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[tab title=”Italiano”]Eric e Bathseba, OAKE, Downwards, due individui, la mitologia di una label, la potente energia di un genio autentico. Musica e recitazione. Il duo berlinese racconta scenari oscuri proiettando panorami post-industriali britannici. Trasfigurazioni enigmatiche in profili materialmente esistenti, impatto fisico su corpo e testa, modulazione vocale e techno melodrammatica.
Cos’è OAKE?
Due persone.
Come definireste la vostra musica?
Non abbiamo una definizione e non stiamo cercando di trovarne una. E’ uno stato mentale, una certa energia che sentiamo, un modo per raccontare una storia.
Da quale stato d’animo nasce la creazione dei vostri pezzi?
Non c’è un giusto stato d’animo, è un’impostazione mentale che può non essere nulla. Molto di quello che viene fuori deriva da un singolo suono nel quale ci immergiamo, esplorandolo finché tutto non prende forma.
Qual è il set-up per il vostro live set e cosa usate invece in studio?
Il nostro set-up live cambia a seconda di dove suoniamo. Usiamo un laptop con Ableton, Maschine e sound generator ed un altro per luppare i suoni, poi voci ed effetti che prevalgono nel mix. In futuro avremo delle live drum, che verranno processate. Usiamo anche una chitarra, e-bows, pedali e qualche percussione.
Cosa rappresenta per te la vostra musica, come si sviluppa l’armonia tra il vostro sound e la tua voce?
Solo pezzi che creano una storia nella nostra mente, mentre li ascoltiamo, vengono materializzati. La voce ne raccoglie determinate parti e cerca di enfatizzarle.
Quale elemento particolare credi risulti fondamentale per far si che tutto funzioni?
Il giusto contesto.
E’ più importante il timbro vocale o il significato delle parole per trasmettere determinate sensazioni?
Le parole sono potenti, ma possono essere fraintese e dannose se non sono usate saggiamente. Il suono ha un impatto fisico su corpo e testa. La combinazione di entrambe è cruciale. Non hai bisogno di capire una parola per sapere cosa voglia dire.
Che cosa rappresenta per voi l’EP “Vollsteckung”? E’ conseguenza di un’avvenuta maturazione musicale o la vostra crescita artistica è in continua evoluzione?
“Vollstreckung” è la seconda parte, disponibile al pubblico, di qualcosa di più grande. Tutti sono sempre in evoluzione e sarebbe ingenuo ed arrogante considerare se stesso del tutto maturo, non importa quanto vecchio o quanto esperto.
Quanto è importante l’associazione di qualcosa di visivo all’ascolto della musica elettronica?
A volte una scura stanza nera ha un impatto maggiore che quello riempito con un visual. Dipende molto dal visual artist e dalla musica. Non è una necessità. Se il suono è creato per il video e vice versa ha il potenziale per essere un incredibile esperienza. Abbiamo visto molti show dove musica, luce e visual erano incredibilmente forti perché erano stati creati l’uno per l’altro. Le esperienze possono essere potenziate da questa simbiosi, ma possono anche essere rovinate.
Com’è nata l’idea di una vostra performance che può essere definita come un ibrido tra musica e recitazione?
Ogni traccia crea una storia nella nostra testa. Vogliamo dare un suggerimento di cosa questa storia potrebbe essere, lasciando spazio all’immaginazione di ognuno.
C’è qualche autore a cui vi siete inspirati?
Probabilmente, nel subconscio.
Ci sarà in futuro la presenza di collaborazioni con artisti di questi diversi ambiti?
Speriamo di si. Video artist, dancer, painter, musicisti. Lo spazio per le collaborazioni è infinito. Questo è molto eccitante. Bathseba ha anche studiato danza contemporanea e classica.
Quale direzione stilistica credete prenderà il vostro progetto?
Non lo sappiamo. Qualsiasi direzione sentiremo giusta e sincera andrà bene. Sarebbe sbagliato limitarci ad un progetto quinquennale.
E’ possibile riconoscere ancora, nell’ambito dell’elettronica contemporanea, correlazioni tra musica e religione?
Puoi trovare frammenti di spiritualità che le persone usano perché amano la loro energia, lo trovano bello ed interessante, oppure perché è in voga ed “hip”. Se un musicista è religioso e vuole creare questo collegamento, lo farà, esaltando la propria fede. Se questo non succede, puoi pensare di trovare comunque un collegamento, ma sarai indotto a confondere una figura immaginaria con la realtà.
Qual è il vero collegamento tra techno e post punk/nu-wave nella storia della musica?
La mentalità.
Che cosa significa la distorsione e l’uso del noise nella musica?
Può non significare nulla. Può esserci per aprire la tua mente a nuovi suoni, per ferirti le orecchie, per il tuo benessere o la tua sofferenza. E’ uno strumento stilistico, come i colori lo sono per i pittori o la pietra per gli scultori.
Quanto credete abbiano influito i lavori “Downwards” nel sound britannico ed europeo della passata decade?
La Downwards ha più di vent’anni e gode della sua stessa eredità. Ancora non molte persone conoscono davvero la label, ma molti di quelli che la conoscono amano i suoi pezzi. Ancora più interessante, chi non la conosce, è stato esposto alla sua influenza tutte le volte che esce da un club che potremmo oggi definire techno.
