Una abitudine a cui una bella fetta di italiani è piuttosto affezionata: andare a Barcellona nei giorni del Sonar, snobbare completamente il festival e dedicarsi piuttosto ai party che percorrono la città spagnola. Ad integrazione dei nostri report sul festival, ecco allora un viaggio in questo “mondo parallelo” (spesso peraltro simile, almeno come proposte musicali, a quello che si sente durante l’anno nei club di casa nostra) curato e descritto da Luca Parducci: lo pubblichiamo integralmente così come lo abbiamo ricevuto, senza correzioni, aggiustamenti o modifiche. Un documento sull’altra faccia di Barcellona nei giorni sonariani.
Soundwall.it
Vorrei iniziare a scrivere questo articolo, e parlare dell’ingrato compito che mi è stato affidato
(quello di andare a splendide feste, in una delle città più divertenti del mondo – nella sua settimana
migliore – e dirvi come sono state), ma non ci riesco.
Ho ancora troppe smanie in testa e non ce la faccio a concentrarmi su niente.
Gente su Facebook che pubblica link, carica video, nuove richieste di amicizia da compagni di party sparsi per il mondo.
Lo spirito di questi giorni di festa è ancora addosso a tutti, e difficilmente la serotonina tornerà a un livello normale prima di un po’ di tempo. Concluderò in un altro momento.
By the way, come avrete capito, ci è stato chiesto di affiancare a una puntuale analisi del Sonar Festival, un passionale e emotivo racconto “di stomaco” sul festival parallelo, l’OFF Sonar. Anzi, l’OFF Bcn come si è chiamato quest’anno.
Si perchè non sappiamo come sia effettivamente andata, ma ad un certo punto dell’anno agli admin della pagina OFF Sonar, carica di like dopo le stagioni passate, è stato chiesto di chiudere la pagina, crearne una nuova, e abbandonare il nome OFF Sonar. Alla fine il risultato è cambiato poco e ve lo racconteremo nelle prossime righe.
Quest’anno l’OFF Bcn è stato enorme, qualitativamente altissimo, e quasi spropositato in quanto a numero di feste.
Tanto che il Sonar Festival è dovuto evidentemente correre ai ripari per assicurarsi l’affluenza desiderata – vedi la scelta del sabato sera con l’ormai quasi-rockstar Luciano, a mio avviso principale artefice di uno dei primi sold out di cui abbia mai sentito parlare nella storia dell’evento.
Questo overload di super feste e showcase ha un po’ messo in difficoltà anche me e il “compare”, fotografo/videomaker/ballerino: non sapevamo quali scegliere. Questo era particolarmente vero per il giovedì e per la domenica, non a caso i giorni di stop del Sonar festival (tranne che per il sonar day che si tiene anche il giovedi).
Il dono dell’ubiquità, o della doppia ubiquità come diceva la mia sorellina anni fa, sarebbe stato
decisamente utile. Perchè quasi pare di fare un torto a Marco Resmann se non andiamo allo
showcase Upon You vs Serialism. E alla fine, purtroppo questo torto gliel’abbiamo fatto.
In ogni caso, scegliamo un round di feste in base ad alcuni criteri – un po’ random alla fine: nostro
interesse e gusto personale, location, artisti. Più che altro, queste feste dovevano incastrarsi
facilmente tra alcune che consideravamo non rinunciabili, quali ad esempio 10 years Watergate e
Diagonal Mobilee.
Le nostre scuse ai validissimi showcase che abbiamo saltato, le trovate manifestate in una lista
di “unfairly missed”, che in testa mia suona più come una to-do-list per il prossimo anno.
DAY ONE – Thursday
FACT Music pool – Mobilee Pool Session
Venue: Piscinas Municipales Montjuic
Sapevamo di non trovare un super party ma:
i) a quell’ora non c’era quasi niente in zona
ii) avevamo grosse smanie
iii) volevamo vedere la location.
In effetti una piscina olimpionica con vista su tutta Barcellona non è poi cosi male, non ci hanno
girato il video “Slow” di Kilie Minogue per caso.
Gli spalti sono adibiti ad area privè con ombrelloni e sdraio, e il palco è montato ad un lato della
piscina con uno spazio ampio davanti che fa da pista.
