Chi legge le nostre pagine conosce bene il festival francese, di base a Lione, che si svolge in un periodo dell’anno particolarmente ricco dal punto di vista dell’offerta festivaliera – la primavera – ma, badate bene, non viene messo in ombra dalle oramai iconiche rassegne spagnole, Primavera Sound e Sónar (che però quest’anno si svolgerà, eccezionalmente a luglio), giusto per citare quelle a cui starete pensando leggendo queste righe.
I motivi della forza e della longevità di Nuits Sonores – l’edizione 2019 che si terrà dal 28 maggio al 2 giugno prossimi e sarà la diciassettesima – risiedono innanzitutto nella sua peculiare visione, che mette a sistema musica, architettura, design, arti grafiche in senso lato, con l’esplicita intenzione di abbattere ogni steccato “artistico”, immergendo lo spettatore in una “bolla” di stimolante creatività. Lione durante il festival si apre letteralmente al pubblico, che potrà godersi i live e i dj-set in enormi spazi urbani opportunamente riclassificati, così come in terrazze suggestive e club disseminati per la città – quattro giorni e tre notti di suoni, oltre all’apertura speciale affidata a Chilly Gonzales e un evento di chiusura ancora da svelare – e poi, ancora, tanti contenuti extra-performance, che serviranno a fare il punto su ciò che oggi è cultura (panel e forum di discussione che coinvolgono importanti figure nei rispettivi ambiti artistici).
E poi c’è il calendario vero e proprio: oltre al già citato geniale pianista-compositore-produttore canadese Chilly Gonzales, che inaugurerà la rassegna dall’auditorium cittadino incarnando il tema della trasversalità stilistica tanto cara al Nuits Sonores, ci sono i set notturni, che vedranno esibirsi talenti autentici della contemporaneità – tra i tanti non possiamo non citare, perlomeno, James Blake, Jon Hopkins, il nostro Lorenzo Senni, Model 500, Mala, Richie Hawtin, Laurent Garnier, Marcel Dettmann e Charlotte Gainsbourg.
E poi c’è la vera carta particolare del festival: ovvero il progetto “A Day with…”.
Sostanzialmente, in occasione delle quattro giornate centrali del Nuits Sonores, sono stati individuati altrettanti produttori ai quali viene idealmente riconosciuta, oltre che una qualità intrinseca per ciò che rappresentano in ambito musicale, una visione artistica più ampia, tale da concedergli la possibilità di organizzare, in totale autonomia, la parte diurna di una giornata di festival. Il 2019 vedrà quindi gli eventi “A day with” Bonobo (29 maggio); Peggy Gou (30 maggio); Maceo Plex (30 maggio) e Lena Willikens (1° giugno).
Curioso, quindi, andare a spulciare le scelte che hanno operato questi personaggi, soprattutto quando fra i nomi coinvolti da tre di loro ci sono musicisti italiani eccellenti che, magari, non ci saremmo del tutto aspettati di trovare associati al “padrino” di turno che li ha invitati.
E’ così che Bonobo decide di colorare la sua giornata con il pop e con il ritmo: tra l’esordiente sassofonista e compositrice Nubya Garcia e il veterano Andrew Weatherall ha proposto, per esempio, la talentuosa Kelly Lee Owens e Cristiano Crisci aka Clap! Clap! (crediamo che Simon Green abbia consumato “A Thousand Skies”). Peggy Gou si gioca la carta della versatilità e del groove: Roi Perez e Ben Ufo che sono garanzie di qualità, ma pure le bellissime sorprese di Dario Di Pace aka Mystic Jungle e i Nu Guinea sempre più lanciati con la live band. Poi Maceo Plex che, considerati i nomi coinvolti, rappresenterà la giornata dai bpm più alti: Joy Orbison, Midland, Danny Daze, Mariel Ito. E, infine, Lena Willikens, che non tradisce la sua voglia di ricerca e sperimentazione sonora chiamando in rassegna, tra gli altri, Marie Davidson, Tolouse Low Trax e i due italiani Elena Colombi e Donato Dozzy (con la sua “303“) che sapranno sicuramente scombinare le carte in tavola.
Una bella sfida, insomma, ma soprattutto troviamo che ci sia la voglia di scompaginare e ricomporre il suono della contemporaneità, per ballare sì ma pure per riflettere su ciò che oggi è musica da club, superando (finalmente) l’idea che vi sia una differenza incolmabile tra ciò che riguarda i ritmi e tutto quello che un tempo si considerava “solo” da ascolto. E pensare che questo è solo il primo annuncio. Fossimo in voi, penseremmo seriamente a dare subito un’occhiata ai biglietti (dai prezzi tra l’altro più che onesti).
Foto di Brice Robert