Come nascono le correnti artistiche moderne? C’è abbastanza energia e spirito innovativo secondo voi per far si che si creino nuove scene musicali oggi?
Correnti e scena sono le parole giuste. Stiamo vivendo nella cultura del miscuglio di stili e del remix. L’innovazione ha avuto il sopravvento sull’invenzione. La vera invenzione non ci sarà più: solo innovazione e progresso, oppure nostalgia e concentrazione sul passato. Inoltre ogni interessante pizzico di innovazione, artistica o tecnologica, alla fine verrebbe sfruttata e commercializzata. L’arte è testimone degli stessi problemi di gentrificazione delle città. Le cose underground vengono prese da qualcuno, conformate, “hypsterizzate” e vendute, senza dare attenzione a chi, per prima cosa, le ha rese interessanti.[/tab]
[tab title=”English”]Eric e Bathseba, OAKE, Downwards, two people, the mythology of a label, the powerful energy of an authentic talent. Music and acting. The berlin based duo talks about dark scenery projecting british post-industrial panoramas. Enigmatic transfigurations into tangibly existing profiles physical impact on the body and the brain, vocal modulation and melodramatic techno.
What’s OAKE?
Two people.
How would you define your music?
We don’t have a definition for it and are not trying to find one. It is a mood, a certain energy we feel, a way of storytelling.
From which frame of mind are created your works?
There is no right mind set. It is a mood, which can be anything. Most of our output derives from a single sound that stuck with us and then explored more until it all comes together.
How’s the live set-up? What do you use in studio instead?
Our life setup changes depending on where we play. We use a laptop running Ableton, Maschine and sound generators and another one to loop sounds, voices and effects that are played on top. In the future we will have live drums, which will be processed. We also use a guitar, e-bows, pedals and some percussion.
What does your music represent to you? How does the harmony between your sound and your voice develop?
Only pieces that create a story in our minds – when listening to them – are being put out. The voice picks up certain parts and tries to emphasize these.
What do you think is required to make everything work?
The right setting.
The tone of voice or the meaning of the words, what is more important to spread certain feelings?
Words are powerful, but can be misunderstood and harmful if not used wisely. Sounds have physical impact on your body and brain. A combination of both is crucial. You don’t need to understand a word to know what it means.
What does the EP “Vollsteckung” mean to you? Is that the result of full musical growth or you are in continous evolution?
“Vollsteckung” is the second, publicly available part of something greater. Everyone is always evolving and it would be naive and arrogant to consider oneself fully grown, no matter how old or how experienced.
How is important for electronic music to be in couple with visuals?
Sometimes a dark, black room has a stronger impact than one filled with visuals. It highly depends on the visual artist and the music. It is not a necessity. If sound was created for video and vice versa it has the potential to be an incredible experience. We saw a lot of shows where music and light and visuals were incredibly powerful because they were created for each other. Experiences can be enhanced by this symbiosis, but they can also be destroyed.
We can describe your performances as a hybrid between music and acting, how have you come up with the idea?
Every track creates a story in our minds. We want to give hints of what this story could be, but leave room for everyone’s own imagination.
Is there any author you took inspiration from?
Probably, subconsciously.
Do you think about a possible collaboration with artist operating in these different areas in the future?
We hope so. Video artists, dancers, painters, musicians. There is an endless space for collaborations. This is very exciting. Bathseba studied contemporary dance and ballet.
Which stylistic direction do you think your project will take?
We don’t know. Every direction, which feels right and honest to us, will work. It would be wrong to limit us to a five-year-plan.
In the contemporary electronic music environment is it still possible to recognise links between music and religion?
You will find fragments of spirituality that people use because they like their energy, find them beautiful and interesting, or because they are en vogue and hip. If a musician is religious and wants to create this link, he or she will speak about it and praise his or her beliefs. If this does not happen, you might think to see a link, but are tricked into mistaking favoured imagery for an actual fact.
Which is the real correlation between techno and post punk/ nu- wave in the history of music?
Their attitude.
What does the distortion and the use of noise in music mean?
It can mean anything. It can be there to open your mind for new sounds, to hurt your ears, to comfort or discomfort you. It is a stylistic tool, like colours are for painters or stone for sculptors.
How much do you think “Downwards” works affected British and European sound in the last decade?
Downwards is now more than 20 years old and a legacy itself. Still, not a lot of people really know the label. But most of the ones who do, love it to pieces. More interestingly, the ones who don’t, are exposed to its influence all the time they go out clubbing to what we call techno these days.
How artistic trends come to life nowadays? Are there enough energy and innovative spirit to create new musical tendencies?
Trends and tendency are the right words. We are living in a mashup and remix culture. Innovation has taken over invention. There won’t be real inventions anymore: just innovation and progress, or nostalgia and retro mind-sets. Further any interesting bit of innovation, artistically or technologically will eventually be exploited and commercialised. Art is facing the same gentrification problems as cities. Things will be underground, picked up by someone, conformed, hyped and sold out – without thinking about the ones, who made it interesting in the first place.[/tab]
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