C’e tanta gente, tantissima. Sdraiata a prendere il sole, in acqua su gonfiabili o davanti al palco a
ballare. Gente di tutti i tipi e nazionalità: colpisce un gruppo di romani che fa i cori della Lazio,
omettiamo il commento.
La formula della festa è la ormai consueta a round di back-to-back: ci sentiamo solo qualche
minuto di Ray Okpara vs David Labeij, prima del set di Sebo K e Martin Landsky. Bel set, felice e
palleggiato, in tipico stile Mobilee, ma il volume viene più volte abbassato.
Di li a poco, ci diranno, il party sarà addirittura sospeso, credo per problemi al palco o ad un
americana pericolante che era già mezza crollata. Non ci suona strano che non si possa degenerare
in una piscina municipale, e la folla presente stava esattamente per farlo, e probabilmente l’avrà
fatto dopo che ce ne siamo andati. Giustamente.
In generale, di casini ne sono successi in questo OFF Bcn, e questo era in parte prevedibile. Party
sospesi, master tenuti estremamente bassi, e altre brutte storie che speriamo non abbiano ricaduta
sulla programmazione del prossimo anno.
In ogni caso dobbiamo andare, fa un caldo pazzesco e siamo sotto il sole pieno. Scatto una foto
panoramica e me ne vengo con il sorriso. Mentre sono in fila (chilometrica) per l’ultima birra,
ritrovo i tipi dei cori della Lazio.
Andiamo al Monasterio.
Watergate, Ego, Whatpeople play – 10 years Watergate party
Venue: El Monasterio, Poble Espanyol
Ma dove siamo finiti?
Un tassista, appena laureato tale – e si vede, ci porta a spasso per Montjuic, senza un’idea di dove
stia andando.
Questo party è uno di quelli che aspettavamo a gloria. La line-up è incredibile e la location di più: il
Poble Espanyol è un museo all’aria aperta, che riproduce piazze e strade delle più significative città
spagnole. Dentro a questo si trova El Monasterio de San Miguel.
Vediamo un gruppo di ragazzi entrare da una piccola porta con uno striscione con una grossa “W”
nera, siamo arrivati. Eravamo a 200 metri dalle Piscinas Municipales ma questo, lui, il tassista neo
patentato, non lo sapeva.
Entrati, si inizia a girare per le piazzette e le viettine dal sapore veramente magico, senza alcuna
indicazione, alla ricerca della festa; seguiamo qualche simile acconciato in modo giovane.
Stop birra – stop foto.
Ecco il Monasterio.
Il Monasterio ha un giardino intorno con una splendida vista su tutta Barcelona, e la pista è allestita
in un piccolo cortiletto, con punti bar sparsi tra prati e giardinetti. Incredibile.
Quei posti che bastano a farti sentire bene, cosi come sono, senza nient’altro.
Aiuta Alex Schwartz (Tiefschwarz) che sta suonando a livelli atomici: di quelle che abbiamo visto,
la migliore performance della festa, forse del weekend. È totalmente impazzito (vedi sotto) e suona
con un energia contagiosa: a ogni scambio sono salti e fischi. È anche impazzito su FB in questi
giorni per il materiale foto/video del mio sublime compare.
Birre all’aria, urla, Philipp Jung (M.A.N.D.Y.) più volte con le mani nei capelli, anzi nel suo
classico cappelletto di paglia. Concordo con il mio compare/ fotografo/ ballerino impazzito, nel
dire che la sua è stata la migliore performance che ci siamo sentiti in tutta la nostra tournèè. Non
paragonabile a quella del sabato sera allo showcase Souvenir, ma questa è un altra storia e ne
parleremo dopo.
Non c’e un italiano poi, e onestamente non ci dispiace moltissimo.
La crowd è in assoluto la più piacevole, bella, friendly e divertita che si possa trovare: non ho
chiesto a tutti la provenienza ma mi sembravano in gran parte tedeschi. E viene da chiederci se la
maggior parte delle feste abbia sempre questo mood, in quel di Berlino. (Segue riflessione sulla
condizione delle feste italiane, che omettiamo anche in questo caso).
Dopo Tiefschwarz tocca a DJ Hell.
Veterano e capellone, suona un po’ mental all’inizio e spinge di più nella seconda parte. Vynil only,
ma che te lo dico a fare.
