Noi europei viviamo un annoso e inconsapevole problema, siamo “occidente centrici” specie tra noi ascoltatori.
Nell’elettronica questo è un carattere decisamente marcato, con i suoi buoni motivi storici non solo legati alla musica ma che, alla fine, ci ha portato, tolto il Giappone, a vedere sempre poco più in là del nostro naso, volgendo al massimo lo sguardo oltre l’Atlantico invece di superare l’Oceano Indiano. Eppure oltre gli Urali c’è vita, perciò oggi abbiamo preso un bell’aereo e ci siamo diretti in Asia, stando ben lontani dal Sol Levante.
Non è minimamente una guida esaustiva e non vuole esserlo, il Nuggets di oggi è solo un caloroso invito ad armarvi di curiosità (sempre), che di questi tempi latita, specie tra quelle categorie di ascoltatori che in teoria dovrebbero essere più ricettivi e aperti, aprite gli orecchi e non fate gli ottusi annoiati, che per ascoltare e vedere le solite cose siete sempre in tempo.
L’electropop coreano su Bandcamp
La redazione del migliore e commerce di musica elettronica, fuori dai canoni mainstream, propone questa interessante guida all’electropop coreano attraverso dieci artisti (ovviamente ricercabili su Bandcamp), per presentare la scena coreana che tanto ama i synth quanto probabilmente odia l’essere messa nel calderone del K-Pop.
Ovviamente le influenze occidentali ci sono, a vario titolo, specie nella musica, ma i testi e le atmosfere sono decisamente orientali, specie tra le artiste femminili, che sono tante.
Un po’ indie, un po’ elettronica, un po’ colonna sonora di un anime, la scena electro pop coreana ci mostra quanto sia arrivata lontana la globalizzazione, anche musicale.
A noi piacerebbe sentire tutti questi artisti dal vivo, specie Aseul per chi vi scrive. Ci sono promoter così coraggiosi da organizzarci un festival di musica electro coreana?
Minimal China – Techno im Reich der Mitte: il documentario sulla scena techno cinese
Creato dalla rete televisiva tedesca ZDF, questo documentario approfondisce la scena techno cinese, questa sì ancora tutta da conoscere in Europa. Il video non è recentissimo (2012) ma, soprattutto, è in cinese, sottotitolato in tedesco, con alcune parti parlate in inglese. Non fatevi però assolutamente scoraggiare, la Cina sarà un argomento sempre più interessante da approfondire, con i grossi agglomerati urbani che genereranno mode, tendenze, musica, che si dovranno scontrare con un paese tradizionalmente chiuso, con un assetto statale bloccato: un mix potenzialmente esplosivo che ha tutte le carte in regola per generare qualcosa di interessante nei prossimi anni.
Nonostante la grossa differenza culturale, troverete tante similitudini con quanto succede ed è successo in Europa e poi le immagini del rave di fine anni ’90, sulla Muraglia Cinese, valgono da sole il click.
La musica gamelan dei Southbank Gamelan Players, da Bali con amore fino ai Plaid
La musica gamelan, in breve, è musica orchestrale indonesiana (il gamelan è l’orchestra vera e propria).
Di certi ritmi e atmosfere si sono innamorati in tanti, nel corso degli anni e dei secoli, da Debussy a Four Tet, addirittura un paio di anni fa Young Marco ci aveva confessato di volerci fare un album di musica gamelan.
Non è certo roba semplice, trovo difficile anche descriverla, le musiche tradizionali europee sono decisamente differenti, inoltre è anche vagamente lisergica e credo possa indurre degli ottimi stati di trance, perciò se siete cultori di viaggi extrasensoriali questa musica fa per voi.
In questo piccolo estratto vi proponiamo i Southbank Gamelan Players, un’orchestra di dodici pezzi che, di stanza nel Regno Unito, ha suonato spesso insieme ai Plaid.