country to country. In Italy it is absurd, especially in the south. It is almost worse than staying in Japan for us. We all take pictures all the time and call us in the street, even by name. Only in South Italy we play with the bouncers to delimit the stage, while abroad in the world nobody seems to know us. This summer, in Salento, we played at Guendalina in front of … I do not know, maybe 5000 people. It’s a bit like feeling a star there for us.
In Italy, in a few years you’ve racked up appearances in all major electronic music festivals. Probably your live is perfect for a festival. Why?
Ezechiel: Well, actually we like both festivals and clubs. We say that the Italian festivals are the best, since we are not at all pimps. Our music is perfect for large spaces, but it works very well in the club, too.
Nicolas: But yes, we say that there are clubs where you enter and feel the need to escape far away. And I think the same can be said of the festivals.
It seems that the French scene is churning out top-class artists in recent years. Nicolas, you are one of the founders of “Circus Company”, one of the most important labels in Europe, source of great artists Nicolas Jaar and dOP. Can you tell us the new releases of the label?
Nicolas: The Circus Company has grown thanks to many young artists who had never have the opportunity to speak to large levels. I think the selection led the label to success: we do not call to play everybody, and this is giving quality to the project. The next issue is the new beautiful album of Guillaume.
If you google for your band name, one of the key words related to it is “vodka”. Seems to be of great fans, you two. What is your favorite one?
Ezechiel: Unfortunately we do not drink vodka anymore… It is too strong and the day after is a real tragedy. Then, the problem is that if you drink it two times a week in any given week gets really heavy.
Nicolas: One time, our favorite was Belvedere, but wasn’t that famous and you can not find it easily. So we were happy. The vodka has an advantage and a drawback: no flavor, so you can drink as much as you want, but then gives you an absurd hangover… In a nutshell, we decided to drink champagne only!
Pics by Lorenzo Acciai