E dopo riparte il delirio: Solomun il genio si presenta in consolle con un tale che gli fa la beatbox,
urlano qualcosa al microfono e partono con il botto. Addosso ha un crocione di legno, da monaco
per l’appunto. Parte cosi, con il campione di 2 Pac Shakur (R.I.P.) di una delle sue tracce più
popolari:
Something we all adore
One thing worth dying for
Nothing but pain
Stuck in this game
Searching for fortune and fame
Brividi.
Da li una ulteriore ora e mezza di performance da lode, e le gambe sono già quasi da buttar via.
Segue Ellen Allien: meglio del solito, stasera mette pure a tempo, ma ci prendiamo un po’ di tempo
per buttarci sui pratini e riposarci prima del terzo round.
Voto NC a questa festa. Non classificabile. Non ne ho fatte di cosi in passato e non ho metri di
giudizio paragonabili per catalogare una situazione cosi bella.
Taxi per l’altra parte esatta della città – party Half Baked London.
Half Baked
Venue: Vetro Club
Il movimento dei ragazzi di Londra ci piace parecchio: negli ultimi anni hanno saputo alternare
splendide feste open air con warehouse parties e situazioni underground.
La location inizialmente prevista è il roof garden dell’hotel Miramar: un giardino-terrazza con vista
su tutta Barcellona e la piscina al centro.
Mettiamo la festa in lista e puntualmente, purtroppo, annullano questa e altre date nella location, e
la spostano al Vetro Club.
Ma noi ci andiamo lo stesso, nonostante sia parecchio fuori.
E facciamo bene.
Arriviamo in tempo per il live di Guillaume and the Coutu Dumonts che ci piace un bel po’, fa
veramente festa, smanacciando con la consueta pad station e con vari controller.
Il locale è comunque piacevole, ma credo non paragonabile in nessun modo al garden del Miramar
e alla sua vista, e credo che questo cambio obbligato sia dispiaciuto molto a Bruno & Co.
Il pubblico è quasi totalmente inglese, e anche in questo caso non ne siamo scontenti. Livello
di presabbene generale altissimo, tutti amici di tutti, sorrisi, fischi, alcune ragazze di colore che
ballano in modo incredibile. Stiamo bene.
Dopo ci sentiamo il b2b del resident Greg Brockman con Julietta. Bravissimi: bel sound, parecchio
in stile inglese del momento, abbastanza lento e dritto, un po’ a marcetta. Personalmente apprezzo
m-o-l-t-i-s-s-i-m-o.
Chiudono con una della mie tracce preferite (Basement Jaxx – Flylife Extra), quindi rimango con il
sorriso e penso che ci manca ancora una super festa da fare.
Life & Death vs. Visionquest
Venue: Esferic
La line up annunciata per questa festa mi aveva fatto pensare ad un evento epico. In realtà noi non
sapevamo molto sulla timetable degli artisti e quindi siamo andati un po’ a caso, scegliendola come
ultima e sapendo che sarebbe finita dopo le altre.
In generale forse avremmo dovuto consultare un po’ di più le timetable per organizzarci al meglio
gli artisti da sentire nelle varie feste, ma concedetecelo, anche noi siamo in vacanza..
E poi pensi che meno cervello e organizzazione si mette quando si vuol far festa, meglio si sta.
Quindi, arriviamo e troviamo Shaun Reeves che sta suonando in b2b con Ryan Crosson, in una sala
al pian terreno, un po’ abbozzata per verità.
Al piano superiore le cose vanno decisamente meglio: I Tale of Us stanno spingendo, più del solito
forse. Bella musica, i ragazzi sono bravi, cazzo.
Organizzandoci meglio ci saremmo sentiti qualcun’altro di quella line up, visto che loro ce li
becchiamo più volte in stagione Rashomon (Roma) & affini, ma comunque anche in questo caso
non ce ne siamo pentiti.
Qui crediamo comunque di aver perso pezzi importanti della festa: la doppia ubiquità, ribadisco.
Non sappiamo come sia finito il party perchè ce ne siamo venuti un po’ prima della fine.
Bravi tutti, ma non ce la famo davvero più.
Unfairly missed
Ce ne sono tante, tantissime. Come vi avevamo detto, il giovedì era il giorno più carico di feste e
davvero ce le saremmo fatte tutte. A ricordarle mi viene un magone..
− Save the day @ Hotel W: Cobblestone Jazz, Theo Parrish, Roman Flugel, ..
− ONE Records @ Casal del Cris: Subb-an, Hector, Jordan Peak, Alex Arnout, Adam Shelton,
Burnski, ..
− RA by day @ Hotel Diagonal: Soul Clap, Tale of Us, Dyed Soundorom, Nicholas
DAY TWO – Friday
Non abbiamo replicato la nostra strategia del giovedi (aka “4-parties-in-a-row”), per un po’ di
motivi, tra cui la condizione fisica delle nostre gambe.
Più che altro, abbiamo scelto di goderci a pieno una festa piuttosto che solo un pezzo come il giorno
precedente, sapendo che potrebbe non esserne il migliore o il più rappresentativo. Sentendoci quindi
i set di (quasi) tutti e cogliendo lo spirito del party dall’inizio alla fine.
Poi, egoisticamente, alla festa mobilee diagonal ci tenevo troppo.
Mobilee and Friends / day one
Venue: Hotel Silken Diagonal
LA festa.
Non so dire se questo party è il numero uno della nostra sessione, perchè quello Watergate al
Monasterio era veramente top, ma sicuramente questo si piazza al primo posto a parimerito, sia per
il primo che per il secondo giorno. Per lo spirito che si percepiva, per la voglia di far festa della
gente.
Be @ TV mi aiuta nel ricordarmi quanto cazzo ci siamo divertiti, ma mi fa anche tornare molte
smanie e non facilita la ripresa post rientro.
Saliamo sul famigerato roof dell’hotel Diagonal, già abbastanza pieno di gente, con vista diretta
sulla Torre Agbar che di li a poco si sarebbe illuminata.
C’e di peggio.
Ci sentiamo giusto qualche minuto del warm up di Slam e Ralf Kolmann, prima del live di
Rodriguez Jr, un’altro pazzo da aggiungere alla lista.
Fa un live con controller AKAI e Ipad collegato in wireless, più una tastiera su cui ogni tanto si
mette a svalvolare.
Tiene la pista altissima, la musica è semplice ma di grande effetto.
Gli resta un pezzo di mixer in mano.
E si, lo ripeto, l’aria di festa è davvero incredibile. Lui si innamora del mio compare/fotografo/
ballerino pazzo e se lo porta in consolle per fargli fare video e foto.
A seguire, i Pan-Pot fanno un set energico dall’inizio alla fine, e la gente risponde molto bene.
In generale lo spirito è tra i più positivi che abbiamo mai percepito in una festa: sembra davvero che
ognuno sia al massimo del divertimento e che abbia solo voglia di ballare e sorridere.
Non credo sia un caso che i tanti amici che ci siamo fatti durante i due giorni di party mobilee,
stiano condividendo a ripetizione foto e video di questa festa: le impressioni e le sensazioni che vi
abbiamo riportato erano probabilmente condivise in toto.
La funny vie en rouge and bonobo present Hot creations OFF
Venue: Boo beach club
Qui non siamo stati fortunati, peccato.
Arriviamo in tarda serata per farci, da buoni viveur, l’orario del sunset con vista mare.
Il boo beach club è una specie di barca incagliata sulla sabbia, dalle foto ci sembra magico. Perfetto
per l’orario e per il nostro mood del momento.
Purtroppo c’e il delirio fuori: tantissima gente che, dato il sold out, probabilmente aveva anche perso
un po’ il controllo. Morale della favola, le guestlist sembravano momentaneamente chiuse e non
riusciamo a rientrare.
Amiche co-organizzatrici dell’evento (La Funny Vie en Rouge) ci dicono però che la festa è andata
molto bene: “Good vibes and music, perfect deco”, commentano. E ci crediamo, data la super
location e data la capacità di far festa in casa Hot Creations.
Torniamo a farci la chiusura al diagonal, che vi dobbiamo dire..
Apollonia vs Visionquest
Venue: Mac Arena
Non vi sappiamo dire molto, ci passiamo in pre-serata per bere una cosa.
C’era cosi tanta gente che la calca arrivava fino a lontano, e dove stavamo non si sentiva neanche la
musica. D’altronde era un free party con nomi parecchio grossi (Seth Troxler e tutta la Visionquest,
Dan Ghenacia, Shonky).
C’e da dire che il Mac Arena è un posto un pò inventato, e forse che ormai dopo alcuni parties
superlativi, il nostro metro di giudizio era abbastanza falsato.
Stiamo poco e, già che siamo là davanti, entriamo all’East Ender Park.
Eeast Ender Festival – day 2
Venue: East Ender Park
Onesto: a me questa festa è piaciuta proprio poco.
Avevo un buon ricordo dallo scorso anno, quando una crosstown in ascesa aveva proposto un sound
abbastanza innovativo (all’epoca) e la situazione davanti allo stage era molto piacevole.
Quest’anno – il venerdi – da un lato c’era la Cadenza, con un secret-very-special-guest che guarda
caso era Luciano, ancora intento a suonare i suoi remix improbabili di hit del passato, sempre con
ciuffo colorato (se evitasse almeno il remix di Creep cantato da voce angelica, mi farebbe cosa
gradita). Dispiace, ricordandomi di quello che faceva anni fa al DC10, ma non riesco davvero,
quindi mi sposto verso lo stage SCI-TEC dove Dubfire non fa meglio.
Non voglio essere imparziale e troppo legato al mio gusto, ma non mi sembrava che la pista stesse
esplodendo come con Dice il giorno prima, mi dicono.
Non basta menare per far ballare. E se non fai ballare menando parecchio, soccazzi.
Facevamo meglio a sapere che in un piccolo stage (ma dov’era?) c’era uno showcase Bpitch Control
con Kiki (che però suonava molto presto), Camea e My Favorite Robot.
Shame.
Qualcosa ci perdiamo anche noi..
In generale, quindi, questa festa del venerdi non ci è piaciuta molto. Siamo sicuri che negli altri
giorni, specialmente la domenica, ci avrebbe fatto un altro effetto.
Unfairly missed
Anche venerdi c’erano tante altre super feste, quasi tutte day-time però:
− Innervision 2012 @ El Monasterio: Dixon, Todd Terje, Âme, Tale Of Us, Henrik Schwarz,..
− Ellum Audio Boat party: Maceo Plex, Life & Death, Danny Daze, Steve Bugs, …
− Diynamic Showcase @ Chiringuito Calamar: Solomun, Stimming, Adriatique, H.O.S.H.,..
Di sera c’era ben meno, ma tornando indietro ci saremmo fatti le feste Wet Yourself o Just Wax
(questo era proprio bello, peccato).
Lesson learnt, buonanotte.
DAY THREE – Saturday
Mobilee and Friends / day two
Venue: Hotel Silken Diagonal
Torniamo al diagonal con la grinta del giorno prima, e con qualche amico in più per contribuire ad
accrescerla.
C’era un secret guest annunciato, ma non riusciamo a vederlo da lontano: poi gli vedo un
tattoo “leggero”, come direbbero i miei amici: un gufo sul petto.
Maya Jane Coles, in line up del Sonar festival la sera stessa, fa un bel set mentale, un po dub, un po
house, un po acid, come viene. Non sbaglia niente e inizia a riscaldare la gente; prima di lei toccava
a Ray Okpara.
Cambio consolle.
And.Id live: due file di ragazze davanti, tutte belle peraltro. Live da grande artista con tanto di
trombetta. Gente impazzita, sole, venticello, orange juice + vodka – la bevuta ufficiale della festa.
Davvero non sappiamo trasmettervi come stavamo bene, e anche in questo caso sembrava una
sensazione non solo nostra.
A chiudere la serata, come prospettavamo, la regina/boss di casa Mobilee, Anja Schenider.
Parte molto deep, nel vero senso della parola, forse anche un po’ troppo. Dopo And.Id, che aveva
spaccato, diciamo che fa riposare un po’ la gente.
Evidentemente era tutto previsto nella sua idea di set, dato che nella seconda parte si riprende
alla grande: butta magia in pista, la luce del sole cala e la selezione che fa diventa perfetta per un
rooftop party. Smooth, ma più movimentata di prima.
Chiude con In my system – Damier, Jef K, The Gathering
You’r in my system, when you’r in my system, system.
La gente continua a cantarla anche per le scale, mentre scende dalla terrazza. MAGIC.
Souvenir & friends
Venue: Almogavers 86
La location è bella, molto underground – decisamente stinky – ma spaziosa. C’e anche una terrazza/
area chill al piano superiore. Abbastanza internazionale nel complesso, ma sicuramente packed di
inglesi.
Per un soffio ci perdiamo Re.You vs Rampa, e ci dispiace non poco.
Segue l’ormai amico Alex dei Tiefschwarz, ma riusciamo a sentircelo poco visto che ci prendiamo
un po di tempo per stare in terrazza a riposare e fare due chiacchere. Sicuramente, in ogni caso, non
avrebbe mai replicato la performance del Monasterio perchè non credo sia possibile.
Cassy a chiusura degenera, come al solito. Bravissima. Vynil only, ma anche qua, che te lo dico a
fare. Vestito rosso, riccioli pazzi e mani che oscillano sopra la testa come di consueto. Ci piace.
Purtroppo non abbiamo foto di questo bel party, le nostre batterie (di macchine fotografiche e anche
del fisico) erano tutte scariche.
Unfairly missed
Anche qua, ci dispiace aver saltato altre feste che sicuramente sarebbero state memorabili, vedi lo
showcase Wolf and Lamb allo splendido Boo Beach Club. Ma i ragazzi ce li eravamo sentiti spesso
nell’ultimo periodo e, torno a sottolineare, di venirsene via da “LA festa” non ne avevamo troppa
voglia.
DAY FOUR – Sunday
La domenica avevamo un programma che forse era di partenza un po’ sbagliato, in quanto troppo
soft. E anche in questo caso invece di roba valida ce ne era, e tanta. Finito il Sonar festival, tornano
a spingere le feste esterne, con almeno due o tre cose davvero interessanti.
Noi ci scegliamo un party solo e promettiamo, almeno oggi, di stare calmi.
Culprit vs Leftroom pres. By la Funny vie en rouge
Venue: Hotel Catalonya
Anche a questo party ci tenevamo parecchio, sia perchè era organizzato da amiche, sia perchè ormai
ci eravamo totalmente abituati a quella piacevole condizione del far festa in cima ad un edificio.
Anche qui non ci è andata benissimo, però.
Ci presentiamo verso le 17, per farci “solo” 4 oneste ore di party, con la speranza di incrociare
qualcuno dei validi artisti previsti in una line-up totalmente a B2B e di grande qualità.
Purtroppo ci dicono che è passata poco prima la polizia, come spesso accade nei party della
domenica: la festa viene addirittura stoppata prima del previsto.
Peccato perché sia per location che per line-up questa festa aveva tutti i presupposti per essere
validissima (lo scorso anno fu scelta come migliore del giorno), ma in questo caso le autorità, forse
un po’ provate dal movimento eccessivo dei giorni precedenti, hanno voluto mettere i bastoni tra le
ruote.
DAY FIVE – Monday
Purtroppo ce ne siamo andati, sbagliando GRAVEMENTE.
Scherzi a parte, era previsto per il giorno un party di chiusura al Mac Arena Beach, e probabilmente
qualche altro festino meno sponsorizzato, ma sicuramente simpatico.
La miglior cosa sarebbe stata rimanere e dedicare totalmente il giorno al relax, godendo dell’ancora
alto spirito positivo delle persone e della magia dei giorni passati.
SUMMARY
Torno a casa senza quella triste ansia e calo d’umore tipica dei ritorni dai festival, sapendo che
quest’anno non potevamo dare di più. “I wish life was a neverending festival”, disse una persona a
me cara, anche se purtroppo non è possibile – e forse meglio cosi.
Lo spirito della gente, l’aria di festa che invade la città e il vero interesse intorno alla musica che si
percepisce in questa settimana, la rendono per me la migliore di questa capitale incredibile.
Dove si gira sempre con il sole e fa buio alle dieci.
Dove si incontrano persone che sono la solo per far festa, o solo per la musica, o solo perché ce le
hanno portate.
In ogni caso questa voglia di star bene è generalizzata, palpabile. E ti cattura.
La settimana del Sonar, almeno per me, è sinonimo di tutto questo. Forse esprimerò solo una mia
impressione, ma quando penso al Sonar automaticamente mi viene da pensare a tutto ciò che gli sta
intorno.
Ci si potrebbe chiedere che senso ha venire fino a Barcellona, in questa settimana, e non interessarsi
minimamente al Sonar Festival. I miei 100 nuovi amici su Facebook, dei quali il più vicino sta a
Monaco, conosciuti in feste intime e sudate, azzardando discorsi con un inglese improbabile, e
ritrovati per caso in un ristorante a Barceloneta il giorno dopo, sono la risposta a questa domanda.
Al prossim’anno,
Luca
Pics: Giovanni La Monaca